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Rovello Porro

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Questa voce fa parte dei comuni della regione Lombardia ancora da sviluppare ed andrebbe ampliata seguendo il progetto Comuni.


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Rovello Porro
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Stato: Italia
Regione: Lombardia
Provincia: Como
Coordinate:
Latitudine: 45° 39′ 0′′ N
Longitudine: 9° 2′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 240 m s.l.m.
Superficie: 5,8 km²
Abitanti:
5.797 31-12-04
Densità: 950,34 ab./km²
Frazioni:  
Comuni contigui: Cogliate (MI), Gerenzano (VA), Lomazzo, Misinto (MI), Rovellasca, Saronno (VA), Turate
CAP: 22070
Pref. tel: 02
Codice ISTAT: 013202
Codice catasto: H602 
Nome abitanti: rovellesi 
Santo patrono:  
Giorno festivo:  
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale

Rovello Porro è un comune di 5.512 abitanti della provincia di Como. Il Comune di Rovello Porro, collocato nell'alta pianura lombarda a nord di Saronno, sulle rive del Torrente Lura, costituisce l'estremo limite della Provincia di Como ed il suo territorio confina con le province di Milano e Varese.

Indice

[modifica] Il Gonfalone municipale

Si rifà allo stemma di una famiglia di patrizi milanesi: i Pagani, che godevano di numerosi possedimenti terrieri a Rovello e vi tenevano una villa di campagna (attualmente esistente, dopo aver subito diversi cambiamenti nei secoli, e abitata dalla famiglia Porro). Il loro stemma raffigurava un moro bendato, a testimonianza delle battaglie combattute dai marchesi Pagani contro i Saraceni, sopra un forte fortificato, a ricordo delle antiche fortificazioni, che sono appunto rieccheggiati nell’attuale gonfalone municipale. Sotto lo stemma un ramo di alloro che indica la gloria del casato ed uno di quercia che richiama i vasti boschi che circondavano il paese fino all'inizio del secolo scorso.

[modifica] Storia

Dalle origini al 1600

Circa il significato del suo nome si avanzano diverse ipotesi. Secondo alcuni la prima parte del toponimo discende da "roa" (sasseto), essendo un tempo la pianura attorno all’insediamento una ghiaiosa brughiera. Altri, invece, fanno risalire il nome alle voci celtiche "rose" (valle) e "vel" (fortificazione), che significano valle fortificata. Secondo quest'ultima interpretazione, l'origine del paese dovrebbe essere molto antica, per cui, probabilmente, i primi stanziamenti furono dovuti a movimenti migratori dei Celti, che si stabilirono in molte zone dell'Italia del nord nel corso del primo millennio avanti Cristo. Certamente fu abitato in epoca romana, come testimonia il ritrovamento di una quarantina di sepolture, avvenuto nel 1977/78 nella zona compresa tra Via Manzoni e Via Carducci. Le tombe, appartenenti a una necropoli sicuramente più vasta, oltre i residui della cremazione dei defunti, contenevano oggetti di uso comune legati alla vita quotidiana (specchi, armille, fusarole, lucernette, olpi, vasi, frammenti di ampolle, ecc.) e una decina di monete, tutte databili tra il I secolo a.C. ed il I secolo d.C. Nel corso del Medioevo fu cappellano di Rovello Goffredo da Bussero, sacerdote milanese discendente da nobile famiglia, vissuto tra il 1220 ed il 1289 circa. A lui viene attribuito il "Liber Notitiae Sanctorum Mediolani" , una fonte molto importante per la storia medievale della diocesi di Milano, in quanto elenca e descrive tutte le chiese esistenti nel territorio milanese nella seconda metà del XIII secolo, con relativi altari e feste che si celebravano in onore dei santi a cui erano dedicati. Risulta che a Rovello erano erette quattro chiese di piccole dimensioni: S. Andrea, di cui non è rimasta traccia, in quanto non più menzionata nei secoli successivi; S. Eufemia con S. Orsola, ricordata fino al XV secolo; S. Maria, che diventerà S. Maria della Lura ed in seguito il Santuario della B. V. del Carmine; infine, S. Pietro, la chiesa parrochiale, a cui verrà aggiunta nel XII secolo la dedicazione a S. Paolo. Per il resto di Rovello in epoca medievale si sa poco o nulla, in quanto non c'è documentazione. Fa eccezione la stipulazione della pace, che purtroppo durò pochi mesi, tra i comuni rivali di Como e Milano, che venne sottoscritta tra Rovello e Lomazzo alla presenza delle più alte cariche delle due città in lotta. Anche Rovello, come tutti gli altri paesi, aveva un console, eletto di solito annualmente, ed un consiglio formato da tutti i capifamiglia, che si radunava per trattare gli affari comuni. E fu durante un'assemblea di queste che nel 1519 la comunità rovellese decise di affidare le chiese di S. Maria della Lura e S. Maria in Piazza (di incerta origine e poi demolita nel 1785) ai Carmelitani di S. Maria del Carmine in Milano, che dimorarono a Rovello in un conventino fino al 1653. Nella seconda metà del '500 Rovello contava tra i 500 ed i 600 abitanti, divisi in più di 80 famiglie, distribuite in una quarantina di abitazioni, dislocate intorno alla piazza (l'attuale Piazza A. Porro) da cui si dipartivano le varie vie: "contrada di S. Pietro" (attuale Via Cardinal Ferrari), "contrada del Pozzo" (attuale Via Volta), "contrada della Madonna del Lura" (attuale Via Madonna), "contrada di sopra" (attuale Via F. Porro), "contrada del ponte" (attuale Via Marchese Pagani), che proseguiva verso la Cascina Imperiale, nella campagna verso Saronno, dove si ritiene che Matteo II Visconti, signore di Milano nel 1354-55, fece costruire una dimora di campagna nella quale morì nel 1355. La maggioranza della popolazione era costituita da contadini (massari e braccianti), ma non mancavano artigiani (sarto, falegname, panettiere, oste) e nobili, tra i quali si distinsero i Pagani, patrizi milanesi che godevano di numerosi possedimenti terrieri a Rovello e vi tenevano una villa di campagna (attualmente esistente, dopo aver subito diversi cambiamenti nei secoli, e abitata dalla famiglia Porro). Il loro stemma, che raffigurava un moro bendato sopra un forte fortificato, è rieccheggiato nell'attuale gonfalone municipale.

