Velleio Patercolo
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Quanto si sa di (Caio?) Velleio Patercolo proviene da quello che lui stesso ha scritto. E nella sua opera: Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo si legge ben poco di preciso sul suo conto.
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[modifica] Vita
Velleio Patercolo, storico considerato "minore" - e in effetti, se paragonato a un Tito Livio o un Tacito, ha prodotto un'opera molto meno complessa e articolata - era di origine campana (irpina), nacque attorno al 20 a.C.. Probabilmente vide i natali ad Aeclanum o a Capua in quanto discendente diretto -per parte materna- di Decio Magio, sannita, esponente di punta del partito fedele a Roma quando Capua passò ad Annibale e perciò inviato come ostaggio a Cartagine. Altro antenato fu Minato Magio, filoromano durante la "Guerra Sociale" (99 a.C. - 91 a.C.), che partecipò agli assedi di Ercolano e Pompei con un contingente di irpini, riuscendo per queste benemerenze a far iscrivere la sua gente alla ben più illustre tribù Cornelia anziché alla tribù Galeria come il resto del territorio. Il nonno paterno, C. Velleio Patercolo fu comandante del genio con Pompeo Magno e aiutò, dando la vita, Tiberio Claudio Nerone (padre del futuro Imperatore Tiberio) e la moglie Livia Drusilla durante la loro fuga. Il padre (Velleio) era stato il comandante della cavalleria di Tiberio mandato da Ottaviano Augusto in Germania fra il 19 a.C. e il 14 a.C..
Dopo un periodo di servizio in Tracia come tribunus militum negli anni succesivi all'1 d.C. Dal 4 al 6 d.C. anche Velleio Patercolo fu magister equitum di Tiberio. Nel 7 d.C., per rimanere con il suo comandante -come egli stesso racconta- rinunciò persino a diventare governatore di una Provincia. Quale non si sa. Inviato in Pannonia come legatus Augusti, alla guida di rinforzi a Tiberio, impegnato a sedare la rivolta, rimase con lui fino al 12 d.C. Fu eletto questore, pretore e innalzato poi a senatore. Ebbe anche la carica di tribuno della plebe.
Nel 14 d.C., assieme al fratello Magio Celere Velleiano, legatus al seguito di Tiberio nella guerra in Dalmazia, partecipò al trionfo di Tiberio per le vittorie sui Pannoni e sui Dalmati. Dall'anno 14, quando Tiberio lo nomina Pretore, al 30 d.C. non si hanno più notizie di Velleio Patercolo.
Nel 30 d.C., pubblica la sua Storia Romana (Historiae Romanae ad M. Vinicium libri duo) dedicata al Marcus Vinicius che in quell'anno diventa console. Velleio conosceva bene M. Vinicio anche perché, con il grado di tribunus militum, nell'anno 1 d.C. aveva operato agli ordini di suo padre Publio Vinicio in Macedonia in Tracia e in una missione diplomatica presso i Parti. La nomina di Vinicio a console dovette essere piuttosto repentina o inaspettata e quindi Velleio fu probabilmente costretto a pubblicare la sua opera con dedica scritta ancora in modo sbrigativo e mancante di molti particolari. Lo stesso Velleio ci informa che il suo lavoro sarebbe continuato in modo più approfondito. Purtroppo o non è stato pubblicato o non ci è pervenuto.
Dopo il 30 d.C. Velleio Patercolo scompare nuovamente dalle cronache e se ne perdono le tracce definitivamente. Nessuno storico, nessun autore contemporaneo o di poco successivo lo cita, nonostante abbia condotto una vita brillante sia nell'esercito, sia nel campo della politica, sia come autore per 30-35 anni. Le ipotesi che si possono proporre per questa “scomparsa” di Velleio Patercolo sono molteplici ma due sembrano essere più plausibili.
- La morte relativamente precoce (attorno ai cinquant'anni).
- I torbidi generati dalla lontananza dell'Imperatore Tiberio, ritiratosi a Capri già dal 26 d.C., dalla conseguente gestione del potere da parte di Seiano e Agrippina, dall'arresto di Agrippina (29 d.C.), la caduta di Seiano (da Patercolo definito “uomo pieno di zelo e leale”) e la morte (31 d.C.) di entrambi.
Si intavvede la possibilità che Velleio Patercolo sia rimasto coinvolto nella caduta di Seiano o che, prudentemente, sia limitato a condurre una vita ritirata di “storico” e “letterato” cercando di evitare la letale tempesta politica scatenatasi a Roma e che avrebbe portato a Caligola.
[modifica] Sintesi di "Historiae"
Storiografia_latina
[modifica] Curiosità
Sempre magnae fortunae comes adulatio - (L'adulazione è sempre compagna di una grande fortuna)
Forse a causa di questa sua frase, o forse per l'impianto stesso della sua opera storica, tesa a difendere lo status quo (praticamente tutti i riformatori sono visti come delinquenziali sollevatori del popolo - i Gracchi, per esempio - mentre i personaggi legati alle istituzioni sono descritti come probi e disinteressati cittadini - Pompeo o Seiano siano esempio -, al conformista nome di Velleio Patercolo è stato dal Codacons associato ad un ironico "Premio di giornalismo a chi durante l'anno si è distinto in modo eccellente per servilismo al potere governativo o economico fornendo notizie false ai lettori".
[modifica] Voci correlate
[modifica] Altri progetti
- Wikiquote contiene citazioni di o su Velleio Patercolo
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