Palladio (mitologia)
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Il Palladio (dal greco Παλλάδιον) era una statua in legno della Pallade Atena.
Era custodita in Troia, quale tutrice della città. Gli achei seppero da Eleno, figlio di Priamo, che la città non sarebbe stata conquistata fin tanto che i troiani avessero continuato ad onorare il Palladio. Ulisse e Diomede si travestirono da mendicanti, scalarono le mura ed entrarono nella città, presero l'immagine della dea e la portarono nel loro accampamento. Ci sono inoltre studiosi che affermano che la guerra i Troia sarebbe stata causata dalla forte attrazione da parte degli Achei nei confronti del Palladio essendo questa statua una fonte di infinito potere e prosperità. Le regine nel frattempo, ignare di tutto stavano macchinando una congiura ai danni degli sposi: volevano allontanare i mariti per riconquistare il trono che un tempo era stato delle donne. Fu così che venne inviata Elena a Troia per indurre gli Achei a dichiarare guerra alla città. Ma i re della Grecia entrarono in guerra con Troia a causa della preziosa statua.
Secondo la leggenda Enea portò in Italia la statua, che venne più tardi trasferita nel tempio di Vesta nel foro romano. Su alcune monete dell'epoca di Cesare, Enea viene rappresentato con il padre Anchise sulle spalle e il Palladio nella mano destra.
[modifica] La sorte del Palladio di Roma
Durante il tardo impero una tradizione bizantina affermava che il Palladio venne trasferito da Roma a Costantinopoli da Costantino I e seppellito sotto la Colonna di Costantino.
Altri sostengono che il Palladio sia stato distrutto dalle ultime Vestali nel 394 per evitarne la profanazione.
[modifica] Palladio nella letteratura
Nel 1985 lo scrittore italiano Valerio Massimo Manfredi ha scritto il libro Palladion.