Unione Sportiva Triestina Calcio
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Alabardati, Greghi, Muli, Unione. | |||
Segni distintivi | |||
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Uniformi di gara
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Colori sociali: | Rosso-Bianco | ||
Simboli: | Alabarda | ||
Inno: | Inno della Triestina |
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Dati societari | |||
Confederazione: | UEFA | ||
Nazione: | Italia | ||
Federazione: | FIGC | ||
Città: | Trieste | ||
Fondazione: | 1918 | ||
Presidente: | Stefano Fantinel | ||
Palmarès | |||
Trofei nazionali: | 1 Coppa Italia di Serie C | ||
Trofei Internazionali: | 1 Torneo anglo-italiano "Gigi Peronace" | ||
Stadio | |||
Nereo Rocco (32.500 posti) |
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Contatti | |||
Unione Sportiva Triestina Calcio S.p.A. Piazzale Atleti Azzurri d'Italia, 1 |
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www.triestinacalcio.it |
L'Unione Sportiva Triestina Calcio è una società calcistica di Trieste, che attualmente gioca in serie B. I colori societari sono il rosso e il bianco.
[modifica] La Storia
[modifica] Dalla nascita all'approdo in serie A
La società è nata nel 1918 dalla fusione di due squadre cittadine, il Circolo Sportivo Ponziana e il Foot-Ball Club Trieste. Le due società condividevano quale campo di gioco la piazza d'armi di una caserma posta nei pressi dell'attuale piazza Guglielmo Oberdan. L'autorità militare, al fine di limitare gli inconvenienti che derivavano da tali frequenti incontri, acconsentì all'utilizzo della piazza d'armi a patto che le due società si fondessero.
In tempi relativamente ridotti la società riesce a scalare le varie categorie del calcio italiano. Nel 1924 conquista la promozione in seconda Divisione (in pratica l’attuale Serie B), dopo una drammatica finale contro la Pro Gorizia; nel 1926, a seguito della ristrutturazione dei campionati passa alla prima Divisione, che di fatto però era sempre la Serie B. Nel 1928 conquista finalmente l’accesso alla Divisione Nazionale (la Serie A ante girone unico).
Al termine del campionato 1929 viene istituita la Serie A a girone unico con le prime otto squadre dei due gironi della Divisione Nazionale. Arrivando nona la Triestina non avrebbe diritto a parteciparvi. Fortuna vuole però che nel gruppo B Lazio e Napoli finiscano entrambe all’ottavo posto e che una serie di spareggi fra le due squadre non riesca a determinare a chi spetti il diritto alla Serie A. La FIGC decise allora, anche per non far perdere la massima serie a qualche piazza importante, di far accedere entrambe alla Serie A, ripescando poi pure la Triestina onde evitare un campionato con un numero dispari di squadre.
[modifica] Triestina, presenza fissa della serie A
Da quel momento l'US Triestina partecipò alla serie A ininterrottamente fino al campionato 1956/1957.
Nel 1929-1930 la Triestina conquistò la salvezza, impreziosendo il campionato con una vittoria a Milano contro l'Ambrosiana-Inter, destinata a vincere lo scudetto. In quel campionato esordì Piero Pasinati, che diventerà il recordman di presenze con la maglia alabardata: 347, spalmate su tredici stagioni. In quella squadra già giocava il triestino Nereo Rocco: è stato prima un importante giocatore, poi allenatore. Fu il primo giocatore alabardato a vestire la maglia della nazionale italiana.
L’anno successivo farà il suo esordio con la maglia rossoalabardata un altro grande giocatore, destinato, come Pasinati, a vincere i mondiali del 1938: Gino Colaussi. Da segnalare un’altra roboante vittoria contro l’Ambrosiana-Inter: 5-0. Da ricordare che nel 1931-1932 Amedeo Duca d’Aosta, residente in città, divenne presidente onorario del sodalizio.
