Venerazione

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La venerazione è una forma di omaggio religioso verso una divinità, oppure verso una persona (defunta o, più raramente, vivente) o verso un oggetto sacro (ad esempio una reliquia).

Filologicamente, venerare deriva dal verbo latino venerari, che significa offrire reverenza e rispetto. Questa parola deriva dalla stessa radice del nome Venus, la dea dell'amore dell'antico pantheon romano.

Nelle chiese cristiane tradizionali (come quella cattolica e quella ortodossa), la venerazione (latino veneratio, greco doulía), o venerazione dei santi, è un atto speciale di rendere onore a una persona morta identificata come straordinaria nelle tradizioni religiose, e attraverso loro onorante Dio che li fece e nella cui immagine essi furono fatti. La venerazione è spesso mostrata esteriormente da un rispettoso inchino o dal farsi il segno della croce davanti all'icona o immagine di un santo o alle sue reliquie o alla sua statua. Questi oggetti sono spesso anche baciati.

Nella teologia cattolica e in quella ortodossa, la venerazione è un tipo di onore distinto dall'adorazione, che è dovuta solo a Dio. I teologi della chiesa hanno da tempo adottato il termine latria per l'adorazione sacrificale dovuta solo a Dio e dulia per la venerazione offerta ai santi e alle icone. La teologia cattolica include anche il termine iperdulia per il tipo di venerazione specificatamente offerta a Maria, la madre di Gesù, nella tradizione cattolica. Questa distinzione è chiarita nelle conclusioni dogmatiche del Settimo Concilio Ecumenico (anno 787), che decretò anche che l'iconoclastia (proibizione delle icone e della loro venerazione) è un'eresia che equivale alla negazione dell'incarnazione di Gesù Cristo.

In alcune altre tradizioni religiose la venerazione è considerata equivalente all'eresia di idolatria, e la relativa pratica di canonizzazione equivale all'eresia di apoteosi. La teologia protestante generalmente nega che si possa fare una reale distinzione tra venerazione e adorazione e afferma che la pratica della venerazione distrae l'anima cristiana dal suo vero obiettivo, che è l'adorazione di Dio. Nelle sue Istituzioni della religione cristiana Giovanni Calvino scrive che "la distinzione di ciò che viene chiamata 'doulìa' e di ciò che viene chiamata 'latrìa' fu inventata al solo scopo di permettere onori divini ad angeli e persone morte senza apparente impunità." Molti anglicani, però, venerano i santi, mentre l'Islam condanna la venerazione delle icone.

Nella tradizione di un certo neopaganesimo di accento ecologista (con una teologia centrata sulla Creazione), gli animali, le piante e altre parti della natura vengono venerate prendendosi cura di loro, mostrando quindi onore e rispetto per il Dio che li creò. La Creazione, considerata quindi come un'icona del Creatore, diventa un valido oggetto di venerazione. Tale punto di vista può sfociare, come forma estrema, nel Panteismo. Viceversa la preghiera a Dio attraverso l'adorazione del Creato non è affatto ignota al misticismo cristiano (si pensi al Cantico delle creature di San Francesco).

L'arcanam, adorazione di icone e murti, spesso fraintesa dagli Occidentali come idolatria, è una pratica importante e quotidiana per gli induisti. L'adorazione delle immagini di Dio o di santi e di maestri spirituali sull'altare, attraverso l'offerta (puja) di incenso, fiori, acqua, fuoco, etc. viene praticata sia all'interno dei templi (mandir) che nelle case dei devoti (in particolare dei brahmana) o presso luoghi sacri (sulle rive dei fiumi, etc.).

[modifica] Voci correlate

• Arcanam
• Devozione
• Preghiera
• Puja