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Camorra

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Con il termine camorra si indica l'insieme delle attività criminali organizzate, con una marcata presenza sul territorio, che si sviluppano ed hanno le proprie radici in Campania, e che possono avere interessi anche al di fuori delle proprie zone d'origine. Sebbene il termine sia usato per indicare la società criminale nata a Napoli nel XIX secolo e conosciuta anche come Bella Società Riformata, oggi spesso si tende, erroneamente, ad identificare con questo termine un'unica organizzazione criminale simile alla cupola mafiosa siciliana o ad altre organizzazioni di uguale stampo. In realtà la struttura della camorra è molto pù complessa e frastagliata al suo interno perchè è composta da molti clan diversi tra loro per tipo di influenza sul territorio, struttura organizzativa, forza economica e modus operandi. Inoltre le alleanze fra queste organizzazioni, qualora si possano considerare tali semplici accordi di non belligeranza fra i numerosi clan operanti sul territorio, sono molto fragili e spesso sfociano in contrasti o vere e proprie faide, con agguati ed omicidi. Con il termine camorra spesso si indica anche un tipo di mentalità diffusa in Campania, ed in generale nel meridione d'Italia, che fa della prepotenza, della sopraffazione e dell'omertà diffusa i suoi principali punti di forza. Il confine tra l'appartenenza ad un clan camorristico e il vivere in una mentalità camorristica diffusa, il più delle volte è labile ed etereo e, in alcuni particolari ambienti sociali, una divisione netta tra le due cose potrebbe risultare non attendibile.

Indice

[modifica] Etimologia

Varie sono le ipotesi sull'etimologia del termine camorra:

  • La prima volta che viene usato tale termine è in pieno Medio Evo e fa riferimento a bande organizzate di mercenari, soldati-mercanti sardi che al soldo dei coloni Pisani) avevano il compito di vigilare nella città di Cagliari (Castel de Caller). Successivamente, tali bande passeranno sotto controllo spagnolo per oltre tre secoli).
  • La parola deriva da una giacca corta indossata da banditi spagnoli detta "gamurri".
  • La parola sarebbe connessa a "morra" che significa "raggruppamento di malfattori" inteso come "frotta" ma può significare anche "rissa".
  • La parola significa tassa sul giuoco che bisognava pagare a chi proteggeva i locali per il gioco d'azzardo, dal rischio di liti e di risse. Con questo significato compare in un documento ufficiale del Regno di Napoli nel 1735.

[modifica] Storia

[modifica] Dalle Origini al 1945

Uomini e donne della camorra sfregiati (disegni del 1906)
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Uomini e donne della camorra sfregiati (disegni del 1906)

La Camorra nasce a Cagliari nel XIII secolo e attraverso gli Spagnoli giunge a Napoli nel XVI secolo durante la dominazione spagnola. A differenza delle altre organizzazioni criminali, diffuse soprattutto in campagna, la camorra nasce e si sviluppa in città, nei quartieri più popolosi. Nel 1820 la “Bella Società Riformata” (cioè confederata) si costituì ufficialmente, riunendosi nella chiesa di Santa Caterina a Formiello a Porta Capuana.

I governi borbonici non fecero mai nulla di concreto per fermare l'ondata criminosa della camorra. Nel 1825, salito al trono Francesco I, il Regno delle Due Sicilie impegnava completamente il sovrano nella difesa dalle sette politiche di ispirazione liberale che incrementavano continuamente nel numero (i Filadelfi, i Pellegrini Bianchi, gli Eremiti Fedeli). Addirittura molte operazioni di polizia avvenivano in concomitanza all'agire dei camorristi che prestavano un notevole aiuto nel mantenimento dell'ordine. Anche con Ferdinando II le cose non migliorarono.

Per accedere all’organizzazione era previsto un vero e proprio rito di iniziazione definito “zumpata” o dichiaramento che consisteva in una sorta di duello rusticano. Questo si spiega soprattutto con il fatto che i camorristi ebbero sempre l'ambizione di imitare i nobili. Impiegando il coltello piuttosto che la spada cercavano di dimostrare il loro "valore" in questa sorta di scontri. Le fasi preliminari della zumpata erano l'appicceco, il litigio, il ragionamento, tentativo di composizione della controversia, banchetto e poi duello. Se il combattimento all'arma bianca si poteva tenere in una qualsiasi zona affollata l’utilizzo di una pistola richiedeva, invece un luogo solitario. Raffaele Cutolo più tardi, nella sua opera di "ristrutturazione" della camorra organizzata introdurrà rituali molto simili a quelli che Buscetta dichiarerà per l'iniziazione del mafioso.

