Gesù storico
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Gli studiosi che ritengono storica la figura di Gesù cercano di ricostruire la sua figura attraverso il metodo storico. Il Gesù storico può essere diverso o simile al Gesù Cristo descritto interpretando il Nuovo Testamento da un punto di vista teologico cristiano. Alcuni storici negano la storicità di Gesù e lo ritengono una figura mitica (vedi Mito di Gesù)[1].
Indice |
[modifica] Il contesto storico
Siamo nel 63 a.C. il regno giudaico del secolo prima che sostanzialmente aveva unificato gli ebrei era in dissoluzione. La crisi politica si accompagnò ad una lotta tra fazioni spirituali che Giuseppe Flavio chiama "filosofie". Le due preminenti quella farisaica - ellenisticamente preoccupati di completare e precisare la Torah, convinti di una vita futura con distinzione tra buoni e malvagi - e quella sadducea che pretendeva il rispetto della sola Torah scritta e (quasi epicurei dell'ebraismo) negavano vita futura e resurrezione dei corpi rappresentavano a loro modo un comune concetto: messianismo e apocalittica. La sua attesa soteriologica si rivolgeva ad un messianismo che da profetico diventava trepida attesa del Figlio dell'Uomo, del Messia che sarebbe apparso al compiersi dei tempi.
L'ellenismo e gli sconvolgimenti politici avevano contribuito alla nascita delle filosofie, all'introduzione di motivi pitagorici e avevano apportato influssi iranici (resurrezione dei corpi e astrologia) alla vita spirituale della nazione ebraica.
La conquista pompeiana della Siria nel 63 a.C. determinerà nuovi equilibri e problemi per l'area mediorientale.
Infatti Pompeo, prima di rientrare a Roma, volle intervenire direttamente nell'assetto politico di tutti i possedimenti dell’Asia per garantirsi quelle relazioni (clientele) indispensabili per l'esercizio della sua influenza.
In Palestina (annessa all’Impero in qualità di protettorato) stante il conflitto tra i due fratelli Aristobulo e Ircano II (appartenenti alla stirpe degli Asmonei che faceva risalire le sua ascendenza alla stirpe di David). Pompeo, eletto arbitro della contesa, decise in favore del sommo sacerdote Ircano II scontentando i sostenitori di Aristobulo II i quali organizzarono una rivolta armata. La successiva repressione romana delle rivolta porta all'occupazione di Gerusalemme e alla profanazione del Tempio da parte dei legionari (cosa che attira l'odio degli ebrei). Sin dai tempi di Erode il Grande l’ingresso nell’atrio interno del Tempio era stato interdetto, sotto pena di morte, ai non circoncisi. Un’iscrizione greca del Tempio erodiano, ritrovata nel 1871, recita: “Nessuno straniero metta piede entro la balaustrata che sta attorno al Tempio e nel recinto. Colui che vi fosse sorpreso, sarà la causa per sé stesso della morte che ne seguirà”. Si tratta di un caso in cui ai soldati giudei era lecito mettere a morte un uomo. Vedi Edizione a cura di CLERMONT – GANNEAU in «Revue Archéologique» XXIII (1872), pp. 214-234. Cfr. E. GABBA, Iscrizioni greche e latine per lo studio della Bibbia, Casale, 1958, pp. 83-86.
Sedata la rivolta e riconfermato Ircano II al trono di Gerusalemme (sotto tutela del ministro idumeo Antipatro, uomo di fiducia di Pompeo), Pompeo partì per Roma lasciando di presidio una legione a Gerusalemme.
All'epoca il territorio giudaico comprendeva approssimativamente Perea, Giudea da una parte e Galilea dall'altra. La Samaria (perenne dissidente della comunità culturale di Gerusalemme), in mezzo, ne era esclusa e separava il regno in due.
Giulio Cesare, vinta la guerra civile riconfermò (47 a.C.) l'assetto dato da Pompeo alla Palestina: Ircano II al trono di Gerusalemme con la tutela di Antipatro.
