Milena (CL)
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Milena | |||
---|---|---|---|
Stato: | Italia | ||
Regione: | Sicilia | ||
Provincia: | Caltanissetta | ||
Coordinate: |
|
||
Altitudine: | 423 m s.l.m. | ||
Superficie: | 24 km² | ||
Abitanti: |
|
||
Densità: | 144 ab./km² | ||
Frazioni: | Centro Urbano, Villaggi: S. Martino, Vittorio Veneto, Piave, Cavour, Crispi, Roma, Montegrappa, Cesare Battisti, Masaniello, S. Miceli, Mazzini, Balilla, Garibaldi | ||
Comuni contigui: | Bompensiere, Campofranco, Grotte (AG), Racalmuto (AG), Sutera | ||
CAP: | 93010 | ||
Pref. tel: | 0934 | ||
Codice ISTAT: | 085010 | ||
Codice catasto: | E618 | ||
Nome abitanti: | milenesi (in dialetto milucchisi) | ||
Sito istituzionale |
Milena è un comune di 3.325 abitanti della provincia di Caltanissetta. Il suo nome (1933) costituisce una forma di omaggio alla regina Milena del Montenegro, madre della regina Elena, sposa di Vittorio Emanuele III. L'artefice della sua autonomia amministrativa, decretata con regio decreto n°3032 il 30/12/1923 con il nome storico di Milocca (dall'arabo Mulok che significa ciliegio o grande proprietà), è stato Salvatore Angilella, figlio benemerito di questa terra, la cui figura, a soli 23 anni, compariva nel 1909 a dare impulso all'attività cooperativistica dell'unica Cassa Rurale non confessionale della provincia nissena e riempirà la storia di Milocca e delle sue istituzioni adoperandosi alla sua rinascita sociale, politica ed economica per quasi un sessantennio e cioè fino al suo decesso avvenuto il 25/03/1966.
Indice |
[modifica] Amministrazione comunale
Sindaco: Giovanni Randazzo dal 27/05/2003
Centralino del comune: 0934 933021
Email del comune: milena.segreteria@tin.it
[modifica] Storia
Dal 1924 al 1946, anno in cui in Italia venne ristabilita la democrazia, nell'arco di soli 22 anni, a Milena si sono succeduti ben 13 Commissari prefettizi e potestà e 10 sindaci di cui i primi due di nomina prefettizia.
Nel 1946 si fecero le prime elezioni amministrative e si ebbe finalmente la prima amministrazione comunale eletta democraticamente.
L'alternarsi nel nuovo comune di Milena di tanti commissari e potestà, nella maggior parte forestieri e quindi privi di un vero interesse per lo sviluppo socio-economico del paese, non poteva consentire mai di affrontare globalmente tutti i problemi del nuovo comune in modo organico e razionale, e pertanto si agì sempre sotto la spinta dei problemi più urgenti ed assolutamente improcrastinabili.
Dal 1946 ad oggi, invece, si è avuta una maggiore stabilità amministriva e l'Amministrazione comunale è stata sempre retta da cittadini di Milena che hanno cercato di fare tutto quanto di meglio hanno saputo o potuto.
[modifica] Regio Decreto 30 Dicembre 1923 n. 3032
VITTORIO ENANUELE III PER GRAZIA DI DIO E PER VOLONTA' DELLA NAZIONE RE D'ITALIA
In virtù della delegazione dei potere conferiti al Governo con legge 3 gennaio 1922 n. 1601; Veduta la legge Comunale e Provinciale, testo unico 4 febbriao 1915, n. 148;
Udito il Consiglio dei Ministri;
Sulla proposta del nomostro Ministro Segretario di Stato per gli affari dell'Interno. Presidente del Consiglio dei Ministri;
Abbiamo decreatato e decretiamo:
- Art. 1
Le frazioni di Milocca e San Biagio di Campofranco sono distaccate dai rispettivi Comuni di Sutera e Campofranco e costituire in unico Comune con il nome di MILOCCA.
- Art. 2
Il territorio del nuovo Comune è costituito dal territorio giudiziario già assegnato a Milocca in virtù della legge 16 aprile 1819 n. 1565 e del territorio attualemnte appartenente al comune di Campofranco, indicato in catasto sotto la denominazione ex-feudo San Biagio.
- Art. 3
Il Governo del Re è autorizzato ad emanare le norme per la esecuzione del preente decreto.
Ordiniamo che il presente decreto, munito dal sigillo di Stato, sia inserito nella raccolta ufficiale delle leggi e dei decreti del Regno d'Italia, mandando a chiunge spetti di osservarlo e di farlo osservare.
