Paleodieta
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Non si può parlare di una sola dieta paleolitica umana in quanto il paleolitico, periodo di ca. 2.3 millioni di anni, ha visto l'insorgere di moltissime diete legate ai cambiamenti in corso. Quali:
- variazioni climatiche e conseguente mutazione di fauna e flora disponibili per la nutrizione
- espansione di ominidi dalle zone di boschi tropicali a zone aride lungo le coste
- invenzione di attrezzi per la pesca e la caccia di piccoli animali (ca. 1.7 mio. di anni fa)
- scoperta del fuoco e delle arti culinarie per rendere i cibi più digeribili (ca. 300'000 anni fa)
- invenzione di attrezzi per la pesca e la caccia di grossi animali (ca. 50'000 anni fa)
L'uomo come onnivoro è riuscito a sopravvivere, a crescere come specie e a colonializzare anche le zone più aride.
Grazie al lavoro di archeologi e paleoantropologi si conosce parecchio riguardo l'alimentazione dei nostri precursori e antenati. I dati sono rilevati in gran parte dall'analisi di feci fossilizzate e dall'analisi delle ossa e permettono di determinare abbastanza fedelmente il periodo e la composizione alimentare adoperata. Queste ricerche sono completate e puntualizzate da ricerche antropo-trofologiche che studiano le abitudini alimentari degli indigeni.
Si nota una grande variazione di dieta che va dall'alimentazione esclusivamente animale (inuit, masai) ad una alimentazione "mista" (indigeni australiani, tribù tropicali, ...).
Indice |
[modifica] Raccolta di alimentari paleolitici
In contrasto alle opinioni sentimentalistiche, la raccolta dei nostri precursori era sì vegetale ma anche altrettanto animale. Questo per soddisfare il fabbisogno umano in proteine e lipidi di ca. 1gr / kg di peso corporeo ciascuno e di ca. 100 gr di glucidi al giorno.
Da ca. 2.3 millioni di anni fino a 300.000 anni fa, i nostri precursori e antenati dovevano nutrirsi di cibi crudi, perché non avevano ancora scoperto il fuoco. Pochi prodotti vegetali erano allora adatti per la nutrizione umana, visto che:
- cellulosa e lignine come principali elementi costruttivi di piante non sono elaborabili dalla digestione umana
- le piante per la loro sopravvivenza producono "antinutritivi" per difendersi da predatori animali.
Dai vegetali erano quindi disponibili per la nutrizione umana prevalentemente:
- frutta e bacche per coprire il fabbisogno in glucidi e acqua
- semi e nocispeci per coprire parzialmente il fabbisogno in lipidi e proteine e certi funghi consumati crudi (più di una volta).
Il resto consisteva in prodotti animali facilmente reperibili (bestioline) senza attrezzi e armi (quest'ultimi furono sviluppati solo ca. 1.7 millioni di anni fa). Tante bestioline non producono antinutritivi o veleni (perché possono fuggire) e gli organi interni e il grasso midollare, intestinale e cervellare è ben digeribile anche crudo. Fino all'avvento delle armi da caccia si trattava prevalentemente di:
- bruchi, vermi, lumache, chiocciole, insetti, crostacei, raramente uova e miele
- di carogne cacciate da altre bestie, e dei loro organi interni, il cervello e il midollo osseo (visto che la carne cruda era difficilmente masticabile e digeribile) e di cannibalismo
La raccolta cambiò parecchio con l'uso del fuoco per la preparazione dei cibi (ca. 300.000 anni fa):
- si sfruttarono meglio le fasce muscolari arrostite di carogne e bestioline
- dopo la scoperta dei recipienti e della cottura (per neutralizzare certi antinutritivi) si sfruttarono una parte della divulgatissima famiglia delle leguminacee, certi bulbi e funghi
Di seguito si svilupparono le arti culinarie per rendere digeribile e facilitare la digestione umana di molti prodotti animali e vegetali.
Nonostante la scoperta di armi da caccia e pesca primitiva (ca. 1.7 millioni di anni fa), e di caccia e pesca grossa (ca. 50'000 anni fa), la raccolta selvatica rimase un'importantissima fonte alimentare fino al neolitico (ca. 10.000 anni fa), dove la scoperta dell'agricoltura e del sedentario la fecero diventare marginale. Come reminiscenza, fino ai nostri giorni è rimasta la raccolta di funghi commestibili ed erbe speziate.
Recentemente viene propagata e divulgata una "dieta paleolitica" (o paleodieta) che suggerisce di nutrirsi come i nostri precursori e antenati. Però si dovrebbe definire se si tratta di alimentazione prevalentemente di raccolta e preparazione culinaria di insetti e rettili (ramo tropicale sudamericano), di caccia e pesca eschimese o di bruchi, rettili e bulbi del ramo australiano.
Di seguito le argomentazioni di una frazione di questo movimento salutistico (secondo Dr. Loren Cordain).