Il 25 settembre 1932 venne inaugurato il nuovo stadio cittadino, destinato a sostituire il campo di Montebello. Lo stadio, che fino al 1943 si chiamerà "del Littorio", venne inaugurato con il match Triestina-Napoli (risultato finale 2-2). La Triestina al termine della stagione chiuderà con un lusinghiero ottavo posto.
Dopo due stagioni chiuse nella parte medio-bassa della classifica (anche se nel 1935 riuscì ad espugnare Bologna, battendo la squadra più forte d’Europa dell’epoca), la Triestina seppe nel 1935-1936 superarsi e conquistare la sesta piazza.
Questo ottimo risultato venne ottenuto nuovamente nella stagione 1937-1938. Questa volta la squadra alabardata riuscì anche ad inserirsi nella lotta per il titolo. A tre giornate dal termine, dopo aver piegato in casa la Juventus (2-0 davanti a 20.000 tifosi), la Triestina si ritrovò terza in classifica a due punti dalla vetta, dove si trovava proprio la squadra torinese. Nelle ultime tre giornate, però, la squadra riuscì ad incamerare solo un punto. A consolazione del mancato scudetto ben tre giocatori della Triestina vennero chiamati da Vittorio Pozzo nella vincente spedizione in Francia per i mondiali di calcio: Piero Pasinati, Gino Colaussi e Bruno Chizzo.
Nel 1938-1939, in maniera inaspettata, la Triestina si trovò a dover lottare per non retrocedere in Serie B. La squadra si salvò solo per il miglior quoziente reti rispetto a Livorno e Lucchese, dopo un pareggio contro la Juventus all’ultima giornata di campionato. Anche nel 1939-1940 la Triestina non disputò un campionato brillante. Vi è solo da segnalare che riuscì nell’impresa di vincere a Torino contro la Juventus per 6-2. Nel 1940-1941, dopo un inizio di campionato scarso (quintultima al termine del girone di andata), la squadra seppe risollevarsi e chiudere nona.
Il campionato successivo registrò un evento mai più accaduto per la formazione alabardata. Alla quinta giornata si ritrovò da sola in testa al campionato dopo una vittoria contro il Napoli. La sfortuna volle che l’attaccante Francesco Cergoli, autore fino a quel momento di un ottimo campionato, s’infortunasse alla ottava giornata, chiudendo il suo campionato. La squadra otterrà comunque un non disprezzabile ottavo posto finale.
Nel 1942-1943 la Triestina fu nuovamente sull’orlo della retrocessione. Al termine del campionato si classificò tredicesima a pari punti con Bari e Venezia. Solo dopo aver vinto un torneo di qualificazione contro di loro poté acquisire la certezza della permanenza nella massima categoria. Nel 1943-1944 il campionato non venne disputato. Vi fu un torneo dell’Alta Italia, diviso in gironi regionali e finale interregionale fra le vincenti. Dopo aver passato il primo turno contro squadre regionali, la Triestina venne eliminata nel girone di semifinale dal Venezia. Nel 1944-1945, di fatto, non vi fu attività sportiva da parte della US Triestina.
[modifica] Gli anni di Rocco
Il primo campionato del dopoguerra venne giocato in due gironi a base geografica. La Triestina si piazzò ottava nel campionato Alta Italia e non poté accedere alla fase finale che attribuì lo scudetto. Nel 1946-1947 la Triestina fu costretta dalle autorità militari anglo-americane, che governavano a Trieste, a disputare le prime partite casalinghe della stagione allo Stadio Moretti di Udine. Un’altra squadra cittadina, l’Amatori Ponziana, disputava infatti il campionato jugoslavo: gli anglo-americani, per evitare incidenti, le avevano vietato di giocare in città, e per evitare polemiche, vietarono anche alla Triestina di giocare a Trieste. Il campionato fu disastroso, la squadra si classificò all’ultimo posto ma venne ripescata dalla FIGC, con delibera del 29 luglio 1947, proprio per le difficoltà sopraggiunte nella stagione. La FIGC decise di allargare il campionato successivo a 21 formazioni.
