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Televisione

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Televisore dei primi anni cinquanta
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Televisore dei primi anni cinquanta

La televisione (dal greco τῆλε, e dal latino visio-n) è uno dei mezzi di comunicazione più conosciuti e più utilizzati al mondo, consistente nella trasmissione e nella diffusa ricevibilità a distanza di immagini e suoni. È uno dei mezzi di comunicazione di massa.

Considerata concettualmente un'evoluzione della radio, che poteva trasmettere solo suoni, fu parallelamente sviluppata da diversi gruppi di lavoro in diversi paesi (è quindi arduo individuare una reale primogenitura), anche per finalità militari (come spesso accade per molte invenzioni) e fu resa disponibile al pubblico subito dopo la fine della seconda guerra mondiale.

La sua semplicità d'uso e l'attuale basso costo l'hanno portata ad affiancare sempre più efficacemente i giornali e la radio come fonte di informazione e, soprattutto, di svago, grazie agli innumerevoli film, telefilm e programmi di varietà trasmessi.

Indice

[modifica] Funzionamento

Mentre per l'audio poteva agevolmente utilizzarsi la tecnologia della radio, per la ripresa, la trasmissione e la ricezione delle immagini dovevano studiarsi nuove forme tecniche da affiancare.

Partendo dal concetto della persistenza delle immagini sulla retina umana, il cui principale utilizzo comunicativo era il cinema, allora in marcato consolidamento, e calcolando delle proporzioni di definizione per le quali l'occhio umano non avrebbe potuto distinguere le differenze di dimensione infinitesima, si pensò di rendere su uno schermo idoneo (televisore) un'immagine elettronica scandita altrove da una telecamera e trasmessa via radio.

La telecamera, ricalcata per le ottiche sulla cinepresa, analizzava elettronicamente brandelli infinitesimali dell'immagine inquadrata, usando un pennello elettronico di lettura che scorreva l'immagine per righe, da sinistra a destra, componeva un pacchetto di dati del tipo "luce/buio" (analogo all'acceso/spento e poi allo 0/1 del sistema binario) e lo trasmetteva ordinatamente via radio.

Dall'altro lato, il ricevitore decodificava questi dati attraverso un altro pennello elettronico (di scrittura) che percorreva da dietro, sempre per righe alterne, lo schermo e con un fascio di elettroni accendeva dei fosfori che una volta "eccitati" emettevano luce, lasciando inerti quelli dove occorreva buio.

Questo fascio di elettroni veniva "guidato" da un campo elettromagnetico creato da delle bobine che si trovano sul collo del tubo catodico

I tempi ridottissimi di scansione (25 fotogrammi al secondo) consentivano poi di rendere le immagini in sequenza a ritmi superiori a quelli del cinema, consentendo un'ottimale resa del movimento.

Per la trasmissione furono scelte gamme di frequenza che consentissero un'ampia portata di dati, le migliori risultando infine quelle delle VHF (Very High Frequencies, frequenze da 30 a 300 MHz) e UHF (Ultra High Frequencies, frequenze da 300 MHz a 3.0 GHz). Per la ricezione si rese necessario dotare gli apparati riceventi di antenne complesse, capaci di raccogliere con sufficiente amplificazione le vari componenti del segnale.

La banda che ogni canale occupa è di 7 MHz per trasmissioni in VHF, 8 MHz per trasmissioni in UHF.

[modifica] La televisione a colori

Col tempo, e col progresso delle tecnologie elettroniche (ma anche con la progressiva riduzione delle dimensioni dei componenti, grazie ai transistor), fu possibile ipotizzare e realizzare una trasmissione di immagini a colori, effettuando analisi e suddivisioni dell'immagine scandita secondo le componenti dei colori fondamentali (rosso, blu e verde), da riprodurre in tutta analogia su schermi i cui fosfori erano divisi ciascuno in 3 fosfori più piccoli, uno rosso, uno blu ed uno verde.

[modifica] La televisione in Italia

In Italia le prime prove di diffusione della televisione furono effettuate a partire dal 1934, e, nel 1949, ci fu già una trasmissione sperimentale dalla Triennale di Milano presentata da Corrado, ma il servizio regolare cominciò soltanto dal 3 gennaio 1954, a cura della RAI, in bianco e nero.