Dato a Roma, addì 30 dicembre 1923
Vittorio Emanuele
Mussolini
[modifica] Commissari prefettizi, potestà, sindaci dal 1924
- Francesco Musueci - Commissario prefettizio dal 26/06/1924 al 20/08/1924
- Giovanni Giaccone - Commissario prefettizio dal 20/08/1924 al 14/09/1924
- Emanuele Paci - Potestà dal 14/09/1924 al 12/10/1926
- Francesco Mingoia - Commissario prefettizio dal 12/10/1926 al 20/03/1927
- Salvatore Angilella - Commissario prefettizio dal 20/03/1927 al 09/04/1929
- Giuseppe Angilella - Podestà dall'aprile 1929 al gennaio 1931
- Salvatore Giarratana - Commissario prefettizio dal gennaio 1931 a marzo 1931
- Giuseppe Noto - Commissario prefettizio dal marzo 1931 al novembre 1931
- Achille Mingoia - Commissario prefettizio dal novembre 1931 a marzo 1932
- Carmelo Cipolla - Potesta dal marzo 1932 a marzo 1934
In questo periodo il comune di Milocca cambia la propria denominazione in Milena
- Paolino Ingrao - Podestà dal marzo 1934 a novembre 1935
- Giuseppe Ceraulo - Commissario prefettizio dal novembre 1935 a dicembre 1935
- Domenico Petyx - Commissario prefettizio dal dicembre 1935 a Maggio 1937
- Gaspare Cacciatore - Podestà dal maggio 1937 a settembre 1941
- Salvatore Angilella - Commissario prefettizio dal settembre 1941 a febbraio 1943
- Salvatore Manta - Commissario prefettizio dal settembre 1943 ad agosto 1943
- Salvatore Angilella - Sindaco dall'agosto 1943 a novembre 1943
Carica di nomina prefettizia, a seguito del ristabilimento della democrazia in Italia
- Settimo Luparelli - Sindaco - Carica prefettizia dal novembre 1943 a marzo 1946
- Onofrio Falletta - Commissario prefettizio dal 2/03/1946 all'08/03/1946
- Calogero Traina - Commissario prefettizio dal 08/03/1946 al 10/05/1946
- Carmelo Cipolla - Sindaco dall'11/05/1946 al 10/04/1948
È la prima amministrazione democraticamente eletta (lista PSI-PCI)
- Giuseppe Randazzo - Sindaco - PSI - dal 10/04/1948 al 10/01/1949
- Salvatore Mantione - Commissario prefettizio dall'11/01/1949 all'ottobre 1949
- Salvatore Mantione - Sindaco - DC - dall'ottobre 1949 a dicembre 1954
- Giuseppe Luaprelli - Sindaco - PSI - dal dicembre 1954 a dicembre 1967
- Carmelo Randazzo - Sindaco - PSI - dal dicembre 1967 a dicembre 1968
- Giuseppe Luparelli - Sindaco - PSI - dal dicembre 1968 all'agosto 1975
- Federico Schillaci - Sindaco - PSI - dall'agosto 1975 all'agosto 1980
- Salvatore Luparelli - Sindaco - PSI - dall'agosto 1980 a maggio 1990
- On. Carmelo Mantione - Sindaco - DC - dal maggio 1990 ad Aprile 1992
Nel mese di maggio vi fu un periodo di transizione
- Dott. Carmelo Cordaro - Sindaco - DC - dall'Giugno 1992 a Giugno 1993
dal mese di luglio ed agosto vi fu un periodo di transizione
- Dott. Salvatore Mantione - Sindaco - DC - dall'Agosto 1993 a Giugno 1994
- Dott. Antonio Ingrao - Sindaco - PSI - dal giugno 1994 a Maggio 1998
- Geom. Giovanni Randazzo - Sindaco - SDI - dal Maggio 1998 a Oggi
[modifica] Immigrazione
Negli anni 50 la popolazione ha raggiunto 5000 abitanti ed il lavoro non basta più, la situazione economica comincia a peggiorare, le famiglie cercano di organizzarsi e chi può emigra.
