Cammino neocatecumenale
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Il Cammino Neocatecumenale è un itinerario di formazione cattolica nato in Spagna nella metà degli anni sessanta del Novecento su iniziativa del pittore Kiko Argüello e di Carmen Hernández. È un itinerario di fede che si prefigge la riscoperta del battesimo.
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Storia
Le origini
Nei primi anni Sessanta Francisco (Kiko) Argüello (pittore, nato a León, Spagna) avrebbe avuto una visione della Madonna[1] con l'indicazione di «fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth».
Lanciatosi nell'evangelizzazione dei baraccati di Palomeras Altas, alla periferia di Madrid, vi incontra Carmen Hernández (laureata in chimica e associata per alcuni anni all’Istituto Misioneras de Cristo Jesús) e dal 1964 al 1967 collabora con lei in un ambiente composto soprattutto da poveri, prostitute e omosessuali, formando una "sintesi kerigmatico-catechetica" che, sostenuta dalla Parola di Dio, dalla Liturgia e dall'esperienza comunitaria, e sulla scia del Concilio Vaticano II, diventerà la base di ciò che il Cammino Neocatecumenale porterà in tutto il mondo.
Dalle baracche l'esperienza passa presto, su invito dell'allora arcivescovo di Madrid Casimiro Morcillo (1904-1971), ad alcune parrocchie delle città di Madrid e di Zamora. L'esperienza delle parrocchie cittadine era però diversa da quelle dei poveri delle baracche. Molti cittadini non avevano evidenti bisogni materiali e le catechesi venivano usate come conferenze, non come cammino di conversione e di kenosis, dove far "morire" a poco a poco la vecchia spiritualità per poter essere rivestiti della nuova creazione nello Spirito Santo. Così gradualmente venne apparendo la riscoperta del Battesimo (detta "neocatecumenato") come cammino da percorrere per arrivare a una fede "adulta", capace di rispondere ai cambiamenti sociali del nostro tempo.
Nel 1968 Kiko e Carmen portarono anche in Italia la loro esperienza su invito di mons. Dino Torreggiani (1905-1983), fondatore della congregazione religiosa Servi della Chiesa, con una lettera di presentazione per il cardinale Angelo Dell'Acqua (1903-1972), allora vicario di Sua Santità. Andarono a vivere nelle baracche del Borghetto Latino a Roma e avviarono il Cammino nella parrocchia di Nostra Signora del SS. Sacramento e dei Martiri Canadesi, nel quartiere Nomentano, ed in seguito in molte altre parrocchie della città e del mondo.
Nell'aprile del 1970, a Majadahonda, nei pressi di Madrid, Kiko, Carmen ed altri responsabili e parroci, si posero il problema circa l'identità delle comunità che stavano sorgendo nelle parrocchie. Da tale riflessione furono definiti gli elementi basilari dell'esperienza del Cammino Neocatecumenale.
Natura e missione della comunità neocatecumenale
- La comunità è la Chiesa stessa, che nasce dall'annuncio della "Buona Novella" che è Cristo.
- L'annuncio è apostolico, cioè in stretta dipendenza dal vescovo.
- I membri sono chiamati ad essere "sacramento di salvezza" all'interno della parrocchia, in cammino verso una fede sempre più adulta sostenuti dal "tripode": Parola di Dio, Liturgia, Comunione fraterna.
- Il Cammino è detto catecumenato o neocatecumenato, a seconda del caso che l'adulto sia non battezzato o già battezzato[2] e dichiara di ispirarsi al catecumenato antico (Scrutini battesimali, Iniziazione alla preghiera, Redditio e Traditio Symboli, ecc.).
- Compito della comunità è rendere visibile un nuovo modo di vivere il Vangelo, tenendo presente le esigenze degli uomini contemporanei.
- I membri del Cammino vivono il dovere di non distruggere niente, di rispettare tutto, presentando il frutto di una Chiesa che si rinnova.
- Le comunità rimangono all'interno delle parrocchie, vivendo in comunione con il parroco.
Alcuni anni più tardi, quando il Cammino era già diffuso in molte diocesi italiane, i responsabili furono chiamati dalla Congregazione del Culto Divino per presentare il loro itinerario di riscoperta del Battesimo[3]. L'allora Segretario della Congregazione, mons. Annibale Bugnini, e gli esperti che lo coadiuvavano rimasero stupiti del valore di questa nuova realtà ecclesiale[4]. Dopo due anni di studio della prassi del Cammino la Congregazione pubblicò sulla propria rivista ufficiale la breve nota Praeclarum exemplar di apprezzamento dell'opera delle comunità neocatecumenali[5]. È in questi anni che viene scelto, su proposta della stessa Congregazione, il nome di "Cammino Neocatecumenale" ovvero "catecumenato post-battesimale".
Struttura del Cammino
Il Cammino Neocatecumenale, sul modello del catecumento antico, si struttura come un itinerario comunitario a tappe, fedelmente all'ispirazione originaria di «fare comunità cristiane come la Sacra Famiglia di Nazareth che vivano in umiltà, semplicità e lode e dove l'altro è Cristo».
Il percorso neocatecumenale prende inizio da un ciclo di catechesi che si distende, normalmente, sull'arco di due mesi in cui viene preparato e annunciato il "Kerygma". Coloro che, al termine di questo "primo annuncio" lo desiderano, danno vita ad una nuova comunità neocatecumenale che, come un embrione appena concepito, inizia il suo percorso di crescita e maturazione, in seno alla parrocchia, e si mette in cammino alimentata dal "tripode" Parola di Dio-Liturgia-Comunità.
La prima fase, il pre-catecumenato post-battesimale, è un tempo di "kènosi" per imparare a camminare nell'umiltà. Rivivendo le tappe del Primo e del Secondo Scrutinio battesimale, che costituiscono la prima parte del battesimo, si passa al "catecumenato post-battesimale", che è un tempo di combattimento spirituale per acquistare la semplicità interiore dell'"uomo nuovo" che ama Dio come unico Signore, con tutto il cuore, con tutta la mente, con tutte le forze e il prossimo come se stesso. La Chiesa sostiene i neocatecumenali attraverso la consegna graduale di alcune "armi spirituali":
-
- l'iniziazione alla preghiera (con la consegna del libro della Liturgia delle Ore);
- la Traditio Symboli (consegna del Credo) che è seguita dalla testimonianza pubblica della propria fede, la Redditio Symboli;
- la consegna del Padre Nostro (nell'abbandono filiale alla Vergine Maria).
Dopodiché si apre la fase della riscoperta dell'«elezione», "cardine di tutto il (neo)catecumenato", tempo di illuminazione, dove i neocatecumeni apprendono a "camminare nella lode". Questo tempo culmina con la rinnovazione delle promesse battesimali nella Veglia Pasquale presieduta tipicamente dal Vescovo.
Responsabili del Cammino
Attualmente l’équipe responsabile internazionale del Cammino Neocatecumenale è composta dagli iniziatori Kiko Argüello e Carmen Hernández, affiancati da un sacerdote, padre Mario Pezzi[6]. L'équipe internazionale nomina il collegio elettivo (da ottanta a centoventi membri, nominati a vita[7]).