In origine il sodalizio si occupa principalmente della riscossione del pizzo dai numerosi biscazzieri che affollano le strade di Napoli. Ben presto, però, il fenomeno dilaga e le estorsioni iniziano a danneggiare la quasi totalità dei commercianti. Nonostante le violenze ed i crimini perpetrati, i camorristi godono della benevolenza del popolo al quale, in una situazione di totale disinteresse delle istituzioni per i problemi sociali, garantiscono un minimo di "giustizia".

Tra le principali fonti di risorse economiche della Camorra si ricordano:

  • 1) Il “Barattolo” che era la percentuale di circa il 20% sugli introiti dei biscazzieri;
  • 2) lo “Sbruffo” era, invece, la tangente su tutte le altre attività (dai facchini ai venditori ecc.);
  • 3) un particolare regime di tassazione per la prostituzione;
  • 4) il gioco piccolo (una sorta di Lotto)


Nel 1860 il prefetto Liborio Romano ricevuto dal governo provvisorio unitario l'incarico di mantenere l'ordine pubblico, affida alla Camorra l'organizzazione della guardia cittadina, per allontanare dalla città il pericolo di rivolte popolari. Facendo questo Don Liborio riconobbe alla Camorra quella dignità e autorità istituzionale che ancora le mancava durante il regno borbonico. Solo nei primi del '900 lo Stato riuscirà a reagire allo strapotere della cosiddetta Bella Società Riformata, la quale tra i politici dell'Italia unita vanta solide amicizie.
Nel 1911, nel processo celebrato a Viterbo per l'omicidio dei coniugi Cuocolo, grazie alle confessioni del camorrista pentito Abbatemaggio, vengono inflitte severe pene ai maggiori esponenti dell'organizzazione. La sera del 25 maggio 1915, nelle Caverne delle Fontanelle, nel popolare rione Sanità, i camorristi, presieduti da Gaetano Del Giudice, decretano lo scioglimento della Bella Società Riformata; in realtà la setta era già stata debellata nel processo Cuocolo.
Nel periodo fascista si assiste ad una quiescenza del fenomeno camorristico; lo stesso Mussolini, forte dei risultati ottenuti dal prefetto Moro nella lotta alla mafia siciliana, concede la grazia a molti dei camorristi condannati a Viterbo, sicuro che nel nuovo assetto istituzionale non costituissero più un pericolo.

[modifica] Dal 1945 ad oggi

È nel secondo dopoguerra che la camorra inizia ad assumere le caratteristiche riscontrabili attualmente. Il soggiorno obbligato a Napoli, imposto dal governo degli U.S.A. al boss di Cosa nostra americana Lucky Luciano, contribuì al superamento della dimensione locale del fenomeno ed all'inserimento dei camorristi campani nei grandi traffici illeciti internazionali. Tuttavia, in questa fase, la camorra non ha la struttura verticistica che la caratterizzava nei secoli precedenti, ma si presenta come una pluralità di famiglie più o meno legate tra loro.
Negli anni '70, dal carcere di Poggioreale nel quale è rinchiuso per omicidio, Raffaele Cutolo (detto O' Professore) inizia a realizzare il suo progetto: riorganizzare la camorra come organizzazione gerarchica; nasce così la Nuova Camorra Organizzata (N.C.O.). Lo strapotere raggiunto dalla NCO inizia a preoccupare le vecchie famiglie che si riuniscono sotto il nome di Nuova Famiglia (NF), per portare guerra alla camorra cutoliana. La guerra tra le due organizzazioni criminali è spietata e si conclude nei primi anni ottanta con la sconfitta della NCO. Le vittime sono molte centinaia, tra esse anche molti innocenti. Ben presto anche la NF smette di esistere, per il venir meno della ragione che aveva spinto le famiglie all'alleanza.
Nel 1992 ci prova il boss Alfieri a dare alla malavita organizzata campana una struttura verticistica creando la Nuova Mafia Campana (NMC), anch'essa scomparsa dopo poco tempo.

