Il pianeta proibito
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Il pianeta proibito | |
Titolo originale: | Forbidden planet |
Paese: | USA |
Anno: | 1956 |
Durata: | 98' |
Colore: | colore |
Audio: | sonoro |
Genere: | fantascienza |
Regia: | Fred McLeod Wilcox |
Soggetto: | Irving Block, Allen Adler |
Sceneggiatura: | Cyril Hume |
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Fotografia: | George J. Folsey |
Montaggio: | Ferris Webster |
Effetti speciali: | Arnold Gillespie, Joshua Meador,Warren Newcombe, Irving G. Ries |
Musiche: | Bebe Barron, Louis Barron |
Scenografia: | Hugh Hunt, Edwin B. Willis |
Si invita a seguire lo schema del Progetto Film |
Il pianeta proibito è un classico del cinema di fantascienza del 1956, diretto da Fred McLeod Wilcox e prodotto dalla MGM, da cui fu successivamente tratto un romanzo da parte di W.J. Stuart.
Nella realizzazione del film furono impiegati numerosi effetti speciali e musica elettronica. Vi fece apparizione per la prima volta il robot Robby. I personaggi e l'ambientazione del film sono ispirati alla commedia di William Shakespeare La Tempesta, che ha però una trama differente. Di buon livello sono le scenografie e i fondali dipinti.
Indice |
[modifica] Trama
L'incrociatore spaziale C-57-D è inviato in missione sul pianeta Altair IV alla ricerca di eventuali sopravvissuti della precedente spedizione Bellerofonte, dispersa venti anni prima.
All'arrivo la loro nave viene raggiunta da una forza immensa di natura ignota, dopodiché sono contattati dall'unico superstite della spedizione, il dottor Edward Morbius (Walter Pidgeon), il quale cerca invano di dissuaderli dall'atterrare. All'atterraggio vengono accolti dal robot Robby, che li conduce all'abitazione di Morbius, il quale spiega come entro un anno dall'arrivo sul pianeta, tutti i membri della spedizione furono fatti scomparire durante la notte da una immensa creatura sconosciuta, tutti tranne sé stesso, la moglie (morta poi per cause naturali) e la figlia. Egli teme che possa accadere lo stesso ai nuovi arrivati. Non teme invece per se e per la figlia, anche perché la loro abitazione è attrezzata con sofisticate tecnologie difensive. Il capitano (Leslie Nielsen) chiede di quali competenze tecniche disponga Morbius, che nella missione era un linguista.
Morbius dice di avere studiato e lavorato per tutti i venti anni alla ricostruzione della storia e alcune tecnologie dei Krell, la civiltà originaria del pianeta, misteriosamente scomparsa una notte di duemila secoli prima.
Mostra quindi agli ospiti la nursery Krell, comprendente una macchina per l'educazione che uccise istantaneamente una persona che la provò e indusse in coma lo stesso Morbius per due giorni. Al risveglio si ritrovò con un quoziente intellettivo pressoché raddoppiato. Li conduce all'interno del pianeta, dove è presente una immensa macchina sotterranea alimentata da un numero indefinibile di reattori nucleari autooperanti ed autoriparanti. Lo scopo della macchina, operativa per tutti i millenni successivi alla scomparsa dei Krell è ignoto. La Grande Macchina è rappresentata efficacemente con gli effetti speciali, alberi chilometrici su cui immense strutture scorrono su e giù, con grandi scariche energetiche. Le ambientazioni ricordano in qualche modo quelle di un altro classico: Metropolis.
Le cosa si fanno ancora più interessanti quando il capitano incontra la figlia di Morbius, Altaira, molto bella ma piuttosto ingenua. Come diciannovenne è molto curiosa e stabilisce un rapporto con il secondo del comandante. Nella notte, mentre Morbius dorme nella nursery, gli strumenti della macchina iniziano ad andare a fondo scala e contemporaneamente la nave spaziale viene attaccata da una entità invisibile di pura energia. Quando Morbius viene risvegliato dalla figlia, a sua volta svegliata da un incubo, l'attacco cessa immediatamente e gli strumenti scendono a zero.
Il medico di bordo decide così di provare nascostamente la macchina educatrice, scoprendo che si tratta in realtà di un immenso dispositivo inventato dai Krell in grado di materializzare qualunque oggetto desiderato con il solo pensiero. L'uso intenso della macchina però lo uccide, non prima di avere comunicato la scoperta al capitano.
I Krell non avevano tenuto in considerazione il pericolo rappresentato dal subconscio. Essi si consideravano civilizzati, ma i loro pensieri inconsci sono stati la causa della furiosa distruzione dell'intera civiltà in una notte per mezzo della Grande Macchina.
Morbius capisce quindi di essere stato la causa della morte dei membri della spedizione, probabilmente a causa del suo desiderio inconscio di essere il solo a studiare la macchina. Razionalmente si rende conto che l'età della figlia la porti ad avere relazioni, ma il suo lato oscuro ha voluto attaccare la nave con cui sarebbe andata via per sempre. Questa decide per amore di lasciare il pianeta nonostante il pericolo della macchina.
