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I maestri cantori di Norimberga

Titolo originale: Die Meistersinger von Nürnberg
Lingua originale: tedesco
Genere:
Musica: Richard Wagner

(spartito online)

Libretto: Richard Wagner

(DE) (libretto online)

Fonti letterarie:
Atti: tre
Epoca di composizione: 1862-1867
Prima rappresentazione: 21 giugno 1868
Teatro: Monaco di Baviera, Nationaltheater
Prima rappresentazione italiana: 26 dicembre 1889
Teatro: Milano, Teatro alla Scala
Versioni successive:
Personaggi:
  • Hans Sachs, poeta e calzolaio (basso)
  • Veit Pogner, orafo (basso)
  • Kunz Vogelgesang, pellicciaio (tenore)
  • Konrad Nachtigall, stagnaio (basso)
  • Sixtus Beckmesser, scrivano comunale (basso)
  • Fritz Kothner, fornaio (basso)
  • Balthasar Zorn, fonditore (tenore)
  • Ulrich Eisslinger, droghiere (tenore)
  • Augustin Moser, sarto (tenore)
  • Hermann Ortel, saponaio (basso)
  • Hans Schwarz, calzettaio (basso)
  • Hans Foltz, calderaio (basso)
  • Walther von Stolzing, giovane cavaliere di Franconia (tenore)
  • David, apprendista presso Sachs (tenore)
  • Eva, figlia di Pogner (soprano)
  • Magdalene, nutrice di Eva (soprano)
  • Un guardiano notturno (basso)
  • Borghesi e donne di tutte le corporazioni, Compagni, Apprendisti, Ragazze, Popolo (coro)
Autografo: Germanische Nationalmuseum, Norimberga
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I maestri cantori di Norimberga (Die Meistersinger von Nürnberg) è il titolo di un'opera di Richard Wagner in tre atti, composta fra il 1862 e il 1867.

La prima dell'opera ebbe luogo a Monaco di Baviera il 21 giugno 1868, sotto la direzione di Hans von Bülow e alla presenza del re Luigi II di Baviera, patrono del compositore.

Indice

[modifica] Contesto storico

Hans Sachs, xilografia di Hans Brosamer.
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Hans Sachs, xilografia di Hans Brosamer.

La vicenda si svolge a Norimberga verso la metà del XVI secolo: a quel tempo, Norimberga era un libero comune imperiale ed uno dei centri del Rinascimento nordeuropeo. Al centro della storia vi è la realmente esistita corporazione dei Meistersinger (Maestri Cantori), un'associazione di poeti e musicisti "dilettanti", provenienti soprattutto dai ceti artigiani e popolari. I maestri cantori svilupparono una serie di regole loro proprie di composizione e di esecuzione, che Wagner studiò dettagliatamente: l'opera I maestri cantori di Norimberga deve parte del suo fascino anche alla fedele ricostruzione storica della Norimberga dell'epoca e delle tradizioni della corporazione dei Maestri cantori.

Il poeta-ciabattino Hans Sachs, uno dei protagonisti principali, è un personaggio storico realmente esistito: Hans Sachs (1494-1576) fu il più famoso dei maestri cantori e una delle figure più amate della letteratura tedesca delle origini.

[modifica] Genesi e composizione dell'opera

Nell'estate del 1845 Wagner, allora Kapellmeister del Teatro di corte di Dresda, si trovava in villeggiatura alle terme di Marienbad, nell'attuale Repubblica Ceca, quando concepì per la prima volta l'idea de I maestri cantori. Tra le sue letture di quei giorni vi era il volume Geschichte der poetischen National-Literatur der Deutschen (Storia della letteratura poetica nazionale dei Tedeschi) di Georg Gottfried Gervinus, la sua fonte per l'episodio di Sachs e il "marcatore": il pensiero di rovesciare la situazione e far sì che fosse Sachs, battendo sulla scarpa, a segnalare gli errori del rivale lo divertì moltissimo ed in breve tempo immaginò tutta la parte finale del secondo atto. Di poco seguente è il primo abbozzo in prosa dell'intera opera (datato 16 luglio 1845): si trattava, in effetti, della parodia della sua precedente opera, Tannhäuser, che vedeva anch'essa al centro della vicenda una gara canora.

La materia venne accantonata dal compositore per lungo tempo. Solo nel 1861, all'indomani della composizione di Tristano e Isotta, Wagner recuperò l'idea di un'opera vivace e serena: ne diede l'annuncio in una lettera datata 30 ottobre 1861 al suo editore Schott.

Nella sua autobiografia, Mein Leben, Wagner collega la decisione di scrivere I maestri cantori ad un viaggio a Venezia del novembre 1861 assieme a Mathilde Wesendonck, la donna da lui amata mentre attendeva alla composizione del Tristano, e al di lei marito Otto.