Dall'équipe responsabile internazionale dipendono le équipes dei cosiddetti "catechisti itineranti" (ad oggi circa settecento) responsabili, per conto dell'équipe internazionale, del Cammino Neocatecumenale nelle varie nazioni o regioni del mondo. Contribuiscono a formare le prime comunità neocatecumenali e a mantenere regolari contatti con i vescovi delle diocesi in cui operano; le équipes itineranti mantengono un legame costante con i responsabili internazionali del Cammino (in occasione delle "convivenze degli itineranti"), visitano periodicamente le comunità neocatecumenali da loro catechizzate e curano lo sviluppo del Cammino nel territorio loro assegnato, nella fedeltà al carisma degli iniziatori.
Queste équipes di "catechisti itineranti" per l'evangelizzazione sono formate da uomini o donne celibi, da coppie sposate e da un sacerdote (che abbia ottenuto il permesso dal proprio vescovo o dal proprio superiore religioso). Essi si offrono liberamente, lasciando casa, lavoro e amicizie e facendosi disponibili ad andare gratuitamente in qualunque parte del mondo nella precarietà e confidando nella Provvidenza. I "catechisti itineranti" restano uniti alla propria parrocchia e comunità neocatecumenale, alla quale ritornano periodicamente. Inoltre sono liberi di interrompere in qualsiasi momento la propria esperienza missionaria.
Le "équipes itineranti" si recano in un'altra diocesi, su invito del Vescovo locale e di almeno un parroco interessato, per avviare il Cammino Neocatecumenale in una parrocchia. Le équipes sono formate, abitualmente, secondo lo schema (coppia, celibe, presbitero oppure celibe, nubile, presbitero), generalmente attraverso un sorteggio tra quanti hanno completato (o quasi) tutte le tappe del Cammino e si sono offerti volontari.
Attività missionaria
Di fronte alla situazione di forte secolarizzazione del Nord Europa e vaste aree del mondo, Kiko e Carmen hanno dato l'avvio all'esperienza delle "Famiglie in missione", per fondare col Cammino la Chiesa in paesi dove essa è inesistente ("Implantatio Ecclesiae") o per aiutare a rafforzare le comunità lì presenti. Queste famiglie restano unite alla propria comunità neocatecumenale, inserita nella parrocchia di origine, e sono sostenute dalla stessa comunità e dalla parrocchia per quanto concerne le spese per viaggi, affitto delle case, sostegno morale, lettere, preghiere, etc. La più recente partenza di duecento famiglie in missione è avvenuta il 12 gennaio 2006, alla presenza di papa Benedetto XVI[8], portando così ad oltre cinquecento le "famiglie in missione" nel mondo.
All'opera di evangelizzazione, iniziata dalle famiglie in diverse zone, si è ben presto affiancata anche quella di sacerdoti missionari, con la creazione, in diverse diocesi e dietro esplicita richiesta dell'ordinario del luogo, di un seminario Redemptoris Mater, seminari diocesani, internazionali, missionari (attualmente sono 67) in cui vengono accolte gran parte delle vocazioni al sacerdozio nate in seno al Cammino.
Un'altra iniziativa significativa è stata la costruzione e la gestione della Domus Galilaeae sul monte delle Beatitudini in Galilea, opera inaugurata da papa Giovanni Paolo II nel 2000 durante il suo storico viaggio in Terra Santa, che in quell'occasione celebrò l'Eucarestia con decine di migliaia di giovani, giunti in pellegrinaggio da tutto il mondo. La Domus Galilaeae è luogo di incontro e ritiro dei fratelli delle comunità neocatecumenali durante il pellegrinaggio in Israele che viene compiuto in occasione della conclusione dell'itinerario neocatecumenale. È diventato anche un luogo di incontro tra cristiani ed ebrei, in occasione delle visite che molti ebrei fanno in questo luogo.
Il Cammino Neocatecumenale nel mondo
Il 29 giugno 2002 è arrivato un primo riconoscimento dal Pontificio Consiglio per i Laici, con l'approvazione ad experimentum, per un periodo di cinque anni, dello Statuto del Cammino Neocatecumenale[9].
Oggi il Cammino è presente in tutti e cinque i continenti, in più di 900 diocesi, per un totale di oltre 17.500 comunità in 6.000 parrocchie.
Il Cammino, in quanto itinerario di formazione cattolica, non ha un patrimonio proprio[10] pur avendo una struttura propria con dei responsabili "vita natural durante"[11].
Numerosi sono anche i seminari "Redemptoris Mater", sparsi in tutto il mondo.
In Rwanda, nell'ottobre del 1994, il sacerdote Justin Furaha[12] ed altre decine di persone tra sacerdoti, laici e suore appartenenti al Cammino, sono stati uccisi durante il genocidio ruandese in quanto cristiani ed appartenenti all'etnia Tutsi.
Aspetti critici del Cammino Neocatecumenale
Il Cammino Neocatecumenale gode del favore di molti ecclesiastici ed ha raccolto numerosi elogi ed incoraggiamenti[13]; il più famoso è quello di papa Giovanni Paolo II che in una lettera[14] a mons. Paul Josef Cordes[15] del 30 agosto 1990, scrisse: «avendo preso visione della documentazione da Lei presentata, accogliendo la richiesta rivoltami riconosco il Cammino Neocatecumenale come un itinerario di formazione cattolica, valida per la società e per i tempi odierni. Auspico, pertanto, che i Fratelli nell'Episcopato valorizzino e aiutino - insieme con i loro presbiteri - quest'opera per la nuova evangelizzazione, perché essa si realizzi secondo le linee proposte dagli iniziatori, nello spirito di servizio all'Ordinario del luogo e di comunione con lui e nel contesto dell'unità della Chiesa particolare con la Chiesa universale» (in Acta Apostolicae Sedis, 82/1990, 1513-1515, con una nota redazionale che precisava che «l'intento del Santo Padre, nel riconoscere il Cammino neocatecumenale come valido itinerario di formazione cattolica, non è quello di dare indicazioni vincolanti agli ordinari del luogo, ma soltanto di incoraggiarli a considerare con attenzione le comunità neocatecumenali, lasciando tuttavia al giudizio degli stessi ordinari di agire secondo le esigenze pastorali delle singole diocesi»).
Ciononostante il Cammino presenta degli aspetti problematici che hanno dato luogo a molteplici discussioni all'interno della Chiesa cattolica[16]. Già nel 1983 lo stesso Giovanni Paolo II in un discorso ai neocatecumenali aveva detto: «Celebrate l'Eucaristia e, soprattutto, la Pasqua, con vera pietà, con grande dignità, con amore per i riti liturgici della Chiesa, con esatta osservanza delle norme stabilite dalla competente autorità, con volontà di comunione con tutti i fratelli (...) Il ministero della riconciliazione... è affidato a voi, Sacerdoti. Siatene ministri sempre degni, pronti, zelanti, disponibili, pazienti, sereni, attenendovi con fedele diligenza alle norme stabilite in materia dall'Autorità ecclesiastica... in piena adesione al ministero e alla disciplina della Chiesa, con la confessione individuale, come ripetutamente raccomanda il nuovo Codice di Diritto Canonico (...) Non chiudetevi in voi stessi, isolandovi dalla vita della Comunità parrocchiale o diocesana (...) Pertanto le norme giuridiche, come anche quelle liturgiche, vanno osservate senza negligenze e senza omissioni»[17].
