Soviet
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In russo soviet (совет, talvolta trascritto più rigorosamente come sovet) significa "consiglio" e indica quegli organismi rivoluzionari e di lotta, espressi direttamente dai lavoratori, che, sorti a Pietroburgo durante la rivoluzione russa del 1905, avrebbero poi costituito, almeno in teoria, la struttura fondamentale dello Stato nato dalla rivoluzione bolscevica dell'ottobre (novembre) 1917: Stato che avrebbe portato appunto il nome di Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (o Unione Sovietica). Lo slogan coniato da Lenin che permise ai comunisti di scalzare il governo Kerenskij fu appunto Tutto il potere ai soviet!
In genere i soviet nascevano come strutture di lotta (comitati di sciopero, comitati di occupazione delle terre, organi di autogestione di truppe ammutinate). Per questo erano solitamente legati strettamente ai posti di lavoro e in particolare alle fabbriche, ma esistevano anche soviet di villaggio (che rappresentavano i contadini e i braccianti) o cittadini (talvolta costituiti da delegati dalle varie fabbriche e organizzazioni politiche), così come soviet di soldati o marinai costituiti al fronte, nelle caserme o sulle navi da guerra. Per analogia, poi, anche altri settori sociali costituivano episodicamente dei soviet: soviet degli scrittori, soviet degli artisti ecc.
Nei giorni della Rivoluzione d'Ottobre i bolscevichi spiegarono la loro concezione di dittatura sovietica nei seguenti termini: tutti i "partiti sovietici" (cioè i partiti della classe operaia e dei contadini: principalmente comunisti, menscevichi, socialisti-rivoluzionari ecc.) avrebbero continuato a confrontarsi democraticamente all'interno dei soviet degli operai, dei contadini e dei soldati; solo le forze apertamente controrivoluzionarie sarebbero state poste fuori legge; i soviet avrebbero costituito una struttura di tipo piramidale, eleggendo all'istanza superiore delegati soggetti al diritto di revoca immediata da parte del loro elettorato qualora avessero perso la sua fiducia; nessun funzionario eletto avrebbe potuto ricevere uno stipendio che lo allontanasse dal tenore di vita di un operaio qualificato. Questo modello teorico venne applicato sempre più parzialmente con l'aggravarsi delle condizioni politiche, sociali ed economiche del Paese che stava sprofondando nella guerra civile.
In conclusione, solo per quanto riguarda i primi anni dopo la Rivoluzione d'Ottobre si può dire che i soviet siano stati effettivamente funzionanti come organi di democrazia rivoluzionaria, e in modo sempre più parziale. Successivamente con l'ascesa di Stalin essi vengono completamente svuotati di significato e nella Costituzione Sovietica del 1936 sono di fatto assimilati in un sistema istituzionale molto simile (sulla carta) ad una normale repubblica parlamentare.
Forme di democrazia operaia o contadina di tipo consiliare, che spesso venivano chiamate a loro volta "soviet" in riferimento all'esperienza russa, si sono formati numerose volte nella storia dei movimenti rivoluzionari di massa. Si pensi per esempio ai Consigli (Räte) degli Operai, dei Soldati e dei Marinai costituiti nel 1918 durante la Rivoluzione Tedesca, ai soviet della Rivoluzione Ungherese nello stesso anno, ai Consigli di Fabbrica nel Biennio Rosso italiano, le shora nate in Iran nel 1979 prima del khomeinismo ecc. La stessa Comune di Parigi è considerata da molti storici marxisti un soviet ante litteram.