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Digital divide

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Con digital divide (divario digitale detto anche DD) si intende il divario esistente nell'accesso alle nuove tecnologie (Internet, Computer) presenti nel mondo, e chi non può farlo per motivi diversi come reddito insufficiente, ignoranza, assenza di infrastrutture (come nel caso dei paesi sotto sviluppati).

Il problema del Digital divide è di per sé già presente all’interno degli stati più sviluppati. Sicuramente però i suoi effetti sono ancor più devastanti all’interno dei paesi arretrati: l’impossibilità d’avvicinarsi alla tecnologia chiude infatti qualsiasi possibilità di recupero economico di questi paesi. Il DD potrebbe creare differenze non solo nel reddito, ma nell'informazione, cosa nel lungo andare ben più dannosa. Il DD oggi viene contrastato attraverso significative attività di riciclaggio dell'hardware (il trashware) e nell'utilizzo di software libero, cioè non solo gratuito, ma anche liberamente copiabile e redistribuibile.

Il termine cominciò ad essere utilizzato dalle amministrazioni americane per indicare la non omogenea fruizione dei servizi telematici tra la popolazione statunitense.

Le Nazioni Unite si sono mobilitate per il raggiungimento di un obiettivo fondamentale: permettere che l’accesso alle tecnologie dell’informazione e della comunicazione diventi un servizio a disposizione di tutta l’umanità.

Nell’ambito delle iniziative finalizzate a colmare il divario digitale è stato istituito dall’Assemblea dell’UN il Gruppo di Esperti di Alto Livello che ha presentato all’Assemblea del Millennio il primo piano di azione globale finalizzato al superamento di questo divario.

Oggi il significato continua ad essere utile in riferimento alle divergenze interne ai contesti nazionali: ma con la divulgazione delle nuove tecnologie in tutti i settori della nostra quotidianietà e al di là delle geografie nazionali, con digital divide ci si riferisce più comunemente alla dimensione del problema su scala globale, ed in alcuni casi si è esteso il senso al divario nella fruizione più generale di informazione.

Le conseguenze della legge di Moore hanno drasticamente aumentato la potenza dei processori, ma per converso sono stati gettati via con notevole detrimento ambientale numerosi computer (si stima 150 mila ogni anno solo in Italia). I vecchi PC sono decisamente considerati dalla legge rifiuti tossici, e il loro alto contenuto di metalli pesanti non dovrebbe essere trascurato. Alternative allo smaltimento possono essere la donazione a chi non possiede computer oppure, in alcuni casi, sfruttare i vecchi computer combinandone le capacità di calcolo (come per esempio in un beowulf cluster o in un cluster openMosix).

Ma la stessa povertà di questi paesi non permette alla popolazione di acquisire un’alfabetizzazione né di base né tantomeno di tipo informatico: si viene a creare un circolo vizioso che porta paesi del terzo mondo ad aumento dell'analfabetismo, alla scarsa conoscenza informatica, ad un costo elevato dell'hardware, alla mancanza di infrastrutture di comunicazione e di contenuti in lingue dei paesi arretrati.

Nell’ottobre 1998, in occasione del Global Village, un seminario sul digital divide tenutosi in India viene composta la Bangalore Declaration on Information technology for developing countries.

In questa sede venne teorizzata la creazione di un computer a basso costo, non basato su linguaggio scritto, ma visivo, che permetta, attraverso il collegamento a internet, di creare i mezzi e la cultura necessaria alla nascita di attività on-line per i mercati in difficoltà.

Un gruppo di informatici ed economisti indiani, sotto la guida dell’Istituto indiano per l’informatica e l’automazione, e dell’importante industria di software Encore ltd (con sede a Bangalore), creano la Simputer Trust, un’associazione che ha lo scopo di realizzare questo tipo di sistema informatico, in tre anni nasce il simputer.