La polemica intraecclesiale tra parte del mondo cattolico ed il Cammino Neocatecumenale riguarda quattro punti:
- dottrinale: la presenza, negli insegnamenti del Cammino, di tesi equivoche o addirittura eretiche e contrarie al Magistero Pontificio;
- liturgico: cambiamenti sostanziali rispetto alla prassi liturgica comunemente accettata dalla Chiesa (per esempio le lunghe «monizioni» da parte di laici che rischierebbero di sostituire l'omelia del celebrante, l'«uso di una mensa addobbata posta al centro della chiesa invece dell’altare dedicato in presbiterio», la Comunione «seduti», etc) anziché lo stile dei libri liturgici approvati, le celebrazioni lunghissime e riservate ai soli aderenti, etc;
- pastorale: la mentalità che può divenire "da setta" ed un certo separatismo, la segretezza sul contenuto delle catechesi (che non sono state ancora ufficialmente pubblicate, poiché ancora in esame presso le Congregazioni vaticane), il Cammino presentato quasi come fosse l'unico modo di essere cristiani, la durata effettiva del Cammino (talvolta vent'anni e più), l'eccessiva enfasi sull'Antico Testamento, la riduzione dell'importanza di alcuni sacramenti e della devozione mariana, la maggiore importanza data ai catechisti laici piuttosto che ai sacerdoti, etc;
- altri aspetti: modi e metodi della raccolta e dell'uso delle risorse economiche, livello culturale e umano di una consistente parte degli aderenti, la quasi monopolizzazione del tempo libero degli aderenti, lo svilimento della storia della Chiesa da dopo Costantino a prima del Concilio Vaticano II, l'eccessiva enfasi nel parlare del demonio, etc.
I neocatecumenali affermano che le celebrazioni e le catechesi sarebbero aperte a tutti, e che sussisterebbe finalmente la comunione con altri movimenti ecclesiastici[18]; insistono poi sulla devozione mariana[19] e dichiarano che la "minore importanza dei sacerdoti" sarebbe dovuta al fatto che essi possono frequentare il Cammino come tutti gli altri fratelli, pur avendo una formazione specifica e la vocazione di essere pastori del gregge. I neocatecumenali si difendono poi accusando calunnie, equivoci (causati soprattutto dal fatto che le catechesi vengono esposte sempre oralmente e quindi col rischio di essere citate direttamente dal linguaggio parlato), inimicizie o asserendo la compatibilità della prassi del Cammino con il Magistero Pontificio e la Tradizione della Chiesa e ricordando le ripetute dichiarazioni di apprezzamento ricevute dagli ultimi Papi e da molti Vescovi e Cardinali. È infatti la gerarchia cattolica stessa a dover valutare quanto e come il Cammino abbia le caratteristiche di itinerario di formazione alla fede.
Nei seguenti paragrafi vengono presentate alcune delle osservazioni da parte di esponenti del clero e della gerarchia[20] relative ai primi tre punti.
Osservazioni da sacerdoti
Una prima documentata critica al Cammino[21] venne nel 1983 dal sacerdote, ingegnere e teologo mons. Pier Carlo Landucci (1900-1986), di cui è attualmente in corso la causa di beatificazione. Secondo Landucci, nel Cammino Neocatecumenale «non c'è alcuna posizione dottrinale o pratica cattolica che non sia gravemente deformata. Il tutto presentato con impressionante grossolanità e confusione teologica e biblica, congiunte all'ostentato atteggiamento di acuta riscoperta e di suggestionanti prospettive di personale, elitario impegno e sacrificio». L'analisi degli "Orientamenti alle Équipes di Catechisti" del Cammino (i testi base da cui i catechisti preparavano le catechesi orali) porta Landucci a riscontrare:
- rispetto alla Chiesa cattolica, nel Cammino «tutte le verità teologiche fondamentali sono deformate gravemente; e naturalmente anche i sacramenti»;
- nel Cammino, le affermazioni «roboanti che, pur con qualche addentellato di verità, sono solo atte a suggestionare e plagiare»;
- la dottrina neocatecumenale sarebbe «in linea con la negazione protestante del vero sacramento»;
- sussisterebbe nel Cammino «la grande confusione teologica e scritturale e alla superficialità, congiunte alla presunzione di acutezza e di approfondimento critico, senza dire della presunzione carismatica»;
- i neocatecumenali opererebbero una «sleale identificazione» col Concilio Vaticano II, ed «osano addirittura affiancarsi al Vaticano II, come se la sua linea si identificasse con quella neocatecumenale e soltanto con quella».
Un'altra documentata critica agli aspetti dottrinali, liturgici e pastorali del Cammino venne lungo gli anni novanta dagli scritti del teologo e filosofo passionista Enrico Zoffoli (1915-1996), che ha scritto diversi libri[22] confrontando i testi originali delle catechesi in uso nel Cammino ed il Magistero pontificio (vedi bibliografia). Nel suo "Dizionario del Cristianesimo", alla voce Neocatecumenali riassumeva[23]: «il loro fondo dottrinale è gravemente compromesso da errori che colpiscono i dogmi fondamentali del Cristianesimo qual è stato interpretato e proposto dal Magistero dei Papi e dei Concili. Si nega la Redenzione, il carattere sacrificale della morte di Cristo e, quindi, il "Sacrificio dell'altare", con il relativo culto eucaristico (transustanziazione, adorazione...); si sostiene l'unico sacerdozio di Cristo, annullando la distinzione essenziale tra "sacerdozio ministeriale" e "sacerdozio comune", restando perciò soppressa la Gerarchia, fondata su questa distinzione. Si nega il dovere e la possibilità dell'imitazione di Cristo; si altera gravemente la nozione di peccato, della Grazia, del libero arbitrio...; si fantastica "un perdono" concesso a tutti da Dio e che implica il rifiuto dell'inferno (...). È certo che la dottrina fondamentalmente errata del movimento costituisce una gravissima minaccia per tutti».
Altre pubblicazioni critiche nei confronti del Cammino vengono dai sacerdoti don Elio Marighetto e don Gino Conti (vedi bibliografia)[24], che pure hanno studiato e commentato i testi delle "catechesi segrete" (così soprannominate poiché per lungo tempo solo i catechisti neocatecumenali sarebbero stati al corrente della loro esistenza).
Osservazioni dalla gerarchia ecclesiastica
Altre critiche al Cammino provengono dalla gerarchia ecclesiastica[25].
Nel novembre 1986, il vescovo di Brescia Bruno Foresti già rilevava[26] tra le comunità neocatecumenali:
- una «visione pessimistica dell'uomo»;
- un «clima di soggezione psicologica» ed un'«atmosfera di esclusivismo»;
- «un certo discredito per la religiosità degli altri»;
- una «scarsa attenzione» sulla «disciplina relativa all'amministrazione dei sacramenti»;
- l'eccessiva dipendenza dei sacerdoti neocatecumenali dal Cammino e la loro «comune disattenzione ai richiami del Vescovo».