[modifica] Operazione "Partenope"

L'operazione "Partenope" nella quale vennero impiegati 500 soldati dell'esercito italiano iniziò il 18 febbraio 1994 e fu interrotta il 15 dicembre 1995.Ripresa il 14 luglio 1997 cessò definitivamente il 30 giugno 1998. L'operazione ebbe risvolti positivi ma, essendo di minor portata rispetto ad altre missioni simili (missioni dei "Vespri Siciliani", "Riace", "Salento"), non riuscì a debellare il fenomeno camorristico, avendo comunque ottimi risultati nel ridurre la microcriminalità nella città partenopea.

[modifica] Situazione attuale

Omicidi provincia di Napoli
ANNO MORTI
1980
134
1981
193
1982
264
1983
204
1984
155
1985
155
1986
107
1987
127
1988
168
1989
228
1990
222
1991
223
1992
160
1993
120
1994
115
1995
148
1996
147
1997
130
1998
132
1999
91
2000
118
2001
80
2002
63
2003
83
2004
139
2005
90
2006
75 [1]

La camorra è attualmente considerata una delle maggiori piaghe del meridione d'Italia, al tempo stesso causa ed effetto di gran parte dei problemi socio-economici della Campania. Il suo potere, dovuto anche ad appoggi di tipo politico, le consente il controllo delle più rilevanti attività economiche locali, in particolare modo nella provincia di Napoli. Oggi la Camorra conta migliaia di affiliati divisi in oltre 200 famiglie attive in tutta la Campania. Sono segnalati insediamenti della Camorra anche all'estero, come in Olanda, Spagna, Portogallo, Romania, Francia e Santo Domingo.

I gruppi si dimostrano molto attivi sia nelle attività economiche (infiltrazione negli appalti pubblici, immigrazione clandestina, sfruttamento della prostituzione, riciclaggio di denaro sporco, usura e traffico di droga) sia sul fronte delle alleanze e dei conflitti. Quando infatti un clan vede messo in discussione il proprio potere su una determinata zona da parte di un altro clan, diventano molto frequenti omicidi e agguati di stampo intimidatorio. Grande risalto ha avuto negli anni 2004 e 2005 la cosiddetta faida di Scampia, una guerra scoppiata all'interno del clan Di Lauro quando alcuni affiliati decisero di mettersi in proprio nella gestione degli stupefacenti, rivendicando così una propria autonomia e negando di fatto gli introiti al clan Di Lauro, del boss Paolo Di Lauro, detto Ciruzzo o' milionario. Ma questa faida non è l'unica contesa tra clan sul territorio napoletano.

Numerose sono le frizioni e gli scontri tra le decine di gruppi che si contendono le aree di maggiore interesse. A cavallo tra il 2005 e il 2006 ha destato scalpore nella cittadinanza e tra le forze dell'ordine la cosiddetta faida della Sanità, una guerra di camorra scoppiata tra lo storico clan Misso del rione Sanità ed alcuni scissionisti capeggiati dal boss Salvatore Torino, vicino ai clan di Secondigliano; una quindicina di morti e diversi feriti nel giro di due mesi.

Per quanto rigurda l'area a nord della città (quella da sempre maggiormente oppressa dai gruppi criminali), tra i quartieri di Secondigliano, Scampia, Piscinola, Miano e Chiaiano, resta sempre forte l'influenza del cartello camorristico detto Alleanza di Secondigliano, composto dalle famiglie Licciardi, Contini, Prestieri, Bocchetti, Bosti, Mallardo, Lo Russo e con gli stessi Di Lauro quali garanti esterni (molto spesso, infatti, gli uomini di Ciruzzo o' milionario, si sono interposti tra le liti sorte fra le varie famiglie del cartello, evitando possibili guerre).

Per le zone centrali della città (centro storico, Forcella) resta ben salda l'alleanza tra i clan Misso, Sarno e Mazzarella, che controllano praticamente tutta l'area ad est di Napoli, dal centro fino al quartiere periferico di Ponticelli, facilitati anche dalla debacle del clan Giuliano di Forcella, i cui maggiori esponenti (i fratelli Luigi, Salvatore e Raffaele Giuliano) sono diventati collaboratori di giustizia. Nell'altra zona "calda" del centro di Napoli, le zone del quartiere Montecalvario, dette anche "Quartieri Spagnoli", dopo le faide di inizio anni '90 tra i clan Mariano (detti i "picuozzi") e Di Biasi (detti i "faiano"), e tra lo stesso clan Mariano e un gruppo interno di scissionisti capeggiato dai boss Salvatore Cardillo (detto "Beckenbauer") e Antonio Ranieri (detto "Polifemo", poi ammazzato), la situazione sembra essere tornata in un clima di relativa normalità, grazie anche al fatto che molti boss storici di quei vicoli sono stati arrestati o ammazzati.