Indice

[modifica] Piano Globale

Il piano globale sottolinea la necessità di un approccio integrato che preveda il coinvolgimento e la cooperazione sinergica tra il sistema delle Nazioni Unite, le organizzazioni bilaterali e multilaterali, le autorità nazionali, il settore privato, la società civile. Il Segretario Generale dell’ONU ha annunciato all’interno del suo Rapporto per il Millennio due iniziative di estremo rilievo:la realizzazione di una nuova Rete Sanitaria per i paesi in via di sviluppo e l’istituzione di un Servizio delle Nazioni Unite per la Tecnologia e l’Informazione chiamato UNITeS.

[modifica] Rete Sanitaria

La Rete Sanitaria promossa dalle Nazioni Unite e attualmente coordinata dall’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS), intende fornire un valido aiuto a al problema dell’Assistenza Sanitaria nei paesi in via di sviluppo, sfruttando le enormi potenzialità offerte in questo campo dalle nuove tecnologie. Il piano prevede la creazione di diecimila siti on line posti a disposizione degli ospedali, delle cliniche e delle strutture sanitarie pubbliche presenti in questi paesi. Lo scopo è di favorire l’accesso ad informazioni mediche e sanitarie aggiornate, sviluppando programmi specifici per singoli stati o gruppi di nazioni.

[modifica] Servizio per la Tecnologia e l'Informazione

Il servizio attivato dall’UNITeS intende invece creare un corpo di volontari esperti e provenienti da tutto il mondo, in grado di porre le proprie competenze al servizio dei paesi in via di sviluppo, al fine di aiutarli a beneficiare concretamente della rivoluzione digitale. I volontari sono dunque i protagonisti principali di questo programma, volto sia ad addestrare gruppi di persone sugli utilizzi e gli scopi della tecnologia dell’informazione, sia a sollecitare la costituzione di ulteriori corpi digitali nel Nord e nel Sud del mondo. L’area d’intervento è assai vasta ed abbraccia ogni campo dello sviluppo umano.

Nel perseguire la sua missione,l’UNITeS si avvale della collaborazione dei governi, delle agenzie internazionali, delle organizzazioni non governative, dalla società civile, del settore privato, delle università al fine di supportare il lavoro dei volontari sia sul campo che on line, attraverso varie forme: dal sostegno finanziario alla donazione degli equipaggiamenti elettronici, dalla fornitura di servizi logistici al reclutamento delle risorse umane.

[modifica] eEurope 2002

Ma il problema non si pone solo nei confronti dei paesi del terzo mondo: molto spesso il divario si nota anche solo tra regioni confinanti di una stessa nazione…

Nel giugno 2000 l’Unione europea ha approvato il Piano d’azione "eEurope 2002"; nello stesso mese il governo ha varato il Piano d’azione dell’Italia. Nei documenti presentati dal nostro paese e accolti in "eEurope 2002" sono richieste politiche per la crescita delle regioni in ritardo e un impegno straordinario per la riduzione del digital divide tra paesi ricchi e poveri. Entrambi i documenti pongono la valorizzazione del capitale umano, e in particolare dei giovani, al centro delle azioni concrete che devono essere perseguite dall’Ue e dai singoli Stati.

Le linee d’azione previste nel Piano europeo sono finalizzate al raggiungimento di tre obiettivi prioritari:

  1. realizzare un accesso più economico, rapido e sicuro a Internet;
  2. investire nelle risorse umane e nella formazione, favorendo la partecipazione di tutti all’economia basata sulla conoscenza;
  3. promuovere l’utilizzo di Internet, anche nella pubblica amministrazione e nei servizi, accelerando l’e-commerce e sviluppando contenuti digitali per le reti globali.

In Irlanda oltre 200milioni di euro di finanziamenti publici sono stati resi disponibili per finanziare progetti tesi a fornire sistemi di comunicazione avanzata o infrastrutture di e-commerce. In Svezia sono stati investiti 5,8 miliardi di corone per sviluppare connessioni regionali o locali in aree rurali e per lo sviluppo di reti a banda larga. In Portogallo allo scopo di fornire l’accesso domestico a Internet a più della mettà della popolazione vengono offerti incentivi fiscali per l’acquisto di pc e l’accesso a internet a bassa velocità è gratuito oppure fornito a un prezzo simbolico e l’accesso a banda larga è a un buon livello di sviluppo. In Francia sono stati realizzati oltre 7000punti di accesso gratuito a internet.