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«Scrivendo ai Wesendonck, a Zurigo, non ne avevo fatto mistero [Wagner allude alla sua delusione per il fallito tentativo di mettere in scena Tristano e Isotta a Vienna]: forse per rasserenarmi essi mi diedero appuntamento a Venezia, dove si recavano in viaggio di piacere. Dio sa che cosa avevo in testa, quando in una grigia giornata di novembre presi il treno per Trieste, e di qui il vapore, che di nuovo sopportai molto male, per Venezia, dove alloggiai in una cameretta del Danieli. I miei amici, ch'erano tra loro in ottimi termini, sguazzavano nei godimenti pittorici e pareva si fossero proposti di scacciarmi i grilli dal capo facendomi partecipare alle loro delizie. Della mia situazione a Vienna sembrava non volessero sentir nulla: del resto, dopo il fallimento dell'impresa parigina [la rappresentazione del Tannhäuser a Parigi nel marzo 1861], iniziata con così gloriose prospettive, avevo già dovuto riscontrare nella maggior parte dei miei amici una silenziosa e rassegnata rinuncia ad ulteriori speranze in un mio successo. Wesendonk, armato d'uno smisurato binocolo, si teneva sempre pronto a visite artistiche; non riuscì tuttavia che una volta a trascinarmi con sé all'Accademia, che, nel mio precedente soggiorno veneziano, m'ero sempre limitato a guardare dall'esterno. Devo dire che, nonostante tutta la mia indifferenza, l'Assunzione della Vergine del Tiziano mi diede un'emozione estetica di straordinaria elevatezza, cosicché dopo questa esperienza mi sentii improvvisamente rianimare in tutta la mia energia vitale.
Decisi di comporre i Maestri cantori
(Richard Wagner, La mia vita, trad. di Massimo Mila, pp. 505-506.)

Non è chiaro cosa il compositore abbia voluto dire in questo passo, dato che, come si è detto, la decisione di scrivere l'opera era già stata presa in precedenza. In generale, nei suoi ricordi, scritti a molti anni di distanza, Wagner ha spesso la tendenza a crearsi una propria "mitologia" personale e a collegare eventi a date e momenti emblematici e significativi.

Per studiare la storia, la terminologia e le consuetudini del Meistergesang (l'arte dei maestri cantori), Wagner si documentò su testi quali Über den altdeutschen Meistergesang (La poesia degli antichi maestri cantori tedeschi) di Jacob Grimm e la cronaca norimberghese dell'anno 1697 di Johann Christoph Wagenseil, con l'appendice Von der Meistersänger holdseliger Kunst (Della nobile arte dei maestri cantori). Scrisse un nuovo abbozzo in prosa, che però aveva perso in parte i toni farseschi della prima stesura: con alle spalle più di 20 anni di amarezze e vicissitudini personali e artistiche, ora Wagner poneva più l'accento sul tema a lui caro della rinuncia, già celebrato nel Tristano, in questo caso la nobile rinuncia di Hans Sachs alla giovane Eva.

Il libretto fu completato nel gennaio 1862, e anche la prima parte della composizione musicale gli riuscì rapidamente: l'ispirazione per il preludio gli nacque osservando un tramonto sul fiume Reno e su Magonza.

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«Durante un magnifico tramonto, contemplando dal mio balcone la splendida vista della città «d'oro» di Magonza col Reno che le scorreva davanti maestoso in un fiammeggiare di luci, sentii formarsi improvvisamente nell'anima, nitido e preciso, il preludio dei Maestri Cantori, che una volta m'era apparso con oscuri contorni a guisa d'un lontano miraggio. Lo notai tale a quale come ora sta nella partitura, racchiudente in sé, con la maggior precisione, i motivi principali dell'intero dramma. Da questo momento in poi continuai a comporre una scena dopo l'altra, secondo l'ordine in cui si presentavano nel testo.»
(Richard Wagner, La mia vita cit., p. 516.)

Gli anni seguenti furono segnati da ristrettezze economiche e da continue peregrinazioni, fino all'approdo a Monaco, alla corte di re Luigi II; ma, accanto all'amicizia del giovane sovrano, Wagner si trovò a dover fronteggiare, per vari motivi, anche la crescente ostilità della corte, della stampa e dell'opinione pubblica. Molto impegnative furono anche le prove e la prima messa in scena del Tristano nel giugno 1865, perciò il lavoro su I maestri cantori subì un rallentamento. All'inizio del 1866, costretto a lasciare la capitale bavarese e stabilitosi in Svizzera con l'amante Cosima von Bülow, poté riprendere in mano l'opera: l'abbozzo orchestrale del primo atto fu completato il 21 febbraio, il secondo atto fu iniziato il 15 maggio e terminato il 6 settembre, il terzo atto fu intrapreso il 2 ottobre e concluso il 7 febbraio 1867. La partitura fu terminata, nella sua versione definitiva, il 24 ottobre.

