Atlango
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Atlango ({{{nomenativo}}}) † | |
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Creato da: | Ryszard Antoniszczak nel 2002 |
Contesto: | Unione Europea |
Classifica: | non in top 100 |
Filogenesi: | |
Statuto ufficiale | |
Codici di classificazione | |
ISO 639-2 | art (Lingue artificiali) |
Lingua - Elenco delle lingue - Linguistica | |
L'atlango è una lingua artificiale ausiliaria creata nel 2002 in Polonia da Ryszard Antoniszczak (in atlango Richard A. Antonius) per facilitare la comunicazione tra i cittadini dell'Unione Europea.
Essa si configura approssimativamente come un ido lievemente arricchito nella morfologia e semplificato nella pronuncia e nell'ortografia.
Estratto: Il Padre Nostro
- Patro Mustra, qa-s in le syelo.
- Santigestes Tur nomo.
- Vyenes le regno Tustra.
- Plentumes le volyo Tustra
- te on le terdo qe in le syelo.
- Dares mul oye mur broto diyala
- kay pardes le kulpoy mustra
- te, qe mu parda al mua kulpantoy.
- Kay ne duktes mu al tentazo,
- me salves mu kontre le malo.
- Amen
Indice |
[modifica] Alfabeto e pronuncia - accento
L'alfabeto dell'atlango è lo stesso alfabeto latino di ventisei lettere impiegato dall'inglese.
Differenze di pronuncia fra l'atlango e le lettere dell'inglese:
- la q si legge /ku/ come in italiano e in unish;
- la r ha un suono vibrante più marcato, come in spagnolo (differenza di pronuncia fonetica e non fonemica);
- la x si legge come l'italiano sc, seguito da vocale o come l'inglese sh (come accade nell'Idiom Neutral).
Nell'insieme l'atlango accoglie e matura le proposte di semplificazione di pronuncia dell'esperanto avanzate sin dai tempi di René de Saussure.
L'accento dell'atlango cade sulla penultima sillaba, come in esperanto e in italiano. Solo le terminazioni aggettivali e avverbiali -arr ed -all, impiegate come varianti stilistiche aggettivali, hanno l'accento sull'ultima sillaba.
Come l'esperanto, anche l'atlango contempla, sebbene con minor sistematicità, la possibilità di troncamento: nei nomi, la terminazione troncata è sostituita dall'apostrofo.
[modifica] Morfologia
L'atlango eredita in larga parte dall'esperanto e dall'ido il sistema delle terminazioni fisse delle diverse parti del discorso.
[modifica] Grammatica
[modifica] Articolo
L'unico vero e proprio articolo è l'invariabile le; si può usare il numerale un come articolo indeterminativo, anche se non è la sua funzione specifica (in realtà, come in esperanto, l'articolo indeterminativo in atlango non esiste). L'atlango conosce preposizioni articolate come troncamenti colloquiali o poetici: di le diventa dil.
[modifica] Nomi
La terminazione fissa dei nomi è -o; il plurale si forma con l'aggiunta della desinenza -y: es. lit-o ("letto", cfr. il francese lit, plur. lit-o-y
[modifica] Aggettivi
La terminazione fissa dell'aggettivo è -a. L'aggettivo è invariabile, a meno che non sia sostantivato (Le verd-a-y: "i verdi"). Gli aggettivi bisillabici in m n r l w y possono essere troncati; le forme troncate sono sia aggettivi sia avverbi: es. le bon lito, o le bona lito.
[modifica] Avverbi
La terminazione fissa dell'avverbio è -e.
[modifica] Pronomi
I pronomi personali sono: mi (plur mu), "io"; ti (plur. tu), "tu"; li oppure maschile hi, femminile xi, egli ella; neutro to (plurale lu). Inoltre sono presente il riflessivo se e il neutro lo.
[modifica] Verbi
Pur tradendo la sua discendenza dall'esperanto e dall'ido, l'atlango mostra un sistema di terminazioni verbali ridefinito nelle funzioni, con sovrapposizioni fra influssi eterogenei: dalla presenza di una base form del presente che funge da infinito e da presente indicativo, tipica del verbo inglese, all'opposizione fra tempi di aspetto imperfettivo e tempi di aspetto perfettivo, come nelle lingue slave.
L'infinito del verbo termina in -i
Nei modi finiti il verbo non distingue persona e numero.
Il presente indicativo termina in -i e si distingue dall'infinito perché preceduto dal pronome personale.
Il passato indicativo termina in -a.
Il futuro indicativo termina in -o.
L'imperativo (con funzione anche di congiuntivo in dipendenza da verbi che indicano desiderio o auspicio), ha la desinenza -es. La particella ke anteposta a qualunque forma verbale, la trasforma in generale in un equivalente del congiuntivo.
Il condizionale ha la desinenza -u.
Nell'indicativo, il perfetto termina in -is, il futuro anteriore in -os.
Il condizionale perfetto ha la desinenza -us.