Dai Porro ai giorni nostri

Nel 1707 morì l'ultimo discendente della casata, il marchese Cesare Pagani, personaggio di primo piano nella vita pubblica milanese del secolo XVIII, che nominò suo erede il cugino avvocato Carlo Giuseppe Porro. Da allora, la famiglia Porro legò il suo nome al paese, che nel 1926 aggiunse il secondo toponimo all'originario Rovello, per interessamento del generale Carlo Porro. diversi suoi membri hanno rivestito nel corso degli ultimi tre secoli le diverse cariche municipali e sono stati protagonisti di alcuni avvenimenti storici, politici, economici, culturali e scientifici di carattere nazionale. Giovanni Pietro Porro (1773-1852) stese il regolamento della Cassa di Risparmio delle Provincie Lombarde e ne fu Presidente; Francesco Porro (1813-1848) fu sindaco del paese e a lui Rovello ha intitolato l'omonima via; Carlo Porro (1813-1848) morì durante le Cinque Giornate di Milano e fu tra i fondatori del Museo di Storia Naturale di Milano; Alessandro Porro (1814-1879), membro del governo provvisorio di Milano durante le Cinque Giornate, nel 1860 venne nominato senatore del Regno da re Vittorio Emanuele II e fu sindaco di Rovello dal 1869 al 1879 (a lui è dedicata la piazza principale del paese); Carlo Porro (1854-1939), sottocapo di stato maggiore dell'esercito italiano al fianco di Cadorna durante la prima guerra mondiale, venne nominato da Mussolini generale di corpo d'armata e ministro di stato; Cesare Porro (1865-1940), geologo di fama internazionale, legò il suo nome alla scoperta di alcuni tra i più importanti giacimenti petroliferi del mondo. Sono tutti sepolti nella cappella funeraria accanto al Santuario della B. V. del Carmine, tranne Cesare Porro, tumulato nel cimitero. Agli inizi del XX secolo il parroco don Angelo Campi e i coniugi Robbiani dotarono il paese della scuola materna (allora asilo infantile) che ancor oggi porta il loro nome, e il sacerdote don Natale Besozzi fondò la "Società Cattolica di Mutuo Soccorso". Tra il 1925 ed il 1929 venne completamente ricostruito il Santuario della B. V. dal Carmine e tra il 1935 ed il 1939 venne edificata l'attuale chiesa parrocchiale, che era già stata riedificata alla fine del XVIII secolo. Negli ultimi decenni l'attività edilizia si è notevolmente intensificata così che, accanto all’antico centro abitato, si sono aggiunte numerose nuove abitazioni ed insediamenti produttivi che hanno dato al paese la configurazione attuale. Tra le diverse opere pubbliche, realizzate nello stesso periodo, sono da ricordare: il municipio, le scuole elementare e media, il centro civico e la casa-albergo per anziani "Opera Pia Carcano".