[modifica] Analisi dell'opera

La città di Norimberga nel 1493, stampa dalla Schedelsche Weltchronik di Hartmann Schedel.
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La città di Norimberga nel 1493, stampa dalla Schedelsche Weltchronik di Hartmann Schedel.

...

Die Meistersinger von Nürnberg occupa un posto unico nella produzione di Richard Wagner. Si tratta dell'unica commedia fra le sue opere mature, e l'unica opera ambientata in un tempo e uno spazio storicamente ben definiti e non mitici. È inoltre l'unico lavoro wagneriano basato su una storia interamente originale, inventata dallo stesso Wagner e non ripresa da alcuna fonte letteraria. Al suo interno si trovano molte delle forme operistiche contro il cui uso Wagner aveva combattuto con le sue innovazioni e i suoi saggi teorici: versi rimati, arie, cori, un balletto, e persino un quintetto (il celebre quintetto del terzo atto).

(TEMI)

  • La salvaguardia dell'arte attraverso la conciliazione di tradizione e novità. Tutta l'opera tende verso la composizione e la prima esecutione del Canto del concorso nel III atto, e Wagner si presenta tanto nella giovinezza, il talento spontaneo e l'entusiasmo di Walther, di cui mostra comunque l'inesperienza, quanto nella saggezza e la maestria formale di Sachs, che mitiga i suoi ardori e gli rivela il significato e la logica delle regole (del canone) della Tablature
  • La mediocrità e il grottesco (ridicolo?) dei critici nel loro attaccamento limitato alla tradizione e la loro incapacità di creare, che simbolizzano il personaggio di Beckmesser - il cui nome è diventato dopo un insulto o una battuta nei riguardi della critica musicale
  • La dedizione all'arte, che spinge Pogner ha destinare la mano di sua figlia a un maestro cantore.
  • L'humilité de l'artiste face à son art. On peut d'ailleurs se demander si Wagner, de nature orgueilleuse, se reconnaissait plus dans le Sachs qui proclame de bonne grâce la perfection du Chant du concours ou dans le Walther von Stolzing dont le nom évoque le caractère sûr de lui (stolz signifie « fier » en allemand).
  • Le renoncement, illustré par l'attitude de Sachs vis-à-vis d'Eva, et d'ailleurs exprimé plus clairement par la musique (prélude de l'acte III) que par le livret ; son personnage même montre la profondeur de l'influence de Schopenhauer sur Wagner, que l'on associe généralement à Tristan et Isolde.
  • L'opposition entre les bourgeois, soucieux de sortir de leur condition de commerçants et de s'élever grâce à l'art (une référence aux Juifs d'Allemagne ?), et l'artistocrate cherchant à s'allier à cette classe montante mais rétif à se soumettre aux règles du concours.
  • La gloire de l'art allemand, sensible dans l'admonestation de Sachs à Walther après le Chant du concours, qui paraît aujourd'hui choquant (Template:Citation). Hoffmannstahl replacera cette emphase dans le contexte des années 1860 : Template:Citation [1]

(Note)

  • Se si legge l'opera in modo autobiografico, si può anche vedere Pogner e Eva come una rappresentazione di Liszt e Cosima, esprimendosi Wagner alternativamente attraverso Walther e Sachs.
  • Il posto particolare che assumono I Maestri cantori nell'opera di Wagner non impedisce delle similitudini con altre opere:
    • Un concorso di canto è anche al centro dell'azione del Tannhäuser, composto nello stesso periodo a cui risalgono i primi frammenti del libretto dei Maestri cantori.
    • Il parallelismo tra il risveglio della primavera e il risveglio dell'amore, partendo dal quale Walther compone il suo canto, sarà perfezionato più tardi ancora da Wagner nel Canto della primavera ne La Valchiria
    • Così come L'Olandese, Lohengrin, Tristan, Siegmund e Parsifal, anche Walther all'inizio è un personaggio "esterno(estraneo)" che arriva in una comunità le cui regole e principi non sono i suoi.
    • DIVIETO D'AMARE? (fra l'altro altra commedia ma giovanile) X LO SCAMBIO DI PERSONA EVA/MAGD COME ISABELLA/MARIANA

[modifica] Analisi musicale

...

[modifica] Organico orchestrale

La partitura di Wagner prevede l'utilizzo di:

Da suonare sul palco:

  • Corno della guardia di notte, trombe

[modifica] Sinopsi

La vicenda si svolge nella città tedesca di Norimberga, nel XVI secolo.

