Chiare, fresche e dolci acque
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Chiare, fresche e dolci acque è la canzone numero 126 del Canzoniere di Francesco Petrarca. Fu scritta molto probabilmente tra il 1344 e il 1345.
[modifica] Il tema della poesia
Il tema centrale della poesia è certamente l'amore del poeta per Laura. Un amore inesistente ed illusorio, ma che il poeta vive in modo realistico e fluido: tra il passionale e il trasfigurato, tra il materiale e lo spirituale. Egli lo sogna, lo invoca, lo trasforma sempre con ansia e trepidazione, ricordando il momento iniziale del loro incontro e sentendolo dentro di sé ogni momento della sua vita.
Ora, per l'appunto, il tema della poesia è il ricordo del luogo e del giorno nel quale il poeta ebbe la dolce visione di Laura. In quel luogo al poeta sembrò di vedere una donna talmente bella che gli parve di essere in paradiso.
Questo luogo iniziale, nel quale il poeta immagina e rievoca una pioggia dei fiori che cadeva sopra il bel corpo di lei e dove lei sedeva con umiltà in quel spettacolo naturale, è identificato dal poeta con il regno di Amore.
Questo ambiente così bello e paradisiaco incanta il poeta, il quale si immagina prossimo alla morte e spera di lasciare il proprio corpo in quel luogo e così affrontare il momento del trapasso con una speranza tale da rendere l'anima più tranquilla e serena. Il poeta immagina ancora che Laura un giorno ritorni in quel luogo, guardi il sepolcro del poeta e presa da tanta compassione per la sua sorte si rivolga a Dio per ottenere il perdono del poeta, piangendo e asciugandosi gli occhi con il bel velo.
Questa visione trasognata di Laura che intercede per il poeta e la memoria del giorno benedetto nel quale il poeta si innamorò di lei sono gli elementi che fanno perdere al poeta ogni coscienza della realtà delle cose, credendo di essere in paradiso e non sulla terra.
Questo incanto naturale del luogo e l'amore per Laura fanno sì che quel luogo divenga il preferito del poeta tanto che da allora in poi egli non trova più pace altrove.
Il commiato riprende quello della precedente composizione del Canzoniere, ma questa volta il poeta ha più fiducia nella poesia, la personifica e la invita ad andare tra la gente, anche se ritiene che ancora la forma non sia adeguata ad esprimere l'intensità del suo amore.
Dunque i temi della poesia sono:
- la rievocazione del luogo dell'innamoramento, le acque del fiume Sorga dove il poeta vide Laura
- l'intercessione di Laura a Dio per chiedere il perdono del poeta
- l'immagine del suo sepolcro in quel luogo naturale tanto bello
- la confessione del suo amore per Laura e il lamento di un amore che non risparmia l'anima del poeta dalle pene d'amore
- il richiamo a quel luogo naturale nel quale la pioggia dei fiori sul bel corpo di lei raffigura il momento di un amore leggiadro e primaverile.
Ecco come Raffaele Amaturo spiega e commenta il tema di questa poesia a pagina 288:
Poco dopo aggiunge:
«La canzone è soprattutto una sapiente architettura di indugi, un predisposto labirinto di piani temporali culminante nell'immagine dolce e impassibile della donna evocata in chiave elegiaca»
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[modifica] Sintesi della poesia: inizio, sviluppo e conclusione
La poesia inizia con la descrizione delle acque del fiume Sorga che sono, per l'appunto, "Chiare, fresche e dolci acque". È un verso che incanta per la perfetta immagine visiva e per la musicalità dei suoni. Poi il Poeta prosegue indicando gli altri elementi del luogo: il gentil ramo, l'erba e i fiori, l'aria sacra e serena. La prima strofa finisce dicendo che essi devono dare ascolto alle ultime parole del poeta.
Nella seconda strofa il poeta, sentendosi vicino alla morte, dice di sperare che il suo corpo venga seppellito proprio in quel luogo, perché sapendo ciò la morte gli sarà meno crudele nel momento del trapasso dalla vita alla morte.
Nella terza strofa immagina che un giorno Laura ritorni in quel posto e vedendo il sepolcro del poeta e persa da pietà si rivolga ed ottenga da Dio il perdono dei peccati del poeta, piangendo e asciugandosi gli occhi con il bel velo.