La storia amministrativa

Sec. XIV-1756 Negli "Statuti delle acque e delle strade del contado di Milano", fatti nel 1346, Rovello risulta incluso nella Pieve di Appiano e viene elencato tra le località cui spetta la manutenzione della "strata da Bolà" come "el locho da Rodello per li nobili e vicini" [ Compartmentazione delle fagie, 1992 ]. Nei registri dell’estimo del Ducato di Milano del 1552 e dei successivi aggiornamenti, sino al XVIII secolo, Rovello risulta ancora compreso nella Pieve di Appiano [ Estimo di Carlo V, 1558, cartt. 2 e 3 ] dove ancora lo si ritrova nel 1644 [ Relazione Opizzone, 1644 ]. Con istrumento rogato il 18 dicembre 1649 il Comune venne concesso in feudo a Giovanni Della Porta [ Casanova, 1904 ]. Nel "Compartimento territoriale specificante le cassine" del 1751, Rovello era sempre inserito nel Ducato di Milano , ancora nella Pieve di Appiano [ Compartimento, 1751 ]. Dalle risposte ai 45 quesiti della giunta del censimento del 1751 emerge che il Comune, infeudato al Conte Giovanni Della Porta al quale la comunità non versava alcun tipo di tributo, contava circa 700 anime. Disponeva di un consiglio generale che si riuniva nel giorno del riparto o in altre occasioni particolari, al suono della campana. Ufficiali del Comune erano il Console, eletto a seguito di pubblico incanto, ed un Sindaco, entrambi nominati nel giorno dei riparti. Essi dovevano partecipare alle sedute dei Consigli insieme al Luogotenente del Podestà ed ai Primi Estimati della comunità. Il Comune si avvaleva inoltre di un Cancelliere che veniva regolarmente retribuito, incaricato delle riscossioni dei carichi e del pagamento delle spese: era solo un esattore eletto in pubblica piazza. Il Comune era sottoposto alla giurisdizione di un Podestà Feudale, rappresentato in loco da un Luogotenente. Il Console prestava l’ordinario giuramento alla Banca Criminale del Vicariato del Seprio di Gallarate [ Risposte ai 45 quesiti, 1751, cart. 3039 ]. Sempre inserito nella Pieve di Appiano, il Comune compare nell’" Indice delle pievi e comunità dello Stato di Milano" del 1753, ancora appartenente al Ducato di Milano [ Indice pievi, 1753 ]. 1757-1797 Nel nuovo compartimento territoriale dello Stato di Milano [ Editto 10 giugno 1757 ], pubblicato dopo la "Riforma al governo e amministrazione delle comunità dello Stato di Milano" [Editto 30 dicembre 1755], il Comune di Rovello venne inserito tra le comunità della Pieve di Appiano, nel territorio del Ducato di Milano. A seguito della morte del Conte Giovanni Della Porta, avvenuta nel 1763, il Comune, sino ad allora infeudato, tornò nelle disponibilità della R. Camera [ Casanova, 1904 ]. Nel 1771 il Comune contava 1012 abitanti [ Statistica delle anime, 1771 ]. Successivamente, nel 1780, venne deliberata la concessione del feudo a favore di Andrea Lucini Passalacqua e della madre Caterina Brentano Monticelli [ Casanova 1904 ]. Con la successiva suddivisione della Lombardia austriaca in province [ Editto 26 settembre 1786 ], il Comune di Rovello, sempre collocato nella Pieve di Appiano, venne inserito nella Provincia di Gallarate. In forza del nuovo compartimento territoriale per l’anno 1791, la Pieve di Appiano, di cui faceva parte il Comune di Rovello, venne inclusa nel XXXI distretto censuario della Provincia di Milano [ Compartimento, 1791 ]. 1798-1815 A seguito della suddivisione del territorio in dipartimenti, prevista dalla Costituzione della Repubblica Cisalpina dell’8 luglio 1797 [ Costituzione, 20 messidoro, anno V ], con Legge del 26 marzo 1798, il Comune di Rovello venne inserito nel Dipartimento del Verbano, Distretto di Appiano [ Legge 6 germinale, anno VI ]. Con la successiva Legge del 26 settembre 1798 il Comune venne trasportato nel Dipartimento dell’Olona, Distretto XX di Appiano [ Legge 5 vendemmiale, anno VII ]. Nel gennaio del 1799 contava 1065 abitanti [ Legge 20 nevoso, anno VII ]. Secondo quanto disposto dalla Legge 13 maggio 1801, il Comune di Rovello, inserito nel Distretto II di Varese, venne a far parte del ricostituito Dipartimento del Lario [ Legge 23 fiorile, anno IX ]. Con la riorganizzazione del dipartimento, avviata a seguito della legge di riordino delle autorità amministrative [ Legge 24 luglio 1802 ] e resa definitivamente esecutiva durante il Regno d’Italia, Rovello venne in un primo tempo inserito nel Distretto XXXI ex milanese di Appiano [ Quadro dei distretti, 1802 ], classificato Comune di III classe [ Elenco dei comuni, 1803 ], e successivamente collocato nel Distretto I di Como, Cantone VI di Appiano . Il Comune di Rovello contava, nel 1805, 923 abitanti [ Decreto 8 giugno 1805 ]. Il successivo intervento di concentrazione disposto per i comuni di II e III classe [ Decreto 14 luglio 1807 ], vide l’aggregazione del Comune di Rovello al Comune di Rovellasca, che fu inserito nel Distretto I di Como, Cantone VI di Appiano. Prima dell’aggregazione, Rovello contava 1000 abitanti [ Decreto 4 novembre 1809 ]. Tale aggregazione non venne confermata con la successiva compartimentazione del 1812 che vide la ricostituzione del Comune di Rovello a cui compare invece aggregato il Comune di Rovellasca [ Decreto 30 luglio 1812 ]. 1816-1859 In base alla nuova compartimentazione territoriale del Regno Lombardo-Veneto [ Notificazione 12 febbraio 1816 ], il Comune di Rovello venne inserito nella Provincia di Como, Distretto XXIII di Appiano . Il Comune di Rovello, dotato di convocato, fu confermato nel Distretto XXIII di Appiano in forza del successivo compartimento delle province lombarde [ Notificazione 1 luglio 1844 ]. Col compartimento territoriale della Lombardia [ Notificazione 23 giugno 1853 ], il Comune di Rovello venne inserito nella Provincia di Como, Distretto V di Appiano . La popolazione era costituita da 1570 abitanti.

