Viterbo
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Viterbo | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Lazio | ||
Provincia: | Viterbo | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | 326 m s.l.m. | ||
Superficie: | 406,28 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 148,30 ab./km² | ||
Frazioni: | Fastello, Grotte Santo Stefano, Sant'Angelo, Monterazzano, Bagnaia, La Quercia, San Martino al Cimino | ||
Comuni contigui: | Bagnoregio, Bomarzo, Canepina, Caprarola, Celleno, Civitella d'Agliano, Graffignano, Marta, Monte Romano, Montefiascone, Ronciglione, Soriano nel Cimino, Tuscania, Vetralla, Vitorchiano | ||
CAP: | 01100 | ||
Pref. tel: | 0761 | ||
Codice ISTAT: | 056059 | ||
Codice catasto: | M082 | ||
Nome abitanti: | viterbesi | ||
Santo patrono: | San Lorenzo martire | ||
Giorno festivo: | 4 settembre | ||
Sito istituzionale |
Viterbo (VT) è una città di sessantamila abitanti, capoluogo dell'omonima provincia. Conosciuta in tutto il mondo come la Città dei Papi, è situata al centro della provincia, a ridosso dei monti Cimini e molto vicina al Lago di Bolsena soprattutto, ma anche a quello di Vico.
Netta la differenza urbanistica fra il centro storico di stampo prettamente medievale e la periferia caratterizzata da palazzi di concezione moderna.
Appena fuori del centro di Viterbo ci sono le rinomate Terme dei Papi e la sorgente termale del Bullicame, nonché la necropoli etrusca di Castel d'Asso.
Indice |
[modifica] Storia
Si hanno tracce di insediamenti neolitici ed eneolitici e qualche segno etrusco nella lontana storia di Viterbo, ma molti storici sono portati a credere che nel periodo etrusco l'insediamento non raggiungeva lo stato di vicus, a differenza degli storici quattrocenteschi che supponevano una tetrapoli etrusca fuorviati dalla sigla FAVL che secondo loro era formata dalle iniziali di quattro quartieri (Fanum, Albanum, Vetulonia, Longula). Più possibile che dopo la conquista romana divenne un accampamento, chiamato Castrum Herculis per la presenza in loco di un tempio dedicato all'eroe mitologico (il leone simbolo di Viterbo deriva da questo aneddoto).
La città medievale tuttavia trae origine da un "castrum", una fortificazione longobarda posta al confine tra i loro possessi nella Tuscia e il ducato bizantino di Roma: il castello è ricordato nella donazione di Sutri tra i possessi che Liutprando promette alla Chiesa nel 729, Desiderio (756-772) vi si ritira da Roma, che aveva rinunciato ad attaccare. Dell' 852 un documento papale che riconosce il Castrum viterbii proprietà delle terre di San Pietro, mentre Ottone I annovera il castello tra i possessi della Chiesa.
Nel sec. XI, l' incremento demografico contribuì alla nascita di nuclei abitativi fuori dal castrum, e, attorno al 1090, a un primo tratto di mura; nel 1099 la scelta dei primi consoli sancisce il passaggio a istituzioni comunali. È il XII secolo il periodo in cui Viterbo, libero comune, si assicura il possesso di numerosi castelli: in tal senso la protezione di Federico I (presente nella città nel 1162) , e il suo riconoscimento del comune viterbese, conferisce legittimità alla sua politica di espansione. Nel 1172 viene distrutta la città di Ferento il cui simbolo (una palma) viene aggiunto a quello di Viterbo (il leone) emblema tutt'ora vigente, attorno al 1190 viene assediata Corneto, l'imperatore attacca Roma con l'esercito viterbese. Il "districtus" del comune aumenta considerevolmente.
Ulteriore elemento che accresce il prestigio e l'importanza politica di Viterbo, è la sua elevazione a cattedra vescovile nel 1194 ai danni di Tuscania, la cui precedente predominanza nella Tuscia romana viene meno. All'inizio del XIII secolo la città viene inserita nell'orbita papale, soprattutto con il disegno di Innocenzo III, che tentò di costituire uno stato territoriale: Viterbo nel 1207 ospitò il Parlamento degli stati della Chiesa. Tuttavia la città, insofferente per la presenza papale invocò la protezione di Federico II: si apre così fino al 1250 circa un periodo di lotte interne tra guelfi (la famiglia dei Gatti) e ghibellini (i Tignosi).