La zona occidentale della città non è da meno per quanto riguarda numero di clan e influenza sul territorio. Tra le aree più "calde" si trovano il Rione Traiano, Pianura, Bagnoli e lo stesso quartiere Vomero, per anni definito quartiere-bene della città e considerato immune alle azioni dei clan, oggi preda di almeno quattro clan in guerra tra loro e di orde di bande composte da ragazzini provenienti da altre zone della città, che si ritrovano di sera e di notte per compiere rapine e violenze di ogni genere (fenomeno delle baby-gang). Da citare, il cartello denominato Nuova Camorra Flegrea, che imperversa a Fuorigrotta, Bagnoli, Agnano e Soccavo, ma cha ha subito un duro colpo dopo il blitz del dicembre 2005, quando vi furono decine di arresti grazie alle rivelazioni del pentito Bruno Rossi detto "il corvo di Bagnoli". A Pianura vi è stata in passato una violenta faida tra i clan Lago e Contino-Marfella, che ha portato a numerosi omicidi, tra i quali quello di Paolo Castaldi e Luigi Sequino, due ragazzi poco più che ventenni uccisi per errore da un gruppo di fuoco del clan Marfella, perché stazionavano sotto la casa di Rosario Marra, genero del capoclan Pietro Lago ed erano, quindi, "sospetti".

Nella provincia, numerosi sono i comuni in mano ai gruppi camorristici, non solo per quanto riguarda i campi "classici" nei quali opera un clan mafioso (estorsioni, usura, traffico di droga), ma anche per quanto riguarda le amministrazioni comunali e le decisioni politiche (si vedano i numerosi comuni sciolti per infiltrazioni camorristiche). Una delle zone più soggette al potere camorristico è il comprensorio vesuviano, zona che raccoglie paesi quali Torre del Greco, Torre Annunziata, Somma Vesuviana, San Giuseppe Vesuviano e San Gennaro Vesuviano.

Nelle altre province della regione, l'unica città che eguaglia Napoli per influenza della camorra sul territorio è sicuramente Caserta, in mano al gruppo dei Casalesi, un cartello criminale di portata internazionale (come riferito dalle ultime relazioni di DIA e DDA di Caserta e Napoli) gestito dalle famiglie Schiavone e Bidognetti e dalle altre famiglie alleate che fungono da referenti per le varie province.

[modifica] Struttura

La Camorra, attualmente, è organizzata in modo pulviscolare con un insieme di famiglie, pare siano 236 tra città e provincia, che si uniscono e si dividono con grande facilità. Questa struttura, caratteristica della Camorra fin dal dopoguerra, fu sostituita solo in 2 occasioni e solo temporaneamente: durante la lotta tra NCO (Nuova Camorra organizzata) e NF e durante la riorganizzazione della mafia napoletana in NMC. Tutte le volte che si è tentato di riorganizzare la camorra con una struttura gerarchica verticale si è preso come modello Cosa Nostra. Questi tentativi sono sempre falliti per la tendenza dei capi delle varie famiglie a non ricevere ordini dall'alto.

[modifica] Economia

Secondo recenti dati forniti dall'Eurispes sembra che la Camorra guadagni ben 7.230 milioni di euro l'anno dal traffico di droga, 2.582 milioni da crimini legati all'imprenditoria (appalti truccati, ricliclaggio del denaro sporco ecc.), 258 milioni dalla prostituzione, 2.066 milioni dal traffico di armi (il primato in questo campo va alla camorra) e 362 milioni dall'estorsione e dall'usura. Il giro d'affari complessivo è di circa 12 miliardi e mezzo di euro.

A questo elenco va ora aggiunto lo smaltimento illegale dei rifiuti, sia industriali che urbani, attività estremamente lucrosa che alcuni ritengono stia conducendo verso il progressivo degrado ambientale vaste zone di campagna nelle provincie di Napoli e Caserta, in primo luogo. A titolo di esempio, che la campagna fra i comuni di Acerra, Marigliano e Nola, una volta rinomata in tutta la penisola come fra le più verdi e fertili, è da taluni ora indicata con il termine di "triangolo della morte".

[modifica] Istituzioni e camorra

Numerosi sono stati in passato i contatti tra i gruppi camorristici del napoletano e la politica locale (ma non solo). Ad inizio anni '90 il velo fu squarciato grazie alle dichiarazioni dei pentiti Pasquale Galasso e Carmine Alfieri che videro sotto accusa Antonio Gava, il potente capo della corrente Dorotea e dirigente della Democrazia Cristiana.

