Marinisti
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Sono i lirici del ‘600 che aderirono alla poetica di Giovan Battista Marino (1569-1625).
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[modifica] Caratteristiche comuni del marinismo
Non costituiscono una "scuola" o una "corrente", ma un gruppo reso abbastanza omogeneo da certe costanti:
Figure retoriche
L'impegno dei marinisti è essenzialmente retorico.
- Uso intensivo delle antitesi, allora denominate contrapositi, figura retorica che già il Manierismo aveva molto valorizzato e di cui il Barocco fa una sorta di segno distintivo.
- Uso della metafora continuata, per cui il piano di analogia tra l'oggetto e l'immagine è persistente, e sviluppato in ogni direzione possibile.
- Tendenza a far culminare il componimento nel concettino o argutezza, trovata spiritosa a fine di "maraviglia", in funzione della quale, molto spesso, l'intero componimento è costruito. Emanuele Tesauro è il massimo teorico delle argutezze, soprattutto in senso creativo; importante l'opera normatrice, in questo senso, di Matteo Peregrini nonché, sul finire del secolo, quella di Matteo Caravita col suo trattato In lode del concetto.
Altre caratteristiche
- Ripartizione della materia poetica in "enciclopedie poetiche". Le suddivisioni sono in base all'occasione (rime eroiche, lugubri, morali, ecc.).
- Virtuosismo descrittivo, soprattutto in senso dinamico.
- Scelte lessicali e sintattiche sempre tese al recupero culto e peregrino, in direzione di una poetica elevata (o "heroica").
Due importanti tratti distintivi dei marinisti non risalgono direttamente al Marino ma ad altre individualità, appartenenti alla sua cerchia; essi sono:
- Un genere, come l' idillio (moderna reinvenzione di Girolamo Preti: v. idillio barocco).
- Un tema dalle molte sfaccettature come quello della "predicazione multipla della donna" (Giovanni Getto).
Altre costanti sono per esempio il tema dell'orologio, cantato dai marinisti in tutti i modi (campione di questo sottogenere è Giovan Leone Sempronio, che dedicò all'argomento ben 25 componimenti del suo canzoniere), ecc.
[modifica] La tecnica e le strutture metriche predilette
La poesia dei Marinisti, come quella del loro caposcuola, conserva della ricerca poetica tradizionale la sola armonia del verso; per il resto sono più impegnati ad ampliare in tutte le direzioni possibili l'universo del poetabile. Le strutture metriche maggiormente impiegate furono desunte sempre dalla tradizione, principalmente il sonetto (che in prevalenza utilizza le rime alternate anche nelle due quartine, secondo lo schema ABAB ABAB); l'ode pindarica, secondo le più svariate strutture, è tipica di tutta la poesia barocca, ed è comune ancheai seguaci do Gabriello Chiabrera e ai poeti "nomici", o morali, come Fulvio Testi e altri; l'idillio ha una struttura libera, o "a selva" (salvo che, come notato, nel Marino). Se l'interpretazione marinistica del sonetto è "epigrammatica", a maggior ragione i marinisti hanno frequentato intensamente la struttura metrica più adattabile al concetto, cioè il madrigale
[modifica] Estetica marinista
Quello che distingue la lirica marinista dalla rimeria cinquecentesca è il superamento del petrarchismo sia nella ricerca di una lingua poetica (che nello sforzo di farsi "sublime" e ricca di giochi analogici sia verbali che concettuali riesce spessissimo artificiosa e bislacca) sia nella scelta dei più disparati argomenti: la lirica non è più, quindi, solo amorosa. Ma la stessa lirica amorosa non è più espressione profonda di un sentimento, o adesione al canone sentimentale e formale dei poeti trecenteschi, quanto anch'essa gioco attento all'esteriorità, con una ricerca della bizzarria e della stravaganza che conduce alla creazione di uno dei più tipici filoni della lirica marinista, quello legato alla "predicazione multipla della donna", che contempla un amore che può essere riferito anche a una donna deforme (la bella zoppa, la bella balba, la bella guercia...), o vecchia, o male in arnese, ecc.