Nella quarta strofa il poeta rievoca il giorno quando la vide in quel luogo: una pioggia di fiori scendeva sul suo bel corpo e lei si sedeva con grande umiltà in tanta magnificenza. I petali cadevano intorno a lei e sembravano dire: "Qui regna Amore".
Nella quinta strofa il poeta dice che dinanzi a quella visione, la vista di quel quadro perfetto di bellezza e d'amore, il poeta dimenticò ogni cosa e credette di stare in paradiso, così che da allora in poi non trova pace in nessuno altro luogo.
Nel commiato il poeta si rivolge alla canzone dicendogli che se avesse la giusta bellezza potrebbe tra andare la gente e far conoscere l'amore del poeta per Laura.
[modifica] Il messaggio della poesia
Il messaggio della poesia è certamente il travaglio interiore che tormenta l'anima del poeta. Un travaglio amoroso che lo trascina nella memoria del luogo dove vedeva Laura e lo trascina nel sogno della sua morte e nella visione di Laura che ritorna in quel luogo a chiedere il perdono dei suoi peccati.
La poesia esprime un messaggio ambivalente e ambiguo: da un lato lancia un messaggio di pace e un messaggio di bellezza formale, dall'altro lato lancia il messaggio di un amore platonico, ma lontano nel tempo e nello spazio. E proprio da questo contrasto nasce il travaglio passionale e quindi come scrivono Salinari e Ricci a pagina 500 il messaggio della poesia esprime: "quell'assorto monologo interiore in cui la realtà (l'urgere della passione, o il bruciore del pentimento o il drammatico dissidio interiore) è sempre filtrata attraverso la memoria e tenuta ferma a distanza dal vigile controllo della ragione".
[modifica] La tesi della poesia
La tesi della poesia è l'annuncio drammatico che l'Amore, qualsiasi forma esso prenda e qualsiasi sia la forza propulsiva che esso scateni, è sempre un sentimento che rende la vita attiva e degna di essere vissuta. Come insegnano la varietà dei casi umani l'amore conciliativo può unire o rendere felice una coppia di uomo e donna, oppure un amore conflittuale può disunire o rendere infelice un'altra coppia. L'amore può ridursi o al semplice sesso o alla sola corrispondenza spirituale, come nel caso tra Abelardo ed Eloisa, ma in ogni caso esso scatena forze istintive e passionali, mentali e affettive che investono totalmente la natura fondamentale e costitutiva della razza umana. Esso fa parte degli elementi naturali che determinano l'azione degli uomini, i quali pur gettati in questa valle di lacrime, ogni giorno vivono e lottano per sopravvivere e l'amore contribuisce a dare un senso alla loro esistenza e a dare una forza eccezionale a tramutare il mal d'esistere in un sogno fantastico e liberatorio.
Ora nel caso del Petrarca è evidente che il suo amore per Laura costituiva il solo modo di mitigare la sua irrequieta ed errante vita e a colmare il suo vuoto esistenziale e quindi era il modo più sentito per superare la sua angoscia esistenziale. E come dice Raffaele Amaturo, il Petrarca è consapevole sia del suo singolare destino, sia dell'amore, sia degli effetti dell'amore e sia della vita ed ecco il bellissimo commento a pagina 317:
"È, di questo destino, la deliberata accettazione. È la riflessione che nei contrastanti momenti di gioia e di dolore, di felicità e di affanno consiste la realtà della vita amorosa, anzi della vita in sé. Non gli affetti dell'amore è infatti rivolto il suo animo, ma all'amore stesso come condizione di vita. E insomma il sonetto -come le pagine conclusive del Secretum- esprime a chiare note l'accettazione della vita come passione, irrequietezza, tormento".
Dunque come l'amore umano, pur con le sue carenze contraddizioni, ha la propria dignità, così la vita terrena, pur con le sue carenze e contraddizioni, ha una sua dignità, non minore dell'altra celeste promessa.
[modifica] Fatti, personaggi, luoghi e tempo della poesia
Il fatto principale della poesia è l'amore del poeta per Laura; ma è un amore vissuto tra sogno e realtà, tra passione ed immaginazione, tra sacro e profano, tra platonismo e cristianesimo.