Nel 1995, il cardinale di Firenze Silvano Piovanelli accusava[27] «rigidità e chiusure» che avevano portato a «tensioni molto acute» nelle parrocchie dove il Cammino era presente, chiedendo ai neocatecumenali di «interrogarsi sul proprio modo di esprimersi e di presentarsi», di superare «la tentazione di credersi migliore degli altri», evidenziando il «contrasto» tra i «recenti documenti del Magistero» e la norma del Cammino di celebrare la Messa festiva il sabato sera.
Il 22 febbraio 1996, il cardinale Salvatore Pappalardo, come ultimo atto di governo dell'arcidiocesi di Palermo, vietò[28] agli aderenti del Cammino la celebrazione di Messe «precluse agli altri fedeli»; scrisse inoltre che «il Cammino, da solo, non è la Chiesa» chiedendo pertanto che il Cammino «non si distacchi dalle liturgie eucaristiche comuni».
Nel 1996 Basil Hume, arcivescovo di Westminster e presidente della Commissione Episcopale dell'Inghilterra e del Galles, si rifiutò[29] di ordinare preti quindici seminaristi di formazione neocatecumenale. La motivazione fu che tali seminaristi, una volta ordinati, avrebbero avuto come punto di riferimento i capi delle loro comunità anziché il proprio vescovo[30].
Nel 1997 Mervyn Alban Alexander, vescovo di Clifton (Inghilterra), proibì[31] il Cammino Neocatecumenale nella sua diocesi dichiarando che catechesi ed evangelizzazione del Cammino non erano «né benefici né appropriati per la diocesi».
L'arcivescovo di Catania, mons. Luigi Bommarito, scrisse nel dicembre 2001 una lettera[32] al Cammino Neocatecumenale della sua arcidiocesi, riassumendo, tra i problemi riscontrati:
- la riduzione della figura del sacerdote da ruolo guida a mero esecutore liturgico;
- il pessimismo e l'impoverimento della virtù cristiana della speranza nelle catechesi;
- il separatismo rispetto ai cattolici non Neocatecumenali;
- il "metodo" dei Neocatecumenali, da loro ritenuto "insuperabile";
- le dolorose divisioni nelle parrocchie dove il Cammino è presente in modo consistente;
- gli "scrutini", confessioni pubbliche che "scarnificano le coscienze con domande che nessun confessore farebbe"[33].
Nella citata lettera Bommarito parla inoltre del «rischio molto facile di cadere in una sorta di fondamentalismo integralista», e vi allega "puntualizzazioni" di altri ecclesiastici.
Approvazione degli Statuti e Direttorio Catechetico
All'inizio del 1997 Giovanni Paolo II chiese ai responsabili del Cammino una regolazione statutaria[34]. Una prima versione degli Statuti del Cammino Neocatecumenale fu respinta all'inizio del 1999[35]; una seconda bozza fu esaminata ed ugualmente respinta nell'inverno dello stesso 1999[36]; lo Statuto venne finalmente[37] approvato nel 2002 per un periodo ad experimentum fino a giugno 2007.
Il decreto di approvazione[38] del Pontificio Consiglio per i Laici recita infatti: «Tenuto conto dei numerosi frutti spirituali apportati alla nuova evangelizzazione dalla prassi del Cammino Neocatecumenale - accolto e valorizzato nei suoi oltre trent'anni di vita in molte Chiese locali - segnalati al Pontificio Consiglio per il Laici da numerose lettere raccomandatizie di cardinali, patriarchi e vescovi; dopo attento esame del testo degli Statuti, frutto di un laborioso processo di collaborazione tra gli iniziatori del Cammino Neocatecumenale e il Pontificio Consiglio per i Laici, che si è avvalso del contributo apportato nell'ambito delle competenze loro proprie da diversi dicasteri della Curia Romana (...) il Pontificio Consiglio per i Laici DECRETA l'approvazione "ad experimentum" per un periodo di cinque anni degli Statuti del Cammino Neocatecumenale...»
Nei discorsi e omelie di Giovanni Paolo II del 29 giugno 2002 e dei giorni successivi, non appare alcuna menzione dell'approvazione degli Statuti[39], nonostante Kiko Argüello abbia ringraziato personalmente il Papa per aver «voluto in prima persona questa approvazione»[40]; solo nel settembre successivo il Papa ne parlerà precisando che «spetta ora ai Dicasteri competenti della Santa Sede esaminare il Direttorio catechetico e tutta la prassi catechetica nonché liturgica del Cammino stesso. Sono certo che i suoi membri non mancheranno di assecondare con generosa disponibilità le indicazioni che loro verranno da tali autorevoli fonti»[41].
Lo Statuto rinvia ad un Direttorio Catechetico che raccoglie la tradizione orale e indica la prassi del Cammino[42]; il materiale raccolto per la creazione del Direttorio (quattordici volumi) è tuttora in fase di esame da parte delle congregazioni vaticane. Si tratta perciò di un'approvazione parziale (oltre che temporanea), poiché le catechesi e la prassi del Cammino non sono scindibili dal Cammino stesso.
Spesso le discussioni sulle problematiche inerenti il Cammino Neocatecumenale tendono a ridursi alla discussione sull'approvazione pontificia, possibilmente deducendo che una volta approvato definitivamente il Cammino non sia più possibile elevare osservazioni critiche. L'approvazione degli Statuti è però descrittiva di ciò che "deve e dovrà fare" il Cammino (non di ciò che "fino ad oggi ha affermato"); l'approvazione completa (Statuti e Direttorio Catechetico) potrebbe inoltre diventare "definitiva" (sia pure sotto alcune condizioni) anche solo per motivazioni di carattere pastorale.
Liturgia
Ciò che maggiormente pare preoccupare la gerarchia ecclesiastica sono gli abusi in campo liturgico[43]. I neocatecumenali sostengono che sia Giovanni Paolo II sia l'allora cardinale Joseph Ratzinger abbiano personalmente celebrato la Messa con le comunità neocatecumenali ma, come per gli elogi e gli incoraggiamenti, tali eventi non sono in sé giuridicamente normativi[44]. A distanza di quasi ventitre anni dalla raccomandazione di osservare «le norme liturgiche» «senza negligenze e senza omissioni»[45], il 1 dicembre 2005 la Congregazione del Culto divino, a firma del cardinale Francis Arinze, ha inviato una lettera[46] a Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi per comunicare le «decisioni del Santo Padre» a proposito delle liturgie del Cammino Neocatecumenale, raccomandando di seguire «i libri liturgici approvati, senza omettere né aggiungere nulla»[47] e richiedendo, fra le altre cose[48]:
- che «almeno una domenica al mese» le comunità del Cammino partecipino alla Messa della parrocchia;
- che le «eventuali monizioni» previe alle letture della Messa siano «brevi»;
- che l'omelia sia «riservata al sacerdote o al diacono»;
- che il modo di ricevere la Santa Comunione diventi entro «un tempo di transizione (non più di due anni)» (ossia entro dicembre 2007) lo stesso di tutta la Chiesa.