La lirica dei Marinisti rappresenta la vita e le cose di tutti i giorni col gusto del raro, del difficile, dell'intentato, quasi con stupore fiabesco. A tratti affiorano il senso di precarietà e l'inquietudine, che spingono l'uomo a cercare conforto nei sensi, come unico mezzo per affermare la consistenza delle cose. Da tale insicurezza esistenziale hanno origine le liriche meditative pervase dal senso della morte e dalla malinconia, tipiche soprattutto dell'ultima fase del marinismo, definito "barocco del barocco" (Croce) o "barocchismo".
[modifica] Storia
Il fenomeno del marinismo è essenzialmente legato alla lirica, benché la sua novità investa sostanzialmente anche l'epica, la prosa, il teatro. Il nome "marinisti" appare per la prima volta, sostanzialmente, in un componimento (1679) del poeta satirico Giulio Acciano, risalente dunque a oltre mezzo secolo dalla scomparsa del Marino; segno che questo peculiare movimento, se non costituiva una vera e propria "scuola", era tuttavia visto già allora come dotato di qualità organiche riconoscibili, e che il Marino era tuttora il punto di riferimento.
La data che segna la nascita, con buona approssimazione, del marinismo è il 1602, quando il Marino pubblica la prima redazione delle sue rime (Le Rime, in tre parti). La ricezione dell'opera fu vivissima, non solo in Italia, ma in tutta Europa: Luis de Gongora e Lope de Vega (per primi) in Spagna, John Lyly in Inghilterra, i cosiddetti libertini, o liberi pensatori, e i preziosisti in Francia, e altre figure più o meno rilevanti della coeva letteratura europea meditarono con attenzione questo testo capitale, che può essere visto come la pietra angolare dell'ampio edificio della lirica moderna.
Il Marino stesso muoveva anche dall'esperienza lirica del Tasso, ma soprattutto dall'opera di alcuni manieristi post-tassiani come i liguri Angelo Grillo e Giovanni Vincenzo Imperiali, il veneto Guido Casoni, il lombardo Annibale Guasco, e altri che saranno poi riassorbiti nella corrente marinista, come l'emiliano Gabriele Zinani (attivo presso Giovan Battista Manso, protettore del Tasso e del Marino a Napoli) e il bolognese Cesare Rinaldi. Ma più ancora di tutti questi rappresentanti della lirica settentrionale (comunque, in area emiliano-romagnola, ancora influenzata alla lontana da Serafino Aquilano, attraverso i suoi seguaci premanieristi Antonio Tebaldeo, Panfilo Sasso ecc.), sulla poetica mariniana agivano gli esempi poeticamente più solidi e notevoli dei conterranei Ascanio Pignatelli, Ludovico Paterno e del grande Luigi Tansillo, oltreché le concezioni di Camillo Pellegrino, ponte di congiunzione teorico tra il Tasso e il Marino stesso.
Dunque l'abitudine a convogliare quasi tutta l'esperienza lirica barocca in Italia nel «rancido pastone» (Pieri) del marinismo non è senza ragioni: in effetti il Marino fu riconosciutamente il punto di riferimento di almeno tre generazioni di poeti durante il corso del secolo.
Tuttavia è bene distinguere tra marinisti propriamente intesi, cioè tutti quei personaggi che poeticamente discendono in maniera diretta dal Marino, e tutti gli altri barocchi o barocchisti che si richiamano a lui meno direttamente o consapevolmente. I marinisti propriamente intesi sono da considerare quei poeti che conobbero personalmente il Marino, si ispirarono a lui e lo sostennero nelle infinite polemiche che punteggiarono ogni fase cruciale della sua tormentata ma irresistibile ascesa. Tra i quali i bolognesi Claudio Achillini, Cesare Rinaldi (ricordato tra i precursori, ma riconosciutosi poi come marinista), [[Ridolfo Campeggi], Andrea Barbazza; i piemontesi Emanuele Tesauro (importantissimo teorico) e Lorenzo Scoto (autore degli argomenti ai canti de L'Adone); i veneziani Giovan Francesco Loredano (autore anche di una biografia del poeta) e Giovan Francesco Busenello, in una città consacrata al culto del poeta; il pesarese Pier Francesco Paoli; ma anche gli abruzzesi Giovanni Argoli (che fu stretto emulo del Marino con il suo Endimione e Gasparo De Simeonibus, significativo anche perché zio di quel Pietro Casaburi Urries che sarà una delle figure più significative del barocchismo meridionale; il pugliese Antonio Bruni;il calabrese Francesco Della Valle. In Toscana, dove il marinismo fu sentito, ma in maniera più mediata e condizionata dal classicismo, si devono ricordare Nicola Villani e Giulio Strozzi. Forse la più grande figura di marinista 'propriamente inteso' è tuttavia il siciliano Scipione Errico.