[modifica] Piano Italiano

Il Piano del governo italiano, finanziato con il 10 per cento delle entrate ottenute con la gara Umts, considera la transizione verso la Società dell’informazione come priorità strategica; parte dal presupposto che le tendenze allo sviluppo e all’adozione delle nuove tecnologie dell’informazione e della comunicazione (Ict) sono largamente spontanee e decentrate;

Programma di sviluppo delle tecnologie didattiche 1997-2000 ha interessato moltissime scuole di ogni ordine e grado, ottenendo importanti risultati. Tre gli obiettivi:

  1. promuovere fra gli studenti la padronanza della multimedialità;
  2. accrescere l’efficacia dei processi di insegnamento-apprendimento e la stessa organizzazione della didattica;
  3. migliorare la professionalità degli insegnanti.

Per sviluppare politiche di sostegno alle scuole il ministero ha attivato un insieme di risorse, avviando una politica di accordi con le imprese private, che presenteranno alle scuole consulenza tecnologica, servizi e azioni di stimolo (premi, concorsi ecc.). Il Programma ha previsto un investimento complessivo di mille miliardi negli anni 1997-2000.

La legge finanziaria per il 2000 ha poi destinato 450 miliardi negli anni 2000-2002 all’acquisto di attrezzature informatiche da parte di istituzioni scolastiche che intendono completare questo progetto. È prevista inoltre la totale esenzione da ogni onere fiscale ai fini dell’Iva, e delle imposte sui redditi, per le cessioni a titolo gratuito di dotazioni informatiche (purché non ulteriormente commercializzabili) a istituti penitenziari e a scuole.

[modifica] La copertura ADSL italiana e il digital divide

La banda larga definita alla luce della tecnologia attuale a partire da un valore soglia di 1.2 megabit/sec. non è contemplata né dalla legislazione italiana né da quella europea come obbligo di servizio universale.

Già prima del decreto Landolfi, esisteva una minoranza di decine di centrali telefoniche collegate in banda larga col WiFi, laddove non era economico uno scavo per la fibra ottica. La banda disponibile era intorno ai 150 megabit; attualmente con collegamenti a 24 gigahertz (non 2.4) si raggiunge una velocità di 1 gigabit/sec. Ciò può trasportare anche il traffico voce (che dopo la centrale Telecom è trasformato in un pacchetto digitale).

Con i link via wireless è/era possibile una copertura totale del territorio, con l'onere di installare un DSLAM in ognuna delle 10800 centrali telefoniche italiane. Un collegamento wireless fra le centrali è un costo marginale. Le frequenze sopra i 10 gigahertz richiedono costose licenze ministeriali. Un link sulle frequenze fino a 10 gigahertz è gratuito, ma garantisce una banda di 20 megabit(anche per l'uso commerciale/profittevole che ne fa un operatore telefonico).

A detta di molti operatori nel settore delle telecomunicazioni, la banda larga è un fattore d'importanza strategica per la ripresa di competitività delle imprese italiane, quanto la creazione di una rete di trasporti autostradale e ferroviaria più efficiente. È importante in questo senso l'integrazione fra informatica e logistica, per favorire la circolazione di idee e di merci.

La banda larga è anche una necessità del mondo dell'università e della ricerca scientifica che lavorano su grandi moli di dati e utilizzano la rete come strumento da cui attingere potenza di calcolo.

L'apertura della concorrenza nel mercato delle tlc ha sensibilmente abbassato i costi di un collegamento rispetto a 10 anni fa, introducendo modalità di tariffazione flat e il pagamento del solo contatto telefonico (non più anche del provider che fornisce l'accesso a Internet).

La copertura del territorio italiano con accessi a Internet a velocità superiori a 1 megabit/sec. è intorno al 50% nel quale rientrano i 20 maggiori centri (Roma, Milano, Torino, Genova, Napoli, etc.), ben al di sotto della media europea (95% di Regno Unito, oltre il 90% in Francia) e di Stati con un territorio più vasto dell'Italia e una più bassa densità abitativa e quindi più piccoli centri da coprire.