[modifica] Santuario della Beata Vergine del Carmine

Il Santuario della B. V. del Carmine in Rovello Porro, anticamente denominato S. Maria della Lura, era già esistente nel XIII secolo nelle forme di una piccola cappella campestre. Il primo documento che ne parla con certezza è un atto notarile del 1519, dal quale si deduce che era stata eretta dagli abitanti del luogo e che la sua origine era tanto remota da non potersene avere notizia sicura. Era una chiesetta di modeste proporzioni, dedicata alla Natività di Maria. L'essere, però, discosta dal centro abitato faceva sì che spesso rimanesse abbandonata e in essa non si celebrasse. Da ciò sorse il desiderio da parte della comunità di affidarla nel 1519 ai Carmelitani di S. Maria del Carmine di Milano, che iniziarono la loro presenza a Rovello, impegnandosi a celebrare una messa quotidiana e a costruire una casa per la loro abitazione, nella quale mantenere anche un religioso per insegnare a leggere e a scrivere ai ragazzi del luogo. Nel corso del XVII secolo i Carmelitani iniziarono a solennizzare la festa della B.V. del Carmine, effettuando la processione con la statua della Madonna, così come avviene ancora oggi, la terza domenica di luglio. Nell'ottobre 1652 papa Innocenzo X decise la soppressione di tutti i piccoli conventi, tra cui quello di Rovello, che venne chiuso nel 1653 con l'assegnazione del conventino, della chiesa e dei relativi beni alla parrocchia. Ma, la richiesta presentata da Francesco Pagani, nobile del luogo, per erigere una cappellania con diritto di patronato, rimise in discussione la decisione dell'arcivescovo di Milano Alfonso Litta. Dopo alterne vicende, nel 1677 venne concesso a Cesare Pagani, personaggio molto influente del senato milanese e ultimo discendente della famiglia, di erigere la cappellania sulla chiesa di S. Maria della Lura, ormai denominata nei documenti S. Maria del Carmine. Nello stesso anno il marchese donò la bella statua lignea della Madonna, che ancora oggi si venera. Nel 1707 morì il marchese Cesare Pagani, che nominò suo erede universale l'avvocato Carlo Giuseppe Porro di Milano; in tal modo la cappellania Pagani divenne cappellania Porro. Nel corso del XIX secolo la chiesa diventò sussidiaria della parrocchiale e venne ampliata in due riprese, dapprima tra il 1804 e il 1808, successivamente nel 1872-73. Nel 1925, essendo pericolante, fu totalmente ricostruita nelle forme che attualmente conserva, su progetto dell’architetto Ugo Zanchetta di Milano. Nel 1935 il nuovo santuario venne solennemente inaugurato e benedetto, ma non consacrato. La decorazione pittorica fu completata a più riprese, tra il 1928 e il 1945, dal pittore Vanni Rossi con un pregevole ciclo di affeschi, raffiguranti, tra gli altri, i misteri del rosario. Nell'ultimo decennio si sono aggiunte altre opere, tra le quali il nuovo piazzale, i portali in bronzo dello scultore Giorgio Galletti e gli affreschi dei due ovali del transetto, opera di Emiliano Viscardi. In occasione della consacrazione del tempio, avvenuta il 15 luglio 1995, è stato rifatto l'altare in marmo, abbellito da mosaici, e sono state allestite vetrate policrome alle finestre della chiesa, che illustrano il Cantico delle creature di S. Francesco.

