Cuorgnè
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Cuorgnè | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Piemonte | ||
Provincia: | Torino | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 19 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 528 ab./km² | ||
Frazioni: | Campore, Ronchi San Bernardo, Ronchi Maddalena, Salto | ||
Comuni contigui: | Castellamonte, Pont-Canavese, Borgiallo, Chiesanuova, Alpette, San Colombano Belmonte, Canischio, Valperga, Prascorsano | ||
CAP: | 10082 | ||
Pref. tel: | 0124 | ||
Codice ISTAT: | 001098 | ||
Codice catasto: | |||
Nome abitanti: | cuorgnatesi | ||
Santo patrono: | San Dalmazzo | ||
Sito istituzionale |
Cuorgnè è un comune di 10.037 abitanti della provincia di Torino (alt. 414 m s.l.m.), a 41 km dal capoluogo, in posizione amena allo sbocco della valle dell'Orco, sulla riva destra di questo torrente, nel vasto anfiteatro morenico formatosi dai ghiacciai della valle dell'Orco e Soana. E' stata insignita del titolo di città nel 1932.
Indice |
[modifica] Storia
L'origine di Cuorgnè è antica. Nei suoi pressi esisteva Canava [dal celtico Knappe o Canaba (forse la tribù dei Salassi), latino: Cohors Canava, da cui Canavese], nome della regione, scomparsa dalla storia verso il 1030 in seguito ad una piena del torrente Orco. Le subentrano Cuorgnè, Castellamonte e Valperga, forse frazioni della grande Canava.
L'origine del nome Cuorgnè non è chiaro. Si è ipotizzato derivi dal latino Cornu Nictatio, Corniatu (luogo dove si suonava il corno d'allarme), dall'antico proprietario romano Coroniacus, oppure da Cornai (luogo ricco di corniolo).
Durante la dominazione romana la regione di Cuorgnè apparteneva al Municipium di Augusta Taurinorum. Nel medioevo i primi signori si dicono discendenti del re Arduino d'Ivrea. Nell'alto Medioevo Cuorgnè appartiene ai conti di Valperga. La grande epidemia del 1345 uccide circa la metà della popolazione. Sono documentate lotte fra famiglie nobiliari locali per il dominio sul territorio e continue scorrerie di eserciti mercenari. Questi determinano la grande rivolta popolare denominata del Tuchinaggio (1386-1391) in cui è pure coinvolta Cuorgnè, trasformata poi in guerra civile a cui pone termine Amedeo di Savoia, il Conte Rosso, che la assedia e conquista, imponendo la rappacificazione. Da quell'epoca il centro segue le vicende sabaude. Cuorgnè diventa un importante centro commerciale, punto di incontro tra pianura e montagna.
Nella regione passano e lasciano il segno truppe francesi, spagnole, austriache, mercenarie, come pure compagnie di briganti. A fare stragi non ci sono solo le guerre, ma pure epidemie varie. La peste del 1630 fa in Cuorgnè più di 600 vittime.
Negli anni della rivoluzione francese Cuorgnè si allinea alle sue speranze, ma senza entusiasmarsene troppo. Vi si pianta l'albero della libertà, ma la città deve fornire due compagnie all'esercito napoleonico, afflitto, per altro, dalla diserzione che ingrossa le file dell'esercito popolare e che dà vita alla "Rivolta degli zoccoli".
Restaurata la monarchia sabauda, Vittorio Emanuele I fornisce a Cuorgnè un distaccamento di Carabinieri reali (da lui fondata del 1814), testimonianza questa dell'importanza data alla città. Nel 1878 si costruisce a Cuorgnè la caserma degli Alpini, presenti in città fino all'ultimo dopoguerra.
Cuorgnè partecipa al Risorgimento e al movimento garibaldino (si evidenziano qui i fratelli Pinelli e il magistrato Giuseppe Ghiglieri). Nell'800 si sviluppa anche a Cuorgnè il movimento delle cooperative con la Società di Mutuo Soccorso (1853), che dà origine a magazzini, negozi, forni, cantine, scuole e biblioteca, contribuendo alla diffusione della cultura popolare.
La prima guerra mondiale comporta per Cuorgnè 87 caduti. Il Fascismo non desta nella città grande entusiasmo. Nell'ottobre 1922, due giorni dopo la marcia su Roma un artigiano, Giorgio Rebuffo, viene ucciso sulla porta della locale Società di Mutuo Soccorso. Nel 1940 molti giovani cuorgnatesi sono arruolati quali meccanici sulle navi da guerra e molti di essi non torneranno più a casa.
La partecipazione alla guerra di Liberazione è massiccia e molti sono i caduti, vittime delle rappresaglie, sino alla fucilazione di cinque cittadini il 1 maggio 1945. Il gonfalone cittadino è decorato di medaglia d'argento al Valor Militare.