Nella successiva guerra in oriente Cesare venne soccorso da Erode (44 a.C.), figlio di Antipatro, che si schierò con lui nella repressione contro i rivoltosi di Ezechia (figlio di Aristobulo) al fine di ipotecare la successione agli Asmonei sul trono di Gerusalemme. La cosa suscitò grande scandalo tanto che sacerdoti chiesero inutilmente al sommo sacerdote Ircano II la condanna di Erode.
Il movimento jahvista idealizzò in chiave antiromana il martirio di Ezechia e identificò in Erode "l'uomo di menzogna" e in Ircano II "il sacerdote empio" (vedi Esseni) finendo per accentuare un dualismo tra "mondo della luce" e "mondo delle tenebre". Nel 40 a.C. Antigono, figlio di Aristobulo, con l'aiuto dei Parti spodestò Ircano II infliggendogli una mutilazione che gli precludeva il sacerdozio. Erode, fuggito a Roma si fece nominare re di Giudea e nel 37 a.C. conquistò il trono uccidendo Aristobulo.
Per i romani Erode diviene l'uomo chiave della regione, il pacator orbis e in ricompensa e per riconoscimento al suo ruolo, al suo regno aggiungono: Samaria, territori del nord-est (Gaulanitis, Trachonitis, Batanaia), delle città costiere, Gadara e Hippos.
Al rientro di Ircano II dalla prigionia, Erode fece uccidere lui e tutti i suoi discendenti che avrebbero potuto contestargli il regno, compresa sua moglie e i due figli che aveva avuto da lei (probabilmente la strage degli innocenti riportata dai vangeli, della quale non si hanno prove, intende ricordare questo episodio).
Eliminata la discendenza di Ircano II la "legittima" rivendicazione del trono è ora esclusività della discendenza di Aristobulo. L'opposizione ad Erode e alle influenze ellenistiche (ad es. a Gerusalemme intervenne non solo promuovendo un radicale abbellimento del Tempio, ma anche con la fondazione di un Tempio ad Augusto) che esso rappresenta, si saldano con coloro che predicano la Nuova Allenza, che inaugurano rituali basati sul battesimo e sui pasti in comune, e che non amano la nuova Gerusalemme ("citta di vanità") costruita da "l'uomo di menzogna".
La morte di Erode nel 4 a.C. indebolisce notevolmente il controllo romano dell'area a causa di una complicata successione al trono tra i suoi tre figli: Archelao (etnarca e re di Giudea, Samaria e Idumea) deposto nel 6 d.C. per l'incompetenza dimostrata, Erode Antipa (tetrarca e re di Perea e Galilea fino al 39 d.C.), Filippo (tetrarca e re, fino alla morte nel 34 d.C., dei territori del nord-est: (Gaulanitis, Trachonitis, Batanaia).
Giuda detto Galileo (appellativo dato ai romani ai ribelli) perché in Galilea si trovavano le basi più forti dell'insurrezione. A ciò va aggiunta l'implicazione nazionalistica e religiosa relativa al fatto che la famiglia degli erodiani era araba e non ebrea).
Giuda figlio di Ezechia quale Asmoneo pretendente al trono di Gerusalemme, approfitta della situazione e con un esercito formato da esseno-zeloti, attacca i romani di stanza a Gerusalemme e genera una reazione immediata che termina solo dopo ben tre interventi da parte di Quintilio Varo, proconsole in Siria. La repressione da parte dei romani è feroce la crocifissione di duemila rivoltosi genera l'odio verso i Romani da parte degli ebrei.
Sedata, solo temporanemamente la sommossa, nel 7 d.C., i romani decisero di riorganizzare amministrativamente (che passa da regno tributario al rango di provincia imperiale) e fiscalmente la Giudea organizzando allo scopo un censimento per quella che per l'epoca era una delle imposte più importanti: il testatico. A supervisionare il censimento suddetto fu lo stesso governatore della Siria Publio Sulpicio Quirinio diretto superiore del praefectus romanus e degli stessi tetrarchi erodiani. Questa iniziativa fu la scintilla che accese la celebre rivolta del censimento in cui trovò la morte lo stesso Giuda il Galileo.