Il segnale arrivò su tutto il territorio nazionale due anni dopo, e a quel momento gli abbonati erano ancora relativamente pochi - 360.000 - a causa del costo elevato degli apparecchi.

Dagli anni Cinquanta la diffusione della tv crebbe a ritmi stupefacenti, come precedentemente accaduto sul mercato americano.

In quegli anni la televisione era un bene di lusso che pochi italiani potevano permettersi, tanto che i bar o le case dei propri vicini diventarono luoghi prediletti per visioni di gruppo, soprattutto in occasione delle trasmissioni del primo e subito popolarissimo telequiz italiano, i primi pionieri furono Mario Riva con Il Musichiere, e Mike Bongiorno con Lascia o raddoppia?.

Negli anni '60, con il progresso dell'economia, il televisore divenne accessorio di sempre maggior diffusione, sino a raggiungere anche classi sociali meno agiate; l'elevato tasso di analfabetismo riscontrato fra queste suggerì la messa in onda di Non è mai troppo tardi (1959-1968), un programma di insegnamento elementare condotto dal maestro Alberto Manzi e che, è stato stimato, avrebbe aiutato quasi un milione e mezzo di adulti a conseguire la licenza elementare.

Almeno nella fase iniziale la televisione italiana era una delle più pedagogiche al mondo. Le sue finalità erano certamente educative e se da un lato, non cercando il consenso dei telespettatori, era considerata soporifera, ha indubbi meriti nei confronti di una situazione di partenza di una nazione arretrata e culturalmente divisa. Non è solo una battuta umoristica dire quindi che, almeno a livello linguistico, "L'unità d'Italia non l'ha fatta Garibaldi, ma l'ha fatta Mike Bongiorno."

Anche le tappe successive dello sviluppo televisivo italiano indicano un ritardo rispetto agli altri paesi europei: solo nel 1961 iniziarono le trasmissioni del secondo canale RAI e la terza rete tv arrivò tra la fine del 1979 e l'inizio del 1980 (come da riforma del 1975), sempre nello stesso anno nasce Telemilano 58 diventa Canale 5.

Il decennio successivo vide l'affermazione delle emittenti private di Silvio Berlusconi e il loro immediato successo (con l'aiuto di Bettino Craxi, che con un decreto legalizzò la tv privata a carattere nazionale, che prima era illegale per il monopolio di stato RAI).

La proliferazione di emittenti televisive ha richiesto a più riprese interventi legislativi di regolamentazione, nessuno dei quali è ovviamente uscito indenne da polemiche. L'articolazione delle problematiche innestate è tale da coinvolgere negli argomenti di discussione diritti costituzionali e questioni di opportunità politiche, essendosi addirittura sviluppata una giurisprudenza specialistica (ad esempio le mai rispettate e pluriviolate sentenze della Corte Costituzionale). In particolare si ritiene che la situazione italiana, bocciata da diverse associazioni sovranazionali a causa della presunta concentrazione di mass-media nelle mani di Silvio Berlusconi, sia in contrasto con il fondamentale articolo 21 della Costituzione (libertà d'espressione), almeno nel delicatissimo campo tv: Rai e soprattutto Mediaset si spartiscono il 90% di risorse pubblicitarie e ascolti, una concentrazione che non ha eguali in Europa dove si arriva al massimo al 75%.

L'evoluzione della materia, con l'impegnativo passaggio dalla televisione analogica alla televisione digitale è ora oggetto di un disegno di legge presentato dal ministro Paolo Gentiloni che sposta in avanti il tempo di spegnimento della televisione digitale, ma nello stesso tempo cerca di rispettare sia la direttiva europea Televisione senza frontiere, sia i "tetti" antitrust indicati dalle sentenze della Corte Costituzionale.

