Palinsesto (televisione)
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Nel mondo della televisione, il termine palinsesto indica l'insieme delle trasmissioni programmate da una emittente per un certo periodo (un giorno, una settimana, un mese, un trimestre…). Solitamente il palinsensto indica l'ora di messa in onda, il titolo e il tipo di ogni singolo programma, più eventuali informazioni accessorie.
Invece, se si considera la televisione come un dispositivo che offre la disponibilità tecnologica per un'emissione continua di messaggi audiovisivi, «il palinsesto è definibile come la sequenza temporale dei messaggi offerta dall'emittente a tutti i possessori dell'apparecchio sintonizzati su una data frequenza».
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[modifica] Storia del termine
[modifica] Significato originale ed etimologia
La parola palinsesto nel linguaggio dei filologi si riferisce al codice di pergamena su cui, raschiata la prima scrittura, si può scrivere un nuovo testo (dal greco palímpsestos che vuol dire "raschiato di nuovo"). Il termine divenne famoso quando il filologo Angelo Mai (1782-1864) trovò tra i palinsesti della Biblioteca Vaticana testi di Frontone e Cicerone, in particolare il De Republica.
[modifica] Origine della nuova accezione
La rinascita di questo nome risale ai primi anni della TV italiana. Un funzionario RAI, proveniente sicuramente da studi classici, mentre lavorava faticosamente alla collocazione oraria dei programmi della settimana, disse ad un suo collega (non si sa con quale spirito): «Sembra di lavorare a un palinsesto!», alludendo alle continue cancellazioni, aggiunte e correzioni che quella operazione comportava.
Non si sa se la scelta del termine fu dettata dal nervosismo o dall'ironia, ma sicuramente si rivelò azzeccata: la parola si diffuse dapprima nel gergo interno alla RAI, poi nella pubblicistica esterna, infine anche tra il pubblico, che pur continuava a ignorare le antiche pergamene raschiate, e divenne così parte del linguaggio comune. L'anonimo funzionario RAI aveva trovato un'analogia tra le operazioni di scrittura del passato e quelle richieste da un nuovo medium, aveva ripescato una parola quasi dimenticata e sconosciuta dandole nuova vita e popolarità.
Palinsesto, quindi, è un nome esclusivamente italiano. Ha per corrispettivi l'inglese schedule e il francese grille (grille des programmes). In francese grille des programmes si può tradurre come "schema dei programmi" e in inglese schedule si traduce con la parola "tabella". In italiano il termine palinsesto ha invece un fascino tutto particolare perché, ricordando elaborate scritture e sovrapposizioni di segni, rende bene l'idea del travagliato processo di pianificazione dell'offerta televisiva, e sembra anticipare la futura complessità dell'organizzazione del tempo televisivo e delle strategie di programmazione.
[modifica] L'importanza del palinsesto
Il palinsesto è diventato col tempo un nodo strategico, frutto di sofisticate analisi. Deve essere in grado di adeguare la programmazione di ogni singola rete alle esigenze e ai ritmi dei diversi tipi di pubblico che la televisione, come mezzo di comunicazione di massa, raccoglie.
Se lo scopo dei programmi è d'instaurare una relazione con i telespettatori, il palinsesto deve, invece, individuare e sfruttare le condizioni ottimali perché la relazione si realizzi, in modo da produrre un vantaggio per l'emittente. Il network lancia la sfida tramite il palinsesto, costruisce e dichiara la propria identità, progetta un pubblico e un ascolto, valorizza i programmi e le fasce orarie. Le logiche di costruzione del palinsesto rivelano il progetto comunicativo dell'emittente; in esso sono rintracciabile marche della identità e della tradizione della rete e il profilo del target a cui l'emittente si rivolge. Esso non è solo un puzzle, è anche la cornice che ne tiene insieme le singole tessere.
Il palinsesto è il banco di prova delle strategie di programmazione, che tengono conto anche di quello che fa la concorrenza. Quando la televisione sarà un vero supermercato elettronico, il palinsesto non servirà più. Per ora è questo nome di origine greca che ci orienta, nel modo in cui è costruito, a scegliere secondo un insieme di criteri riconducibili alle etichette più usate, del tipo: "orientamento di mercato", "rincorsa dell'audience" e "costruzione del flusso".
[modifica] Il processo di costruzione del palinsesto
La definizione dei palinsesti procede per gradi a partire da alcuni spazi fissi (programmi di testata ed alcuni programmi di servizio), che costituiscono delle costanti strutturali attorno alle quali si distende il terreno di manovra del palinsesto di rete.