Il ritorno alla normalità è rapido. La manifattura tessile torna alla piena attività e raggiunge un alto livello occupazionale. Negli ultimi anni, però, la crisi tessile porta alla riqualificazione della mano d'opera.
[modifica] Caratteristiche
A Cuorgnè vi sono scuole superiori (per ragionieri, geometri, per il commercio), un istituto musicale, una scuola di danza classica ed una di recitazione
La popolazione locale, più che verso l'agricoltura, resa difficile dalla natura del terreno, si orienta verso il commercio e l'industria creando di Cuorgnè il maggior centro industriale dell'Alto Canavese, con i suoi cotonifici e le sue officine metallurgiche (stabilite originalmente dalle famiglie lombarde dei Signorelli dal 1689 e Podio), che sfruttano l'energia idrica del torrente Orco, nelle aree di Compore e Pedaggio. La grande manifattura tessile nasce a Cuorgnè nel 1872. In tempi più recenti, nascono officine meccaniche dipendenti dall'industria automobilistica di Torino. Nei primi anni del 900 la città diventa la capitale delle bronzine con la presenza dello stabilimento Botto e per l'invenzione, presso la Trione, di una lega antiusura.
Tradizionale a Cuorgnè, come per tutto il canavese, è l'artigianato del rame. Gli artisti del rame (calderai), detti in piemontese i magnin. Originalmente erano montanari che, spinti da ristrettezze economiche, scendevano dai monti per riparare e fabbricare on colpi pazienti paioli di rame (le ramine) ed altri utensili per la cucina. Quest'arte è diffusa anche nei comuni di Valperga, Alpette e Pont). Danno origine alla prima industrializzazione.
Il benessere dovuto alle attività industriali fa sì che si edifichino case più belle abbattendo tratti delle mura di cinta, si rinforzano i ponti, si migliorano le strade, altre sono tracciate. Il centro storico di Cuorgnè presenta ancora oggi, però, un tipico aspetto medievale, intorno alle vie Rivassola ed Arduino. Al n. 27 si trova un palazzotto nobiliare forse del '300, detto "Casa del re Arduino" ma di molto posteriore a detto re. Presenta arcate di tipo gotico abbellite con decorazioni floreali (prese anche a modello dal D’Andrade per il borgo medioevale di Torino del Valentino) con porte e finestre decorate da fregi in cotto. La Chiesa Parrocchiale di San Dalmazzo, originaria del XII secolo, si presenta oggi nella sua struttura ottocentesca, ma conserva in un’apposita cappella l’antica immagine ritenuta miracolosa di N. S. di Rivassola, e numerosi altri lavori artistici pregiati.
Nel centro sono notevoli: la torre dell'Orologio, la torre quadrata (forse di antica origine romana) e la torre Carlevatto, rotonda (entrambe del '300 e di circa pari altezza), la chiesa parrocchiale di S. Dalmazzo, del 1805-10, con un dipinto bizantino (nostra Signora di Rivassola), quella della SS. Trinità (oggi centro multimediale), con un ancona del Perucca (1691) e quella di S. Giovanni, con dipinti del Bassetti da Orta.
Cuorgnè ha una propria stazione ferroviaria sulla linea Torino-Rivarolo, prolungata nel 1906 fino a Pont Canavese. La filovia Cuorgnè-Ivrea (anche dello stesso anno) rimarrà attiva per circa 40 anni.
Osservando la pianta del borgo si possono riconoscere facilmente nel tessuto urbano verso oriente i bastioni di difesa, d'epoca medievale, che circondano tutto il centro storico, e mostrano a tratti larghe muraglie. Lungo la bastionata corre ancora la strada periferica interna alle Mura, la cosiddetta Cursera, dalla quale di diramano i camminamenti pedonali.
Il Museo Archeologico contiene importanti reperti, dalla preistoria all’epoca romana, ritrovati in scavi nell'Alto Canavese e di un quadro dell'antica storia antica del territorio.
Essendo stata Cuorgnè in passato sede di amministrazione della giustizia, le sentenze capitali venivano eseguite sotto i bastioni, nel largo ancora oggi denominato "Rondò della forca". Vi sono rimasti gli uffici finanziari, la sede di una brigata della Guardia di Finanza, la stazione dei Carabinieri ed un Ospedale (dipendente dall'ASL 9 di Ivrea). E' sede di numerosi consorzi intercomunali e della Comunità Montana dell'Alto Canavese.
Importante esempio di archeologia industriale è quello della Manifattura cuorgnatese, in restauro. [[Immagine:]]
[modifica] Usanze
- In occasione delle idi di maggio, il paese ospita una rievocazione medievale denominata :"Torneo di Maggio alla Corte di Re Arduino", con tanto di musica d'epoca, sfilate in costume, bagordi tipici protratti sino a tarda notte e torneo equestre.
Ultimamente questo torneo è decaduto, e nell'edizione 2006, non ha riscosso il grande successo degli anni prima.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
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