[modifica] Cronologia dell'evoluzione della televisione nel mondo e in Italia

  • 1929: iniziano a Roma e Milano gli esperimenti di trasmissione delle immagini utilizzando il disco di Nipkow.
  • 1932: in Inghilterra vengono trasmessi programmi sperimentali dalla BBC col sistema Baird e successivamente col sistema Emitron (1934).
  • 1936: il 22 marzo viene messo in onda dalla Germania nazista il primo programma televisivo regolare del mondo in occasione della XI Olimpiade di Berlino.
  • 1936: inizia in Italia il monopolio radiotelevisivo con il codice postale e la convenzione per la concessione in esclusiva delle radioaudizioni circolari della RAI.
  • 1939: il 22 luglio a Monte Mario, vicino Roma, entra in funzione un trasmettitore sperimentale televisivo dell'Eiar (Ente italiano per le audizioni radiofoniche).
  • 1941: 1 luglio: la NBC americana trasmette il primo spot pubblicitario televisivo (riguarda un orologio)
  • 1947: i delegati di 60 paesi presenti alla Conferenza mondiale delle radiocomunicazioni di Atlantic City decidono di chiamare "televisione" (in sigla "TV") la trasmissione a distanza delle immagini in movimento.
  • 1954: il 3 gennaio alle ore 11.00 ha inizio il servizio televisivo italiano sul Programma nazionale.
  • 1956: le VII Olimpiadi invernali di Cortina d'Ampezzo sono le prime ad essere trasmesse in mondovisione. Quattro anni dopo toccherà alle Olimpiadi di Roma.
  • 1957: in Italia nasce la rubrica pubblicitaria Carosello.
  • 1960: la tv si diffonde molto rapidamente: in quell'anno è diffusa in cinquantasei paesi (un decennio più tardi, nel 1970 saranno pressoché raddoppiati: ben 104). Inoltre con la sentenza n. 59 del 6 luglio 1960 la Corte costituzionale ribadisce la legittimità del monopolio radiotelevisivo pubblico.
  • 1961: il 4 novembre cominciano le trasmissioni del Secondo Programma.
  • 1964: in California nasce la prima pay-tv. Nello stesso anno, la XVIII Olimpiade di Tokyo è il primo evento televisivo trasmesso da un satellite.
  • 1966: Nasce Telediffusione Italiana Telenapoli, la prima televisione libera italiana via cavo.(Non tutti i libri di storia della televisione riportano quest'esperienza)
  • 1969: tra il 20 e il 21 luglio l'uomo sbarca sulla Luna: 28 ore consecutive di diretta televisiva via satellite vengono seguite in mondovisione da più di 500 milioni di persone.
  • 1971: Telediffusione Italiana Telenapoli introduce in Italia il colore nella TV via cavo, con 6 anni d'anticipo rispetto alla RAI. In Italia inizia a trasmettere la televisione privata Telebiella che è di fatto riconosciuta come la prima emittente libera italiana.
  • 1974: Il 10 luglio le sentenze n. 225 e n. 226 stabiliscono le condizioni minime per considerare il monopolio radiotelevisivo pubblico conforme ai principi costituzionali; prende il via la legittimazione delle trasmissioni in Italia dei programmi esteri e dei programmi via cavo in ambito locale. Nel contempo nascono le prime televisioni libere italiane via etere (verranno legittimate 2 anni dopo): Canale 21 (Napoli), Telealtomilanese (Busto Arsizio), GBR (Roma).
  • 1975: il 14 aprile la legge n. 103 sancisce la riforma della Rai; la tv di Stato passa dal controllo del Governo a quello del Parlamento: nasce ufficialmente la lottizzazione; si progetta la costruzione di una terza rete pubblica.
  • 1976: con la sentenza n. 202 del 28 luglio si arriva al superamento della legge di riforma della Rai del 1975 e la legittimazione delle emittenti private via etere in ambito locale. Il 31 dicembre va in onda l'ultima puntata di Carosello. Termina dopo vent'anni quindi, la seguitissima trasmissione pubblicitaria di prima serata che tanto successo aveva riscosso sia nella fascia adulta che tra i più piccoli teleutenti. Nasce nel quartiere di Milano 2 (Segrate) l'emittente Telemilanocavo, fondata da Giacomo Properzj e Alceo Moretti. Due anni dopo l'emittente sarà comprata da Silvio Berlusconi.
  • 1977: la RAI introduce nella tv italiana via etere il colore, già presente da tempo in altri paesi (le prime videocamere a colori, negli Stati Uniti, erano già in circolazione sperimentale durante la seconda guerra mondiale). A Legnano il 3 Novembre comincia le trasmissioni Antenna3, emittente di proprietà di Renzo Villa e Enzo Tortora.
  • 1979: il 15 dicembre iniziano le trasmissioni di Raitre.
  • 1980: TeleMilano, viene trasformata in capofila del network nazionale Canale 5. Il circuito PIN - Primarete Indipendente del gruppo Rizzoli dà vita al primo telegiornale nazionale privato: Contatto, diretto da Maurizio Costanzo.
  • 1985: iniziano i primi esperimenti di TV ad alta definizione: vengono realizzati alcuni videoclip e documentari, ma l'idea non trova ancora realizzazione pratica perché la tecnologia ancora non è diffusa commercialmente su larga scala.
  • 1994: il formato tv passa dai 4/3 (rapporto fra larghezza e altezza) ai 16/9, avvicinandosi ai formati panoramici utilizzati solitamente nel cinema.
  • 1997: compare sul mercato il primo televisore al plasma.
  • 2000: la tecnologia LCD (Liquid Crystal Display), nata per i monitor dei personal computer, viene adottata anche nella costruzione degli apparecchi televisivi.
  • 2002: nasce OrfeoTv, la prima televisione di strada - Telestreet che trasmette il proprio segnale su un cono d'ombra del centro di Bologna.
  • 2003: il 1 dicembre il network televisivo Mediaset comincia le trasmissioni digitali terrestri.
  • 2004: il 3 gennaio, cinquant'anni dopo la nascita della televisione italiana, la RAI inizia a sua volta il servizio di trasmissione digitale terrestre; il 6 febbraio nasce Sportitalia, un canale televisivo gratuito interamente dedicato allo sport.
  • 2005: la RAI inizia a Torino la sperimentazione della TV Mobile, basata sullo standard DVB-H da poco pubblicato.
  • 2005: Mediaset e La7 lanciano un nuovo servizio sul digitale terrestre: la pay-per-view di vari eventi (partite di serie A, film, concerti...).
  • 2006: L'emittente satellitare SKY Italia inizia a trasmettere eventi in Alta Definizione su quattro canali tematici.Veicolo per fare conoscere la nuova tecnologia sono proprio le partite dei mondiali di calcio.