Nella stagione successiva, il 1947-1948, la Triestina passò nella mani di Nereo Rocco; egli impostò la squadra con un rivoluzionario “mezzo sistema”, modulo in pratica precursore di quello “all’italiana”. La squadra otterrà il secondo posto, alle spalle solo del Grande Torino, miglior piazzamento della sua storia. Cosa curiosa, saranno solo 15 i calciatori impiegati da Rocco nella stagione. Nel 1948-1949 la Triestina disputò un altro buon campionato, sempre guidata da Rocco. In questa stagione la Triestina conseguì anche la vittoria più ampia mai ottenuta: 9-1 contro il Padova, proprio all’indomani della tragedia di Superga. A Superga perì anche Giuseppe Grezar, al quale sarà dedicato nel 1967 lo Stadio Comunale.
Dopo la stagione 1949-1950, conclusa all’ottavo posto, Nereo Rocco verrà allontanato e sostituito in panchina da Bela Guttman. Solo all’ultima giornata, dopo aver battuto il Novara, la Triestina saprà guadagnarsi la salvezza. La stagione successiva sarà ancora più drammatica, con la squadra giuliana salva solo dopo gli spareggi contro la Lucchese (3-3 nella prima gara a Milano e poi 1-0 a Bergamo) e il Brescia, secondo della Serie B, (1-0 a Valdagno).
Nel 1952-1953 la salvezza venne raggiunta con meno patimenti e venne fatto esordire in serie A Cesare Maldini; nell’estate del 1953 venne richiamato a guidare l’alabarda nuovamente Nereo Rocco. La seconda avventura del tecnico però non fu fortunata, tanto che venne esonerato dopo la ventunesima giornata, a seguito di una sconfitta pesante in casa contro il Milan (0-6). Il suo sostituto, Feruglio, guidò gli alabardati a due comode salvezze consecutive (1953-54 e 1954-55). Nel 1955-1956 venne esonerato per far posto a Piero Pasinati. La squadra disputò fino ad aprile un buon campionato, poi ci fu una lunga serie di sconfitte nella parte finale della stagione, che però non impedirono di ottenere l'ennesima salvezza.
[modifica] Il declino
Il 1956-1957 segnerà la prima retrocessirone della squadra giuliana in Serie B. Dopo un buon girone di andata, la squadra si scioglierà come neve al sole nel ritorno. La partita decisiva venne disputata il 16 giugno 1957: la Triestina venne sconfitta dall'Atalanta per 1-0 (gol di Mion). L'anno seguente, 1957-1958, la Triestina seppe riconquistare immediatamente la Serie A. Guidata da Aldo Oliveri, la formazione rossoalabardata disputò un ottimo campionato e riuscì anche a lanciare in nazionale Gianfranco Petris. La vittoria decisiva venne ottenuta contro il Cagliari alla penultima giornata.
L'anno seguente, però, fu di nuovo retrocessione nella serie cadetta. Il 1958-59 è tutt'ora l'ultimo campionato di massima divisione disputato dalla formazione rossoalabardata. Il 7 giugno 1959, con un pareggio a Padova, la Triestina diede l'addio alla massima serie.
L'anno successivo la Triestina sfiorò la promozione chiudendo al quarto posto, un solo punto dietro al Catania giunto terzo. Fatale la sconfitta a Valdagno alla terzultima giornata. Nel 1960-61 la Triestina retrocedette per la prima volta nella sua storia nella terza serie. Arrivò terzultima e perdette a Ferrara lo spareggio con il Novara. Andata in vantaggio, venne ripresa e poi superata nei supplementari dai piemontesi. Al termine della stagione Leo Brunnner cedette la presidenza al conte Guarnieri. Pronta risalita nella serie cadetta nella stagione 1961-62, con Enrico Radio in panchina. La gara decisiva per la promozione, Triestina-Biellese, giocata il 3 giugno 1962, portò allo stadio oltre 19.000 spettatori. La promozione però fu solo un fuoco di paglia. Gli anni seguenti, infatti, regaleranno poche soddisfazioni ai tifosi, con una squadra mai capace di lottare per la promozione in Serie A. Nel 1965 vi sarà una nuova caduta nella terza serie. Questa volta per rivedere la serie B saranno necessari altri 18 anni. Dopo alcune stagioni grigie, nel 1969 la squadra riuscirà a sfiorare nuovamente la promozione in cadetteria. Il Piacenza sarà però imprendibile per la squadra alabardata.
