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Leopoldo Galtieri - Wikipedia

Leopoldo Galtieri

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Data di nascita: 15 luglio 1926
Luogo di nascita: Buenos Aires
Data di morte: 12 gennaio 2003
Luogo di morte: Buenos Aires
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Religione: {{{religione}}}
Professione: Militare
Incarico: {{{incarico}}}
Partito: nessuno
Coalizione: {{{coalizione}}}
Elezione: {{{elezione}}}
Mandato: 22 dicembre 1981 -
18 giugno 1982
Predecessore: Carlos Lacoste
Successore: Alfredo Saint-Jean

Leopoldo Fortunato Galtieri Castelli (nato il 15 luglio 1926 a Caseros, in provincia di Buenos Aires; morto il 12 gennaio 2003 a Buenos Aires), fu uno dei militari argentini che cospirarono contro il presidente Isabel Martínez de Perón e che parteciparono al colpo di stato del 1976. Galtieri faceva parte della junta militare di governo diretta dal generale Jorge Rafael Videla, che sospese le garanzie costituzionali, dissolse le associazioni politiche e sindacali e mise in atto un meccanismo di repressione senza precedenti. Fu dittatore e presidente del paese dal 22 dicembre 1981 al 18 giugno 1982.

Indice

[modifica] Biografia

Galtieri era il figlio di una coppia di lavoratori argentini discendenti, a loro volta, da poveri immigranti italiani. Nel 1943, all'età di 17 anni, si arruolò all'accademia militare argentina per studiare come ufficiale nel ramo dell'ingegneria civile. Sette anni più tardi, grazie alla sua abilità, si era conquistato il grado di ingegnere combattente, e nel 1975, dopo più di 25 anni di servizio nell'esercito, era infine divenuto comandante dei corpi d'ingegneria argentini.

Fu un fervente sostenitore del colpo di stato militare del 24 marzo 1976, quando Jorge Rafael Videla prese il potere in Argentina rovesciando il presidente in carica Isabel Perón. Galtieri fu uno stretto collaboratore di Videla e si distinse per la dura repressione messa in atto durante il golpe, che gli permise di conquistare la sua fiducia, valendogli l'ascesa al titolo di maggiore generale nel 1977, e di generale supremo nel 1980.

Durante il governo della junta militare il parlamento e i sindacati furono sospesi, i partiti politici e i governi provinciali vennero vietati, e furono abolite tutte le garanzie costituzionali e sindacali, dando inizio a quella che sarà poi ricordata come la guerra sporca. Decine di migliaia di persone furono ritenute appartenenti all'ala sinistra "sovversiva", fatte arrestare, torturare, e "sparire" dalla società. Torture ed esecuzioni di massa erano all'ordine del giorno. L'economia, già malridotta prima del colpo di stato, recuperò per un breve periodo, quindi si deteriorò ulteriormente.

All'inizio del 1981 Galtieri visitò gli Stati Uniti d'America e fu ricevuto molto calorosamente dall'amministrazione Reagan, che vedeva nel suo regime un baluardo dell'anticomunismo. Il consigliere della sicurezza nazionale (National Security Advisor) Richard Allen lo descrisse come "maestoso generale" (majestic general).

Il 29 marzo 1981 Videla fu deposto dai militari del suo stesso regime, e sostituito da Roberto Eduardo Viola, il quale continuò il regime terroristico del suo predecessore, deponendo però tutti i suoi vecchi collaboratori, tra cui anche Leopoldo Galtieri, allontanato dalla politica a tempo indeterminato. Il governo Viola non mantenne però le promesse fatte e pagò poco i soldati, causando la ribellione dei militari e la deposizione di Viola stesso, che il 22 dicembre 1981 venne definitivamente sconfitto e sostituito da Leopoldo Galtieri, autoproclamatosi presidente a vita dell'Argentina, con poteri assoluti e la facoltà di scegliersi un successore.

[modifica] Presidenza

Dal marzo 1982 Galtieri incrementò ulteriormente la ferocia del regime, e molte altre migliaia di persone furono uccise; i militari torturavano le persone in qualunque posto le trovassero: nei garage, nei bagni e persino nelle case. Le vittime tra il dicembre 1981 e il giugno 1982 furono all'incirca 9000 secondo i calcoli più modesti, mentre altre 30000 furono uccise durante la dittatura di Videla.

Galtieri mantenne il diretto controllo dell'esercito e non nominò un nuovo generale supremo. Tentò di riparare l'economia riducendo le spese pubbliche e vendendo fuori dal paese tutte le restanti industrie ancora di proprietà dello stato, comprimendo la riserva monetaria e congelando gli stipendi. Istituì riforme politiche limitate che portarono a forti espressioni di dissenso e dimostrazioni anti-junta, ben presto divenute manifestazioni comuni di chi auspicava un ritorno alla democrazia.

[modifica] Operación Rosario

Per approfondire, vedi la voce Guerra delle Falkland.

Tra il marzo e l'aprile 1982 in Argentina si susseguirono 5 manifestazioni (di cui 3 organizzate dai familiari dei desaparecidos), tutte represse nel sangue; la popolarità di Galtieri diminuiva inesorabilmente, mentre l'inflazione saliva alle stelle e il PIL scendeva all'11,45%. Per calmare gli animi e riconquistare consensi tra la popolazione, Galtieri, il 26 marzo dello stesso anno, decise di dare il via all'Operación Rosario, che prevedeva l'invasione delle Isole Falkland (chiamate Isole Malvinas dagli argentini). I militari argentini, guidati dall'ammiraglio Jorge Anaya, diedero inizio all'invasione il 2 aprile 1982, e in poco tempo vinsero la blanda resistenza dei 1800 isolani nativi delle Falkland.