La stesura del palinsesto avviene come sintesi tra l'esperienza delle stagioni precedenti, gli schemi del passato e le innovazioni da apportare e da collocare su un piano di programmazione con un processo di definizione che aumenta in dettaglio dal piano triennale fino ad arrivare al palinsesto settimanale e giornaliero.
[modifica] Il piano triennale
Si stabiliscono per tre anni alcuni parametri di base che sono le ore di trasmissione per genere e per fascia nonché l'utilizzo di repliche. Sulla base del piano triennale si orientano gli acquisti. Gli elementi base del palinsesto triennale sono:
- Linee Editoriali: strategia di comunicazione per affermare valori e contenuti attraverso il perseguimento di un posizionamento dei Brand di rete.
- Analisi dei Trend Socio-Culturali, dei Gusti, dei Consumi e del Mercato Potenziale (ricerche di mercato): ricerche di mercato e analisi dati d'ascolto definiscono il contesto ambientale (trend socio-culturali e abitudini di comportamento degli individui) e competitivo di riferimento (trend di offerta e consumo televisiva per genere)
[modifica] Il piano annuale
A livello annuale si presenta un piano di trasmissione dettagliato in cui tutto torna (ore di trasmissione, budget…). È necessario definire i generi e (ove possibile) dei titoli da inserire nel palinsesto. Bisogna calibrare il posizionamento delle reti in relazione alle linee editoriali e definire lo schema d'offerta in modo da compatibilizzarlo con l'offerta del sistema.
[modifica] Il piano stagionale
Di solito l'alta stagione televisiva comincia a settembre e finisce a giugno. Essa viene a sua volta divisa in tre trimestri in moda da creare un piano trimestrale dove si presentano gli aggiornamenti dei palinsesti e dei costi. I mesi estivi (la bassa stagione) non hanno un vero e proprio piano stagionale, perché, visto il calo estivo degli spettaori, non sono ritenuti di importanza strategica. Nel piano "stagionale", che fa sempre capo al piano annuale, bisogna individuare attraverso delle ricerche di mercato un gruppo di titoli disponibili di fiction e di film che sia omogeneo per genere, in modo da potersi mettere in competizione con le altre reti.
La ricerche di mercato sui prodotti e palinsesto si dividono in:
- Quantitative: rilevano, cioè, i comportamenti di incontro tra domanda e offerta (scelta di visione, gradimento generale, adesione, rifiuto, ecc) in tutte le componenti oggettive (chi le compie, con che frequenza, ecc.). Esempi:
- Rilevazioni continuative sulla programmazione quotidiana: dati Auditel;
- Rilevazioni ad hoc: test di gradimento dopo la messa in onda dei programmi, name test.
- Qualitative: approfondiscono la logica e le motivazioni del soggetto nei confronti dell'offerta. Rivelano le cause e le variabili che determinano i comportamenti (il vissuto, le attese, I bisogni). Definiscono gli elementi per intervenire.
Esempi:
- Test di prodotto su Numeri Zero o Puntate Pilota
[modifica] Il piano settimanale
L'impaginazione dello "schema settimanale" comporta la definizione di dettaglio giornaliero e per ciascuna fascia oraria (con particolare riguardo per il prime time) con due settimane di anticipo sulla programmazione. Chiusi gli schemi di dettaglio vengono inviati ai settimanali per poi fare gli ultimi aggiornamenti in funzione dei sistemi di controprogrammazione (es. la scelta del titolo del film) a livello di dati d'ascolto assoluto e di analisi di target lavorando principalmente sulle due variabili usate da tutti i network: sesso/età. L'altra cosa molto importante quando ci si trova nella fase della costruzione del palinsesto settimanale è che bisogna conoscere bene chi sono gli "avversari". Due settimane prima della nascita del palinsesto settimanale bisogna effettuare delle stime d'ascolto, cioè prevedere la percentuale di share raggiunta da tutti i programmi della settimana, con particolare attenzione alla fascia prime time. La compilazione del palinsesto, in questa fase della programmazione, prevede la definizione dei titoli e dei tempi dei programmi, in modo da poter procedere agli "incastri" necessari:
- nel Day Time si ripete, sostanzialmente, lo schema previsto nel palinsesto "stagionale", salvo eccezioni contingenti (eventi straordinari di attualità, sport, etc.);
- nel prime time e' fondamentale la messa a punto delle singole giornate con una scelta accurata dei titoli e delle scalette da programmare.