Sul sito ufficiale del Cammino è presente un'interpretazione[49] di Giuseppe Gennarini (responsabile del Cammino per gli Stati Uniti e per i rapporti con la stampa), che sembra stravolgerne il senso in quanto la presenta come un'«approvazione» anziché come una «correzione»[50].
La lettera del cardinale Arinze segue di pochi giorni l'incontro di Argüello, Hernández e padre Pezzi prima con la Congregazione del Culto Divino e subito dopo con papa Benedetto XVI[51]. Gli iniziatori del Cammino invieranno il 17 gennaio successivo una lettera[52] di risposta a papa Benedetto XVI, dichiarandosi «contentissimi delle "norme"» ricevute ed esprimendo «gratitudine», dichiarando che «ogni équipe di catechisti itineranti parlerà con il Vescovo di ogni Diocesi per concordare» la partecipazione dei neocatecumenali alla Messa parrocchiale «almeno una volta al mese», e ringraziando per «i due anni»[53] concessi per adeguarsi al «modo della distribuzione della Comunione»[54].
In una catechesi tenuta ai neocatecumenali di Madrid il 22 febbraio 2006, Kiko Argüello comunque sostiene[55] che la lettera di Arinze conterrebbe concessioni e conferme «alla Messa del Cammino che si celebra ogni domenica da più di trent'anni».
Gli Statuti approvati ad experimentum nel 2002, oltre a rinviare ad un Direttorio Catechetico per quanto riguarda gli aspetti dottrinali, non entrano nel merito delle particolarità liturgiche del Cammino Neocatecumenale. Con la lettera del cardinale Arinze contenente «le decisioni del Santo Padre» di riportare le liturgie neocatecumenali a quanto già previsto dai documenti approvati, moltissimi (anche tra i favorevoli[56] al Cammino) vi hanno visto un serio ridimensionamento di tali liturgie.
Curiosità
Nel gergo neocatecumenale vengono attribuiti particolari significati ad alcuni termini e nomi. Ad esempio, vengono definiti "Giuda" e "Faraoni" quanti hanno una visione critica del Cammino[57].
Il termine "sperimentare" indica l'avere una esperienza palpabile di qualcosa nel contesto di una situazione vissuta. Il termine "lontani" si riferisce a chi è lontano dalle leggi di Dio, apostata, pagano o idolatra, non necessariamente lontano dalla chiesa. La "storia che Dio fa con te" indica invece il progetto e la relazione che intercorre tra l'esistenza di un uomo e Dio.
Con il termine "convivenza", si indica un ritiro spirituale di uno o più giorni, nel quale i partecipanti "con-vivono", cioè stanno insieme in un clima di preghiera e di condivisione allo scopo di alimentare la comunione fraterna nella propria comunità, condividere l'esperienza di vita alla luce della Parola di Dio e, mediamente una/due volte l'anno, incontrare i propri catechisti nelle tappe che caratterizzano lo svolgersi del catecumenato post-battesimale.
Il termine "alzarsi" viene utilizzato per dire che un individuo o una famiglia sentono il desiderio di offrire la propria vita per il Vangelo e quindi, in occasione di opportuni incontri fatti con gli iniziatori del cammino, con i propri catechisti o in comunità, a seguito di un appello generale si alzano rendendosi visibili ai fratelli mostrando apertamente la propria disponibilità in risposta alla chiamata di Dio. Questa disponibilità sarà poi vagliata dalla Chiesa in opportuni incontri vocazionali.
Il termine "figlie di Israele[58]" si riferisce invece alle donne nubili[59] aderenti al Cammino.
Voci correlate
- Kiko Argüello
- Carmen Hernández
- Mario Pezzi
- Seminari "Redemptoris Mater"
- Famiglie in missione
- Enrico Zoffoli
Collegamenti esterni
Siti e testimonianze sul Cammino
- Sito ufficiale del Cammino Neocatecumenale.
- Domus Galilaeae.
- Cammino Neocatecumenale presentato sul sito ufficiale della Congregazione per l'Evangelizzazione dei popoli (Propaganda Fide).
- Decreto di approvazione dello Statuto da parte del Pontifico Consiglio per i Laici.
- Discorso del Presidente del Pontificio Consiglio per i Laici sull'approvazione dello Statuto.
- Catechumenium, sito non ufficiale di informazione.
- Camineo.info, portale neocatecumenale di notizie, forum e documenti.
- Testimonianze di famiglie in missione.
- Alcuni interventi di Paolo VI e Giovanni Paolo II sul Cammino Neocatecumenale, dal 1974 al 2000.
- Testimonianze e documenti sul Cammino Neocatecumenale.
- Interviste e testimonianze di Kiko Arguello.
- (ES) Caminayven: notizie sul Cammino Neocatecumenale.
- (ES) Camino Neocatecumenal, sito non ufficiale in spagnolo.
- (ES) Lista di link a siti di comunità neocatecumenali in varie lingue.
Principali fonti critiche
- Alterinfo, vasto sito in lingua italiana con i testi delle "catechesi segrete", documenti e testimonianze.
- Verità sul Cammino Neocatecumenale, sito con documenti, testimonianze e forum.
- (EN) PASCH: Parishioners Against a Secret Church (gruppo "Parroci contro una Chiesa Segreta"), sito critico in inglese sui Neocatecumenali.
- (EN) A Neocatechumenal Way experience, sito critico australiano, con la traduzione in inglese di Eresie del Cammino Neocatecumenale
- (EN) Era of Peace, sito critico maltese
- (FR) Le chemin néocatéchuménal est-il une secte? (il Cammino Neocatecumenale è una setta?), vasto sito in francese.
- (ES) Critica neocatecumenal, sito in spagnolo
- (PL) Neokatechumenat, sito polacco con testi delle "catechesi segrete" in polacco, documenti e testimonianze (fra cui alcune pagine in italiano).
- (PL) Droga Neokatechumenalna w wypowiedziach biskupów Włoch, sito polacco con documenti in italiano e traduzione in lingua polacca.
- (DE) Relinfo: Neokatechumenat, sito critico in lingua tedesca.
- Lettera "Strane concordanze tra Massoneria e Neocatecumenali" (1994).
- Lettera "Con viva ripugnanza..." di p. Enrico Zoffoli a p. Livio Fanzaga (direttore di Radio Maria) di precisazioni sul Cammino (1994).
- Novità e problematiche dello Statuto del Cammino approvato nel 2002 (Riccardo Barile, Settimana n. 29 del 25 agosto 2002).
- articoli del giornalista Sandro Magister:
- Nel nome di Kiko. La carica dei Neocatecumenali (l'Espresso, giugno 1996)
- Una Messa dei neocatecumenali (l'Espresso, agosto 2002);
- Kiko, Carmen e i faraoni (l'Espresso, agosto 2002);
- La chiesa multisala di Carmen e Kiko (dicembre 2002);
- Cattiva storia, cattiva maestra. La strana liturgia dei neocatecumenali (gennaio 2005).