[modifica] Dalla D come Derby alla B come Buffoni
Dopo un buon campionato 1969-1970, la Triestina conobbe nel 1970-1971 l’onta della prima retrocessione in Serie D. La stagione fu subito tribolata a causa di problemi societari. Il conte Guarnieri si accordò con una cordata di imprenditori portogruaresi. Il passaggio di potere saltò a causa del timore che la formazione giuliana diventasse una semplice succursale del Venezia, società della quale il gruppo di imprenditori aveva la proprietà. Lo sfortunato campionato verrà concluso con la retrocessione per differenza reti peggiore rispetto alla Pro Patria. Nel 1971-1972 la Serie C venne prontamente riconquistata, merito di un girone di ritorno con ben 13 vittorie su 17 incontri. Nella squadra si mise in luce un futuro campione del mondo di Spagna ’82: Giampiero Marini. Al termine di quella stagione la Triestina affrontò una tournée in Unione Sovietica. Dopo una grigia stagione 1972-1973, l’anno successivo la Triestina sprofondò nuovamente in quarta serie.
La Serie D del 1974-1975 presentò alla tifoseria una novità assoluta: il derby in campionato contro un’altra squadra cittadina: il Ponziana (anche se vi era un precedente nel campionato Alta Italia del 1944). Il primo match ebbe luogo il 1° dicembre 1974, davanti ad oltre 20.000 spettatori. Decise l’incontro un gol del ponzianino Miorandi. Al ritorno l’incontro terminò 1-1. A fine stagione, pur se di poco, la Triestina precederà in classifica il Ponziana. Il ritorno in C verrà festeggiato al termine della stagione 1975-1976. Il campionato fu una vera e propria marcia trionfale per i rossoalabardati, che conquistarono la promozione con quattro turni di anticipo, ottenendo al termine della stagione ben 52 punti dei 68 teoricamente disponibili. Dopo due stagioni in chiaro-scuro si giunge all’annata 1977-78. Al termine della stagione, a causa della riforma dei campionati, nascerà la Serie C1, alla quale parteciperanno le prime 12 formazioni di ciascun girone della Serie C. La Triestina fu capace di agguantare la neocostituita categoria, anche se la stagione sarà contrassegnata da una pesante sconfitta (6-0) il 12 marzo 1978 nel derby regionale con l’Udinese.
Il campionato 1978-1979 rappresenterà per la compagine alabardata l’anno dell’illusione. Infatti la squadra condusse un ottimo campionato, vanificato alla penultima giornata da una sconfitta casalinga contro il diretto rivale, il Parma, guidato da Cesare Maldini e nel quale si stava mettendo in luce il giovane Carlo Ancelotti. Il gol decisivo venne firmato da Bonci. A fine campionato Parma e Triestina, appaiate al secondo posto, furono costrette ad uno spareggio che si disputò il 17 giugno 1978 a Vicenza. I ducali s’imposero per 3-1 dopo i tempi supplememntari. L’anno successivo la Triestina si aggiudicò il primo torneo della sua storia: il Torneo anglo-italiano "Gigi Peronace" . Gli inglesi del Sutton United FC vennero piegati ai calci di rigore il 15 maggio 1980 nella finale disputata allo stadio Grezar. Alla ventisettesima giornata di campionato venne esonerato il tecnico Vasco Tagliavini che guidava la squadra alabardata dal 1974.
