Profeta
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Il termine profeta deriva dal greco προφητής [profetès], e letteralmente vuol dire "colui che parla davanti", sia nel senso di parlare pubblicamente (davanti ad ascoltatori), sia nel senso di parlare anticipatamente (di qualcosa che deve ancora accadere).
Nel linguaggio corrente il profeta si confonde spesso con il veggente o l'indovino, e comunque con chiunque fornisca informazioni su qualcosa che non è ancora successo, ma in senso proprio il profeta è una figura tipicamente religiosa, più o meno istituzionalizzata in diverse fedi, all'interno delle quali parla a nome della Divinità.
Indice |
[modifica] Profeti nell'antico Israele
La Bibbia ebraica contiene 36 libri, dedicati ai profeti, i Neviìm. Costoro sono anche chiamati uomini di Dio, e fanno conoscere al popolo la volontà di Dio. Tradizionalemnte si distinguono, fra i libri della bibbia, i "quattro profeti maggiori" e "dodici profeti minori".
[modifica] Nel cristianesimo
Il Cristianesimo riconosce i profeti dell'Antico Testamento, ma non annovera figure di profeti cristiani in senso proprio ed esclusivo, piuttosto riconosce qualità profetica ai discorsi di alcuni dei suoi santi, a cominciare dal Giovanni dell'Apocalisse, sebbene le interpratazioni di questo testo possano essere diverse.
[modifica] La funzione del profeta
Nella Bibbia la funzione del profeta, più che di predire, è di ammonire il popolo di Israele che si è allontanato dal suo Dio; più in generale, nella religione ebraica l'esperienza mistica sconfina spesso in fenomeni di profetismo.
Nel cristianesimo, la comparsa di profeti ha spesso segnato l'inizio di movimenti ereticali, e riaffiora periodicamente nelle confessioni non cattoliche (esempio tipico, il mormonismo).
Pur parlando entrambi di Dio, però, il profeta, a differenza del mistico, intende operare attivamente nella storia, e in questo senso esercita o intende esercitare, come ben vide Max Weber, una funzione politica, a partire da sollecitazioni etiche.
Figure profetiche compaiono quindi e vengono riconosciute per tali in ogni tempo, a prescindere dalle singole religioni, in situazioni storiche di forte e diffuso disagio rispetto alle condizioni materiali, politiche e religiose dominanti.
Più in generale, e come è già evidente nella Bibbia, il profeta, nella storia, è l'antagonista dialettico del re - inteso come personificazione del potere costituito e dominante che impone la propria etica.
[modifica] Nell'Islam
Nell'Islam viene dato un ruolo fondamentale a Muhammad, considerato l'ultimo e il definitivo fra i profeti (il "sigillo dei Profeti").
L'Islam riconosce come profeti alcune figure bibliche, alcune delle quali indicate altrimenti come patriarchi, (tra cui Adamo/Adam, Noè/Nūh, Abramo/Ibrāhīm, Isacco/Ishāq, Ismaele/Ismā‘īl, Giacobbe/Ya‘qūb, Giuseppe/Yūsuf, Mosè/Mūsà, Davide/Dāwūd, Salomone/Sulaymān, Giovanni Battista/Yahyà, Gesù figlio di Maria/‘Īsà ibn Maryam).
Altri profeti, che Dio avrebbe inviato a diversi popoli dell'antichità, sono invece sconosciuti nella Bibbia. Per esempio Salih, profeta dei Thamudeni, che avrebbero rifiutato di credergli causando così la propria perdita.
[modifica] In altre religioni
Molte altre religioni storiche si fondano sul messaggio di un profeta:
- Zoroastro (Zaratustra) è il profeta persiano fondatore del mazdeismo (628 a.C. - 551 a.C.).
- Mahâvîra (Vardhamana) è il profeta indiano fondatore del giainismo (599 a.C. - 527 a.C.).
- Mani (Manes) è il profeta persiano fondatore del manicheismo (216 - 277).
- Joseph Smith è il profeta americano fondatore della Chiesa mormone (1805 - 1844).
- il Báb (Sayyid Ali Muhammad) è il profeta persiano fondatore del babismo (1819 - 1850).
- Bahá'u'lláh (Mirza Hosaynali Nuri) è il profeta persiano fondatore del bahaismo (1817 - 1892)
[modifica] Voci correlate
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