Nell'attacco finale l'intera energia della macchina si concentra sulla nursery, dove Morbius si è chiuso per cercare di distogliere dagli altri personaggi l'attenzione della creatura da lui materializzata. Qui muore in seguito allo sforzo ed allo shock psicologico, ma non prima di avere attivato il processo di autodistruzione dell'intero pianeta. Egli decide di sacrificarsi e distruggere la Macchina, troppo pericolosa per essere usata da qualunque specie i cui individui non abbiano un totale controllo sulla propria mente.
Nella scena finale, l'equipaggio riesce finalmente a decollare dal pianeta, che esplode alle loro spalle.
[modifica] Ispirazione e influenze
Come già menzionato il film è stato influenzato dalla commedia La tempesta di Shakespeare, ma se la trama ha ben poca corrispondenza, si possono invece rilevare similarità tra i personaggi, in particolare:
- Prospero = Il dottor Edward Morbius
- Miranda = Altaira
- Ariel e Caliban = Il robot Robby
Anche se potrebbe apparire una corrispondenza tra Ferdinando ed il capitano John J. Adams e tra Stefano e Trinculo con Cookie, i personaggi non corrispondono realmente. Altri personaggi scespiriani (Alonso, Antonio, Sebastian) non hanno corrispondenza, mentre il mostro potrebbe essere ispirato allo spirito che agisce su Prospero.
Per gli spettatori contemporanei alcune delle tecnologie impiegate nella navicella spaziale erano interessanti, sia per il confronto con le tecnologie reali sia per l'influenza prodotta sulla successiva fantascienza. L'astronave dispone di un non meglio specificato sistema di propulsione interstellare ad altissima velocità, ma la navigazione avviene manualmente. Anche il fatto che, nella parte finale del film, sia il robot Robby a guidare la nave è una novità. La teoria della relatività postula che superare la velocità della luce sia impossibile (anche se sono in seguito state teorizzate altre possibilità, come i wormhole), e pensare di guidare manualmente una nave spaziale sembra assurdo, nell'epoca dei computer.
L'autore di Star Trek Gene Roddenberry ha ammesso in una sua biografia di avere tratto ispirazione anche da Il pianeta proibito. Il film, il modo in cui sono presentati i suoi personaggi, la tecnologia rappresentata (leghe speciali, disintegratori) ricorda particolarmente la serie classica di Star Trek. Una puntata in particolare, che potrebbe essere tratta da questo film, include anche una simile vicenda amorosa tra il capitano e una ragazza. Anche il piccolo dispositivo intercomunicante usato dall'equipaggio, altra novità presente nel film, potrebbe avere ispirato il comunicatore di Star Trek.
Dal film fu tratta un romanzo ad opera di W.J. Stuart. Il libro rispetto al film approfondisce maggiormente la vicenda dei Krell ed il rapporto tra questi e Morbius. Diversamente dalla versione cinematografica, nel libro si trova che Morbius si è più volte sottoposto alla macchina, accrescendo la sua intelligenza molto al di là delle possibilità umane, mantenendo però inalterata la sua natura imperfetta di uomo, causa della propria fine.
[modifica] Curiosità
Il robot Robby fu l'oggetto scenico cinematografico più costoso mai costruito all'epoca e fu successivamente impiegato anche nel film Il robot e lo Sputnik. Divenne anche un giocattolo molto popolare, ed è in qualche modo un antesignano di tutti i robot dei film di fantascienza. Fece una piccola apparizione anche nel film Gremlins nel 1984, visibile sullo sfondo durante una conversazione telefonica all'incontro degli inventori. Tra le sue rare apparizioni successive ricordiamo anche Le ragazze della Terra sono facili (1988) e Looney Tunes: Back in Action (2003). Sul piccolo schermo Robby è apparso in tre episodi della serie cult Ai confini della realtà, in uno dei quali rivesteva addirittura il ruolo di protagonista.
Le sequenze animate, in particolare l'attacco del mostro, sono state create dal veterano degli effetti speciali Joshua Meador, prestato per l'occasione alla MGM dagli studi della Walt Disney. Curiosamente, la sequenza in cui appare la sagoma del mostro è stata rimossa nelle versioni destinate alla televisione, probabilmente perché ritenute troppo impressionanti per i minori. Il mostro ricorda il personaggio del Diavolo della Tasmania dei Lonely Tunes.
Nella finzione le strutture sotterranee dei Krell sono realizzate con una lega metallo-adamantina, usata da Morbius per costruire le protezioni della sua abitazione.
Il film è un esempio della Legge di Cooper, che afferma Tutte le macchine sono amplificatori, in questo caso dell'inconscio di Morbius.
Il film segna l'esordio sul grande schermo di Leslie Nielsen che diventerà in seguito molto famoso come protagonista dei film della serie "Una pallotola spuntata..." ed altri ancora, sempre di genere comico-demenziale.
Una grande novità del film fu l'uso della musica elettronica per la colonna sonora, composta da Louis e Bebe Barron, che ottennero per questo una nomination all'Oscar.
[modifica] Collegamenti esterni
Scheda del film dell'Internet movie database