Chiuro
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«Per tropo amar con pura fede, o ferito al cor, como tu vede»
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(Anonimo chiurese, Secolo XIV-XV)
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Chiuro | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Lombardia | ||
Provincia: | Sondrio | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 390 m s.l.m. | ||
Superficie: | 51 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 49 ab./km² | ||
Frazioni: | Castionetto, Casacce | ||
Comuni contigui: | Brusio (CH-GR), Castello dell'Acqua, Lanzada, Montagna in Valtellina, Ponte in Valtellina, Poschiavo (CH-GR), Teglio | ||
CAP: | 23030 | ||
Pref. tel: | 0342 | ||
Codice ISTAT: | 014020 | ||
Codice catasto: | C651 | ||
Nome abitanti: | chiuresi o chiuraschi | ||
Santo patrono: | San Giacomo e Sant'Andrea | ||
Giorno festivo: | 30 novembre | ||
Sito istituzionale |
Chiuro, Ciür in dialetto locale, è un comune di 2.493 abitanti della provincia di Sondrio. È situato nella media Valtellina sulla sponda destra del fiume Adda e dista circa 10 km dal capoluogo.
Indice |
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Guido Melè dal 14/06/2004
Centralino del comune: 0342 482221 FAX 0342 483080
Email del comune: info@comune.chiuro.so.it
[modifica] Cittadini illustri
- Stefano Quadrio (1376-1438), nobiluomo e condottiero, fedele ai Visconti di Milano, e vincitore della battaglia di Delebio nel corso della quale, fra il 18 e il 19 novembre 1432, le truppe viscontee ebbero ragione dell'esercito della Repubblica di Venezia che aveva occupata la Valtellina.
- Maurizio Quadrio (1800-1876) fu pubblicista e patriota italiano di fede mazziniana e anti-monarchica.
[modifica] Reperti preistorici
Nel 1959 Maria Reggiani Rajna rinvenì, incastrate nel muretto di una vigna presso la contrada Castionetto, due stele pristoriche attualmente custodite presso il Museo Valtellinese di Storia e Arte di Sondrio.
La prima stele ha forma di parallelepipedo (60 cm per 30 cm) ed è decorata su entrambe le facce. Su una faccia è raffigurato un elemento a tre linee parallele, probabilmente una collana. Secondo gli esperti risalirebbe all'eneolitico (2200 - 1800 a.C.). L'altra faccia rappresenta una figura antropomorfa che afferra nella mano destra un'ascia dal lungo manico, una sorta di alabarda. Secondo il Priuli, si sovrapporrebbero ben 5 fasi di incisioni in cui l'ultima fase sarebbe di epoca medioevale.
La seconda stele mostra una rappresentazione di una ruota a doppio cerchio con otto raggi interni.
Secondo Emmanuel Anati, paleontologo e direttore del Centro Camuno di Studi Preistorici di Capo di Ponte, questa figura sarebbe "comune nell'arte rupestre camuna a partire dal secondo periodo, ossia dall'eneolitico, ma sconosciuto altrove". Potrebbe trattarsi di un simbolo solare o semplicemente di una raffigurazione di una ruota.
[modifica] Luoghi di interesse
[modifica] La chiesa di San Giacome e Andrea
La chiesa parrocchiale dei Santi Giacomo e Andrea risale all'epoca medioevale. Fu consacrata il 24 giugno 1487 da Antonio vescovo di Salona. Venne riscostruita in stile barocco nella seconda metà del 1600. L'interno, con ricche decorazioni in stucco del ticinese Agostino Silva (1620-1706), presenta numertose opere d'interesse: nella IIa cappella a sinistra Crocifissione di Gian Giacomo Borni (1635-1700), detto Giacomo Bate, una predella I quattro Evangelisti di scuola valorsiana del 1567, nel presbiterio tele e affreschi del pittore di Caspano, nel comune di Civo, Giacomo Parravicini (1621-1660) dai toni cupi, sopra l'altare maggiore il ciborio ligneo dorato dell'intagliatore della Val di Sole Michele Cogoli realizzato nel 1692, gli stalli corali lignei sono del comasco Pietro Brasca del 1527. La volta presenta affreschi del bergamasco Giuseppe Brina. Nella casa parrocchiale, posta a lato della chiesa, si trova un San Vincenzo Ferreri di Giuseppe Petrini di Carona (1677-1759).
Nel 1896-97, a causa dell'incremento demografico, si decise di ampliare la chiesa prolungandola di una campata. La facciata si trovò pertanto addossata al Portico dei Disciplini, riccamente affrescato dal pittore grosino Cipriano Valorsa (1514-1604) attiguo alla Cappella di Santa Marta con affreschi della scuola di Giovannino da Sondalo.
[modifica] Chiesa della Madonna della Neve e San Carlo
Edificata nel 1600 su una preesistente chiesetta, venne consacrata il 18 settembre 1628 dal vescovo di Como Lazaro Carafino e dedicata alla Beata Vergine della Neve e a San Carlo Borromeo. L'8 gennaio 1748 venne benedetto l'altare dedicato a San Francesco di Paola e il 22 giugno 1751 l'altare dedicato a San Vincenzo Ferreri. Nell'anno 1773, Carlo Domenico Giudice realizzò il portale in marmo dell'ingresso principale. La facciata presenta tre statue, Sant'Andrea, San Carlo Borromeo e Maria, madre di Gesù, realizzate dal ticinese Andrea Casella. All'interno la navata è coperta da una volta a botte completamente affrescata con tre medaglioni dipinti da Cesare Ligari (1716-1770) e incastonati entro quadrature di Giuseppe Coduri detto il Vignoli. Inoltre: una grande tela raffigurante il Miracolo della Madonan della Neve realizzata nel 1716 da Giuseppe Brina, affreschi realizzati nel 1751 dal milanese Alessandro Parravicini, episodi dela vita di San Giuseppe opera di Torildo Conconi, una tela con San Nicola vescovo di bari del bormino Carlo Marni.
[modifica] La torre di Castionetto
La massiccia torre che sorge a Chiuro in contrada Castionetto viene tradizionalmente indicata come appartenuta a Stefano Quadrio. Si affaccia sulla Valtellina a costituire, ancora oggi, un punto di osservazione preferenziale. Considerate la solidità della struttura, con muri che alla base raggiungono i 2,5 m di larghezza, la torre aveva certamente un ruolo non solo di avvistamento ma anche difensivo.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Galleria d'immagini
Stemma Gaifassi di Morbegno |