[modifica] Chiesa SS.Pietro e Paolo

Poco più di cinquant'anni fa, in tempi difficili sotto il profilo sociale, economico e politico, si diede inizio ai lavori per l'ampliamento della chiesa parrocchiale, che poi di fatto si tradusse nella costruzione di un nuovo tempio, in sostituzione di quello che era stato riedificato verso la fine del XVIII secolo. L'insufficienza della chiesa a contenere la popolazione di oltre 3000 abitanti rese necessario compiere la grande impresa, di cui si fece promotore soprattutto il nuovo parroco don Arturo Ballabio, che aveva effettuato il suo ingresso a Rovello nel luglio del 1933. Verso la fine del 1934 l'architetto Paolo Mezzanotte, suo intimo amico e padrino della prima messa, presentò il suo progetto; il costo preventivato era di ottocentomila lire. Venne anche approvato l'acquisto di dieci colonne, a cui in seguito se ne aggiunsero altre due, in granito di metri 8,50 di altezza e di metri 1 di diametro, provenienti dalla demolizione dell'atrio dell'Ospedale Fatebenefratelli di Milano e poste in vendita dal comune a un prezzo convenientissimo. Si scelse la strada di ampliare la chiesa esistente senza abbatterla, in modo che essa venisse quasi a formare vestibolo od atrio al nuovo tempio. Il 3 febbraio 1935 arrivò la prima colonna. Il 14 marzo ebbe luogo la cerimonia della posa della prima pietra per mano del cardinal Schuster. I lavori procedettero nonostante le infinite difficoltà fino al settembre 1939 quando la nuova chiesa venne consacrata. Il 30 settembre il cardinal Schuster diede principio alla consacrazione: dopo tre giri compiuti aspargendo le mura della chiesa, l'Arcivescovo apriva la porta centrale e prima di entrare rivolgeva parole di felicitazione e di vivo ringraziamento al Parroco e a tutto il popolo per i tanti sacrifici compiuti nell'edificazione del nuovo tempio. Dopo la morte di don Ballabio subentrò come nuovo parroco don Ernesto Catturini, che fece il suo solenne ingresso il 25 febbraio 1951. A lui si lega l'ultimo controverso capitolo relativo alla nuova chiesa parrocchiale: la demolizione della vecchia. Il problema della vecchia chiesa si pose in modo drammatico nel 1953, quando il 23 gennaio si ruppero due chiavi di volta e si aprirono delle larghe crepe nel muro prospiciente l'oratorio maschile. A questo punto al parroco si prospettavano due soluzioni: o riparare o abbattere la vecchia chiesa. Alla prima ipotesi costituiva obiezione l'entità della spesa; la seconda avrebbe suscitato discussioni a non finire fra la popolazione, poco propensa alla demolizione della vecchia chiesa. Alla fine, però, la vecchia chiesa venne completamente abbattuta. La facciata non venne completata, com'era nelle intenzioni, ed è rimasta tale nella sua provvisorietà fino ad oggi. Nel 2002 sono state eseguiti importanti interventi di decorazione all'interno della chiesa, con pregevoli opere pittoriche di Valentino Vago e un altrettanto pregevole altare dello scultore Floriano Bodini.