[modifica] Nome personale
Per approfondire, vedi la voce Gesù (nome). |
La maggior parte delle fonti Occidentali, derivate dal latino, concorda nel sostenere che il nome di quest'uomo fosse Jesus.
Dato che questo era un nome estremamente comune nel mondo Ebraico del primo secolo, è abbastanza credibile. Il solo Josephus cita una ventina di uomini chiamati "Jesus" nei suoi scritti, quattro dei quali erano gran sacerdoti, e non meno di dieci vivevano nel primo secolo.
Nell'alfabeto greco, come si trova nel Nuovo Testamento, il nome è ᾿Ιησοῦς. Adoperando la pronuncia ricostruita scolastica del greco classico, si pronuncerebbe (IPA): /iˈeˈsuːs/, comunque il Nuovo Testamento è stato scritto nella Koiné Ellenistica, che si pronunciava probabilmente in modo diverso. In particolare, si potrebbe avere l'aggiunta di una palatale approssimante ed una diversa pronuncia della lettera eta, così: /jɛːˈsuːs/ o /jiːˈsuːs/.
[modifica] Famiglia
[modifica] Padre
Entrambi i racconti dell'infanzia, nel Vangelo di Matteo e nel Vangelo di Luca, sono concordi nell'affermare che il suo padre putativo fosse "Giuseppe" e che sua madre fosse "Maria", fatto che è attestato anche da altri riferimenti nella tradizione evangelica[2]
Le principali fonti cristiane che riguardano Giuseppe provengono dai Vangeli di Matteo e Luca. Giuseppe fu promesso a Maria al tempo che lei concepì; perciò allora dovevano già essere legalmente marito e moglie, sebbene non gli fosse ancora permesso di vivere insieme. È stato anche suggerito che Gesù fosse figlio di un generale Romano chiamato Pantera [3]
Nei vangeli cristiani di Matteo e Luca, si parla di Giuseppe come il padre a cui Gesù sarebbe stato affidato. Giuseppe non figura in alcuno dei quattro Vangeli canonici, ad eccezione che in questi racconti dell'infanzia; inoltre, egli non è menzionato nel Libro degli Atti, a differenza di altri parenti di Gesù; di solito si ritiene che tutto ciò stia a significare che Giuseppe sia morto prima del ministero di Cristo. Siccome ciascuno dei Vangeli cristiani si focalizza primariamente sull'ultima parte della vita di "Gesù" (con particolare enfasi sui tre anni di ministero che precedettero la Crocefissione), si pensa sia probabile che i racconti dell'infanzia non abbiano valenza storica.
Matteo cerca di convincere gli Ebrei che Gesù fosse davvero il figlio reale di Davide. La locuzione "figlio di Davide" è usata sette volte in Matteo (1:1, 9:27, 12:23, 15:22, 20:30, 21:9, 22:42). Solo in Matteo Gesù parla del "Trono della sua gloria" (19:28, 25:31). E solo in Matteo si parla di Gerusalemme come la "città santa" (4:5). Quindi, Matteo impiega una gran quantità di tempo per cercare di convincere il popolo Ebraico che Gesù era di fatto il "Re dei Giudei" (27:29, 27:37). È quindi importante notare che Gesù è considerato nelle genealogie bibliche come il discendente di Re Davide, e ciò sarebbe possibile solo se Giuseppe fosse il suo padre carnale. Comunque, c'è qualche discrepanza tra la genealogia di Gesù fornita da Matteo e quella di Luca. Alcuni autori (Robert Graves in King Jesus), per tornare ad affermare la discendenza Reale, hanno suggerito che Pantera (o Antipatro secondo la traduzione di Carlos Peralta di King Jesus) potrebbe essere stato membro della dinastia Erodiana.
Alcuni Vangeli non-canonici, adozionisti, affermano che Giuseppe fu il padre di Gesù e che Gesù fu un uomo mortale fino al momento in cui lo spirito di Dio entrò in lui mentre veniva battezzato da San Giovanni Battista. Comunque, il punto di vista degli adozionisti venne rifiutato dalla chiesa durante il Primo Concilio di Nicea.
