Repubbliche dell'Unione Sovietica
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Negli ultimi decenni della sua esistenza, l'Unione Sovietica consisteva di 15 Repubbliche socialiste sovietiche (RSS), chiamate semplicemente Repubbliche sovietiche; all'interno dell'URSS erano anche chiamate Repubbliche dell'Unione. Erano tutte repubbliche socialiste e tutte, con l'eccezione della RSSF Russa, avevano il proprio Partito comunista, facente parte del Partito comunista dell'Unione Sovietica. Ora sono tutti stati indipendente; 12 di loro, eccetto gli stati baltici (Estonia, Lettonia e Lituania) si sono riuniti della Comunità degli Stati Indipendenti.
Costituzionalmente, l'Unione Sovietica era una federazione. Secondo l'articolo 72 della Costituzione sovietica adottata nel 1977, ogni repubblica aveva il diritto di separarsi dall'URSS. Durante la Guerra Fredda, comunque, questo diritto non fu mai tenuto in conto, mentre fu utilizzato nel dicembre 1991 per far estinguere definitivamente l'Unione Sovietica, con l'abbandono della Russia, dell'Ucraina e della Bielorussia.
In pratica, l'URSS era un'entità fortemente centralizzata, sin dalla sua creazione nel 1922 fino alla metà degli anni '80, quando la politica di Mikhail Gorbachev portò alla perdita del potere centrale e al collasso dell'Unione Sovietica. Con la costituzione adottata nel 1936 e modificata fino all'ottobre 1977, la fondazione politica dell'Unione era formata dai Consigli dei Soviet dei Deputati del Popolo. Questi esistevano a tutti i livelli della gerarchia amministrativa, e l'Unione Sovietica stessa era sotto il controllo del Soviet Supremo dell'URSS, situato a Mosca.
Insieme alla gerarchia statale amministrativa, esisteva una struttura parallela di organizzazione partitica, che perime al Politburo di esercitare un grande controllo sulle repubbliche. L'uso generale nelle repubbliche al di fuori della Russia era che il capo di stato in una nazione era l'ufficiale locale quando il segretario generale del partito era fuori dalla repubblica.
Ogni repubblica aveva il proprio simbolo nazionale: una bandiera, uno stemma e, con l'eccezione della RSSF Russa, un inno nazionale.
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[modifica] Le Repubbliche e il collasso dell'Unione Sovietica
Le repubbliche giocarono un ruolo importante nel collasso dell'Unione Sovietica. Con Mikhail Gorbachev, glasnost e la perestroika erano mirati a dar nuova vita all'Unione Sovietica che comunque ebbe degli effetti che fecero accrescere il potere delle repubbliche. Dapprima, la liberalizzazione politiche permisero ai governi di accrescere la loro legittimazione con la democrazia e il nazionalismo. In più, la liberalizzazione portò a fratture nella gerarchia dei partiti che ridusse il controllo dell'URSS sulle repubbliche. Infine, la perestroika permise ai governi delle repubbliche di controllare i propri assetti economici.
Verso la fine degli anni '80, il governo sovietico tentò di trovare una nuova struttura che potesse riflettere il potere crescente delle repubbliche. Questi sforzi si rivelarono inutili, e nel 1991 l'URSS cedette quando i governi delle repubbliche si separarono. Tutte le repubbliche divennero stati indipendenti, anche se i governi post-sovietici in molti casi rimasero quelli delle ex-repubbliche sovietiche.
[modifica] L'Unione Sovietica negli ultimi anni
[modifica] Repubbliche sovietiche |
[modifica] Stati indipendenti |
[modifica] Divise per regione
(queste tre repubbliche furono unite nella RSSF Transcaucasica fino al 1936)
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Per estensione, la RSSF Russa era la maggior delle 15 repubbliche, ed anche la più popolata. Seguivano in popolazione la RSS Ucraina, la RSS Uzbeka e la RSS Kazaka.
[modifica] Altre repubbliche sovietiche
- L'Armenia, l'Azerbaijan e la Georgia furono unite dal 1922 al 1936 nella RSSF Transcaucasica.
- La RSS Carelo-Finlandese esistette tra il 31 marzo 1940 e il 16 luglio 1956.
- Con il pericolo di intervento militare, la formalmente indipendente Repubblica dell'Estremo Oriente si staccò dalla Russia il 6 aprile 1920 per divenire uno stato cuscinetto, ma ritornò nell'URSS il 15 novembre 1922. La capitale era Verkhneudinsk (ora Ulan-Ude) prima dell'ottobre 1920, e in seguito Chita.
- Ci fu un tentavibo di dichiarare una RSS Polacca durante la Guerra polacco-sovietica del 1919-1922, dal Governo Provvisorio Rivoluzionario diretto da Julian Marchlewski a Bialystok.
[modifica] Cronologia
- 1922 - Si forma l'Unione Sovietica dalla RSSF Russa, RSSF Transcaucasica, RSS Ucraina e RSS Bielorussa
- 1924 - Si formano la RSS Uzbeka e la RSS Turkmena.
- 1929 - La RSS Tagika si separa dalla RSS Uzbeka
- 1936 - Secondo la Costituzione Sovietica del 1936, la RSSA Kazaka e la RSSA Kirghiza si separano dalla RSSF Russa e si trasformano nella RSS Kazaka e la RSS Kirghiza
- 1936 - La RSSF Transcaucasica si divide in RSS Georgiana, RSS Armena e RSS Azera
- 1939 - Parte della Polonia (conosciuta come Kresy) è annessa alla RSS Bielorussa e alla RSS Ucraina
- 1940 - La Estonia, la Lettonia e la Lituania sono conquistate e trasformate in RSS Estone, RSS Lettone e RSS Lituana
- 1940 - Viene creata la RSS Carelo-Finlandese dalla RSSA di Carelia di Russia
- 1940 - Parte della RSSA Moldava diventa la RSS Moldava, insieme al territorio annesso dalla Romania
- 1941 - La Lituania si rivolta e dichiara l'indipendenza, ma è subito occupata dalla Germania
- 1944 - L'URSS si annette la Repubblica Popolare di Tuvinia, annessa alla RSSF Russa
- 1944 - Gli stati baltici sono rioccupati dall'Unione Sovietica
- 1944 - Repressioni nel Caucaso e nella Crimea
- 1945 - Parte della Russia Orientale viene strappata alla Germania e annessa alla RSSF Russa, come exclave (oblast di Kaliningrad)
- 1945 - La RSSA Crimea diventa Oblast di Crimea, restando nella RSSF Russa
- 1945 - Le Isole Curili e la parte meridionale di Sakhalin sono annesse alla RSSF Russa dal Giappone
- 1945 - La Rutenia subcarpatica è ceduta dalla Cecoslovacchia e integrata nella RSS Ucraina
- 1954 - Crimea trasferita dalla RSSF Russa alla RSS Ucraina
- 1956 - La RSS Carelo-Finnica diventa RSSA di Carelia
- 1990 - La Lituania e la Lettonia dichiarano l'indipendenza
- 1991 - Tentativo militare sovietico di abbattere l'indipendenza della Lituania
- 1991 - L'Estonia dichiara l'indipendenza