Sono stati sciolti per Camorra in Campania 50 comuni fino ad oggi.

[modifica] Elenco parziale comuni sciolti almeno una volta

[modifica] Coop e camorra: le accuse di Berlusconi

Nel febbraio del 2006 ebbero notevole risalto le accuse dell'allora presidente del consiglio, Silvio Berlusconi, fatte ad una parte della magistratura napoletana. Questa fu accusata di aver "favorito la prescrizione ad un processo su una coop rossa", in particolare riguardo ai processi Katana 1 e Katana 2, nei quali i dirigenti accusati furono assolti, tranne che per un unico capo di imputazione prescritto.

Le inchieste furono avviate dopo le dichiarazioni dei pentiti Carmine Alfieri e Pasquale Galasso e riguardavano presunti accordi tra clan e coop per gli appalti relativi a grandi opere finanziate con i fondi della ricostruzione del dopo terremoto del 1980. Nel 1995, infatti, furono eseguite, su richieste dei magistrati della DIA di Napoli, decine di ordinanze di custodia cautelare, anche nei confronti di dirigenti nazionali delle cosiddette coop rosse. Dopo le accuse e le polemiche, l'allora ministro della Giustizia, Roberto Castelli, mandò gli ispettori nella sede della Giustizia napoletana al Centro Direzionale. Il caso, però, era quello che riguardava l'ex pm Luigi Bobbio accusato di aver favorito presunte omissioni nella conduzione delle indagini sul clan Di Lauro e sui clan dell'Alleanza di Secondigliano.

[modifica] L'ASL sciolta

Le giunte comunali non solo le uniche istituzioni ad aver subito l'onta dello scioglimento per infiltrazioni camorristiche. Nell'ottobre del 2005, infatti, fu sciolta l'ASL Napoli 4 che comprendeva 35 comuni suddivisi in 11 distretti sanitari per i comuni di Poggiomarino, Casalnuovo di Napoli, Nola, Marigliano, Roccarainola, San Giuseppe Vesuviano, Somma Vesuviana, Palma Campania, Volla, Acerra e Pomigliano d'Arco, per un bacino di utenti di circa 600mila abitanti.