[modifica] Madre
La maggior parte delle informazioni su Maria, la madre di Gesù, deriva dalla menzione che fanno di lei i quattro vangeli canonici, ed il Libro degli Atti; il Vangelo di Giovanni non riporta il suo nome, ma si riferisce a lei come "la madre di Gesù" o "sua madre".
A parte le citazioni fornite nei Vangeli e in poche altri fonti cristiane primeve, non esistono altre fonti non cristiane antiche (quindi non esiste alcuna informazione indipendente o in qualche modo verificabile) su qualsiasi aspetto della vita di Maria. Una citazione sull'infanzia di Maria si trova nel vangelo apocrifo di Giacomo della prima metà del II secolo. Le chiese cattolica ed ortodossa hanno diverse importanti tradizioni costruite attorno alla figura di Maria.
In Marco 6:3 (e in analoghi passi in Matteo e Luca) si afferma che Gesù fu il figlio di "Maria ed il fratello di Giacomo, Giuseppe, Giuda e Simeone", ed inoltre che Gesù aveva sorelle. Lo storico Ebreo Giuseppe Flavio e lo storico cristiano Eusebio (che scriveva nel IV secolo ma citava fonti molto più antiche, ora perdute) parla di Giacomo il Giusto come del fratello di Gesù (vedi Desposyni).
Maria (Miryam), madre di Gesù, è anche direttamente menzionata nel Corano, in numerosi versetti, che però risale al V secolo.
[modifica] Fratelli
Per approfondire, vedi la voce Fratelli di Gesù. |
L'espressione fratelli di Gesù è presente in alcuni brani del Nuovo Testamento (Mt 12,46-50;13,55-56, Mc 3,31-34, Lc 8,19-21, Gv 2,12;7,3-10, At 1,14, 1Co 9,5, Gal 1,19). La questione se Gesù avesse dei fratelli (o sorelle), figli di Maria e Giuseppe, se avesse dei fratelli figli del solo Giuseppe, o se invece se "fratelli" si riferisca a dei parenti in senso generico, è controversa ed è motivo di discussione tra studiosi della Bibbia e teologi.
Il più noto fratello di Gesù è identificato dai documenti in greco antico come ᾿Ιάκωβος, Giacomo o Giacobbe (Antichità 20.9.1, Galati 1:19), che era anch'esso un nome piuttosto comune, dato che ricorda l'omonimo Patriarca. Secondo Marco 6:3, gli altri fratelli di Gesù si chiamavano Joses (=Giuseppe), Judas (=Giuda), e Simon (=Simeone o Simone); questi sono anche i nomi di tre delle dodici tribù o figli di Israele. In ebraico i nomi dei fratelli sono Yaakob, Yosef, Yehudah, e Shimeon.
[modifica] Sposa
Per approfondire, vedi la voce Sposa di Gesù. |
Alcuni storici moderni hanno ipotizzato che Gesù fosse regolarmente sposato come era costume all'epoca tra gli ebrei, i testi cristiani antichi non fanno mai menzione di una sposa di Gesù e gran parte delle chiese cristiane ritiene che egli non si sia mai sposato e che sia rimasto celibe per tutta la vita. Gli autori de il Santo Graal ritengono che egli fosse sposato con Maria Maddalena.
[modifica] Nascita
[modifica] Data di nascita
Per approfondire, vedi le voci Nascita di Gesù e Data di nascita di Gesù. |
Gerd Theissen e Annette Merz scrivono che non esiste alcuna indicazione certa sull'anno preciso della sua nascita. Certamente Matteo e Luca sono d'accordo nell'attestare che Gesù è nato quando Erode il Grande era vivo (Mt. 2.1 ff.; Lc 1.5), ovvero, stando a Giuseppe Flavio(Antichità. 17, 167, 213; BJ 2, 10), prima della primavera del 4 AC. Ciò è probabile, ma ci sono alcune controversie al riguardo, dal momento che sono "leciti" dei dubbi sulla credibilità dell'informazione cronologica in entrambe le narrazioni dell'infanzia di Matteo e Luca (The Historical Jesus: A Comprehensive Guide, Fortress Press: Minneapolis, 1998: page 153).