Ha inizio l'immigrazione sia nel nord italia che all'estero. Una grossa fetta della popolazione si stabilisce ad Asti e nei comuni limitrofi, un'altra grossa fetta ad Aix Les Bains (Francia) in seguito nascono altre piccole conunità a Basilea (Svizzera) e in numero minore in Inghilterra, Belgio, Venezuela, Stati Uniti D'America. Negli anni '60 infatti vi è un calo democrafico elevato e continuirà fino ai giorni nostri, sia per la diminuzione dei nati (una famiglia media in quegli anni aveva dai 3 ai 5 figli) sia per la continua immigrazione. Negli anni novanta inizia il processo di gemellaggio tra il Comune di Milena (CL) ed il Comune di Aix Les Bains (Francia).
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Economia
Milena è un paese prettamente agricolo, i campi vengono coltivati per la quasi totalità 90% a grano, e per il resto vigneti, fave, pomodori.
La quasi totalità della popolazione è composta da agricoltori, il loro reddito è un prodotto diretto o indiretto dell'agricoltura.
Vi è una piccola produzione artigianale dei derivati del ferro e del legno.
[modifica] Cultura
TRADIZIONI, SAGRE, FESTE E FOLKLORE: La grande semplicità, ospitalità e umanità della gente di Milena creano le condizioni ideali per una sana sosta nel territorio, allietata dalle feste che rientrano nelle tradizioni folkloristiche, culinarie e religiose, tramandate da molte generazioni. La prima festa dell'anno coincide con il Carnevale, che intercorre tra febbraio e marzo; la festa è caratterizzata da ricchi carri allegorici, che sfilano attorno ad una cornice di maschere, ammirati dai turisti che sempre più numerosi arrivano per questa occasione. Il martedì, del periodo carnevalesco, è divenuta consuetudine l'allegra sfilata di tutte le scolaresche, mentre il giovedì grasso è animato dall'evento culinario dedicato alla sagra de 'li purpetta cu lu sucu', polpette al sugo condite con pane grattugiato, formaggio e aromi tra cui un particolare tipo di mentuccia detta "sambriglia', accompagnate dalla degustazione gratuita di altri prodotti tipici locali tra cui il pane detto 'scanatu' condito con olio e formaggio e il buon vino locale.
Per la festa di San Giuseppe, patrono del paese, il 19 marzo, viene imbandita la 'tavulata di li vecchiariddi' in occasione della quale, diverse famiglie per ex voto, preparano un ricco pranzo una volta per tutti i poveri del paese, adesso si invitano i conoscenti, di solito una 'tavulta a 13 persone che raffigurano tutti gli apostoli, Giuseppe, Maria e Gesù.
Il pranzo è allestito con diversi piatti e con prodotti di stagione; a fine pranzo a tutti è offerta la cosiddetta "truscitedda' o 'rizzimedda' composta di pane benedetto, finocchi, arance, dolci, mandorle e ceci tostati.
Dopo la 'tavulta nel pomeriggio vi è la messa seguita dalla processione.
In occasione del Venerdì Santo, in processione per le vie del paese, vengono portati dalle donne i simulacri di Cristo Morto e dell'Addolorata, accompagnati da un gruppo canoro 'i lamentatori' che cantano antichi canti popolari in forma di lamenti che raccontano lo Passione nelle 15 stazioni effettuate durante il percorso.
La seconda domenica di maggio, in occasione della festa di San Giuseppe in Campagna, nel Villaggio Vittorio Veneto, per tradizione si organizza l'albero della cuccagna detto 'presa della 'ntinna', caratteristico gioco consistente nel salire in cima ad un palo di circa otto metri trattato con sapone, per raggiungere il premio, aiutandosi solo con una particolare corda 'pastura', realizzata con peli di criniera e coda di cavallo.
L'ultima domenica di maggio è invece dedicata alla festa di Santa Rita che avviene nella 'Robba Ranni" del Villaggio Masaniello.
Durante l'estate per circa trenta giorni, spettacoli teatrali, proiezioni di film, cabaret, giochi ed animazioni per bambini si svolgono in Piazza e nel Parco Urbano, allietando le vacanze milenesi, in una splendida cornice naturalistica, con un meraviglioso panorama sulla città, e immersi tra essenze e piante rare e tra innumerevoli specie di fiori.
Il secondo sabato di agosto è il giorno dedicato alla sagra della "mbriulata', piatto tipico locale, che anticamente le massaie preparavano come pasto unico per i contadini da mangiare in campagna durante il lavoro nei campi, preparato con pasta sfoglia arrotolata, olive, patate, formaggio e tritato di maiale, che attualmente sostituisce la 'frittola'.