Persa la volata promozione nel 1980-1981 (con in panchina Ottavio Bianchi), nel campionato successivo arrivarono a Trieste due figure che saranno fondamentali per la riconquista della Serie B dopo 18 anni: a guidare gli alabardati è chiamato l’allenatore Adriano Buffoni, mentre in attacco viene acquistato Francesco De Falco.
Il campionato 1981-1982 si chiuse con un onorevole quinta posizione, che dette diritto alla squadra giuliana di disputare nuovamente la Coppa Italia, manifestazione da cui mancava dall’edizione del 1964-1965. Il 1982-1983 fu l’anno della tanto agognata promozione in Serie B. La cavalcata iniziò subito bene, con la Triestina capace di vincere cinque delle prime sei partite. Venne sconfitta soltanto alla settima giornata a Rimini (squadra guidata da Arrigo Sacchi) e all'undicesima a Padova. La promozione verrà conquistata matematicamente a quattro giornate dal termine, sconfiggendo il Parma per 2-1. Francesco De Falco conquisterà il titolo di capocannoniere con ben 25 reti realizzate. Al termine della stagione l’imprenditore Raffaele De Riù rivelerà la società da Giorgio Del Sabato.
Nel 1983-1984 la squadra, dopo un avvio stentato, riuscì a garantirsi una comoda salvezza. In Coppa Italia la Triestina passò il primo turno, ma venne eliminata negli ottavi di finale dall’Udinese di Zico (0-0 a Trieste, 2-0 a Udine). La gara di andata venne funestata da incidenti, a seguito dei quali perì il giovane tifoso Stefano Furlan. A lui venne poi intitolata la Curva Sud del nuovo stadio.
[modifica] La A sfiorata e le penalizzazioni
Con la stagione 1984 terminò la prima parentesi di Adriano Buffoni sulla panchina alabardata. Per sostituirlo venne chiamato Massimo Giacomini, già tecnico di Udinese, Milan, Torino e Napoli, nonché giocatore alabardato. La squadra disputò un ottimo campionato, ma gettò al vento la possibilità di venire promossa, pareggiando alla penultima giornata in casa contro il Monza. L’attaccante Giorgio De Giorgis fallì anche un penalty. Nell’ultima di campionato, la Triestina uscì sconfitta da Campobasso. Nel 1985-1986 al timone della squadra arrivò il tecnico veneto Enzo Ferrari, reduce da una stagione sulla panchina di una squadra della Liga spagnola, il Real Saragozza. La Triestina partì in modo autorevole (tre vittorie di fila nelle prime tre gare) e lottò nuovamente per tutta la stagione nella parte alta della classifica. Con una vittoria a Pescara nell’ultima giornata agguantò la quarta posizione in coabitazione con l’Empoli e dietro al Vicenza.
Proprio la squadra biancorossa era stata da poco coinvolta nel secondo scandalo calcio-scommesse, per cui appariva certa la necessità di uno spareggio fra toscani e giuliani per determinare la terza formazione da promuovere in Serie A. Da lì a poco, però, anche la Triestina sarà coinvolta nello scandalo e penalizzata di un punto per la stagione 1985-1986 e di quattro per la stagione successiva. Nel 1986-1987, pure se penalizzata, la squadra riuscirà a salvarsi. Anche nella stagione 1987-1988 la Triestina partì con una nuova penalizzazione di cinque punti per un episodio di illecito sportivo che coinvolse anche l’Empoli e riferito alla stagione 1985-1986. Questa volta la penalizzazione risultò troppo pesante per la compagine guidata per il terzo anno di fila da Enzo Ferrari, che arrivò penultima e retrocedette. L’anno successivo viene riconquistata immediatamente la serie cadetta. Con un triestino in panchina, Lombardo, i rossoalabardati, nuovamente guidati da Francesco De Falco in attacco, grazie ad un finale di campionato giocato alla grande (quattro vittorie di fila nelle ultime quattro gare) ritrovarono la Serie B. Il match decisivo venne disputato a Ferrara contro la Spal (risultato 1-0, gol di Papais).