[modifica] Cos'è la "Dieta paleolitica"
La dieta paleolitica, chiamata anche dieta delle caverne o Paleodiet, intende riproporre il tipo di alimentazione che caratterizzava le popolazioni umane vissute nel periodo precedente la scoperta dell'agricoltura, avvenuta circa 10.000 anni fa. Per circa due milioni di anni, gli uomini trassero sostentamento da caccia, pesca e raccolta di vegetazione spontanea e bestioline; a sostenere la dieta paleolitica è pertanto l'assunto che a livello genetico e fisiologico l'uomo non ha subito grossi mutamenti dal paleolitico ad ora, sebbene si sia assai evoluto dal punto di vista culturale, tecnologico e scientifico.
Di conseguenza, la corretta alimentazione si dovrebbe basare su cibi che erano reperibili prima dello sviluppo delle tecniche agricole, cioè su prodotti di "selvaggina" di ogni tipo, specialmente midollo, cervella, frattaglie, sangue di mammiferi (la muscolatura venne consumata solo se non c'era altro), pesce, crostacei, rettili, vermi, bachi, insetti, uccelli, uova, bacche, frutti, miele, vegetali appena spuntati, radici, bulbi, nocispecie, semi, ... .
[modifica] Cosa mangiare
La paleodieta consiglia di mangiare cibi quanto più possibile vicini allo stato naturale: carne, meglio se di animali selvatici, pesce, anche in questo caso preferendo pesci pescati, uova, frutta e verdura di ogni tipo, scelta tra i prodotti di stagione, moderate quantità di frutta secca . Gli oli consentiti sono l'olio extravergine d'oliva e l'olio di lino. Notevole importanza rivestono i pesci grassi ed il pesce azzurro, quindi sgombro, tonno, sardine, alici, halibut, in quanto contengono rilevanti quantità di acidi grassi omega-3.
Per quanto riguarda le percentuali di macronutrienti, non vengono fissate in modo preciso (come avviene per esempio nella Dieta Zona) ma viene fornito un range: le proteine rappresentano dal 20% al 35% delle calorie, i grassi dal 30% al 60%, i carboidrati dal 20% al 35% delle calorie. Queste percentuali vanno riviste sostanzialmente per gli sportivi a seconda dei casi ed a seconda dello sport praticato, ma comunque sempre a favore dei carboidrati. In questi casi è consentito introdurre alimenti non paleolitici preferibilmente patate (alcalinizzanti) e, saltuariamente, cereali.
[modifica] Cosa non mangiare
Tutto quanto non era disponibile nel Paleolitico e che dunque risulta estraneo al codice genetico dell'uomo, quindi: i cereali e i loro derivati, i legumi (compresa la soia), il latte e i suoi derivati. Da eliminare anche tè, caffè, cacao, vino, aceto e sale. Il motivo dell'eliminazione del sale risiede nel fatto che a coprire il fabbisogno corporeo di sodio basta quello contenuto nei cibi e l'aggiunta di altro sale comporterebbe un dannoso squilibrio tra sodio e potassio.
Vanno eliminati anche gli oli di mais e di semi e la margarina: i primi poiché ricchi di acidi grassi omega-6, che hanno effetto infiammatorio, la seconda perché è costituita da grassi idrogenati, molto pericolosi per la salute.
[modifica] Punti di forza
1) Seguendo il modello paleolitico si introducono con l'alimentazione elevate quantità di vitamine e cofattori vitaminici, minerali, antiossidanti, contenuti nella frutta, nella verdura e nelle carni.
2) Inoltre, l'eliminazione degli oli di semi e il consumo abituale di pesce azzurro permette di raggiungere il giusto equilibrio tra acidi grassi omega-3 ed omega-6, sebbene appaia molto difficile oggigiorno, vista la difficoltà di procurarsi carne selvatica, ottenere il rapporto ideale tra omega-3 ed omega-6 senza ricorrere all'uso di integratori: si calcola infatti che nel Paleolitico tale rapporto fosse 1:1.
3) L'abbondante consumo di verdura e frutta e l'esclusione di cereali e latticini apporta benefici in quanto produce nel corpo un ambiente alcalino, con effetti protettivi per le ossa e la salute in genere.
[modifica] Critiche
1) Questa dieta viene accusata di essere iperproteica; in realtà, essa non limita i carboidrati, consiglia solo di consumare carboidrati ingerendo frutta e verdura, che sono a basso indice glicemico e non cereali e loro derivati.
2) Un'altra critica che le viene mossa riguarda la mancanza di calcio, data l'esclusione dei latticini. C'è da ricordare in proposito come i latticini, benché ricchi di calcio, siano molto acidificanti e dunque rendano difficoltosa l'assimilazione di questo minerale. Al contrario, una dieta ricca di verdura e frutta e dunque alcalinizzante come la paleodieta avrebbe effetto protettivo nei confronti dell'osteoporosi.
3) Un'ultima obiezione afferma che nel corso del tempo è possibile che ci siano state modificazioni riguardo il patrimonio genetico umano, per cui l'uomo si sarebbe adattato al consumo di latticini e/o di cereali. La diffusione di intolleranze al latte e al glutine porta a mettere in discussione il fondamento di questa ipotesi.
[modifica] Bibliografia
- Dr. Loren Cordain, "The Paleo Diet"
- Dr. Loren Cordain e Joe Friel, "The Paleo Diet for Athletes"