[modifica] Atto I

La chiesa di S. Caterina di Norimberga. La Messa sta finendo e i fedeli intonano una corale, quando il giovane cavaliere Walther von Stolzing arriva, in cerca dell'amata Eva. Trovatala, le chiede se sia già promessa a qualcuno. Eva è subito attratta da Walther, ma deve informarlo che suo padre, il fabbro e maestro cantore Veit Pogner, ha stabilito di dare sua figlia in moglie al vincitore della gara di canto della gilda dei maestri cantori, prevista per il giorno seguente, festa di S. Giovanni. La nutrice di Eva, Magdalene, convince il suo corteggiatore, David, a istruire Walther nell'arte dei maestri cantori, in modo che possa essere accolto nella loro corporazione nell'assemblea che si svolgerà in chiesa dopo la Messa, e possa quindi avere il diritto di partecipare alla contesa.

Mentre la chiesa viene preparata per l'incontro, Walther si intrattiene a parlare con David, che gli dice di essere l'apprendista di Hans Sachs, calzolaio, maestro cantore molto rispettato. Quindi dà al giovane una rapida e piuttosto confusa lezione sulle regole di composizione e di canto dei Maestri cantori, con una sfilza di melodie diverse per temi, toni, piedi metrici (molti dei quali erano effettivamente esistenti all'epoca). Walther rimane costernato dalla complessità delle regole, ma è tuttavia deciso a concorrere.

Cominciano intanto ad arrivare nella chiesa i Maestri cantori, tra cui Hans Sachs, lo scrivano comunale Beckmesser, ed il padre di Eva, Veit Pogner. Beckmesser, anche lui innamorato di Eva e deciso a ottenere la vittoria nella gara canora, concepisce subito un'istantanea antipatia per Walther. Pogner prende la parola e annuncia che il vincitore della gara avrà l'onore di sposare sua figlia Eva; quando Hans Sachs obietta che la giovane deve avere pure avere il diritto di esprimere il suo parere sulla questione, Pogner replica che ella potrà rifiutare il vincitore, ma che dovrà comunque scegliere un Maestro cantore. Un'altra proposta di Sachs, che sia il popolo e non la corporazione a nominare il vincitore, viene rigettata dagli altri Maestri.

Walther viene introdotto nell'assemblea, e i Maestri lo accoglieranno fra loro se saprà cantare una canzone di sua composizione: Beckmesser, il "marcatore" (chiamato così perché dovrà annotare su una lavagna tutti gli errori eventualmente commessi dal giovane), sarà colui che dovrà giudicare la sua esibizione. Walther si lancia in un gioioso inno alla primavera e all'amore, in forma libera, improvvisato e pieno di licenze, e il suo macato rispetto delle rigide regole fa inorridire i Maestri: il suo canto è costantemente interrotto dallo sfregare del gessetto di Beckmesser, che, malignamente, annota gli errori uno dopo l'altro. Sebbene Sachs insista perché a Walther sia permesso di finire la sua canzone, il resto del gruppo boccia la prova del giovane cavaliere.

[modifica] Atto II

A sera, in una strada di Norimberga, all'angolo fra la casa di Pogner e la bottega di Hans Sachs. David informa Magdalena del fallimento di Walther. Delusa dalla notizia, Magdalena si allontana dimenticandosi di dare a David il cibo che aveva portato per lui. Ciò suscita la derisione e le prese in giro degli altri apprendisti, e David sta per reagire quando Sachs arriva e con un fischio chiama il suo apprendista nella bottega.

Entra Pogner con Eva, i due conversano: Eva esita a chiedergli l'esito dell'esame di Walther, e Pogner dentro di sé comincia ad avere dei dubbi sull'opportunità di offrire sua figlia in sposa come premio per il vincitore della gara. Entrati in casa, Magdalene si avvicina e rivela ad Eva il fallimento di Walther. Rattristata, Eva decide di chiedere consiglio al saggio Sachs.

Al crepuscolo, Hans Sachs si siede di fronte a casa per lavorare ad un nuovo paio di scarpe per Beckmesser, riflettendo nel frattempo sulla canzone di Walther, che l'ha molto colpito. Sopraggiunge Eva, e i due discorrono sulla gara canora dell'indomani. Eva non nasconde il suo scarso trasporto per Beckmesser, che sembra essere l'unico possibile vincitore, e accenna al fatto che non le dispiacerebbe se fosse Sachs, vedovo, a vincere. Sebbene colpito, Sachs protesta che sarebbe un marito troppo vecchio per lei. Dopo vari incitamenti, Sachs riferisce dell'esito deludente della prova di Walther all'assemblea della corporazione. Questo fa inquietare e rattristare Eva, confermando il sospetto di Sachs che ella sia innamorata del giovane, ma egli non dà a vedere di aver capito, anzi, continua a deprecare l'ignoranza del cavaliere, provocando la stizza di Eva, che lo lascia furibonda. La ragazza si imbatte in Magdalene, che la informa che Beckmesser sta arrivando per farle una serenata: Eva, decisa ad andare in cerca di Walther, ordina a Magdalene di mettersi alla finestra della sua stanza da letto fingendo di essere lei.