[modifica] Il piano quotidiano
Si tratta di una fase operativa durante la quale si procede al monitoraggio quotidiano della programmazione con un costante processo di messa a punto dello schema di messa in onda.
[modifica] Il giorno dopo
Il giorno dopo si analizzano i dati d'ascolto attraverso un'analisi comparata di tutte le reti televisive divise per ore (vedi schema nella pagina successiva) in questa maniera si verificano i risultati raggiunti e si formulano nuove ipotesi di strategie di programmazione.
[modifica] Il futuro dei palinsesti
Per quanto riguarda il futuro dei palinsesti, gli studiosi del genere non credono che ci potrebbero essere grosse differenze rispetto a quello che c'è adesso nelle reti generaliste.
Ma nel futuro della televisione non ci sono solamente le TV generaliste, ma anche nuovi livelli di televisione come le TV tematiche che sono dotate di palinsesti monogenere e poi ci sono anche i sistemi di pay per view o video on demand che danno allo spettatore la possibilità di costruirsi i propri palinsesti.
[modifica] Le raccolte di palinsesti
Le raccolte di palinsesti televisivi pubblicati sui quotidiani e sulle riviste d'epoca sono fondamentali per permettere la ricostruzione di una storia della televisione per gli anni anteriori all'affermarsi del duopolio Rai-Mediaset.
Per quello che riguarda la Rai lo strumento principale è il Radiocorriere TV, che tuttavia si decise a fornire i programmi completi delle Tv nazionali private, solo nel 1994, alla vigilia della sua crisi irriversibile.
Più difficile è il compito per le emittenti locali, in quanto l'indicazione delle loro programmazioni sui quotidiani è solo sporadica e poco affidabile. Tra le riviste è importante TV Sorrisi e Canzoni che ha, però, una particolare attenzione solo agli spettacoli musicali e di intrattenimento e una collocazione geografica sbilanciata sulle aree dell'Italia settentrionale.
Nelle singole città fu poi un fiorire di iniziative editoriali: normalmente riviste, formato inserto e di basso costo, preziose soprattutto come documento storico.
Per l'epoca successiva i quotidiani riproducevano giornalmente le programmazioni delle televisioni di carattere nazionale, mentre si affidavano, per lo più, solo ad inserti settimanali per quello che riguardava le televisioni locali.
[modifica] Gli studi sui palinsesti televisivi
Gli studi, a livello scientifico più approfonditi sui palinsesti televisivi sono stati compiuti dal Cares L’Osservatorio di Pavia il C.A.R.E.S., Cooperativa di analisi e rilevazione economiche e sociali, è l'istituto che in collaborazione con l'Università degli Studi di Pavia, con l' Università Iulm e Cattolica di Milano, nonché Ministeri, Eni. Cnel e Abacus si occupa di alcuni aspetti della comunicazione mediatica. Ha un lungo rapporto di collaborazione con la Rai. I dati dell’Osservatorio vengono utilizzati dalla Commissione Parlamentare di Vigilanza sulla RAI. [1].
Il limite delle ricerche dell'osservatorio di Pavia sono da un lato cronologico (i dati partono dal 1994) e dall'altro geografico perché, per quello che riguarda le televisioni locali, gli studi si limitano all'area lombarda o comunque padana. Esemplare, comunque resta lo studio svolto, per conto del Corecom Lombardia [2] sui palinsesti di quattro Tv lombarde: Antenna 3 Telelombardia Telenova Telereporter
Tra gli autori di pubblicazioni specialistiche, Ioseph Baroni nel Dizionario della Televisione, I programmi della televisione commerciale dagli esordi ad oggi, [3] dichiara come proprie fonti Tv Radiocorriere e Tv Sorrisi e Canzoni.
Dotto e Piccinini come fonti del proprio libro Il Mucchio selvaggio [4] oltre al precitato archivio di Tv Sorrisi e Canzoni, indicano anche l'archivio della rivista Millecanali e l'archivio on line della rivista romana Scelta Tv, con gli altrimenti introvabili palinsesti delle Tv locali laziali del periodo 1977/1983.
[modifica] Riferimenti
- ↑ Cares, L'Osservatorio di Pavia [1] Profilo
- ↑ Corecom, L'Osservatorio di Pavia La programmazione delle emittenti televisive locali lombarde [2]
- ↑ Dizionario della Televisione Joseph Baroni- Raffaello Cortina Editore, Introduzione pag XV
- ↑ Il mucchio selvaggio, di Dotto e Piccinini Edizioni Mondadori (2005) pag. 5
[modifica] Voci correlate
[modifica] Collegamenti esterni
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