Luca 2, 1 mette in relazione la nascita di Gesù al censimento di Quirinio, che stando a Giuseppe Flavio ebbe luogo nel 6 a.C. (Guerre giudaiche II, 117 ss., VII, 253; Antichità giudaiche XVII, 355, XVIII, 1 ss.). Emil Schürer considera questo fatto come un errore cronologico in Luca. William Mitchell Ramsay chiama in causa una serie di censimenti in Luca e negli Atti per spiegare la discrepanza [1][2].
Alcuni hanno provato a determinare più precisamente la data di nascita di Gesù correlando la stella dei Magi (Mt 2, 2) con fenomeni astronomici; comunque, Matteo 2 descrive una stella viaggiante miracolosa, che non è compresa in alcuna categoria astronomica, e queste teorie non hanno riscosso un grande successo.
[modifica] Luogo di nascita
Per approfondire, vedi la voce Luogo di nascita di Gesù. |
Riguardo al luogo di nascita i vangeli sinottici riportano che Gesù nacque a Betlemme, il vangelo di Giovanni invece non fa menzione del luogo di nascita di Gesù ma in 7:41-42 cita l’incredulità degli ebrei riguardo la pretesa di Gesù di essere il Messia in quanto egli proveniva dalla Galilea e non dalla città di Davide (Betlemme). Inoltre, sempre in Giovanni 7:52, un gruppo di Farisei obietta che nessun profeta può provenire dalla Galilea. Come è evidenziato anche Talmud, i maggiorenti di Gerusalemme e di tutta la Palestina ritenevano ignoranti, rozzi e persino barbari gli uomini delle regioni rurali ed arretrate della Galilea.
[modifica] Città di origine
Per approfondire, vedi le voci Città di origine di Gesù e Nazaret. |
I Vangeli riportano più volte che Gesù era originario di Nazaret, ma questa tesi è dubbia, è possibile che Nazaret non esistesse all'epoca, o che la Nazaret attuale non si identifichi con la città di origine di Gesù.
[modifica] La Sinagoga di Nazaret
Il vangelo di Luca porta testimonianza di Gesù "come era suo costume" che entra nella sinagoga di Nazareth. In tale occasione Gesù "..si alzò per leggere". Alcuni discutono del fatto che gli scavi archeologici non hanno trovato edifici pubblici, dunque non poteva esserci una sinagoga. Tuttavia, solo una porzione molto piccola dell'antica Nazareth è stata oggetto degli scavi. La moderna Nazareth risiede sull'antico sito. Mentre all'interno dei circuiti archeologici è convenzionalmente sostenuta l'idea che Nazareth, al tempo di Gesù, fosse una piccola comunità, non esiste nessuna evidenza conclusiva di una o dell'altra ipotesi.
Nella tradizione ebraica, le scritture sono preziose e trattate con estrema cura. L'affermazione che a Gesù sia stata porta la pergamena di Isaia, suggerisce almeno che i Nazareni abbiano posseduto tale pergamena, e possibilmente anche altri, e che abbiano avuto un posto ove conservare e curare le pergamene. La sinagoga sarebbe stato il posto ideale a questo scopo.
Alcuni archeologici hanno trovato sinagoghe risalenti al periodo di Gesù a Gamala, Gerusalemme, Herodium e Masada. Il Nuovo Testamento menziona le sinagoghe di Capernaum e Nazareth, anche se gli archeologi non sono stati in grado di confermarlo. Non è stato neanche possibile confermare l'esistenza delle sinagoghe di Tiberias, Dora e della ricca città di Caesarea Maritima menzionate da Josephus. La questione relativa a quest'ultima è particolarmente curiosa. Al contrario di Nazareth infatti, il sito su cui risiedeva Caesarea è attualmente quasi del tutto disabitata, di modo che gli archeologi hanno potuto effettuare liberamente gli scavi in modo sia estensivo che intensivo. La questione è molto più complessa di quanto appaia prima facie ed è una grande sfida per gli studiosi. (Vedi il Macmillan Bible Atlas, ISBN 0025006053)
[modifica] Lingua
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[modifica] Livello culturale
- - ==Stato socioeconomico== - - - == Vita pubblica== -
[modifica] Dottrina
[modifica] Parabole
Per approfondire, vedi la voce Parabole di Gesù. |
Gesù usò diversi metodi nel suo insegnamento, fece uso intenso delle illustrazioni (si consideri ad esempio Matteo 13,34-35) e di paradossi, metafore e parabole, lasciando incerto quanto letteralmente volesse essere preso e cosa intendeva di preciso.