I personaggi della poesia sono il poeta e Laura; il poeta sognante e Laura bellissima ed umile in tanta bellezza. Il luogo è la campagna incantata vicino il fiume Sorga; le chiare e fresche acque, l'erba, i fiori sono l'ambiente naturale che il poeta scambia con il regno di amore.
Il tempo della poesia è un tempo stilizzato, immobile e statico che fa da sfondo alla bellezza pura di Laura.
[modifica] Contesto culturale, sociale, filosofico e letterario della poesia
Il contesto culturale della poesia fa esplicito riferimento al clima e alla cultura del 1300: da Giotto a Marsilio di Padova ( 1275-1343).
Nel breve giro di pochi decenni tra il secondo e il terzo decennio sorge in tutta Europa "un movimento culturale nuovo, determinato dalla presenza di molte correnti che convergeranno verso la formazione di un laicismo, propugnato da più direzioni": dalla sinistra francescana, dalla cultura scientifica e giuridica delle università, dalla produzione artistica e letteraria. Il contesto sociale è quello delle Signorie Italiane del 1300, sviluppatesi dopo il tramonto dei Comuni italiani.
Mentre in Europa stavano rafforzandosi le monarchie nazionale, in Italia il Comune stava trasformandosi in Signorie, tra cui le più importanti erano: Firenze, Milano, Napoli, Ferrara, Urbino, ecc.. mentre la sede del papato era stata trasferita ad Avignone.
Il contesto filosofico è quello delle nuove idee esposte da Duns Scoto (1265-1308) e Guglielmo D'Occam (1295-1354), i quali contrapposero i valori dell'individuo concreto, dell'esperienza dell'uomo e della natura ai sistemi scolastici. Il contesto letterario richiama la conoscenza della Bibbia, la conoscenza di molti autori latini, la filosofia di Sant'Agostino, la lirica cortese, la scuola poetica siciliana, lirica stilnovistica, le opere letterarie di Dante Alighieri.
[modifica] Analisi della forma
[modifica] Il genere della poesia
Il genere della poesia è lirico, secondo la tradizione inaugurata in Italia dalla Scuola siciliana. Esprime infatti situazioni e sentimenti soggettivi.
[modifica] La metrica
La poesia è una canzone composta da 5 strofe di 13 versi ciascuna e un commiato di tre versi.
Sia la canzone che il commiato riprendono temi sviluppati nella canzone precedente.
Ogni strofa è composta 9 settenari e da 4 endecasillabi disposti nel terzo verso, nel sesto, nell'undicesimo e nel tredicesimo verso.
La rima segue il seguente schema:
a, b, C, a, b, C, c, d, e, e, C, f, F.
Il commiato è formato G, h, H.
Raffaele Amaturo così scrive: "Canzone caratterizzata dalla prevalenza dei settenari sugli endecasillabi in modo da ottenere un effetto di tenuità e di scorrevolezza: gli endecasillabi situati strategicamente alla fine di ogni periodo ritmico esprimono tuttavia solitamente una nota più grave e ristabiliscono l'equilibrio musicale".
[modifica] Le figure retoriche
Le figure retoriche della poesia sono: la sinalefe-dialefe dolci acque; l'enjambement la gonna/ leggiadra, il meschino/ corpo; l'anafora, l'inversione, la dittologia sinonimica e le clausole strofiche a distico e una perifrasi (v29).
[modifica] Il tono emotivo
Secondo Salinari e Ricci:
"Il motivo è una sorta di reverie amorosa che fonde insieme memoria e sogno, creando un'atmosfera nella quale l'apoteosi di Laura è pur sempre incrinata nel fondo dalla consapevolezza che si tratta di un sogno, di qualcosa che non c'è più. E in questa reverie ritroviamo la storia intima del Petrarca, la nostalgia del ricordo (con sospir mi rimembra), la malinconia di un desiderio sempre inappagato, l'intenerimento su sé stesso, la contemplazione della bellezza e la consapevolezza della sua fugacità".