Per quanto riguarda il marinismo meridionale è stata importante, per il nuovo impulso conferitogli, l'attività culturale di Juan Caramuel y Lobkowitz subentrato a Gasparo De Simeonibus come vescovo di Campagna: tra gli esponenti di questo "secondo marinismo" devono essere ricordati almeno Pietro e Lorenzo Casaburi Urries. Nel 1669 sono pubblicate le ultime raccolte di rime significative del marinismo, che da quel momento in poi sopravvive come mera esercitazione (come nei Capricci serii delle muse di Giovanni Battista Vidali, 1677, o nel Mondo creato di Giuseppe Girolamo Semenzi, 1686), per dare il frutto più significativo con le Scintille poetiche di Giacomo Lubrano (1691).
[modifica] Alcuni marinisti
[modifica] A
- Bartolomeo Abbati
- Cesare Abbelli
- Antonio Abbondanti
- Paolo Abriani
- Claudio Achillini
- Alessandro Adimari
- Agostino Agostini
- Carlo Agudi
- Giovanni Albano
- Lorenzo Alberti
- Girolamo Aleandro il Giovane
- Ludovico Aleardi
- Alessandro Aligieri
- Michelangelo Angelico il Vecchio
- Gherardo Ansaldi
- Ciro Anselmi
- Alessandro Arcadio
- Vincenzo Pio Arcadio
- Angelo Maria Arcioni
- Antonio Arcoleo
- Giovanni Argoli
- Antonio Armanini
- Francesco Arnassini
- Giuseppe Artale
- Tomaso Aversa
[modifica] B
- Arcangelo Michele Baccaretti
- Camillo Badovero
- Antonio Bagatti
- Marc'Antonio Balcianelli
- Francesco Balducci
- Ottavio Ballada
- Bartolomeo Barbato
- Andrea Barbazza
- Bartolo Bartolini
- Andrea Baruzzi
- Battista Basile
- Antonio Basso
- Giuseppe Battista
- Ascanio Belforti
- Giovanni Antonio Bellavite
- Francesco Belli
- Guido Ubaldo Benamati
- Giovanni Battista Bergazzano
- Pietro Antonio Bernardoni
- Giovanni Battista Bertanni
- Giacinto Bertano
- Fausto Bertoldi
- Giovanni Daniele Bertoli
- Giovanni Bertucci
- Giuliano Bezzi
- Camaleonte Biancardi
- Bartolomeo Bilotta
- Bellino Bisellini
- Pietro Paolo Bissari
- Camillo Boccaccio
- Domizio Bombarda
- Baldassarre Bonifacio
- Giovan Francesco Bonomi
- Giulio Cesare Bordoni
- Giovanni Battista Brati
- Anton Giulio Brignole-Sale
- Antonio Bruni
- Girolamo Brusoni
- Bartolomeo Burchelati
- Giovan Francesco Busenello
[modifica] C
- Vito Cesare Caballoni
- Francesco Maria Caccianemici
- Scipione Caetano
- Giovanni Battista Calamai
- Giuseppe Campanile
- Annibale Campeggi
- Ridolfo Campeggi
- Giovanni Canale
- Porfirio Canozza
- Francesco Antonio Cappone
- Giovanni Capponi
- Giovanni Battista Capponi
- Lorenzo Casaburi Urries
- Pietro Casaburi Urries
- Giacomo Castellani
- Settimio Castellari
- Francesco Cavalli
- Giovanni Paolo Cechini
- Pietro Martire Colla
- Francesco Contarini il Giovane
- Nicolò Coradini il Vecchio
- Elena Lucrezia Cornaro Piscopia
- Antonio Costantini
- Toldo Costantini
- Lorenzo Crasso
- Nicolò Crasso
- Biagio Cusano
[modifica] D
- Giovanni Pietro D'Alessandro
- Domenico David
- Ludovico Della Chiesa
- Francesco Della Valle
- Camillo De Notariis
- Francesco Dentice