La natura dettagliata degli insegnamenti spirituali di Gesù non può essere concordata pienamente perché i resoconti dei vangeli sono frammentari e la loro obiettività è sospetta. Solitamente gli storici considerano come attribuibili a Gesù le parabole presenti contemporaneamente nei vangeli sinottici e nel vangelo di Giovanni, oppure in altre coppie di testi antichi tra loro indipendenti.
[modifica] Apocalittico?
Gesù sembra abbia predicato la fine imminente del'attuale era storica: in questo senso fu un predicatore apocalittico.
[modifica] Crocifissione
Per approfondire, vedi la voce Crocifissione di Gesù. |
[modifica] Voci correlate
[modifica] Riferimenti e note
- ↑ Bruno Bauer, Michael Martin, John Mackinnon Robertson, G.A. Wells. The Jesus Legend, Chicago: Open Court, 1996, p xii.
- ↑ Per Giuseppe, si consulti Luca 3,23;4,22; Giovanni 1,45;6,42; Ignazio ai Trallesi §9; per Maria, si veda Marco 6:3; Atti 1:14; Ignazio agli Efesini §7, §18; ai Trallesi §9
- ↑ Who Was the Real Jesus? di David Pratt
[modifica] Bibliografia
- Pieter F. Craffert, e Pieter J. J. Botha, "Why Jesus Could Walk On The Sea But He Could Not Read And Write", Neotestamenica. 39.1, 2005.
- John Dominic Crossan, Jesus: A Revolutionary Biography, Harpercollins: 1994. ISBN 006061661X.
- Michael Grant, Jesus: A Historian's Review of the Gospels, Scribner's, 1977. ISBN 0684148897.
- William V. Harris, Ancient Literacy, Harvard University Press: 1989. ISBN 0674033809.
- John P. Meier, A Marginal Jew, Doubleday, 1991-, vol. 1. ISBN 0385264259.
- Gerd Theissen e Annette Merz, The Historical Jesus: A Comprehensive Guide, Fortress Press: Minneapolis, 1998. ISBN 0800631226.
- Ben Witherington III, The Jesus Quest, InterVarsity Press: 1997. ISBN 0830815449.
- N.T. Wright, Christian Origins and the Question of God, una serie prevista di 6 volumi dei quali 3 sono stati pubblicati con i titoli: The New Testament and the People of God (Vol.1); Jesus and the Victory of God (Vol.2); The Resurrection of the Son of God (Vol.3). Fortess Press.
- N.T. Wright The Challenge of Jesus: Rediscovering who Jesus was and is. IVP 1996
- Lucretia Yaghjian, "Ancient Reading", in Richard Rohrbaugh, ed., The Social Sciences in New Testament Interpretation. Hendrickson Publishers: 2004. ISBN 1565634101.
- Vittorio Russo, Introduzione al Gesú storico, Antonio Carello Editore Catanzaro, 1977.
- Vittorio Russo, Il Gesú storico, Fiorentino Editrice, 1978.
[modifica] Collegamenti esterni
- (EN) Historical Jesus Christ- A Logical reconstruction (sostiene che Gesù era un capo della guerriglia)
- (EN) Molti scritti, articoli e lezioni si possono trovare sulla N.T. Wright´s Unnoficial Webpage. Wright è uno dei principali studiosi del Gesù storico e della prima cristianità.
- (EN) Life of the Historical Jesus Storia riassunta della vita di Gesù as Albert Schweitzer understood his ministry
- (EN) Jesus: A Historical Reconstruction
- (EN) Presuppositions and Pretensions of the Jesus Seminar, by William Lane Craig (part 1)
- (EN) The Evidence For Jesus, di William Lane Craig (parte 2)
- (EN) So what colour was Jesus? - Articolo sul BBC News Online Magazine.