Il giorno successivo, la seconda domenica di agosto, è dedicato alla festa religiosa di S. Antonio Abate; la giornata è scandita dalla celebrazione di solenni liturgie ed è conclusa dalla processione del simulacro del Santo che attraversa le vie della città. A dicembre altre due feste religiose, l’8 in dell'Immacolata e il 13 per Santa Lucia, vengono grandi falò detti 'vampi" nelle varie robbe dove raccolgono in clima di festa e di preghiera.
[modifica] Turismo
Per parlare dei monumenti e delle emergenze artistiche e storiche del Comune di MiIena, bisogna considerare l'intero territorio ed un arco temporale lungo millenni, cercando di fare un excursus dalla preistoria, alla storia fino ai nostri giorni.
Nel 1978 venne localizzato in Contrada Serra del Palco/Mandria un ampio e complesso insediamento neolitico, in un contesto naturale e paesaggistico di particolare interesse. Sulle pendici est del Monte Campanella sono state portate alla luce tracce di un insediamento protrattosi per diversi secoli. Il nucleo più antico è documentato da diversi fori, che fanno pensare ad alloggiamenti per pali lignei di strutture perimetrali o di capanne. La seconda frequentazione, è documentata dal ritrovamento di due battuti pavimentali, riferibili a due capanne a pianta pressoché ellittica eseguiti con la tecnica semplice del ciottolato. Il terzo momento rappresenta una fase monumentale, testimoniata da un grande recinto con un ambiente absidato. I muri, di grosso spessore (1-1,5 m.), erano costruiti con blocchi di gesso appena sbozzati e affermati con piccole zeppe, la cui dotazione è riconducibile al neolitico medio (V millennio a.C.).
Insediamenti simili sono visibili anche in contrada Monte Grande-Fontanazza, Rocca Aquilia, Rocca Amorella-Pirìto, lo Zubbio di Monte Conca e Mezzebbi.
Il Monte Campanella, custodisce una necropoli risalente al XIV secolo a.C. costituita da tombe a tholos, di piccole dimensioni, ma di particolare interesse e raffinatezza costruttiva, venute casualmente in luce a seguito di uno smottamento. Le tombe hanno un'apertura di forma rettangolare con una triplice cornice, pianta subcircolare ed alzato ogivale.
L’età Romana, ha lasciato notevoli testimonianze legate ad oggetti d'uso comune ed al lavoro nei ricchi giacimenti di zolfo, come la preziosa tegola sulphuris con l'iscrizione di Marco Aurelio Commodiano (Il sec. d.C.), custodita presso l'Antiquarium A. Petix. A questa attività sono legati anche i ritrovamenti di parti del tracciato di antiche strade di commercio, come tratti del grande asse viario Agrigento-Palermo, che attraversava su un ponte, distrutto durante un'alluvione, il fiume Gallo d'Oro.
In contrada Amorella, A. Petix, individua l'antico casale medievale di Milocca, primo nucleo della città. l'esistenza di questo luogo è testimoniala dal XIII secolo, ma l'insediamento esisteva già in età tardo-slamica (X sec.) e poi Normanna, a testimonianza di un territorio ricco di risorse. Con la donazione nel 1363 del feudo, da parte del barone di Milocca, al Monastero di San Martino delle Scale, comincia per il casale un periodo di decadenza. Il Monastero, sorse nella seconda metà del XVII secolo, ad est del più antica insediamento del '300. Nato come convento-fattoria, aveva la funzione di raccogliere manodopera per lavorare nei campi circostanti, ma nello stesso tempo segna per la storia di Milena l'atto fondativo delle robbe sparse nel territorio.
Circa trent'anni dopo i monaci cominciarono un rifacimento di tale complesso ed al completamento della nuova struttura, tra il 1780 e il 1783, parteciparono gli architetti Marvuglia e Marabitti, progettisti dello scalone d'accesso al piano nobile e dei portali scolpiti di accesso alla foresteria ed alla Chiesa, che incorporava l'antico Sacello di S. Martino. Il Monastero si articola su due grandi corti, circondate da vani utili per i servizi e gli addetti al feudo, e strutture come il palmento, il frantoio, il forno, il mulino, i magazzini ed i pagliai.
Il piano nobile, in posizione centrale rispetto alle due corti, era destinato alle celle dei monaci e ad ambienti di rappresentanza, finemente decorati. Attualmente, in cattivo stato di conservazione, è possibile ammirarne la magnificenza delle dimensioni (m 42x63) e la raffinatezza dei particolari architettonici.
