Celio
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Il Colle Celio è uno dei sette colli su cui venne fondata Roma.
Il mons Caelius fu inserito nel perimetro cittadino già con Romolo, ovvero con Tullo Ostilio o Anco Marzio. Si trova menzionato nell'elenco del Saeptimontium (v. sette colli di Roma) e fece parte della I regione cittadina (Suburana) nella suddivisione serviana. Nella nuova suddivisione augustea costituì la II regione (Caelimontium).
In origine il nome doveva essere Querquetulanus mons per la ricchezza di querce, mentre l'origine del nome Caelius viene concordemente fatta risalire all'etrusco Celio Vibenna.
Il Caeliolus (o Caeliculus o Caelius Minor) corrisponde ad una sezione del colle, forse quella più occidentale, verso la valle poi occupata dal Colosseo, oppure quella attualmente occupata dalla chiesa dei Santi Quattro Coronati.
Sul lato rivolto verso il Colosseo, nel punto più elevato sorse il tempio del Divo Claudio, dedicato all'imperatore Claudio, divinizzato dopo la morte.
Dai resti rinvenuti nell'area del colle si può ricostruire una fase edilizia abitativa cospicua nella seconda metà del II secolo DC, mentre edifici precedenti del I secolo AC furono probabilmente distrutti da un incendio del 27 DC. Nel IV secolo DC vi avevano sede ricche domus inserite in vasti parchi, come quelle delle famiglie dei Simmaci (presso cui sorse la basilica hilariana: v. Basiliche civili) e dei Tetrici e quella di Fausta (domus Faustae), forse identificabile con la moglie di Costantino. Le proprietà degli Annii e di Domizia Lucilla (della famiglia di Marco Aurelio) e dei Quintilii, entrarono a far parte della domus Vectiliana di Commodo.
Nella parte extraurbana del colle sorsero diverse caserme per le truppe di stanza nella capitale: in corrispondenza della chiesa di Santo Stefano Rotondo erano sorti i castra peregrina (costruiti in epoca traianea e restaurati più volte nei secoli successivi), mentre la sede della V coorte dei vigili (statio cohortis V vigilum)
In un possedimento della famiglia dei Laterani Settimio Severo fece edificare tra il 193 e il 197 DC i castra nova equitum singularium ossia una nuova caserma per il corpo di cavalieri della guarda imperiale, di fronte alla vecchia caserma costruita sotto Traiano (castra priora equitum singularium). Quando il corpo militare fu sciolto da Costantino l'area dell'accampamento severiano fu in parte occupata dalla nuova basilica dedicata al Salvatore che divenne poi San Giovanni in Laterano.
Gli edifici del Celio furono fortemente danneggiati durante il sacco di Alarico del 410 DC e a partire da quest'epoca si vanno accentuando sul colle abbandono e ruralizzazione.
Nel VI secolo fece parte della II regione ecclesiastica Per la presenza della basilica lateranense, per l'intero colle venne spesso utilizzato il toponimo di "Laterano". La costruzione del "Patriarchio", probabilmente ancora nel VI secolo, diede luogo alla creazione di diversi tituli (i più antichi luoghi di culto cristiani, spesso ambienti di case private; v. Chiesa cristiana (architettura)) e xenodochia (centri di assistenza e accoglienza per pellegrini e ammalati).
Nuove chiese continuano a sorgere, inizialmente in sostituzione e sopra i precedenti tituli, più tardi indipendentemente da essi, come Santi Giovanni e Paolo, di San Clemente, dei Santi Quattro Coronati, di Santa Maria in Domnica, di Santo Stefano Rotondo, di San Giovanni a Porta Latina, di San Gregorio.
Vi furono inoltre fondati monasteri, circondati da fondi e alcune torri delle famiglie nobiliari, del X e XI secolo. Una nuova distruzione viene subita con il sacco del 1084. A partire dal XII secolo fece parte della regio Montium, che si estendeva fino al Quirinale.
Attualmente il Celio è compreso nell'omonimo rione e vi sorge, proseguendo la tradizione assistenziale, l'Ospedale militare del Celio.