In Francia e Inghilterra tale livello di copertura è in buona parte dovuto all'utilizzo diffuso di tecnologie wireless, o di altre quali l'extended adsl, liberalizzate da alcuni anni, per servire territori in cui non è conveniente un servizio DSL oppure la posa della fibra ottica.

La velocizzazione degli accessi a Internet è il problema del digital divide nel quale al momento si concentrano maggiori risorse pubbliche e private (es. Infrastrutture s.p.a).

La sicurezza delle reti è un problema che in parte sarà affrontato dai protocolli della futura generazione di Internet 2, più robusti e sicuri dell'attuale protocollo TCP/IP.

I gestori di comunicazioni forniscono agli ISP connessioni *.DSL solo su richiesta di almeno 1000 utenti (in varie centrali telefoniche), che firmano un pre-contratto col gestore telefonico nel quale si impegnano a pagare il servizio ADSL; non sempre è presente una clausola che ne prevede lo scioglimento in caso di mancata attivazione del servizio, per cui si paga un servizio che non si è ottenuto. Forse questo spiega la scarsa diffusione dei pre-contratti.

La soglia dei 30-40 pre-contratti ADSL per una centrale telefonica limita drasticamente la copertura. Dei 10800 comuni italiani, 5800 (più della metà) hanno una popolazione (censita) con meno di 5000 abitanti. Solo l'8% di questi è coperto da ADSL che dunque esclude non pochi dei 57 mln di italiani.

Telecom dichiara che le centrali telefoniche, meglio dette stadio di linea coperte sono 3000 delle 10500 totali. Ogni comune è servito da una centrale telefonica (10500 centraline per 8100 comuni, in tutta Italia). Quelli che ne hanno più d'una, solitamente sono i centri di maggiori dimensioni. Il segnale che arriva alla centrale non giunge però in tutti i borghi, frazioni, etc. del comune; arriva a una certa distanza dalla centrale che non coincide nè col confine del comune né col raggio d'azione di una centrale vicina. Per cui coprire un comune non vuol dire che sono coperti tutti gli abitanti, se la densità abitativa del comune è sotto una certa soglia, calcolabile come 15000 abitanti per km quadrato.

Le zone in cui si realizza questa densità sono una piccola percentuale della superficie nazionale.

La disponibilità di ADSL richiede l'installazione di vari apparati e la rimozione di altri che sono di impedimento, posti vent'anni fa quando la tecnologia era già commercializzata all'estero, mentre lo è da 10 anni in Italia.

L'acquisto e installazione di un DSLAM è un costo marginale rispetto all'acquisto, scavo e posa di un mezzo (doppino in rame o fibra ottica) per il collegamento a banda larga delle centrali telefoniche.

Molte centrali telefoniche non dispongono di collegamento ADSL a causa di apparati quali MUX ed UCR, posti dalla vecchia SIP vent'anni fa, che dovrebbero essere rimossi, oppure per la mancanza di un collegamento in fibra ottica ad una centrale vicina all'interno du una rete di centrali collegati in fibra fino al centro Telecom.

Dal collegamento in fibra ottica alla rete Telecom sono escluse le centrali telefoniche che servono meno di 100 utenze (con la normale linea voce).

[modifica] L'iniziativa e-form

Iniziativa avviata al fine di realizzare percorsi e strumenti formativi e informativi nell’area dell’Ict anche attraverso una forte alleanza di università del Centro-Sud con organizzazioni imprenditoriali e rappresentanze delle professioni.

Il programma di formazione prevede una serie di interventi che riguarderanno tutti i sistemi formativi (università, scuola, formazione professionale e aziendale). La prima fase di attività di e-form è il Progetto Tone (Towards the New Economy), che prevede attività di orientamento e formazione professionale dirette a convertire studenti universitari e laureati attualmente non occupati o sotto occupati alle professioni della new economy.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Collegamenti esterni

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