Porta Maggiore
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Porta Maggiore è una delle porte nelle Mura aureliane di Roma.
Fu costruita sotto l’imperatore Claudio nel 52 DC per consentire all’acquedotto Claudio di attraversare le vie Prenestina e Labicana. È realizzata interamente in opera quadrata di travertino con i blocchi in bugnato rustico secondo lo stile dell'epoca. I due fornici permettevano il passaggio della via Labicana, oggi via Casilina, (il sinistro) e della via Prenestina. L'attico è diviso da marcapiani in tre fasce. Le due superiori corrispondono ai canali degli acquedotti Anio Novus e Aqua Claudia.
Successivamente la porta monumentale fu inserita nel tracciato delle mura costruite intorno alla città dall'imperatore Aureliano nella seconda metà del III secolo DC e fu ulteriormente fortificata ai tempi dell'imperatore Onorio.
Nel 1838 il papa Gregorio XVI la fece restaurare, demolendo le costruzioni onoriane. Nel corso di queste demolizioni venne in luce il sepolcro tardo-repubblicano di Eurisace e di sua moglie Atinia.
L’aspetto attuale si deve all’ultimo restauro del 1933 eseguito dall’architetto Petrignani.
Sull'attico sono ancora leggibili le iscrizioni dell'imperatore Claudio e degli imperatori Vespasiano e Tito, che la restaurarono nel 71 DC e nell'81 DC.
Sul basamento si trova l'iscrizione commemorativa dei lavori di restauro di papa Gregorio XVI.
Incisione di Etienne Du Pérac (XVI secolo). |
Incisione di Piranesi (XVIII secolo) |
Incisione di Giuseppe Vasi (XVIII secolo |
Incisione di Luigi Rossini XIX secolo |
[modifica] Nomi nel tempo
- Porta Praenestina
- Porta Lavicana
- Porta Dominae
- Porta Major Sessoriana
- Porta Maggiore