Minchia
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Minchia è un termine adoperato frequentemente nella lingua siciliana e nel dialetto calabrese per indicare l'organo sessuale maschile, passato poi ad essere espressione di esclamazione, di disprezzo, di apprezzamento o di stupore.
La parola ha prodotto anche altri termini derivati come minchiata, per indicare sciocchezza o minchione, per indicare una persona sciocca, altrimenti detta - nell'accezione comune del termine - coglione o, peggio, cazzone. Per indicare una persona oltremodo noiosa e stupida, è invalso inoltre l'impiego della formulazione minchia cacata.
L'uso si è diffuso poi anche nelle altre lingue dell'Italia meridionale come quella napoletana (menchia) fino a diventare termine usuale anche nell'italiano.
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[modifica] Etimologia
La derivazione è dal latino mencla, formula volgare di mentula che è diminutivo di menta che indicava appunto l'organo sessuale maschile. La radice indoeuropea è mat- che probabilmente indicava lo scuotimento e da cui sono derivate parole che indicano arnesi per agitare il burro durante la preparazione (ad esempio nel sanscrito con manthara). Altri fanno derivare la radice da mingere che significa orinare.
[modifica] Utilizzo nella musica
Nel 1969 Frank Zappa ha pubblicato una canzone dal titolo Tengo 'na Minchia Tanta, con testo in italiano (con inflessioni tra il siciliano ed il napoletano), all'interno dell'album Uncle Meat, nonché parte dell'omonimo film del 1987.
Il termine è stato adoperato nella canzone Signor Tenente di Giorgio Faletti presentata al Festival di Sanremo del 1994 per sottolineare la difficile vita di alcuni reparti dei corpi di polizia. L'intercalare del ritornello Minchia signor tenente era utilizzata come espressione "forte" molto comune all'interno di questi corpi armati per la grande presenza di rappresentanti originari dell'Italia del sud.
[modifica] Utilizzo nella letteratura
In letteratura il termine viene spesso utilizzato soprattutto nell'ambito della comicità, più che altro per la caratterizzazione del linguaggio di personaggi di origine meridionale. Ad esempio, ne "I Malavoglia" di Giovanni Verga, padron 'Ntoni viene giudicato "minchione" dalla comunità perché incapace di fare i suoi affari.
Più recentemente Luciana Littizzetto ha pubblicato un libro dal titolo Minchia Sabbry! (editore Zelig) che prende spunto da uno dei personaggi che interpreta durante i suoi spettacoli di cabaret.
Un derivato da questo termine, minchiate, è la denominazione di un gioco di carte, una sorta di gioco dei tarocchi, descritto con molti dettagli da Lorenzo Lippi nel suo Malmantile racquistato (Firenze 1664).
[modifica] Altri significati
Nella lingua napoletana indica anche un particolare tipo di pesce di mare detto volgarmente anche Cazzo di re.
Nei paesi siciliani adiacenti al mare con il termine minchia di mare si indica volgarmente l'oloturia.
[modifica] Bibliografia
- Perlone Zipoli (=Lorenzo Lippi), Il Malmantile racquistato, Firenze 1664 (Rist. anastatica Empoli 2005, ISBN 88-901887-0-7)