Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia
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Il Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia è un organo giuridico delle Nazioni Unite a cui è affidato il compito di perseguire i crimini commessi nell'ex Jugoslavia negli anni successivi al 1991.
Indice |
[modifica] Introduzione
Il tribunale è una corte ad-hoc istituita il 25 maggio 1993 con la risoluzione 827 del Consiglio di Sicurezza dell'ONU, ed è situata all'Aia, nei Paesi Bassi. É la prima corte per crimini di guerra costituita in Europa dalla seconda guerra mondiale ed è chiamata a giudicare gli eventi avvenuti in 3 differenti conflitti: in Croazia (1991-95), in Bosnia-Erzegovina (1992-95) e in Kosovo (1998-99).
I reati perseguiti e giudicati sono principalmente 4:
- gravi infrazioni alla Convenzione di Ginevra del 1949
- crimini contro l'umanità
- genocidio
- violazioni delle consuetudini e delle leggi di guerra
La corte può processare solamente persone singole, quindi nessun Stato, partito politico o organizzazione ricade soto la sua giurisdizione; la pena massima applicabile è l'ergastolo. Entro il 31 dicembre 2004 la procura deve terminare le indagini[1], entro il 2008 tutti i primi gradi e nel 2010 chiude tutto, tranne che per Ante Gotovina, Ratko Mladić e Radovan Karadžić.[2]
[modifica] Nome
Il nome originale completo del tribunale è International Tribunal for the Prosecution of Persons Responsible for Serious Violations of International Humanitarian Law Committed in the Territory of the Former Yugoslavia since 1991, o abbreviato International Criminal Tribunal for the former Yugoslavia (ICTY). La traduzione italiana è: "Tribunale Internazionale per il perseguimento di persone responsabili di gravi violazioni del diritto umanitario internazionale commesse nel territorio dell'ex-Jugoslavia dal 1991", o più semplicemente Tribunale Penale Internazionale per l'ex-Jugoslavia.
[modifica] Organizzazione
- gennaio 2004 personale 1238
- 1/2/2005 1 miliardo di dollari
The Tribunal employs some 1,200 staff. Its main organisational components are Chambers, Registry and the Office of The Prosecutor (OTP).
Chambers encompasses the judges and their aides. The Tribunal operates three Trial Chambers and one Appeals Chamber (which also functions as the Appeals Chamber for the ICTR); the Presiding Judge of the Appeals Chamber is also the President of the Tribunal as a whole. Currently, this is Fausto Pocar (Italy; since 2005). His predecessors were Antonio Cassese (Italy; 1993-1997), Gabrielle Kirk-McDonald (USA; 1997-1999) and Claude Jorda (France; 1999-2002), Theodor Meron (USA; 2002-2005).
Registry is responsible for handling the administration of the Tribunal; activities include keeping court records, translating court documents, transporting and accommodating those who appear to testify, operating the Public Information Section, and such general duties as payroll administration, personnel management and procurement. It is also responsible for the Detention Unit for indictees being held during their trial and the Legal Aid program for indictees who cannot pay for their own defence. It is headed by the Registrar, currently Hans Holthuis (Netherlands; since 2000). His predecessor was Dorothée de Sampayo Garrido-Nijgh (Netherlands; 1995-2000).
The Office of the Prosecutor (OTP) is responsible for investigating crimes, gathering evidence and prosecuting indictees. It is headed by the Prosecutor, Carla del Ponte, (Switzerland) who until 2003, simultaneously served as the Prosecutor of the International Criminal Tribunal of Rwanda (ICTR); Where she led the OTP since 1999). Previous Prosecutors have been Ramón Escovar-Salom (Venezuela; 1993-1994), Richard Goldstone (South Africa; 1994-1996), and Louise Arbour (Canada; 1996-1999).
[modifica] Fonti del diritto
Il Tribunale ha dovuto affrontare problemi giuridici sotto due aspetti fondamentali: la determinazione delle regole procedurali e l’individuazione del corpus di norme da applicare.