[modifica] Voci correlate

[modifica] Altri progetti

[modifica] Bibliografia

  • Aldo Grasso, "Storia della televisione italiana. Nuova edizione aggiornata", Garzanti, Milano, 2004, ISBN 88-11-74031-2
  • Aldo Grasso "La Tv del sommerso" Edizioni Mondadori Milano, 2006 ISBN 88-04-56194-7
  • Franco Monteleone, "Storia della radio e della televisione in Italia. Un secolo di costume, società e politica. Nuova edizione aggiornata" , Marsilio, Venezia, 2003, ISBN 8831772309
  • Pierre Bourdieu, "Sulla televisione", Feltrinelli, Milano, 1997
  • Guy Debord, "La società dello spettacolo", Baldini Castoldi Dalai, 2001
  • Enrico Menduni, "La Televisione", Il Mulino, 1998, ISBN 8815098046
  • Nando Vitale, "Telefascismo", Datanews, Roma, 1994
  • Nando Vitale, "Moriremo televisivi" in "Media Philosophy" n.0, Costa & Nolan, Genova, 1996
  • Annamaria Ghedina, "Da Gregorio a Berlusconi. La vera storia della televisione libera", Vittorio Pironti Editore, Napoli, 2003
  • Francesco Monico, "Il Dramma Televisivo. l'autore e l'estetica del mezzo", Meltemi Editore, Roma, 2006
  • Giancarlo Dotto, Sandro Piccinini, "Il mucchio selvaggio", Arnoldo Mondadori Editore, Milano, 2006, ISBN 8804539526
  • Boari Gianni, "Accadde in Tv", Pagine Editore, Roma, 2006, ISBN 8875571708
  • Baroni Joseph, "Dizionario della Televisione Commerciale", Raffaello Cortina Editore, Milano, 2005, ISBN 8870789721
  • Gambaro Marco, "Economia della Televisione", Il Mulino, Bologna, 1992
  • Erik Barnouw, "Tube of Plenty: The Evolution of American Television", Oxford University Press, 1992
  • Jerry Mander, "Four Arguments for the Elimination of Television", Perennial, 1978

[modifica] Riferimenti

    Televisione su DMoz (Segnala su DMoz un link pertinente all'argomento Televisione)
    THIS WEB:

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