Max Weber
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Maximilian Weber (Erfurt, 21 aprile 1864 - Monaco di Baviera, 14 giugno 1920), economista, sociologo, filosofo, storico tedesco. Considerato uno dei padri della moderna sociologia, e della scienza politica, fu uno degli ultimi uomini universali della storia, grazie alla sua vastissima erudizione in molteplici campi derivatagli dagli studi più disparati.
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[modifica] Note biografiche
Dopo aver compiuto studi giuridici, economici e storici in varie università, si distinse precocemente in alcune ricerche economico-sociali svolte con la Verein für Sozialpolitik (Archivio per le scienze sociali e la scienza politica). Insegnò Economia nelle università di Friburgo e Heidelberg. I suoi interessi erano diffusi in varie discipline. Tra il 1897 e il 1901 soffrì di una acuta forma di depressione e, durante tale periodo, non poté svolgere regolare attività didattica universitaria. Grazie a un'ingente rendita privata, riuscì comunque a dedicarsi a tempo pieno ai suoi studi, che spaziarono dall'economia al diritto, dalla filosofia alla storia comparata ed alla sociologia.
Dopo una pausa per motivi di salute, si dedicò per anni liberamente alla ricerca scientifica, affrontando centrali problemi teorico-metodologici e svolgendo complesse indagini storico-sociologiche sulle origini della civiltà occidentale e sul suo posto nella storia universale. Durante la prima guerra mondiale fu ufficiale medico e al termine del conflitto tornò brevemente all'insegnamento con una cattedra di Economia a Monaco di Baviera. Nel 1918 fu tra i delegati dalla Germania a Versailles per la firma del trattato di pace. Fu ucciso dalla grande epidemia postbellica di Spagnola nel 1920.
[modifica] Ricerche
Buona parte della concentrazione di Weber si basa sullo sviluppo del capitalismo moderno: subì l'influenza di Karl Marx, ma ne criticò molti aspetti: respinse, ad esempio, la concezione materialistica della storia e attribuì una minore importanza al conflitto di classe. Secondo Weber infatti, le idee ed i valori influiscono sulla società allo stesso modo delle condizioni economiche.
Weber produsse ampi studi sull'impero cinese tradizionale, sull'India e sul Vicino Oriente, contribuendo parecchio alla sociologia della religione. Individuò ad esempio come la religione immobilizzava la società dell'India in caste, proibendo la transizione dall'una all'altra con la minaccia di una reincarnazione sempre peggiore. Con questi studi sul religioso, anche e soprattutto di tipo comparativo, Weber giunse alla conclusione che il cristianesimo avesse influito profondamente sulle origini del capitalismo. Egli affermò che il capitalismo non era semplicemente un prodotto della Riforma, ma in effetti scoprì che nelle zone capitaliste progredite e pluriconfessionali i proprietari, i leader, i più qualificati e preparati erano in genere protestanti. Parlò a questo proposito dell'ascetismo intramondano, che prevedeva la rinuncia al lusso e la dedizione totale al successo terreno, che sarebbe proprio dei protestanti in quanto credenti in una religione fra i presupposti della quale vi è la predestinazione. Questo avrebbe portato a sua volta a quello che Max Weber definì il disincanto del mondo: l'eliminazione di tutti i valori simbolici e mistici dalle cose del mondo, ridotte a mezzi per il raggiungimento di fini, primo fra questi la ricchezza. Lo stesso capitalismo, secondo il pensatore, è uno dei molti fattori che incidono sullo sviluppo sociale. Inoltre anche la scienza, che ha plasmato la tecnologia moderna, e la burocrazia, che è un modo per organizzare grandi masse di persone, sono frutto stesso del capitalismo e quindi notevolmente influenti sul sistema sociale. Weber fa rientrare tutto questo in un processo da lui stesso definito di razionalizzazione, cioè un'organizzazione della vita economica e sociale sulla base dell'efficienza e del sapere tecnico.
Importante il suo intervento nel campo della sociologia urbana. Nelle sue analisi la questione che la vita sociale nelle metropoli industriali sia largamente dominata dal pensiero razionale viene tematizzata in modo più completo. Per Weber la città è essenzialmente uno spazio economico: in quanto luogo dominante del consumo, della produzione e del commercio; in quanto è in città che si concentrano le funzioni di controllo del sistema economico.
Dalle trattazioni di Weber emerge anche un concetto generale di cui si servì per lo sviluppo delle sue teorie: è quello di concetto ideale o idealtipo, modello d'interpretazione dei fenomeni scaturito dall'analisi di realtà concrete. Spesso è un termine estratto dal suo contesto culturale e/o storico che, applicato a realtà diverse, permette di individuarne tratti comuni appatentemente dissimili. Ne sono un esempio termini ricorrenti nello studio delle religioni come sacrificio, Mana o Dema.
Per approfondire, vedi la voce L'etica protestante e lo spirito del capitalismo (Max Weber). |
[modifica] Opere
- Sulla storia delle città mercantili nel medioevo, 1889
- La storia agraria romana nel suo significato per il diritto pubblico e privato, 1891
- Le relazioni dei lavoratori della terra nella Germania orientale,1892
- Roscher e Knies e il problema logico dell'economia politica-storica, 1903-6
- L'oggettività conoscitiva della scienza sociale e della politica sociale, 1904
- L'etica protestante e lo spirito del capitalismo, 1904-5
- Le sette protestanti e lo spirito del capitalismo, 1906
- Studi critici sulla logica delle scienze e della cultura, 1906
- I rapporti agrari nell'antichità, 1909
- Su alcune categorie della sociologia comprendente, 1913
- L'etica economica delle religioni mondiali, 1916
- Il significato della avalutatività delle scienze sociologiche ed economiche, 1917
- Parlamento e governo nel nuovo ordinamento della Germania, 1918
- La politica e la scienza come professioni, 1919
- La scienza come vocazione, 1919
- Il metodo delle scienze storico-sociali, 1922 (postumo)
- Economia e società, 1922 (postumo)
[modifica] Voci correlate
- Wikiquote contiene citazioni di o su Max Weber
- Città
- Sociologia urbana
- Protestantesimo e capitalismo
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