Mentre per R. Amaturo che tenta di spiegare la bellezza di tutto il Canzoniere non sul tema dell'amore, ma dalla novità del linguaggio, il tono emotivo della poesia risulta : "Dalla situazione sentimentale evolvente dalla tristezza alla malinconia, dalla commozione alla reverie, l'accento si sposterebbe sulla estrema consapevolezza critica delle cause ispiratrici e dei mezzi espressivi".
Ora secondo me il tono emotivo della poesia è quello malinconico della consapevolezza del poeta che vive un sentimento amoroso tanto intenso, quanto vuoto, lontano e perduto, per cui egli tenta di oggettivarlo, di proiettarlo, e di sublimarlo all'esterno di sé stesso per meglio ammirarlo e comprenderlo, come chi per tanto tempo immagina e sogna di vedere una pietra preziosa con tutte le sfumature dei suoi colori, che ad un certo momento crede di vedere veramente la pietra preziosa, così il Petrarca tanto ama e sogna tanto Laura che la oggettiva nella lexis e nel bellissimo linguaggio della poesia.
[modifica] La lexis della poesia
La lexis della poesia non si discosta molto dalla lexis dell'intero Canzoniere.
R. Amaturo spiega così la lexis del Canzoniere a pagina 357, riportando alcune distinzioni fatte già da Sant'Agostino:
"Sono distinzioni e definizioni che quasi sembrano descrivere il tipico linguaggio petrarchesco, quel linguaggio equabile e uniforme, antirealistico e quasi immateriale, aristocratico ed eletto, che il Contini ha sigillato sotto l'illuminante etichetta di unilingismo: un lessico che si compone dei più comuni glossemi e altrove delle parole più disusate e rare, quasi hapax, ma gli uni e le altre come svuotati del peso del loro significato abituale, ridotti a un semantico genere neutro, a un grado zero di espressività e tuttavia, proprio in virtù di questa estrema semplificazione, suscettibili di assumere una carica allusiva ed evocativa di remote esperienze: non più parole, ma limpidi signa, luminosi 'emblemi' ".
[modifica] Il linguaggio poetico
Il linguaggio poetico del Canzoniere è molto bene descritto da R. Amaturo nel libro già citato a pagina 257:
"Il linguaggio (poetico) si dischiude a slanci fantastici e ingegnosi, a forme vibratamente interiettive e quasi inebriate della loro rarità: prevalgono le espressioni sentenziose e iperboliche, i traslati e le metafore, le allegorie e i simboli, le reminiscenze culturali più peregrine; sono di preferenza usate le forme metriche più complesse e difficili, la capacità evocativa si affida di preferenza ai vocaboli disusati". E poco oltre a pagina 322 aggiunge: "E tuttavia, più che questo variegato ventaglio di Laura trasfigurata, l'argomento decisivo dell'unitarietà del ciclo è nella qualità del linguaggio. Il codice lessicale dei componimenti (quel tipico vocabolario petrarchesco limitato e uniforme, fatto di parole spoglie e quasi tecniche, di segni densi e allusivi e, insomma, di emblemi.". Poco oltre dice: "Descrizioni e immagini, prodigiose epifanie e folgorazioni di idee emergono da una trama rigorosa di antitesi e di allitterazioni, di bilanciamenti formali, di calcolate prolessi; il faticoso commercio con l'elaborata sintassi dei prosatori latini fiorisce qui, come mai prima, in una maniera lirica concertante".
[modifica] Le espressioni poetiche più belle
Le espressioni più belle della poesia sono:
- "Chiare e fresche dolci acque,/ove le belle membra/ pose colei che sola a me par donna/".
- "Da' be' rami scendea/ (dolce nella memoria)/ una pioggia di fior sovra 'l suo grembo/".
- "Così carco d'oblio/ il divin portamento/ e 'l volto e le parole e 'l dolce riso/ m'aveano, e si diviso/ da l'imagine vera,/ ch'io dicea sospirando:/ qui come venn'io, o quando?;/ credendo esser in ciel, non là dov'era."
[modifica] La Weltanschauung del poeta
La Weltanschauung del Petrarca è espressa molto bene nella poesia.
Il Petrarca ama molto Laura, ma adesso Lei è lontana e lui è un prete con l'obbligo del celibato; ma ciò non ferma l'amore che il poeta sente per Laura, per una donna.