[modifica] Bibliografia

[modifica] Testi

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  • Barbagallo, Francesco. Camorra e criminalità organizzata in Campania. Napoli, Italia: Liguori, (Proposte; 26), 1988. 209 p., 22 cm. ISBN 8820717468; BNI 91005205; [IT/ICCU/CFI/0144026]; LC 89182617.
  • Barbagallo, Francesco. Il potere della camorra (1793-1998). Torino, Italia: Einaudi, (Einaudi Contemporanea; 67), 1999. xvi+208 p., bibliogr., index, 20 cm. ISBN 8806151002; LC 99509182.
  • Ciconte, Enzo. Mafia, camorra e 'ndrangheta in Emilia Romagna. (Presentazione di Cosimo Braccesi; introduzione di Raimondo Catanzaro). Rimini, Italia: Panozzo, (Estemporanea Panozzo; 1), 1998. 283 p., 17cm.
  • De Blasio, Abele. Usi e costumi dei camorristi, con prefazione di Cesare Lombroso. (2. edizione illustrata da S. de Stefano). Napoli, Italia: L. Pierro, 1897. 3+[ix]-xv+288 p., illus., 19 cm. LC 13015486.
  • De Cosa, Eugenio. Camorra e mala vita a Napoli agli inizi del Novecento. [Cerchio, Italia]: A. Polla, (I Circensi), 1989. 169 p., 17 cm. Pubblicazione originale: 1908. BNI IT/ICCU/CFI/0202505.
  • De Rosa, Francesco. Un'altra vita: le verità di Raffaele Cutolo. Milano, Italia: M. Tropea, (Le Querce), 2001. 191+[8] p., ill., 22 cm. 1981 - ISBN 8843802992; BNI 01201204; LC 2001428463.
  • Di Bella, Saverio. Mafia, ndrangheta e camorra: guida bibliografica, (Legge Regione Sicilia, n. 51 del 4-6-1980). Soveria Mannelli, Italia: Rubbettino, 1983. 77 p., 24 cm. BNI 84004249; [IT/ICCU/CSA/0006620]; LC 85119263.
  • Di Fiore, Gigi. Potere camorrista: quattro secoli di malanapoli. (Introduzione di Raffaele Bertoni). Napoli, Italia: A. Guida, 1993. 276 p., bibliogr., 21 cm. ISBN 8871880846; LC 93229665.
  • Di Fiore, Gigi. Io, Pasquale Galasso: da studente in medicina a capocamorra. Napoli, Italia: T. Pironti, 1994. 281 p., bibliography p. 257-267, index, 21 cm. ISBN 8879371266; LC 95170107; BNI 94484562.
  • Di Fiore, Gigi. La camorra e le sue storie. Torino, Italia: Utetlibreria. 2005. 496 p., bibliogr., 15x23
  • Falcionelli, Alberto. Les sociétés secrètes italiennes: Les Carbonari - La Camorra - La Mafia. Parigi, Francia: Payot, 1936. 2+[7]-255 p., 23 cm. LC 37013361.
  • Fantò, Enzo. Mafia, 'ndrangheta e camorra dopo la Legge La Torre: atti della Commissione parlamentare. [[[Roma]], Italia]: Gangemi, [[[1989]]]. 338 p., 24 cm. ISBN 8874482345; BNI IT/ICCU/CFI/0202057; LC 89176933.
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  • Parlamento italiano. Camorra e politica: relazione approvata dalla Commissione il 21 dicembre 1993. Roma, Italia: Laterza, (Saggi Tascabili Laterza; 178), 1994. 223 p., bibliogr., index, 18 cm. ISBN 8842044121; LC 94175365.
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  • Orecchia, Giulio.; Rossetti, Gian Paolo. Malagente: 'ndrangheta, mafia & camorra. (2. edizione; prefazione di Nantas Salvalaggio). Napoli, Italia: T. Pironti, 1982. 198+[24] p., ill., 24 cm. BNI IT/ICCU/CFI/0053181; LC 83152550.
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  • Paliotti, Vittorio. Storia della camorra. Roma, Italia: Newton Compton, (I Volti della Storia; 9), 1993. 255 p., ill., bibliography p. [243]-244, filmography p. [245]-246, index, 22 cm. ISBN 8879832875; LC 94156456.
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  • Rossi, Luca. Camorra: un mese a Ottaviano, il paese in cui la vita di un uomo non vale nulla. (Postfazione di Pino Arlacchi). Milano, Italia: Arnoldo Mondadori, (Primapagina), 1983. 165 p., 21 cm. LC 83153141.
  • Russo, Ferdinando.; Serao, Ernesto. La camorra. Origini, usi, costumi e riti dell'annorata soggietà. Napoli, Italia: Ferdinando Bideri, (Biblioteca Varia Bideri), 1907. 166 p., 20 cm. BNI IT/ICCU/SBL/0742094.
  • Sales, Isaia. La camorra, le camorre. (Prefazione di Corrado Stajano). Roma, Italia: Editori Riuniti, (Testimonianze; 6), 1988. 222 p., bibliography p. 219-222, 22 cm. ISBN 883593222X; LC 89144249.
  • Santacroce, Domenico. I miei giorni della camorra. Fuorni, Salerno, Italia: Boccia, 1988. 197 p., 22 cm. BNI 91002844; [IT/ICCU/CFI/0157477].
  • Santacroce, Domenico. La Trattativa: l'ordinanza del giudice Alemi sul caso Cirillo: brigate rosse, camorra, ministri dc, servizi segreti. Roma, Italia: Editrice l'Unità, (Documenti), [1988], 127 p., 19 cm.
  • Saviano, Roberto. Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra. Milano, Italia: Arnoldo Mondadori, 2006, 331 p., 21 cm.

[modifica] Televisione

  • Storie della camorra, uno sceneggiato televisivo in sei puntate, trasmesso dalla Rai nel maggio-giugno 1978 e liberamente ispirato al libro di Vittorio Paliotti, La camorra. Il cast era composto da circa un centinaio di attori, fra i quali Mariano Rigillo, Guido Alberti, Massimo Ranieri, Ferruccio De Ceresa, Luigi Vannucchi, Silvano Tranquilli, Ivo Garrani, Isa Danieli, Luigi De Filippo, Angela Luce.
  • La Squadra, serie televisiva ambientata a Napoli che racconta le vicende di un commissariato di zona.

[modifica] Cinema

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Note

  1. ^ Statistica aggiornata al 31 ottobre 2006. Napoli, tragico elenco di morti
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