Proprio mentre Eva sta per andare, compare Walther, che le racconta del suo fiasco. Ferito nel suo orgoglio nobiliare e ormai convinto di non poter ottenere la vittoria nella tenzone imminente, Walther convince Eva a fuggire con lui. Ma Sachs ha ascoltato il loro piano, e mentre i giovani passano là davanti, illumina la strada con la sua lanterna, costringendoli a nascondersi in un angolo buio di fianco alla casa di Pogner. Walther vorrebbe affrontare Sachs, ma deve rinunciare per l'arrivo di Beckmesser.

Mentre Eva e Walther stanno nascosti, Beckmesser comincia la sua serenata. Sachs lo interrompe iniziando a cantare una chiassosa canzone mentre martella la forma delle scarpe. Irritato, Beckmesser gli dice di smetterla, ma il calzolaio replica innocentemente che proprio lui, Beckmesser, gli ha ordinato le scarpe per l'indomani, perciò non può interrompersi. Beckmesser, che ha visto qualcuno affacciarsi alla finestra di Eva (Magdalena travestita), non ha tempo per mettersi a discutere: riluttante, accetta la proposta di Sachs, cioè che egli farà da "marcatore", segnalando ogni errore nella serenata con una martellata sulle scarpe. Beckmesser comincia, ma commette così tanti errori che, colpo dopo colpo, Sachs è in grado di portare a termine il lavoro ben prima del previsto, con grande scorno dello scrivano. Il rumore sveglia l'intero vicinato. David, riconoscendo nella donna alla finestra la sua amata Magdalena e vedendo qualcuno farle una serenata, si getta addosso a Beckmesser. Gli altri apprendisti si buttano nella mischia, e la situazione degenera in una rissa gigantesca che coinvolge tutto il quartiere. Nella confusione, Walther prova a scappare con Eva, ma Sachs spinge Eva in casa sua e trascina Walther nella sua bottega. La quiete viene ristabilita, improvvisamente così come era stata rotta, dall'intervento del guardiano di notte.

[modifica] Atto III

Di buon mattino, Sachs è nella sua bottega e legge un grosso volume in-folio. Perso nei suoi pensieri, dapprima non risponde a David, di ritorno dall'aver consegnato a Beckmesser le sue scarpe. David alla fine riesce ad attirare l'attenzione del suo maestro, e i due discutono sui festeggiamenti di quel giorno: è la festa di San Giovanni, l'onomastico di Hans (diminutivo di Johannes) Sachs. David recita i suoi versi di auguri per Sachs, ed esce.

Rimasto solo, Sachs riflette sulla rissa della scorsa notte e, più in generale, sulla follia che governa il mondo, stravolgendone ogni tanto a capriccio il corso normale (Wahn! Wahn! Überall Wahn!: "Follia! Follia! Follia dappertutto!"). Il suo tentativo di impedire una fuga era sfociato in uno scoppio di violenza. Ciò nonostante, egli è deciso a far sì che quel giorno la follia lavori per i suoi scopi.

Walther, che ha passato la notte in casa di Sachs, entra nella stanza. Racconta a Sachs di aver fatto un sogno meraviglioso e, incoraggiato dal calzolaio, decide di metterlo in musica. Il ciabattino maestro cantore illustra al cavaliere il valore delle regole poetiche e lo esorta a dare forma e schema opportuni al contenuto del sogno: con l'aiuto di Sachs, che scrive il testo mentre il giovane lo canta, Walther riesce così a produrre alcune strofe di una "canzone da maestro". Manca ancora da comporre un'ultima strofa, ma Walther è stanco: i due uomini si allontanano per prepararsi per la festa.

Beckmesser, ancora pesto per la notte precedente, entra nella bottega. Vede il foglio con i versi della canzone, scritti nella calligrafia di Sachs, e conclude che anche il ciabattino aspiri alla mano di Eva e voglia partecipare alla gara. Sachs rientra nella stanza, e Beckmesser gli chede dei versi. Ma Sachs dichiara di non essere interessato a gareggiare per Eva, anzi offre allo stupito Beckmesser di prendere i versi da lui scritti: addirittura, promette di non rivendicare mai la canzone come sua. Beckmesser si allontana in tutta fretta per prepararsi per la gara, entusiasta all'idea di poter usare versi scritti dal famoso Hans Sachs per la sua canzone.