Bibliografia
Testi delle catechesi del Cammino
La stessa esistenza dei ciclostilati delle catechesi di Kiko e Carmen, in dotazione ai più importanti catechisti del Cammino fin dai primissimi anni Settanta, è stata nascosta per molti anni anche agli stessi aderenti al Cammino[60] (alcuni testi in italiano sono reperibili qui). Tra i testi:
- Orientamenti alle Équipes di Catechisti per la fase di conversione, edizione ciclostilata del Centro Neocatecumenale «Servo di Jahvè in san Salvatore», p.za S. Salvatore in Campo, Roma, 1982 (il testo originale è del febbraio 1972), 373 pagine;
- Orientamenti alle Équipes di Catechisti per lo «shemà» (appunti presi dai nastri degli "shemà" fatti da Kiko e Carmen ad alcune Comunità di Roma e Madrid nel 1974, pp. 110);
- Orientamenti alle Équipes di Catechisti per la Convivenza della Rinnovazione del primo Scrutinio battesimale (appunti tratti dalle catechesi di Kiko e Carmen a Madrid nel 1972, con aggiunte del 1986, pp. 192);
- Konwiwencja (edizione ciclostilata in lingua polacca degli Orientamenti per la Convivenza), Warszawa, 1983.
Testi favorevoli
- Ezechiele Pasotti (a cura di), Il Cammino Neocatecumenale secondo Paolo VI e Giovanni Paolo II, edizioni Paoline, 1993.
- Piergiovanni Devoto, Il neocatecumenato. Un'iniziazione cristiana per adulti, editore Chirico, Napoli, 1994.
- Blázquez Pérez Ricardo, La Nuova Evangelizzazione, editore Grafitalica, 2000.
- Blázquez Pérez Ricardo, Guai a me se non annunciassi il vangelo. Iniziazione cristiana e nuova evangelizzazione, edizioni Grafite (collana "Biblioteca Neocatecumenale"), 1997.
Testi critici
- Enrico Zoffoli, I neocatecumenali - chi sono - quale il loro "credo" - cosa pensarne, edizioni Segno, Udine, 1990.
- Enrico Zoffoli, Magistero del Papa e catechesi di Kiko. Confronto a proposito del «Cammino Neocatecumenale», edizioni Segno, Udine, 1992.
- Enrico Zoffoli, Eresie del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 1992.
- Enrico Zoffoli, Catechesi neocatecumenale e ortodossia del Papa, edizioni Segno, Udine, 1992 (ristampato con approvazione ecclesiastica datata 28 febbraio 1995).
- Enrico Zoffoli, Verità del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 1996.
- Gino Conti, Neocatecumenali al bivio. Sussidio per una scelta (fra Catechismo della Chiesa Cattolica e catechismo di Kiko Argüello), edizioni Segno, Udine, 1996.
- Gino Conti, Un segreto svelato. Note di commento al testo "Orientamenti alle equipes di catechisti per la fase di conversione", edizioni Segno, Udine, 1997.
- Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, Udine, 2001.
Note e documenti
- ↑ Cfr. intervento di Carmen Hernández del 28 giugno 2002 alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale: «allora, in quel bar di Palomeras Altas io guardavo Kiko così, perché venivo da grandi sofferenze e lui mi sembrava un giovanotto in pieno cursillismo... e mi dice che aveva avuto una visione della Madonna che gli aveva detto di fare comunità come la Sacra Famiglia di Nazareth».
- ↑ Cfr. Statuto del Cammino Neocatecumenale, rispettivamente titolo II e titolo IV. L'utilizzo del termine catecumenato indica la preparazione al battesimo per un adulto non battezzato, mentre con catecumenato post-battesimale il Catechismo della Chiesa Cattolica (al n. 1231) identifica «l'ambito proprio del catechismo».
- ↑ La Congregazione aveva infatti pubblicato il 6 gennaio 1972 l’«Ordo Initiationis Christianae Adultorum», più conosciuto con la sua sigla latina OICA o italiana RICA, per l'amministrazione del sacramento del battesimo agli adulti. L'iniziazione cristiana degli adulti era caduta in disuso poiché fino a tempi recenti il battesimo veniva amministrato ai bambini nella primissima infanzia.
- ↑ Cfr. Giuseppe Gennarini, in Statuto - Commenti giuridici ed ecclesiali allo Statuto, pag. 103: "...Rimasero impressionati nel vedere che ciò che stavano elaborando da alcuni anni sul catecumenato per gli adulti, lo Spirito Santo, partendo dai poveri, lo stava già mettendo in opera". Cfr. Annibale Bugnini, in La Riforma Liturgica, pag. 579, nota 26: "Un gruppo seriamente impegnato, quello delle comunità neocatecumenali aveva già iniziato a impostare una formazione cristiana dei battezzati... Il merito di questo gruppo sta nell'aver capito l'importanza dello spirito del catecumenato per formare cristiani veri". Bugnini sosteneva uno stile di creatività liturgica permanente ed istituzionalizzata e pertanto non poteva non vedere favorevolmente le celebrazioni neocatecumenali.
- ↑ Cfr. Notitiae, n. 95-96, luglio-agosto 1974, pp. 229-230
- ↑ Padre Mario Pezzi è un ex comboniano che aderì al Cammino nel 1970. Dal 1992, dopo essere stato costretto dal Capitolo dei comboniani a lasciare la congregazione, è incardinato nella diocesi di Roma.
- ↑ Cfr. art. 35 dello Statuto. L'elenco dei membri del collegio elettivo è depositato presso il Pontificio Consiglio per i Laici, ed è aggiornato ogni cinque anni a causa dei membri che per morte, rinuncia o motivi gravi abbiano cessato di farne parte.
- ↑ Discorso di papa Benedetto XVI nell'udienza concessa alle famiglie neocatecumenali in partenza per la missione (12 gennaio 2006).
- ↑ Statuto del Cammino Neocatecumenale (29 giugno 2002), in formato PDF. Il Cammino aveva precedentemente tentato, senza successo, di ottenere lo status di prelatura personale (notizia riportata da Sandro Magister).
- ↑ Cfr. Statuto del Cammino Neocatecumenale, art. 4 § 1. La raccolta delle offerte delle 17.500 comunità del Cammino va alla Fondazione "Famiglia di Nazareth" per l'evangelizzazione itinerante, con sede a Roma, ed a cui è intestata la Domus Galilaeae. Lo stesso Statuto prevede che il Vescovo diocesano, su richiesta dell'Équipe Responsabile internazionale del Cammino, può «erigere una fondazione autonoma diocesana, con personalità giuridica, regolata da statuti propri, che sarà riconosciuta anche in sede civile» per sostenere altre attività del Cammino.
- ↑ Cfr. art. 34 dello Statuto
- ↑ Cfr. Il caso del genocidio in Ruanda.
- ↑ Per esempio, l'arcivescovo di Firenze, il cardinale Ennio Antonelli, è solito partecipare alle "convivenze" di inizio anno della Diocesi; a Colonia, alla Giornata Mondiale della Gioventù, ha voluto incontrarsi con i giovani del cammino della sua Diocesi, esprimendo gioia nel vedere che «la Chiesa si sta rinvigorendo grazie al Cammino Neocatecumenale»[citazione necessaria]. Una rassegna di interventi di Paolo VI e Giovanni Paolo II tra il 1974 ed il 2000 è presente sul sito ufficiale del Cammino.