Il fallito assedio degli imperiali nel 1243, e il successo dei Guelfi sancisce per la seconda metà del XIII secolo la definitiva politica filo-papale: la famiglia dei Gatti monopolizza le cariche municipali e i pontefici scelgono Viterbo come sede papale dal 1270 circa. In questo periodo Viterbo raggiunge il suo massimo splendore, economico, come centro posto lungo vie di comunicazione importanti, e architettonico, con l'edificazione di edifici pubblici municipali, torri, chiese nel fiorire dello stile gotico che i cistercensi avevano inaugurato nel luogo con l'Abbazia di S. Martino al Cimino.
L'esilio avignonese dei papi contribuì alla decadenza della città e al riaprirsi delle lotte interne. L'effimera ricostituzione del Patrimonio di S. Pietro del cardinale Egidio Albornoz, non impedì ai Gatti e ai prefetti di Vico di imporsi, con istituzioni ormai di tipo signorile, a Viterbo. L'età moderna per Viterbo è un periodo di scarsa vitalità, economica e culturale: dal XVI secolo segue le sorti dello Stato della Chiesa e tramonta del tutto la vocazione internazionale che aveva assunto nei secoli del basso medioevo.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Arte
Il centro di Viterbo offre numerosissime oltre che importanti opere d'arte. La più famosa è senz'altro il Palazzo dei Papi, costruito fra il 1255 e il 1266 sul colle di San Lorenzo per proteggere il pontefice, con la celebre loggia formata in un solo lato da sette archi sorretti da esili colonnine binate che si intrecciano formando una elegante trabeazione.
Accanto al Palazzo dei Papi sorge anche il Duomo di San Lorenzo. Poco distante da piazza del Duomo si estende il vecchio quartiere medievale, conservato quasi perfettamente, di San Pellegrino. Interessante anche la Piazza del Plebiscito, meglio conosciuta dai Viterbesi come "Piazza del Comune" dove ha sede il Municipio e la Prefettura. A lato del Corso, la Chiesa di Santa Rosa, edificata su una piccola altura accanto alla casa della patrona di Viterbo. Degni di menzione anche la Piazza della Rocca, Piazza Fontana Grande, il Castello della Bella Galliana vicino la Porta Faul, le mura con le 2 porte principali (Porta Romana e Fiorentina). Antichissima è la chiesa di San Silvestro.
Fuori dal centro ma sempre nel territorio comunale importantissima è la Necropoli di Castel d'Asso, la prima ad essere scoperta cronologicamente, e si suppone a suo tempo la più vasta. A due chilometri da Viterbo, uno dei più notevoli esempi di arte rinascimentale italiana: la Basilica della Madonna della Quercia, primo monumento nazionale viterbese; sulla facciata maestosa si possono ammirare tre lunette di Andrea della Robbia, all'interno della chiesa pitture di fra Bartolomeo della Porta, soffitto a cassettoni della navata centrale, progettato da Antonio da Sangallo il giovane, tempietto di Bregno. Nella frazione di Bagnaia, importantissima è Villa Lante.
Particolarità della città sono anche le numerose gallerie sotterranee, scavate più o meno clandestinamente che mettono in comunicazione il sottosuolo per quasi tutta l'area coperta dal Centro Storico, utilizzate come cantine prima vennero sfruttate durante le grandi guerre per nascondere la popolazione inerme che veniva murata nelle stesse durante gli attacchi
[modifica] Cultura
[modifica] Stemma
«D'azzurro, alla palma naturale e fiorita di rosso; attraversata da un leone d'oro coronato, destropassante e guardante, sopra una campagna d'oro, appoggiato di branca anteriore destra su di un globo d'azzurro centrato e crociato d'oro, e cantonato delle lettere F. A. V. L. dello stesso, e tenente con la branca medesima uno stendardo di rosso, attraversato da una croce d'argento cantonata di quattro chiavi dello stesso, e sormontato in asta dall'aquila bicipite d'oro.»
Le lettere dello stemma corrispondono ai 3 castelli originari, dalla cui unione Viterbo sarebbe nata: Fano, Arbano e Vetulonia [1]
[modifica] Citazioni
Di Viterbo è Marcello Mastroianni nel film "Una giornata particolare" di Ettore Scola, dove incarna la figura di un giornalista perseguitato dal regime fascista.