Venuta con la scusa che le sue scarpe nuove hanno bisogno di un ritocco, Eva arriva alla bottega in cerca di Walther. Sachs capisce che le scarpe vanno benissimo, ma finge di mettersi al lavoro su di esse. Mentre lavora, racconta ad Eva di aver sentito una bellissima canzone, cui mancava solamente la fine. In quel momento entra Walther, splendidamente vestito per la gara, e canta l'ultima strofa della sua canzone: Eva piange di gioia al vederlo, e la coppia è colma di gratitudine verso Sachs, che ha insegnato a Walther la sua arte per amore della giovane. Eva chiede a Sachs di perdonarla per aver giocato con i suoi sentimenti, ma il calzolaio si schernisce, lamentando la sua sorte di anziano artigiano, poeta e vedovo. Alla fine, tuttavia, ammette che, nonostante i suoi sentimenti per Eva, vuole evitare la sorte di Re Marke (autocitazione di Wagner di un'altra sua opera, Tristano e Isotta: Re Marke è il marito di Isotta, che lo tradisce con suo nipote Tristano), e perciò dà ai due innamorati la sua benedizione.

Sopraggiungono David e Magdalena. Sachs comunica loro che è stata composta una nuova canzone da maestro, cui, secondo le regole dei Maestri cantori, deve essere dato un nome. Poiché un apprendista non può fare da testimone a un battesimo, Sachs promuove David al rango di "compagno", con il tradizionale schiaffo sulle orecchie. Battezza quindi la canzone l'"aria felice del sogno svelato del mattino" (Selige Morgentraumdeut-Weise). Dopo aver riflettuto sulla loro buona sorte, il quintetto parte per andare alla festa.

La festa di San Giovanni ha luogo nel prato vicino al fiume Pegnitz. Sfilano tutte le corporazioni cittadine, ciascuna con il proprio inno, e per ultimi i Maestri cantori. All'arrivo di Hans Sachs, il più amato fra questi, la folla intona il suo Lied più celebre, Wach' auf! ("Svegliati!"). La gara inizia. Il primo concorrente è Beckmesser, che tenta di usare i versi cedutigli da Sachs. Ma egli non è riuscito ad imparare una canzone non sua e non è in grado di adattare le parole a una melodia appropriata, e finisce per cantare in modo così impacciato da suscitare l'ilarità del pubblico. Prima di andarsene via pieno di rabbia, Beckmesser afferma che l'autore della canzone è Hans Sachs, ma questi nega: per dimostrarlo, chiama Walther ad esibirsi.

La canzone di Walther non rispetta le regole dei Maestri cantori, ma è così bella che tutti ne sono conquistati. Egli viene proclamato vincitore all'unanimità, e ottiene in premio la mano di Eva. I Maestri cantori vogliono nominarlo sul posto membro della corporazione, ma inizialmente egli rifiuta (Will ohne Meister selig sein!, "Voglio essere felice senza essere maestro!"); Sachs interviene, consigliandogli di non offendere i Maestri, che, nonostante i loro difetti, hanno avuto a cuore la sopravvivenza dell'eccelsa arte tedesca anche in quegli anni turbolenti. Walther alla fine accetta, e nell'apoteosi generale la folla canta ancora una volta le lodi di Hans Sachs, l'amato Maestro Cantore di Norimberga.

[modifica] Curiosità

  • La movimentata scena finale del secondo Atto, con la rissa notturna per le strade di Norimberga, è stata ispirata al compositore da un episodio della sua giovinezza, avvenuto nel 1835. Così Wagner in Mein Leben:
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«... Sempre a Norimberga, in compagnia di mio cognato [il cantante Heinrich Wolfram, marito della sorella di Wagner, Klara], buontempone assai apprezzato dai colleghi di teatro, feci alcune esperienze dell'allegra vita notturna nelle osterie e nelle strette viuzze di quell'antica città: esperienze che, nonostante il loro argomento insignificante e quasi triviale, s'impressero fortemente in me e risuscitarono più tardi in forma nuova e bizzarra. Tra l'altro partecipai alle beffe giocate a un povero falegname, che, per la sua debolezza di credersi un grande cantante, era diventato lo zimbello di quella banda di burloni: quella sera lo ferimmo irrimediabilmente nel suo orgoglio di «maestro cantore». Presi pure parte, a tarda notte, a una rumorosa rissa norimberghese, tra due squadre di nottambuli che volevano entrambe essere ospitate, fuori orario, in una bottiglieria. Rissa che, tanto era stata fragorosa, tanto fu rapida nello spegnersi: in un minuto tutto ridivenne tranquillo e silenzioso, ed io potei rincasare tranquillamente, ridendo e scherzando, a braccetto con mio cognato, per le strade illuminate dalla luna.»
(Richard Wagner, La mia vita cit., pp. 79-80.)