- ↑ Lettera "Ogniqualvolta" di papa Giovanni Paolo II a mons. Paul Josef Cordes (30 agosto 1990).
- ↑ Paul Josef Cordes, vicepresidente del Pontificio Consiglio per i Laici dal 1980 al 1995, fu incaricato personalmente da Giovanni Paolo II di seguire il Cammino Neocatecumenale.
- ↑ Le prime accuse di eresia vennero già alla fine degli anni Settanta da parte di alcuni sacerdoti canadesi, legati però non alla Chiesa cattolica ma ad alcune frange scismatiche del mondo tradizionalista.
- ↑ In L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, pag. 1 e 2.
- ↑ Cfr. intervento di Kiko Argüello al convegno a Rocca di Papa il 31 maggio 2006.
- ↑ Kiko Argüello considera la Madonna sua musa ispiratrice per l'iniziazione del Cammino; ha disegnato numerose icone che la raffigurano e numerosissimi sono i canti ad essa dedicati.
- ↑ Esistono comunque numerose pubblicazioni, testimonianze e prese di posizione anche da parte di laici (cfr. collegamenti esterni a siti critici) ed ex-neocatecumanali, poiché, secondo quanto consigliato dal Codice di Diritto Canonico ("obblighi e diritti di tutti i fedeli", can. 212, §3), «in modo proporzionato alla scienza, alla competenza e al prestigio di cui godono, i fedeli hanno il diritto, e anzi talvolta anche il dovere, di manifestare ai sacri Pastori il loro pensiero su ciò che riguarda il bene della Chiesa; e di renderlo noto agli altri fedeli, salva restando l'integrità della fede e dei costumi e il rispetto verso i Pastori, tenendo inoltre presente l'utilità comune e la dignità della persona».
- ↑ Il movimento neocatecumenale. Esposizione e giudizio di mons. P. C. Landucci, in Sì sì no no, 31 gennaio 1983, testo riportato e introdotto qui (pagina che erroneamente indica le iniziali di Landucci in "G.C." anziché "P.C.").
- ↑ Le osservazioni di Zoffoli sul Cammino Neocatecumenale non sono mai state realmente contestate dalla gerarchia ecclesiale o dalle congregazioni vaticane, ad eccezione degli inviti a non anticipare il giudizio della Chiesa con i suoi scritti. Nel 1995 il cardinale Camillo Ruini, Vicario di Roma e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, ricevendo un libro di Zoffoli sui neocatecumenali, rispose infatti invitandolo «fermamente a non sostituirsi agli Organi competenti e a non emettere, sia pure con buone intenzioni, giudizi personali e prematuri su temi che riguardano l'ortodossia di realtà ecclesiali, o addirittura del Santo Padre» (Vicariato di Roma - Prot. N. 385/95, 8 aprile 1995).
- ↑ Enrico Zoffoli, Dizionario del Cristianesimo, edizioni Segno, 1992, pag. 338.
- ↑ Critiche ai neocatecumenali vengono anche da altri ambienti della Chiesa, per esempio dai Carismatici francescani.
- ↑ Oltre a quelli citati, altri vescovi e cardinali hanno espresso perplessità e critiche, fra i quali i vescovi Lorenzo Bellomi (Trieste, 1 marzo 1989, testo riportato qui), Arduino Bertoldo (Foligno, 1-8-1995; Lettera ai parroci, ai presbiteri e ai catechisti delle comunità neocatecumenali della diocesi), Pietro Nonis (Vicenza, 18-12-1996; Lettera "Centralità della parrocchia"), Benito Cocchi (Modena, 2002), Giulio Sanguineti (Brescia, 25-12-2003), e i cardinali Giovanni Saldarini (Torino, 17-5-1995; Lettera sui neocatecumenali), Giacomo Biffi (Bologna, 31-3-1996), Carlo Maria Martini (Milano, 29-10-1999), Ersilio Tonini (5-6-2006), e le Conferenze Episcopali dell'Umbria (2-3-1986), della Puglia (1-12-1996; Nota pastorale sul Cammino Neocatecumenale) e della Basilicata (1-3-1998).
- ↑ Bruno Foresti, Comunicazione al consiglio presbiterale, IX assemblea, pubblicato nella Rivista della diocesi di Brescia, 1/1987; il testo è riportato qui. Nello stesso testo Foresti ricorda che nei Capitoli Generali di alcune congregazioni religiose (fra cui i Padri Comboniani) si dichiarava l'incompatibilità dell'appartenenza ai loro istituti con l'appartenenza alle comunità neocatecumenali.
- ↑ Silvano Piovanelli, lettera Sul Cammino Neocatecumenale, Firenze, 25 marzo 1995, pubblicata in Il Regno - Documenti, 15/1995, pagg. 491-493.
- ↑ Salvatore Pappalardo, Cammino Neocatecumenale, diocesi e parrocchia, in il Regno, n. 9/1996.
- ↑ Cfr. Adista n. 67/1996 e Jesus del gennaio 1997.
- ↑ Cfr. anche seminari "Redemptoris Mater".
- ↑ (EN) Testo del decreto di mons. Mervyn Alban Alexander, vescovo of Clifton (gennaio 1997).
- ↑ Lettera al Cammino Neocatecumenale di mons. Luigi Bommarito (Avvento 2001), arcivescovo di Catania da giugno 1998 a giugno 2002.
- ↑ Lo Statuto del Cammino approvato nel 2002 impone severamente ai catechisti di rispettare il foro interno e le coscienze dei singoli (cfr. Statuti, art. 19 § 2 ed art. 28 § 2).
- ↑ Discorso di Giovanni Paolo II agli aderenti al Cammino Neocatecumenale (24 gennaio 1997), in cui il Papa ricorda che i neocatecumenali hanno già iniziato il processo di stesura dello Statuto. Giovanni Paolo II, dopo l'approvazione dello Statuto nel 2002, confermerà che «...gli Statuti devono costituire per il Cammino Neocatecumenale una "chiara e sicura regola di vita", un punto di riferimento fondamentale affinché questo processo di formazione, che ha come obiettivo di portare i fedeli ad una fede matura, possa essere realizzato in un modo confacente alla dottrina e alla disciplina della Chiesa» (Discorso di Giovanni Paolo II agli iniziatori, catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale, 21 settembre 2002).
- ↑ Il giurista neocatecumenale padre Javier Sotil, rettore del Redemptoris Mater di Brasilia, nel maggio 1999, durante una convivenza al Centro Neocatecumenale internazionale di Porto San Giorgio con Kiko Argüello e Carmen Hernández, annunciava che la bocciatura era stata «provvidenziale» perché aveva dato modo di «pensare e ripensare, consultare tante persone per preparare una seconda bozza che è qui pronta» (cfr. Cammino Neocatecumenale: storia, struttura, tappe). Nello stesso intervento annuncia l'apporto delle «correzioni» alle catechesi neocatecumenali in «quelle espressioni che erano considerate imprecise o non proprio ortodosse».