[modifica] Il nuovo stadio e il fallimento
Dopo due sole stagioni la Triestina tornò in Serie C1. Anche la stagione 1991-1992 non fu particolarmente brillante a causa di un campionato troppo altalenante. Nel 1992-1993 l’entusiasmo per l’inaugurazione del nuovo stadio e prezzi veramente convenienti spinsero oltre 12.000 tifosi a sottoscrivere l’abbonamento. La squadra, guidata da Attilio Perrotti, cominciò il campionato in maniera più che positiva, ma, ironia della sorte, una volta inaugurato lo Stadio Nereo Rocco e cominciatovi a giocare, perse brillantezza e non riuscì a riportare la serie B a Trieste. Qualcuno parlò quasi di una “sindrome del Rocco”. Nell’anno 1993-1994 Adriano Buffoni, protagonista della promozione del 1982-1983, venne richiamato sulla panchina giuliana, così come venne nuovamente ingaggiato Francesco Romano, centrocampista che nella Triestina della metà degli anni ottanta aveva fatto molto bene prima di diventare pedina fondamentale del Napoli di Maradona. La squadra, pur influenzata negativamente dalla crisi societaria, disputò un campionato onorevole e conquistò la Coppa Italia di Serie C contro il Perugia (1-1 al Rocco e 2-2 al Renato Curi). I giocatori però non venivano pagati regolarmente, per cui misero in mora la società. La richiesta di un albergatore di veder pagato un proprio credito portò la Triestina al fallimento, che venne dichiarato il 30 giugno 1994. Non disponendo delle liberatorie dei giocatori, la squadra perse anche il titolo sportivo e venne radiata. Il 27 luglio 1994 nacque perciò la Nuova Unione Sportiva Calcio Triestina, che dovette ricominciare dai dilettanti.
[modifica] Dal fallimento alla cavalcata di Rossi
A seguito del fallimento la Triestina venne inserita nel girone triveneto del Campionato Nazionale Dilettanti. La stagione venne caratterizzata da un duello fra gli alabardati e il Treviso. La partita decisiva si disputò a Trieste il 7 maggio 1995 e vide prevalere i veneti per 2-1. A fine stagione la formazione giuliana sarà però ripescata in Serie C2 con delibera federale, per completare i quadri ridottisi a causa dell’esclusione dai campionati di molte società per problemi finanziari. Nel 1995-1996 la Triestina affrontò il suo primo campionato di Serie C2 della storia. La squadra rimase in tale categoria per sei stagioni. Per ben quattro volte riuscì a raggiungere i playoff promozione, ma solo al quinto tentativo riuscì a conquistare la Serie C1. Nel 1995-1996 venne eliminata dal Livorno in semifinale (Triestina-Livorno 2-3; Livorno-Triestina 1-1), nel 1997-1998 dopo aver elminato la Pro Patria (2-0 a Trieste e vittoria a tavolino a Busto Arsizio per invasione di campo), non riuscì a superare in finale, a Ferrara, il Cittadella (0-0 d.t.s.) che venne promosso in quanto meglio classificato nella stagione regolare. Nel 1998-1999 il traguardo sembrò vicino. Dopo aver concluso la stagione regolare al secondo posto, la Triestina si sbarazzò della Vis Pesaro (2-2 in trasferta, 2-1 al Nereo Rocco), ma perse inopinatamente la finale di Mantova contro il Sandonà (0-1 d.t.s), a causa di un rigore segnato dall’ex Sandrin. L’anno successivo la panchina venne affidata a Maurizio Costantini, un ex alabardato con ben 307 presenze nella Triestina. Non basteranno sette vittorie di fila tra novembre e dicembre per vincere il campionato. L’epilogo ai playoff fu nuovamente nefasto: la Triestina affrontò per il secondo anno consecutivo la Vis Pesaro in semifinale, ma venne eliminata (Vis Pesaro-Triestina 2-1 e Triestina-Vis Pesaro 1-1)