[modifica] Il Parco del Lura

Il torrente Lura, che dà il nome al Parco Locale di Interesse Sovraccomunale del Lura, nasce nel territorio del Comune di Bizzarone, ai confini con il Canton Ticino. Il suo corso si snoda da nord a sud per una lunghezza pari a 35 Km confluendo, all'altezza di Rho, nel fiume Olona, che a sua volta si immette nel Lambro. Il Lura attraversa per esteso tutto il Parco, bagnando le zone collinari di modesta pendenza che caratterizzano un territorio fortemente antropizzato. Un corso a meandri con portate medie fiancheggiato da fasce boschive su entrambe le sponde. Il Lura corre in un'area verde vasta quasi mille ettari, lambisce il territorio di nove amministrazioni comunali: Guanzate, Cadorago, Cermenate, Bregnano, Lomazzo, Rovellasca, Rovello Porro, Saronno e Caronno Pertusella. Il Parco del Lura comprende quindi la incisione valliva che si forma a valle di Bulgarograsso fino alle porte di Saronno; inoltre sono incluse nel parco le colline boschive di Guanzate e Cermenate. Si tratta di un ambiente tipico dei pianalti lombardi, con boschi di farnia e robinia, residui di pineta e boschi ripariali; circa metà del parco è agricola, a prato stabile o ciclo dei cereali. L'idea di fare qualcosa di concreto per difendere la vallata che si trova ai margini del torrente Lura nasce nel 1975, quando le nove amministrazioni comunali per la prima volta si riuniscono in un consorzio di depurazione che, con risorse proprie, finanziamenti regionali e statali, ha provveduto a realizzare trenta chilometri di grandi collettori fognari che raccolgono i reflui delle industrie e dei centri abitati fino ad un grande depuratore, a Caronno Pertusella. L'impegno di risorse economiche e tecniche è gravoso e impegna tempo e uomini. L'idea del Parco nasce negli anni '80 dalla passione degli amministratori impegnati nella realizzazione del progetto di depurazione delle acque. Nei primi anni si operò per rendere omogenei i piani delle singole amministrazioni sul tema ambientale. Definita poi la perimetrazione del territorio a parco, finalmente nel 1995 è avvenuto il riconoscimento da parte della Regione Lombardia. Si iniziò allora a concretizzare l'idea del Parco. All'inizio del 2000 nasce uno specifico Consorzio per la gestione del Parco e i primi di maggio viene eletta la prima struttura direttiva. Dal 1997 al 2000 il Parco viene gestito dal Comune di Cadorago, grazie ad una convenzione tra comuni; il Sindaco Renata Romano, Presidente pro - tempore, inizia a strutturare quello che oggi è diventato il Consorzio di gestione. In tutti questi anni l'area protetta ha avuto comunque modo di farsi conoscere sempre di più grazie a molte associazioni e gruppi di volontari che con manifestazioni o semplici camminate nel parco hanno aiutato la natura a combattere il degrado ambientale che avrebbe potuto rovinare molte delle stupende valenze paesaggistiche che il Parco del Lura intende preservare. Infatti camminando a fianco del Lura si incontrano centinaia di ettari di bosco, tranquillità, animali liberi di correre e volare, cappellette votive e antichi cascinali. Questa vallata che unisce le provincie di Como e Varese riesce a ripristinare il giusto rapporto tra uomo e natura. Partendo da Saronno, una pista ciclocampestre raggiunge Rovello Porro, attraverso un piacevole boschetto, per una lunghezza di circa un chilometro.

[modifica] Amministrazione comunale

Sindaco: Luigia Alberio dal 14/06/2004
Centralino del comune: 02 96751464
Email del comune: comune@comune.rovelloporro.co.it


[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


[modifica] Bibliografia

  • Franco Premoli, San Carlo e Rovello (1984)
  • Franco Premoli, Il santuario della Beata Vergine del Carmine in Rovello Porro (1989)
  • Franco Premoli, La nuova Chiesa Parrocchiale dedicata ai Ss. Apostoli Pietro e Paolo in Rovello Porro (1990)
  • Don Maurizio Corbetta, Percorso simbolico-artistico della Chiesa Parrocchiale Ss. Pietro e Paolo

[modifica] Collegamenti esterni


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