Per quanto attiene al primo profilo, con le “Norme di Procedura e Deposizione” adottate nel 1994, il Tribunale optò per l’adozione di un sistema misto, in cui si intersecano elementi propri della tradizione giuridica anglosassone (common law) con altri propri dei sistemi continentali di civil law (cui apparteneva anche il sistema socialista dell’ex Jugoslavia).
Come già nello storico Processo di Norimberga, sotto l’aspetto procedurale venne preferita l’impostazione del rito accusatorio di common law, nel quale accusa e difesa si trovano sullo stesso piano ed espongono ad un giuria imparziale le rispettive ragioni presentando in udienza prove e testimonianze.
Nel sistema ibrido adottato dal Tribunale dell’Aja, la Procura conduce le indagini e predispone l'atto di accusa, che viene sottoposto alla conferma della Corte (formata da 3 giudici senza giuria), la quale sente i testimoni indicati dalle parti.
Una delle questioni più controverse è relativa all'istituto del patteggiamento. Diversamente da quanto accade nei sistemi di civil law, infatti, la corte non è obbligata a comminare gli anni patteggiati dall'imputato, la qual cosa ha creato non poca confusione sia tra gli accusati che tra gli stessi giudici ed avvocati formati nei sistemi di tradizione continentale.
Per quanto riguarda il secondo aspetto, al Tribunale si poneva il problema della mancanza di un "codice penale internazionale", cioè di un corpus omogeneo di norme sanzionatorie di diritto internazionale applicabili ai singoli individui. Le uniche norme direttamente applicabili dalla Corte erano le poche previsioni contenute in alcune convenzioni internazionali [3]. Di conseguenza le fattispecie di reato non hanno una definizione univoca e le relative pene sono altrettanto aleatorie.
[modifica] Imputati
Il 16 marzo 2006 il Tribunale dichiara che gli incriminati sono 161, dei quali 6 sono tuttora latitanti e 85 già processati: 43 dichiarati colpevoli, 8 assolti, 25 scagionati dalle accuse, 4 trasferiti alle rispettive corti statali e 6 nel frattempo deceduti.
Gli accusati vanno da soldati semplici a generali e comandanti di polizia, fino a politici di primo piano e perfino capi di governo. Ecco i principali imputati "di alto livello":
- Slobodan Milošević Presidente della Serbia e della Federazione Jugoslava
- Radovan Karadžić capo politico dei serbo-bosniaci, nonché Presidente della Republika Srpska
- Ratko Mladić comandante dell'esercito serbo-bosniaco
- Ante Gotovina generale dell'esercito croato
- Naser Orić comandante dell'esercito bosniaco a Srebrenica
- Milan Babić Primo Ministro della Repubblica Serba di Krajina (Republika Srpska Krajina, RSK)
- Ramush Haradinaj Primo Ministro del Kosovo
- Biljana Plavšić ex-Presidente della Republika Srpska
- Željko Ražnatović "Arkan" comandante paramilitare serbo
- Vojislav Šešelj Presidente del Partito Radicale Serbo (Srpska radikalna stranka,SRS)
Gli imputati e i condannati sono detenuti nel carcere di Scheveningen, situato a 4 km dal Tribunale.
[modifica] Controversie
- retroattività
- contro serbi
- sovranità limitata, condizione comunità intern. e UE
- solo in BiH Procura dello Stato prove di crimini di guerra per 10.000 persone incriminate
- spesso vittime e parenti sdegnati per sentenze, no senso di giustizia
- credibilità bassa, pochi anni di carcere per genocidio
- patteggiamento: fa risparmiare tempo e lavoro, vittime non devono rivivere orrore
[modifica] Voci correlate
[modifica] Note
- ↑ par. 7 della Risoluzione del Consiglio di Sicurezza ONU 1503 del 28 agosto 2003
- ↑ Intervista a Carla Del Ponte, Osservatorio sui Balcani
- ↑ Quarta Convenzione di Ginevra del 1949, Convenzione contro il genocidio del 1948, Convenzioni dell'Aja del 1907
[modifica] Bibliografia
- Andrea Rossini. Il Tribunale internazione dell'Aja per la ex Jugoslavia, in W.Bonapace e M.Perino (a cura di). Srebrenica, fine secolo. Asti, ISRAT, 2005. ISBN 88-89523-00-X
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