Dopo cocenti delusioni patite nei playoff di serie C2, il neo presidente Amilcare Berti decise di affidare la panchina a Ezio Rossi. Nel 2000-2001, dopo un buon avvio di campionato, la squadra uscì dalla zona playoff, ma grazie ad una buona serie di risultati agguantò il quinto posto, sufficiente per agganciare gli spareggi promozione. Sullo slancio di questa risalita la Triestina eliminò in semifinale la Pro Patria e in finale il Mestre, guidato dall'ex tecnico alabardato Maurizio Costantini. L'anno successivo fu di nuovo promozione a seguito di un campionato giocato sempre nella parte alta della clssifica e di playoff promozione disputati con grande ardore. Dopo aver regolato lo Spezia, la Triestina trovò sulla sua strada, come tante altre volte in passato in momenti cruciali della sua storia, la Lucchese. All'andata a Trieste gli alabardati si imposero per 2-0, mentre a Lucca, dopo 120 minuti drammatici, la gara termino 3-3, regalando alla Triestina la seconda promozione consecutiva. Quella gara difficilmente verrà dimenticata dai tifosi giuliani. Dopo il vantaggio iniziale dei padroni di casa con Marianini e il pareggio di Del Nevo, la Lucchese chiuse in vantaggio la prima frazione di gioco grazie nuovamente a Marianini. All'inizio del secondo tempo Carruezzo, grazie a un rigore, portò la Lucchese sul 3-1. Permanendo tale risultato alla fine dei tempi regolamentari, e non valendo la regola del valore doppio dei gol fatti in trasferta, vennero disputati i tempi supplementari. Carruezzo sbagliò un rigore nel primo tempo supplementare, mentre poco dopo fu Gennari a ridurre lo svantaggio per la Triestina con un altro penalty. Fu poi Ciullo a fissare il risultato sul 3-3 finale.
Nel campionato 2002-2003 la Triestina, grazie a un gioco molto spettacolare, riuscì per molte settimane a rimanere in testa alla classifica e si aggiudicò il titolo di campione d'inverno. Nel girone di ritorno la squadra accusò un calo e non riuscì nell'impresa storica di riconquistare la massima serie dopo oltre quarant'anni di attesa.
[modifica] Stagioni recenti
Il campionato successivo vide un avvicendamento sulla panchina alabardata: al posto di Ezio Rossi, passato a guidare il Torino, giunse Attilio Tesser. La squadra riuscì ad ottenere un più che decoroso posizionamento in classifica, grazie ad un ottimo girone di ritorno e al lancio di giovani interessanti come Alberto Aquilani e Davide Moscardelli.
Nel 2004-2005, sempre guidata da Tesser, la Triestina non si espresse su grandi livelli, tanto che riuscì a salvarsi solo dopo aver battuto il Vicenza nello spareggio-salvezza.
Al termine della difficile stagione, il presidente Berti vendette la società all'immobiliarista veneto Flaviano Tonellotto, che si fece conoscere subito per il particolare temperamento, l'imposizione di diete macrobiotiche ai giocatori e il difficile rapporto con giornalisti e tifosi.
Durante il campionato 2005-2006 la Triestina cambiò cinque volte l'allenatore. Alla coppia Alessandro Calori-Adriano Buffoni seguirono Pietro Vierchowod, il dirigente Francesco De Falco, l'allenatore delle giovanili Vittorio Russo e Andrea Agostinelli.
Il contestato proprietario fu costretto a dimettersi il 1° febbraio 2006 a causa di una precedente condanna di bancarotta e venne sostituito alla guida della società dalla moglie Jeannine Koevoets. Successivamente la magistratura allontanò la famiglia Tonellotto dalla società per i problemi finanziari causati dalla gestione societaria del presidente. Flaviano Tonellotto e consorte saranno accusati di appropriazione indebita. Il tribunale ha poi nominato amministratori giudiziari Maurizio Consoli, presidente dell'Ordine degli Avvocati di Trieste, Roberto Lonzar, commercialista, e Franco De Falco, che il 7 marzo è diventato il nuovo presidente.
