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Esquilino (rione di Roma) - Wikipedia

Esquilino (rione di Roma)

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Stemma del rione
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Stemma del rione
Esquilino (rione di Roma)
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Esquilino (rione di Roma)

Esquilino è il XV rione di Roma. Il suo stemma è formato da due figure: un albero e un monte, il tutto in campo d'argento.

Indice

[modifica] Storia

Il monte rappresenta il colle Cispius, sul quale sorge la Basilica di Santa Maria Maggiore, che fu sottratto al rione Monti nel 1921, quando ne fu ritagliato il moderno rione Esquilino.

L'Esquilino è uno dei rioni esterni del centro storico. Di antica urbanizzazione (con Palatina, Collina e Suburrana era una delle quattro regiones della Roma serviana), con i suoi tre colli (Cispius, Oppius e Fagutalis) comprendeva fino alla regionalizzazione di Augusto tutta l'area oggi attribuita al rione Monti. Il territorio del rione attuale è tuttavia da sempre una sorta di territorio di confine della città, intesa come centro storico: inizialmente al margine delle mura serviane, di cui conteneva l'agger (che correva dall'attuale Stazione Termini a via Merulana), in età imperiale fu incluso nelle mura aureliane, ma rimase sempre marginale alla città propriamente intesa, tanto che una delle etimologie del nome lo fa derivare dal termine latino esquiliae, che indicava i sobborghi.

Fino ad Augusto la zona oltre l'agger delle mura repubblicane era una sorta di vastissima discarica dei rifiuti della città, e sede anche di un cimitero, diviso in un'area per gli schiavi e in una per i cittadini di modeste condizioni che potevano però permettersi il posto in un colombarium. Il Lanciani descrive la scoperta e l'esplorazione di una settantina di questi puticoli, nelle vicinanze di quella che è oggi la stazione Termini. La riforma urbana voluta da Augusto, in tempi in cui la città si era enormemente estesa e nessuno pensava che avrebbe mai più avuto bisogno di mura, seppellì fra l'altro sotto una decina di metri di terra di riporto questi terreni inquinati e pestilenziali, il terrapieno delle antiche mura divenne una sorta di passeggiata pubblica, e su quei terreni sorsero gli Orti di Mecenate, splendidi giardini che contenevano fra l'altro un'alta torre dalla quale Svetonio dice che Nerone assistette all'incendio di Roma, dei quali è stato riportato alla luce, nel 1874, l'Auditorium di Mecenate. L'aula faceva parte di un complesso molto più ampio, che fu interamente demolito per rendere edificabile il terreno: la nuova capitale aveva bisogno di alloggi, e i suoi costruttori non andavano per il sottile.

Fino al tardo impero l'Esquilino fu sede di ville residenziali (Horti), piuttosto che di case popolari: nell'antichità il popolo continuava infatti ad ammassarsi nei rioni più in basso, come la Suburra, durante il medioevo la zona passò in possesso di vari ordini e conventi localizzati nei dintorni di Santa Maria Maggiore, e successivamente (dal '600) tornò ad essere sede di varie ville. In villa Palombara fu edificata nella seconda metà del '600 la famosa Porta Alchemica, che si può ammirare oggi nei giardini di piazza Vittorio Emanuele II.

Le pur rilevanti persistenze antiche sono state completamente soffocate dalla parte residenziale del rione attuale, edificata ex novo dopo il 1870 come quartiere d'abitazione per la nuova borghesia impiegatizia. Ciò ne ha definito le caratteristiche edilizie ed urbanistiche, e ne fa uno dei più regolari di Roma, insieme al rione Prati.

Per questa sua apparente banalità, e per la prossimità ad una grande area di infrastrutture industriali come è la stazione centrale e i suoi vasti impianti di servizio, il rione è quasi completamente fuori dai percorsi turistici standard, che generalmente toccano solo i suoi confini esterni - le basiliche e la stazione Termini.

[modifica] Punti salienti

Proprio grazie a questa regolarità topografica (la zona si presenta come un quadrilatero molto allungato in corrispondenza dei terreni dedicati al traffico ferroviario) se ne può rappresentare l'area (e i punti salienti) nel diagramma seguente:

Santa Maria Maggiore
via Gioberti
stazione Termini
  • il prospetto della stazione Termini è uno dei pochissimi edifici pubblici costruiti a Roma nel secondo dopoguerra, su disegno degli architetti Montuori e Vitellozzi (1950). Del precedente progetto anni '30 di netta impronta futurista, dovuto all'ing. Angelo Mazzoni, furono realizzati solo gli edifici tecnici.
via Merulana (fino a piazza San Giovanni)
  • ampia strada che sarebbe discretamente anonima, se non fosse per il grande romanzo di Gadda, che fra l'altro descrive bene la sociologia originaria del rione.
    La via moderna segue il tracciato della cinquecentesca via Gregoriana tracciata dal papa Gregorio XIII e prolungata da Sisto V per offrire un adeguato scenario a processioni e cortei pontifici tra Santa Maria Maggiore, San Giovanni in Laterano, la Scala Santa e Santa Croce in Gerusalemme. Attorno sorsero dal XVII secolo ville patrizie suburbane, l'ultima delle quali (1830) fu villa Wolkonski, l’unica giunta quasi integra a noi mentre le altre cadevano sotto il piccone dell'urbanizzazione umbertina.
  • Auditorium di Mecenate
Piazza Vittorio Emanuele II
  • Comunemente abbreviata in Piazza Vittorio è una piazza completamente porticata alla moda piemontese, unica nel suo genere, a Roma. Al centro c'è un grande giardino (recuperato negli anni '90 dal degrado che lo aveva afflitto dal dopoguerra), che ha permesso di salvare i resti dei cosiddetti Trofei di Mario, massiccio rudere in laterizio di una fontana di età severiana che costituiva la mostra dell'Aqua Iulia. Il nome gli deriva da due trofei marmorei spostati poi da Sisto V alla Cordonata a Campidoglio.
    Nella zona si stabilì fin dagli anni '60 una piccola comunità cinese, molto cresciuta negli ultimi anni.
Via Marsala

via Carlo Felice
Santa Croce in Gerusalemme
Porta Maggiore
  • La grande struttura attuale a due fornici è quanto resta della mostra d'acque in cui convergevano 8 degli acquedotti che alimentavano Roma, in particolare l'acquedotto Claudio. Incorporata nelle mura aureliane nel 272, fu rinominata Porta Praenestina (ancora oggi la via Prenestina esce da lì). Prese il nome di Porta Maggiore durante il medioevo, presumibilmente perché da lì si andava verso Santa Maria Maggiore.
  • Basilica sotterranea di Porta maggiore
    è una struttura scoperta nel 1917 di cui non è chiara la destinazione (sede di un culto pitagorico, monumento funerario?), ma che presenta importanti stucchi di carattere mitologico.
  • Sepolcro di Eurisace è la struttura rivestita di travertino subito fuori della porta, costruita ad imitazione dei recipienti in cui veniva impastata la farina.

[modifica] Confina con...

Castro Pretorio, Prenestino (Municipio 6), Monti.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti

 È raggiungibile dalle stazioni: Vittorio Emanuele e Manzoni.


[modifica] Altri progetti

[modifica] Collegamenti esterni


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