- Gasparo De Simeonibus
- Agazio Di Somma
- Francesco Dolci
- Giuseppe Domenichi
- Ferdinando Donno
- Bartolomeo Dotti
[modifica] E
- Filocritilo Elpizi
- Scipione Errico
[modifica] F
- Giovanni Stefano Fachinelli
- Francesco Ferrari
- Mario Fiorentini
- Girolamo Fiumagioli
- Girolamo Fontanella
- Antonio Fortini
- Francesco Fresco Di Cucagna
- Agostino Fusconi
[modifica] G
- Iacomo Gaddi
- Antonino Galeani
- Paganino Gaudenzio
- Tommaso Gaudiosi
- Giulio Cesare Gigli
- Marcello Giovanetti
- Domenico Gisberti
- Riniero Grillenzoni
- Gennaro Grosso
- Hermete de' Gualandi
- Francesco Maria Gualterotti
- Giuseppe Guerrieri
[modifica] I
- Giovanni Vincenzo Imperiali
- Gabriele Giovanni Irnei
- Cristoforo Ivanovich
[modifica] L
- Giovanni Giacomo Lavagna
- Fabio Leonida
- Giacomo Litegato
- Giovanni Battista Lopez Visconte
- Giovanni Francesco Loredano
- Giacomo Lubrano
- Martino Lunghi
[modifica] M
- Marcello Macedonio
- Benedetto Maia
- Giovan Francesco Maia Materdona
- Giovanni Battista Mamiani
- Giovanni Battista Manso
- Filippo Marcheselli
- Paolo Marchesi Vedoa
- Bernardino Mariscotti
- Francesco Martinello
- Francesco Melosio
- Federico Meninni
- Leonardo Miari
- Pietro Michiele
- Faustino Moisesso
- Bernardo Morando
- Giovanni Battista Moroni
- Liberale Motense
- Gaspare Murtola
- Antonio Muscettola
[modifica] N
- Anton Maria Narducci
[modifica] O
- Giovanni Battista Oddoni
- Cesare Orsini
- Pietro Francesco Orsini
[modifica] P
- Arrigo Palladio
- Pier Francesco Paoli
- Giovanni Battista Paolucci
- Pace Pasini
- Giovanni Pasta
- Andrea Perrucci
- Ciro di Pers
- Pietro Matteo Petrucci
- Giulio Piccolomini
- Baldassarre Pisani
- Giovanni Pomo
- Francesco Pona
- Girolamo Preti
- Giovanni Battista Pucci
[modifica] Q
- Leonardo Quirini
[modifica] R
- Licinio Racani
- Giovanni Paolo Rainaldi
- Giovanni Giacomo Ricci
- Cesare Rinaldi
- Nicolò Ridolfi
- Marc'Antonio Romagnesi
- Michelangelo Romagnesi
- Marc'Antonio Romiti
- Ottavio Rossi
- Giovanni Andrea Rovetti
[modifica] S
- Giuseppe Salomoni
- Scipio Sambiasi
- Gentile Albertino principe di Sanseverino
- Andrea Santamaria
- Francesco Maria Santinelli
- Fortuniano Sanvitale
- Giovanni Matteo Savio
- Giovanni Battista Sbroiavacca
- Lorenzo Scoto
- Giuseppe Girolamo Semenzi
- Giovan Leone Sempronio
- Bartolomeo Sereni
- Pari Severini
- Domenico Antonio Speranza
- Ermes Stampa
- Tommaso Stigliani
- Francesco Stradiotti
- Giulio Strozzi
[modifica] T
- Crisostomo Talenti
- Antonio Francesco Tempestini
- Emanuele Tesauro
- Ludovico Tingoli
- Michelangelo Torcigliani
- Filippo Antonio Torelli
- Domenico Torricella
- Bartolomeo Tortoletti
- Domenico Treccio
- Ottavio Tronsarelli
[modifica] V
- Giovanni Francesco Valloni
- Adriano Verdizzotti
- Giovanni Battista Vidali
- Nicola Villani
- Matteo di Stefano Vitale
[modifica] Z
- Marc'Antonio Zambeccari
- Cesare Zarotti
- Paolo Zazzaroni
- Gabriele Zinani
- Vincenzo Zito