La crisi societaria è terminata il 10 aprile, con la ricapitalizzazione della società. L'imprenditore friulano Stefano Fantinel ha sottoscritto il 79% delle azioni, seguito dalla multiutility AcegasAps con il 15%. Le altre quote sono state sottoscritte da imprenditori e personalità locali.
[modifica] Cronistoria
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[modifica] I Presidenti
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[modifica] Gli Allenatori
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[modifica] Rosa attuale
Portieri | |
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1 | David Dei |
10 | Generoso Rossi |
32 | Lorenzo Farinelli |
Difensori | |
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2 | Georgios Kyriazis |
4 | Michele Mignani |
8 | Emanuele Pesaresi |
21 | Karim Azizou |
24 | Simone Groppi |
27 | Matteo Pivotto |
29 | Giuseppe Abruzzese |
66 | Ildefonso Lima |
Centrocampisti | |
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3 | Manuel Bianco |
5 | Giorgio Gorgone |
7 | Mauro Briano |
11 | Emiliano Testini |
17 | Riccardo Allegretti |
22 | Patrick Kalambay |
23 | Lorenzo Rossetti |
25 | Davide Marchini |
Attaccanti | |
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9 | Francesco Ruopolo |
18 | Federico Piovaccari |
20 | Mattia Graffiedi |
33 | Abdulahi Isah Eliakwu |
Allenatore | |
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Andrea Agostinelli |
[modifica] Calciatori celebri
- Franco Causio
- Gino Colaussi
- Francesco De Falco
- Denis Godeas
- Giuseppe Grezar
- Cesare Maldini
- Ivan Pelizzoli
- Nereo Rocco
[modifica] Sponsor ufficiali
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[modifica] Curiosità
- Di fatto la Triestina vanta una tripla data di nascita visto che la fusione venne decisa il 18 dicembre 1918 ma venne ratificata solo il 19 gennaio 1919. Il 2 febbraio poi un'assemblea votò la ratifica della fusione.
- I colori sociali riprendono i colori della città. Anche se non sempre è stato così. Inizialmente i calzoncini e i calzettoni erano neri. I primi diventeranno bianchi quasi subito mentre i calzettoni diventeranno rossi solo del secondo dopoguerra.
- É l'unica società non avente sede nel territorio italiano ad aver giocato nel campionato di Serie A. Infatti dal 1947 al 1954 la città fece parte del Territorio libero di Trieste, separato dall'Italia. Questo non impedì alla formazione giuliana di disputare in quegli anni il campionato di massima divisione.
[modifica] Bibliografia
- Dante di Ragogna, La storia della Triestina, Ed. Luglio, Trieste, 2004 (Terza Edizione)
- Dante di Ragogna, “Triestina-Juventus”, Ed. Luglio, Trieste, 2004
- Dante di Ragogna, “Triestina-Milan”, Ed. Luglio, Trieste, 2004
- Dante di Ragogna, “Triestina-Inter”, Ed. Luglio, Trieste, 2004
- Dante di Ragogna, “Triestina-Udinese”, Ed. Luglio, Trieste, 2004
- Dante di Ragogna, “Trevisan, gladiatore alabardato”, Ed. Luglio, Trieste, 2004
- Mirco Gubellini “La mia Triestina”, Ed. Luglio, Trieste, 2002
- C.Fontanelli, S.Carboncini, I colori del calcio, Geo ediz., Prato, 2000
[modifica] Collegamenti esterni
Serie B 2006-2007 | ||
AlbinoLeffe - Arezzo - Bari - Bologna - Brescia - Cesena - Crotone |
||
Calcio - Albo d'oro Campionato di Serie B - Cannonieri di Serie B |