- ↑ Notizia riportata da Elio Marighetto, I segreti del Cammino Neocatecumenale, edizioni Segno, pag. 217. Don Marighetto riporta anche che ad ottobre 1999 circolò tra i neocatecumenali «la falsa notizia che era stato approvato lo Statuto».
- ↑ L'intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale il 29 giugno 2002 comincerà con: «siamo contentissimi che dopo tutto il travaglio di questi anni si sia potuti arrivare alla approvazione dello Statuto».
- ↑ Decreto di approvazione ad experimentum del Cammino Neocatecumenale.
- ↑ Cfr. Omelia del 29 giugno 2002, Angelus del 30 giugno 2002, Udienza generale del 3 luglio 2002, Angelus del 7 luglio 2002.
- ↑ Cfr. intervento di Kiko Argüello alla consegna dello Statuto del Cammino Neocatecumenale (29 giugno 2002). Nello stesso intervento Kiko riafferma che «con questo Statuto il Papa con coraggio offre ai vescovi ed alle conferenze episcopali un modo di iniziazione e di catecumenato postbattesimale».
- ↑ Cfr. discorso di Giovanni Paolo II agli iniziatori, catechisti e presbiteri del Cammino Neocatecumenale (21 settembre 2002).
- ↑ Cfr. articoli 2, 9, 11, 16, 19, 28 e 29 dello Statuto del Cammino Neocatecumenale. Ciononostante sulla stampa anche cattolica è stato talvolta detto erroneamente che era stato approvato anche il Direttorio Catechetico; per esempio da Saverio Gaeta, caporedattore di Famiglia Cristiana: «insieme con lo Statuto viene di fatto ratificato il testo degli "Orientamenti alle équipe di catechisti", che rappresenteranno le linee guida della catechesi neocatecumenale» (in Famiglia Cristiana, anno LXXII, n. 27, 7 luglio 2002, pag. 14). La consegna dei testi degli Orientamenti alle Congregazioni vaticane cominciò nel 1977.
- ↑ Un elenco sintetico delle questioni dottrinali e dei «ventidue abusi liturgici» del Cammino a confronto del Magistero pontificio è contenuto in Giovanni Apostoli, Enciclica "Ecclesia de Eucharistia" e catechesi di Carmen Hernández e Kiko Argüello a confronto. I responsabili del Cammino parlano di "variazioni" nella liturgia, senza precisare che in campo liturgico le variazioni non formalmente autorizzate sono abusi.
- ↑ Peraltro non è provato che in quelle specifiche celebrazioni siano presenti almeno i maggiori abusi liturgici contestati ai neocatecumenali (per esempio sul modo di ricevere la Comunione). Una Notificazione della Congregazione per il Culto Divino sulle celebrazioni nei gruppi del Cammino Neocatecumenale del 19 dicembre 1988 aveva infatti concesso soltanto un indulto sul momento dello scambio della pace e la Comunione sotto le due specie ma «sempre con pane azzimo» (secondo quanto già previsto dal Messale Romano), ribadendo che le Messe dei gruppi, nelle forme approvate dal documento Eucharisticum Mysterium del 25 maggio 1967, avvengano sempre informando «abitualmente» e «ad casum» l'Ordinario del luogo, senza la cui autorizzazione non possono essere celebrate.
- ↑ Giovanni Paolo II, in L'Osservatore Romano, 11 febbraio 1983, sopra citato.
- ↑ Lettera a Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi del cardinale Francis Arinze (1 dicembre 2005). Il primo commento apparso sulla stampa è di Andrea Tornielli, "La Messa è una sola: adeguatevi", su Il Giornale del 22 dicembre 2005.
- ↑ Questa raccomandazione compare sia in apertura che in conclusione della lettera.
- ↑ Cfr. "Spiegazione della lettera passo per passo".
- ↑ Intervista a Giuseppe Gennarini sulla lettera di Arinze del 1 dicembre 2005.
- ↑ Per esempio alla domanda «che valore ha questa lettera per il Cammino?» Gennarini risponde che «è la prima volta che si accettano alcune variazioni presenti nel modo di celebrare l'Eucaristia nel Cammino»: in realtà nella lettera non c'è nessuna concessione di "variazioni" rispetto a libri liturgici e documenti preesistenti e validi per tutta la Chiesa, ad eccezione dell'estensione «fino ad ulteriore disposizione» dell'«indulto già concesso» per lo «scambio della pace». Si veda anche Giovanni Apostoli, "La mistificazione di Giuseppe Gennarini". Anche l'apologèta americano Jimmy Akin è convinto di una "mistificazione neocatecumenale" operata da Gennarini ((EN) "Neocatechumenal Spin").
- ↑ Tali incontri sono avvenuti l'11 novembre (con la Congregazione) ed il 19 novembre 2005 (udienza privata dal Papa).
- ↑ Lettera a papa Benedetto XVI di Kiko Argüello, Carmen Hernández e padre Mario Pezzi (17 gennaio 2006).
- ↑ Nel testo della lettera di Arinze con le "decisioni del Santo Padre" il termine utilizzato è «non più di due anni» («si dà al Cammino... un tempo di transizione (non più di due anni)»); nel testo della lettera di Argüello, Hernández e Pezzi il termine utilizzato è invece «i due anni» («...ringraziarLa per la benevolenza... nel confermare lo spostamento del gesto della pace e i due anni per adeguare il modo...»).
- ↑ Cfr. anche "Cronologia delle reazioni alla lettera del cardinale Arinze".
- ↑ Catechesi di Kiko per la Quaresima 2006. Nel testo Kiko afferma inoltre di aver ottenuto le cinque variazioni alla liturgia che non aveva fatto in tempo ad ottenere da Giovanni Paolo II, e che sarebbe stata «la stampa» a non capire, presentando la lettera come una «bastonata» al Cammino. Quanto al modo della distribuzione della Comunione, Kiko conferma l'interpretazione che aveva fornito nella lettera del 17 gennaio 2006: «...e per la Comunione ci dà due anni». Quando Kiko parla di celebrazione "la domenica", intende la Messa "domenicale" celebrata dalle comunità neocatecumenali dopo i vespri del sabato, quando inizia (nella liturgia cattolica) la domenica.
- ↑ Cfr. ad esempio Il liturgista: "Gioia del Cammino legittima, ma sulla comunione la richiesta è di cambiare".
- ↑ Cfr. ad esempio Sandro Magister, "Kiko, Carmen e i faraoni", oppure Adista 9/2002.
- ↑ In questo caso il termine "Israele" vuole indicare simbolicamente l'intero Cammino Neocatecumenale o la Chiesa, non lo stato di Israele.
- ↑ Nel Cammino vige informalmente un obbligo di endogamia, anche se non è rispettato da tutti; cfr. Adista n. 27 del 5 aprile 2003, "Passati per il Cammino. Intervista a una coppia di ex neocatecumenali". Cfr. anche Adista n. 59 del 4 settembre 2004, "Il movimento neo-catecumenale predica l'odio in famiglia. Una lettera a Lopez Trujillo".
- ↑ Cfr. Gino Conti, Un segreto svelato. Note di commento al testo "Orientamenti alle équipes di catechisti per la fase di conversione", edizioni Segno, 1997, p. 14.