TESTO INTEGRALE IN INGL Mio cognato, Wolfram, era molto popolare nell'ambiente teatrale di Norimberga; era spiritoso e socievole, tanto da essersi reso molto gradito in tali circoli. In questa occasioni ebbi singolari e piacevolissime dimostrazioni dello spirito di stravagante letizia che si respirava in quelle serate all'osteria, cui anch'io partecipai. In una di queste frequentata ai nostri amici un mastro falegname, di nome Lauermann, un ometto piccolo e asciutto, non più giovane, di aspetto buffo e dotato soltanto di una rozza inflessione dialettale, mi venne indicato come uno di quei personaggi caratteristici che involontariamente contribuiscono al divertimento dei buontemponi locali. Lauermann, a quanto pareva, si credeva un eccellente cantante, e, come conseguenza di tale presunzione, manifestava interesse solo per coloro in cui egli credeva di rinvenire un talento simile. Nonostante questa sua singolare peculiarità lo avesse fatto divenire il bersaglio di continue canzonature, non mancava mai di presentarsi ogni sera all'osteria per incontrare i suoi spiritosi persecutori. Ma egli era stato schernito e ridicolizzato tanto spesso, che era divenuto difficilissimo convincerlo a dare un saggio delle sue capacità artistiche, se non attraverso un'accortissima serie di blandizie tali da stuzzicare la sua vanità. L'arrivo di estraneo come me fu sfruttato per una manovra di questo tipo.

Quanto scarsamente fosse considerata la capacità di giudizio del povero maestro cantore mi fu rivelato quando, con mio grande stupore, mio cognato mi presentò come il grande cantante italiano Lablache. A onor del vero, devo dire che Lauermann mi soppesò a lungo con occhio incredulo, e espresse qualche dubbio circa il mio aspetto troppo giovanile, e soprattutto sull'evidente carattere tenorile della mia voce. Ma l'abilità principale di questi compagni di taverna, e la loro principale fonte di divertimento, era appunto portare questo povero entusiasta a credere anche l'incredibile, un obiettivo per raggiungere il quale non si risparmiavano tempo né fatiche.

Mio cognato riuscì quindi a far credere al falegname che io, sebbene fossi ricercatissimo e pagatissimo per le mie esibizioni, desideravo, per singolare modestia e dissimulazione, rifuggire dagli ammiratori e dal grande pubblico per ritirarmi nelle semplici taverne, e che, inoltre, essendosi quindi incontrati "Lauermann" e "Lablache", l'unico vero desiderio di tutti poteva essere di sentir cantare Lauermann e non Lablache, visto che il primo non aveva assolutamente nulla da imparare dal secondo, ma solo Lablache da lui. Tanto singolare era il conflitto fra l'incredulità da una parte e la vanità abilmente sollecitata dall'altra, che finalmente il povero falegname iniziò ad essere veramente interessante per me. Iniziai a recitare il ruolo assegnatomi con tutta l'abilità di cui disponevo, e, dopo una paio d'ore, which were relieved by the strangest antics, we at last gained our end. The wondrous mortal, whose flashing eyes had long been fixed on me in the greatest excitement, worked his muscles in the peculiarly fantastic fashion which we are accustomed to associate with a music-making automaton, the mechanism of which has been duly wound up: his lips quivered, his teeth gnashed, his eyes rolled convulsively, until finally there broke forth, in a hoarse oily voice, an uncommonly trivial street-ballad. Its delivery, accompanied by a regular movement of his outstretched thumbs behind the ears, and during which his fat face glowed the brightest red, was unhappily greeted with a wild burst of laughter from all present, which excited the unlucky master to the most furious wrath. With studied cruelty this wrath was greeted by those, who until then had shamelessly flattered him, with the most extravagant mockery, until the poor wretch at last absolutely foamed with rage.

As he was leaving the inn amid a hail of curses from his infamous friends, an impulse of genuine pity prompted me to follow him, that I might beg his forgiveness and seek in some way to pacify him, a task all the more difficult since he was especially bitter against me as the latest of his enemies, and the one who had so deeply deceived his eager hope of hearing the genuine Lablache. Nevertheless, I succeeded in stopping him on the threshold; and now the riotous company silently entered into an extraordinary conspiracy to induce Lauermann to sing again that very evening. How they managed this I can as little remember as I can call to mind the effect of the spirituous liquors I imbibed. In any case, I suspect that drink must eventually have been the means of subduing Lauermann, just as it also rendered my own recollections of the wonderful events of that prolonged evening at the inn extremely vague. After Lauermann had for the second time suffered the same mockery, the whole company felt itself bound to accompany the unhappy man to his home. They carried him thither in a wheelbarrow, which they found outside the house, and in this he arrived, in triumph, at his own door, in one of those marvellous narrow alleys peculiar to the old city. Frau Lauermann, who was aroused from slumber to receive her husband, enabled us, by her torrent of curses, to form some idea of the nature of their marital and domestic relations. Mockery of her husband's vocal talents was with her also a familiar theme; but to this she now added the most dreadful reproaches for the worthless scamps who, by encouraging him in this delusion, kept him from profitably following his trade, and even led him to such scenes as the present one. Thereupon the pride of the suffering mastersinger reasserted itself; for while his wife painfully assisted him to mount the stairs, he harshly denied her right to sit in judgment upon his vocal gifts, and sternly ordered her to be silent.

