Pena di morte in Francia
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La pena di morte in Francia esistette ufficialmente dal Medioevo fino al 1981.
In particolare, durante il regno di Luigi XIV (1638 - 1715) il barbaro supplizio dello squartamento, importato dalla Gran Bretagna cominciò ad essere utilizzato massicciamente perché creduto un valido deterrente per la folla di spettatori: nel 1757 infatti fu squartato l'attentatore del re Luigi XV. Questo tipo di squartamento era diverso da quello usato nel Regno Unito: infatti venivano legate le braccia e le gambe del condannato ai cavalli, i quali, aizzati in direzioni diverse, provocavano lo spezzamento dell'addome.
Già dal 1791, ci fu un progetto per abolire in Francia la pena di morte, ma l'Assemblea nazionale costituente rifiutò la proposta, vietando, per contro, la tortura. Durante il periodo del Terrore lo strumento usato per eseguire la pena capitale era la ghigliottina, che veniva considerata meno crudele dello sventramento in quanto essa uccideva il condannato senza fargli subire sofferenze atroci.
Il 26 ottobre del 1795, la Convenzione nazionale abolì la pena capitale, ma solamente quando avrebbe il paese avrebbe attraversato un periodo di pace. Con Napoleone Bonaparte, venne ristabilita nel 1810 con il Codice Penale Imperiale.
Nella prima metà del Novecento la Francia poteva quasi dirsi abolizionista di fatto: per tre anni il Presidente della repubblica Armand Fallières graziò tutti i condannati. Nel 1908 venne respinto un progetto di legge, promosso da Aristide Briand, che aveva lo scopo di abolire la pena capitale nel paese transalpino.
Mentre era alla guida del regime collaborazionista di Vichy, instauratosi nel sud-est del paese nel 1940, il Maresciallo Philippe Pètain rifiutò la grazia ad otto donne, poi ghigliottinate: tale scelta intransigente non era stata più stata fatta da oltre mezzo secolo anni.
Con l'esecuzione, nel 1972, di Claude Buffet e Roger Bontems, iniziò la crociata di Robert Badinter per l'abolizione totale della pena di morte in Francia. Nel 1976, a Marsiglia venne giustiziato Christian Ranucci. Patrick Henry, accusato dell'omicidio di un bambino, il 21 gennaio 1977 sfugge alla condanna, ma meno bene va a Jérôme Carrein che il 23 giugno del 1977 venne giustiziato. Il 10 settembre dello stesso anno viene eseguita l'ultima condanna in Francia, quella di Hamida Djandoubi.
Nel 1981, durante la campagna elettorale, François Mitterrand dichiarò di essere contrario alla pena capitale ed, in seguito, il 10 maggio dello stesso anno, fu eletto Presidente della Repubblica. Il 25 maggio Mitterrand graziò il precedentemente condannato Philippe Maurice ed in autunno venne emessa la legge che riuscì ad abolire la pena di morte dal codice penale francese.
Di recente, nel 2004, si è fatta avanti la proposta di ripristinare la pena capitale per atti terroristici: in particolare, il leader dell'estrema destra Jean-Marie Le Pen si può definire un sostenitore della pena di morte.