Sacco di Roma (410)
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Il Sacco di Roma del 24 agosto 410 concluse il terzo assedio (dopo quelli del 408 e 409) condotto dai visigoti di Alarico ed ebbe una immediata risonanza in tutto l'Impero, avvertito come evento epocale, venne visto da sant'Agostino come segno della prossima fine del mondo o della punizione che Dio infliggeva alla capitale del paganesimo.
[modifica] L'evento
I Visigoti, dopo due falliti tentativi (408 e 409), nell'aprile del 410 (dopo essere stati attaccati a tradimento dalle truppe dell'imperatore Onorio a Ravenna, ritornarono sotto le mura di Roma dando inizio così al terzo assedio in tre anni; bloccarono tutte le vie d'accesso, compreso il Tevere e i rifornimenti da Porto e da Ostia. L'assedio continuò incessantemente per cinque mesi, costringendo la popolazione affamata a cibarsi addirittura di gatti, topi, cani. Le malattie infettive mieterono molte vittime (le fonti parlano di peste, ma si trattò più verosimilmente di colera) e sono citati anche casi di cannibalismo. L'assedio colpì soprattutto le fasce più povere della popolazione, e fu probabilmente di un disperato gruppo di affamati la decisione di far terminare l'assedio.
Nella notte del 24 agosto, qualcuno aprì nascostamente la Porta Salaria. I 500.000 Visigoti entrano come un fiume in piena. Iniziò così il secondo saccheggio della Città Eterna, rimasta inviolata dai tempi di Brenno. Nonostante tutto, Roma incuteva rispetto agli invasori e nei tre giorni di saccheggio Alarico impartì l'ordine di non uccidere alcuno (nonostante questo, perdite umane ve ne dovettero essere, e ingenti) e di risparmiare i luoghi di culto e mise sotto la propria tutela Papa Innocenzo I. Questi vide impotente sotto i suoi occhi lo scempio in cui cadde la città, compiuto non tanto dai Goti stessi, quanto dagli ex schiavi (liberati l'anno prima) assetati di vendetta. Durante il sacco, Alarico catturò come ostaggio Galla Placidia, sorella di Onorio, e la diede in sposa a suo cognato Ataulfo.
[modifica] Bibliografia
- Conte Marcellino Chronicon
- Sant'Agostino d'Ippona, La città di Dio (tit. lat.: De civitate Dei),A cura di Carlo Carena, Einaudi, Torino,1992 dettaglio
- Zosimo, Storia Nuova (tit. lat.: Historia Nova), Rusconi, 1977
- San Girolamo. Le lettere. A cura di S.Cola. Roma, Citta Nuova Editrice 1996-1997 dettaglio