[modifica] Tradizioni e feste
- 4 settembre festa di Santa Rosa, co-patrona della Città. La sera precedente avviene il trasporto della Macchina di Santa Rosa, imponenente costruzione trasportata dai Facchini di Santa Rosa. La Macchina è alta 28 metri sopra la spalla dei facchini e raggiunge quindi circa 29,50 metri da terra. Viene rinnovata di solito ogni cinque anni; quella attuale, che si chiama «Ali di Luce», è stata progettata dall'Arch. Raffaele Ascenzi e costruita da Contaldo Cesarini nel 2003.
[modifica] Le vie di comunicazione
- Le infrastrutture della viabilità di questa città non si sono sviluppate adeguatamente nel corso del tempo. Collocata strategicamente tra Firenze e Roma, lungo il tracciato della Cassia, la città di Viterbo rinunciò volontariamente ad accogliere nel proprio territorio l'autostrada A1 e la linea ferroviaria veloce, che furono così spostate verso Orte. Ad oggi i tempi di percorrenza via treno tra Roma e Viterbo sono di circa 1 ora e 40 minuti per 80 chilometri di percorso. Tuttavia, è stato realizzato un raccordo a doppia corsia con il casello autostradale di Orte, in procinto di essere allungato fino a Civitavecchia, collegando così la città portuale, Viterbo, Terni e Rieti. Per cui la città, più che con la capitale, ha preferito un migliore collegamento con la vicina Umbria.
[modifica] Amministrazione
- Sindaco: Giancarlo Gabbianelli, dal 06/2004 (secondo mandato).
- Comune: Centralino 0761 3481
- Classificazione climatica: zona D, 1989 GR/G
- Fa parte della Comunità Montana "Monti Cimini".
[modifica] Galleria fotografica
(cliccare per ingrandire)
[modifica] Voci correlate
- Unione Sportiva Viterbese Calcio '90 (Viterbese)
- Gruppo Sportivo ViterSport Hockey in Carrozzina (ViterSport Hockey)
[modifica] Altri progetti
[modifica] Collegamenti esterni
- Sito della rete civica di Viterbo
- Il sito della Tuscia viterbese dedicato ai suoi prodotti e alla gastronomia
- Università della Tuscia
- Sito del Sodalizio dei Facchini di Santa Rosa
- Sul sito del giornalista Francesco Mecucci, una guida completa della città
- Galleria di cartoline di Viterbo
- Guida della città di Viterbo e dintorni Edizione elettronica di una dettagliata guida del 1888.
[modifica] Note
Da San Pietro Apostolo alla Basilica di San Pietro Canterbury | Calais | Bruay | Arras | Reims | Châlons-sur-Marne | Bar-sur-Aube | Besançon | Pontarlier | Losanna | Gran San Bernardo | Aosta | Ivrea | Viverone | Roppolo | Cavaglià | Santhià | Olcenengo | Vercelli | Pavia | Chignolo Po | Orio Litta | Senna Lodigiana | Calendasco | Piacenza | Fiorenzuola d'Arda | Alseno | Fidenza | Noceto | Parma | Fornovo di Taro | Terenzo | Berceto | Pontremoli | Filattiera | Villafranca | Licciana Nardi | Aulla | Santo Stefano di Magra | Sarzana | Fosdinovo | Luni | Castelnuovo Magra | Ortonovo | Massa | Camaiore | Lucca | Altopascio | San Genesio | San Gimignano | Siena | Buonconvento | Montalcino | San Quirico d'Orcia | Castiglione d'Orcia | Abbadia San Salvatore | Radicofani | Acquapendente | Bolsena | Montefiascone | Viterbo | Vetralla | Capranica | Ronciglione | Sutri | Nepi | Roma |
Acquapendente | Arlena di Castro | Bagnoregio | Barbarano Romano | Bassano Romano | Bassano in Teverina | Blera | Bolsena | Bomarzo | Calcata | Canepina | Canino | Capodimonte | Capranica | Caprarola | Carbognano | Castel Sant'Elia | Castiglione in Teverina | Celleno | Cellere | Civita Castellana | Civitella d'Agliano | Corchiano | Fabrica di Roma | Faleria | Farnese | Gallese | Gradoli | Graffignano | Grotte di Castro | Ischia di Castro | Latera | Lubriano | Marta | Montalto di Castro | Monte Romano | Montefiascone | Monterosi | Nepi | Onano | Oriolo Romano | Orte | Piansano | Proceno | Ronciglione | San Lorenzo Nuovo | Soriano nel Cimino | Sutri | Tarquinia | Tessennano | Tuscania | Valentano | Vallerano | Vasanello | Vejano | Vetralla | Vignanello | Villa San Giovanni in Tuscia | Viterbo | Vitorchiano |