Mappa delle isole Falkland
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Mappa delle isole Falkland

Galtieri dichiarò le "Malvinas" una provincia dell'Argentina. Come previsto, gran parte della popolazione sembrò entusiasta di questo successo e le manifestazioni anti-junta furono sostituite da quelle patriottiche in suo favore. Ma le isole Falkland erano sempre state sotto la sovranità britannica e la Gran Bretagna e molti altri paesi in tutto il mondo condannarono l'annessione. Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite approvò la Risoluzione 502, che faceva appello al ritiro immediato delle truppe argentine e all'immediata cessazione delle ostilità.

Galtieri, come molti osservatori, pensava che le forze armate del Regno Unito non sarebbero state in grado (perché troppo lontane o prive dei mezzi necessari) di contrastare il suo esercito. Tuttavia il Regno Unito era deciso a riconquistare le Falkland.

L'amministrazione repubblicana di Ronald Reagan adottò un atteggiamento ambiguo, diviso tra la lealtà verso il tradizionale alleato britannico e i rapporti con il governo argentino (Stati Uniti e Argentina erano entrambi firmatari del "Rio Pact", che vincola i paesi membri alla reciproca assistenza). In marzo, il segretario di stato Alexander Haig, attraverso l'ambasciatore in Argentina, ammonì il governo del paese sudamericano a non dare il via all'invasione. Ronald Reagan richiese assicurazioni a Galtieri che non sarebbero state invase le isole e offrì l'opera mediatoria del vice presidente George H. W. Bush, ma la proposta venne rifiutata. L'amministrazione era divisa: Haig, il segretario alla difesa Caspar Weinberger e il vice segretario di stato per gli affari politici Lawrence Eagleburger erano favorevoli ad un deciso appoggio al Regno Unito, temendo che una posizione diversa avrebbe minato i rapporti tra i paesi NATO. Thomas Enders, vice segretario di stato per l'America Latina e Jeane Kirkpatrick, ambasciatrice all'ONU e avversaria di Haig, sostenevano al contrario che il supporto a Londra avrebbe minato l'impegno anticomunista in Sud America. Reagan disse di non capire la contesa "per quella sperduta terra ghiacciata", ma sostenne blandamente la posizione di Haig. Il segretario di stato intraprese una missione tra Londra e Buenos Aires, ma alla fine del mese di aprile, Reagan accusò l'Argentina del fallimento dei negoziati, dichiarò l'appoggio statunitense alla Gran Bretagna ed impose sanzioni economiche al paese sudamericano.

Alla fermezza di Margaret Thatcher sulla vicenda delle isole Falkland può dunque essere attribuita parte del merito della caduta della dittatura militare in Argentina e del ritorno della democrazia in quel Paese.

In seguito alle continue pressioni diplomatiche e a trattative infruttuose, il Regno Unito, con l'appoggio di USA e Nuova Zelanda, decise dunque di riprendersi le isole. La Guerra delle Falkland durò circa due mesi; un migliore addestramento e (in misura minore) un equipaggiamento superiore, servirono a controbilanciare il grande vantaggio numerico e geografico dell'Argentina: vi erano infatti oltre 10.000 soldati argentini nelle Falkland e il grosso del contingente britannico si trovava a 13.000 Km dalla zona di guerra. Come risultato i morti inglesi furono appena 255 e quelli argentini ben 632.

Nel giugno 1982, Port Stanley fu riconquistato e, nonostante le promesse di mitigamento della persecuzione degli oppositori, nessuno era più disposto ad ascoltare Galtieri che, il 18 giugno 1982, fu costretto a dare le dimissioni, dopo 6 mesi di sanguinaria dittatura.

Venne sostituito da Reynaldo Bignone, che in un primo momento si proclamò presidente a vita e continuò a perseguitare i propri oppositori, ma in seguito alle proteste dell'opposizione, nel 1983, fu costretto a permettere lo svolgersi di libere elezioni. Bignone perse nettamente e al suo posto venne eletto il radicale cinquantaseienne Raul Alfonsin. L'Argentina era infine tornata alla democrazia.

[modifica] Processo

Nel 1985 Leopoldo Galtieri fu processato da una corte militare per violazione dei diritti umani e, nel mese di maggio dell'anno seguente, venne condannato all'ergastolo. I tre appelli successivi (questa volta di fronte ad una corte civile) non servirono a cambiare l'esito del processo. Galtieri rimase in prigione fino al 1991, anno in cui il presidente Carlos Menem (sotto la pressione dei militari) gli concesse l'indulto, liberandolo da ogni accusa.

Nel luglio 2002 Galtieri fu nuovamente imputato in accuse civili riguardo il rapimento di bambini, la scomparsa di 18 simpatizzanti di sinistra verso la fine degli anni '70 (mentre era comandante del secondo corpo dell'esercito) e la scomparsa (o morte) di tre cittadini spagnoli risalente allo stesso periodo. A processo concluso, Galtieri fu posto agli arresti domiciliari.

Malato di cancro al pancreas, morì per un attacco di cuore il 12 gennaio 2003, all'età di 76 anni.

[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni

Predecessore: Presidente a vita dell'Argentina (dittatore) Successore: Bandiera dell'Argentina
Carlos Lacoste 22 dicembre 1981 - 18 giugno 1982 Alfredo Saint-Jean
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