But even now this wonderful night-adventure was by no means over. The entire swarm moved once more in the direction of the inn. Before the house, however, we found a number of fellows congregated, among them several workmen, against whom, owing to police regulations as to closing hours, the doors were shut. But the regular guests of the house, who were of our party, and who were on terms of old friendship with the host, thought that it was nevertheless permissible and possible to demand entrance. The host was troubled at having to bar his door against friends, whose voices he recognised; yet it was necessary to prevent the new arrivals from forcing a way in with them. Out of this situation a mighty confusion arose, which, what with shouting and clamour and an inexplicable growth in the number of the disputants, soon assumed a truly demoniacal character. It seemed to me as though in a few moments the whole town would break into a tumult, and I thought I should once more have to witness a revolution, the real origin of which no man could comprehend. Then suddenly I heard some one fall, and, as though by magic, the whole mass scattered in every direction. One of the regular guests, who was familiar with an ancient Nuremberg boxing trick, desiring to put an end to the interminable riot and to cut his way home through the crowd, gave one of the noisiest shouters a blow with his fist between the eyes, laying him senseless on the ground, though without seriously injuring him. And this it was that so speedily broke up the whole throng. Within little more than a minute of the most violent uproar of hundreds of human voices, my brother-in-law and I were able to stroll arm-in-arm through the moonlit streets, quietly jesting and laughing, on our way home; and then it was that, to my amazement and relief, he informed me that he was accustomed to this sort of life every evening.

  • Viene spesso affermato che il personaggio di Beckmesser, acido, stizzoso, attento in modo maniacale alle regole, sia stato creato da Wagner come una ridicola caricatura del critico musicale della Neue Freie Presse di Vienna, Eduard Hanslick, oppositore della musica wagneriana. In realtà, l'abbozzo originario dei Maestri Cantori risale al 1845, quando Wagner ancora non conosceva affatto Hanslick, e sembra dunque probabile che l'obiettivo del compositore fossero i critici musicali in generale. Eduard Hanslick non scrisse recensioni di lavori di Wagner prima del 1846, ed esse erano inizialmente positive. Nel corso degli anni, le idee musicali dei due presero strade diverse, ed Hanslick divenne gradualmente sempre più critico nel suo approccio al compositore: probabilmente a causa di ciò Wagner diede al personaggio del "marcatore" il nome Veit Hanslich nel secondo abbozzo in prosa dell'opera (ottobre 1861), con un evidente riferimento al nome del critico. Tuttavia già nel 1862 nel libretto si trova il nome definitivo, Beckmesser. Non esiste prova che Hanslick abbia mai saputo che il suo nome era stato usato in quest'abbozzo precedente.
    È inoltre piuttosto diffusa la leggenda che, durante una pubblica lettura del libretto, alla quale era presente anche Hanslick, quest'ultimo, accortosi che il personaggio di Beckmesser era una caricatura di lui, reagì stizzito allontanandosi dalla stanza. Questo aneddoto è stato originato dal racconto di questa serata fatto da Wagner nella sua autobiografia (Mein Leben), un'opera di cui però in più punti sono messe in dubbio la veridicità e l'accuratezza. Anche le memorie di Hanslick parlano di questo incontro, ed egli non registra nessuna reazione di questo tipo, ed in effetti, in seguito, ebbe occasione di lodare il libretto di Die Meistersinger.
  • Ugualmente priva di fondamento è la diffusa convinzione che lo stesso personaggio di Beckmesser sia la caricatura di un ebreo: in nessuno scritto o lettera Wagner lo lascia intendere.
  • Il primo episodio della serie anime RahXephon si apre con l'ouverture di Die Meistersinger von Nürnberg.

[modifica] Accoglienza dell'opera (?)

[modifica] Registrazioni

[modifica] Bibliografia

  • Martin Gregor-Dellin, Wagner, 1983.
  • Leo Melitz, The Opera Goer's Complete Guide, 1921.
  • Richard Wagner, La mia vita, 1992. ISBN 8870630269

[modifica] Collegamenti esterni

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