La Chiesa Madre, intitolata all'Immacolata Concezione, si trova in Piazza Garibaldi, risale al 1881 e fu portata a compimento nel 1877, per l'esigenza di avere una chiesa più grande di quella di San Martino, piccola e pericolante, che accogliesse tutta la popolazione. L'architettura dalle linee semplici ed eleganti, proprie del neocIassicismo siciliano, è arricchita all'interno con quadri e sculture di Francesco Biangardi, mentre successiva è la costruzione della torre dell'orologio; un recente restauro ha messo in luce la muratura a faccia vista.
All'inizio di via Nazionale, si trova la croce “a Cruci", un'edicola votiva realizzata nella prima metà del novecento, in sostituzione di una vecchia cappella in gesso a forma di "cubuluni”, che era stata realizzata per contenere lo croce in legno donata e portata a spalla a Milena da Padre Gioacchino La Lomia, frate cappuccino proveniente da Canicattì, al quale la popolazione, riconosce grazie e miracoli.
[modifica] Curiosità
LE ROBBE: La caratteristica principale dell'urbanistica di Milena è legata all'originalità delle 'robbe', nuclei di case costituenti piccoli villaggi dalla struttura priva di segni di centralità. La loro nascita è connessa alla gestione, in parte diretta ed in parte in enfiteusi, dei fondi di proprietà del Monastero di San Martino delle Scale che, per incentivare lo manodopera, concedeva lo possibilità di costruire lo propria abitazione nelle terre date in 'affitto' o 'censo'. I nuovi nuclei abitativi, insieme al centro urbano con i servizi amministrativi e lo chiesa madre, costituiscono una realtà urbana polinucleare del tutto nuova rispetto alla centralità tipica di molti altri piccoli comuni della Sicilia. Le robbe, poste ad est in prossimità del Monastero di San Martino e della Torre di San Martino, si trovano l'una dalle altre ad una distanza variabile che arriva fino ad un centinaio di metri, collegate fra loro dal tessuto viario le cui direttrici ricalcano gli antichi percorsi rurali. Nella maggioranza dei casi corrispondono ad un gruppo parentale e lo stesso nome della robba è il cognome o 'la 'ngiuria' (soprannome) della famiglia residente. Le robbe più antiche vengono fatte risalire ai primi del '600 e sono la 'Robba Mantiuna', la 'Robba Farcuna', la 'Robba Minnulami", la 'Robba Ranni e la "Robba San Miceli. I nuclei abitativi si articolano attorno ad una corte di forma irregolare, luogo sociale contrapposto all'introversione dello spazio domestico di derivazione araba, all'interno della quale si riuniva lo comunità rurale. Le unità abitative si sviluppano seguendo lo configurazione naturale del terreno e generalmente l'organizzazione tipologica e funzionale è quella duplex, con ambienti con copertura a botte nel piano terra, destinati a magazzini o stalle per gli animali e legnaie, e locali nel piano superiore adibiti alla residenza della famiglia. L'accesso al piano superiore, avviene attraverso rampe di scale esterne che fiancheggiano la costruzione, nel caso particolare della 'Robba Ranni, attuale sede della casa museo, è possibile osservare un doppio sistema di scale che ricorda il sistema a 'tenaglia" degli scaloni delle ville barocche palermitane. Il piano terra senza finestre riceve luce dalla porta, mentre il piano superiore, costituito da due o tre locali privi di servizi, è ben aerato ed illuminato. Gli infissi sono in legno e le abitazioni delle famiglie più benestanti hanno anche balconi con ringhiere di ferro battuto dalle linee particolarmente semplici. I pavimenti sono realizzati: al piano terra con l'antica tecnica del ciottolato, al piano superiore con mattoni di creta, sostenuti da una volta in muratura, chiamata "dammuso", le cui intercapedini venivano utilizzate come granai, accessibili da una botola in legno. In alcuni casi la botola, comunicante con il piano terra, consentiva al padrone di controllare gli animali in stalla. Gli spessi muri sono realizzati con la tecnica della muratura a sacco: una doppia parete di pietra di gesso grossolanamente sbozzata, con l'interno riempito di pietrisco e calcinacci, sistema relativamente semplice e povero che assicura un ottimo isolamento termico alle abitazioni. La muratura esterna è lasciata a faccia a vista mentre l'interno è intonacato con gesso e imbiancato con calce. Il tetto, a falde inclinate, è fatto con un'orditura di canne o legno, ricoperte di gesso 'incannucciato', e da un soprastante doppio strato di coppi siciliani.
Nel 1860, dopo l'arrivo di Garibaldi e la partecipazione militare della Sicilia, molti coscritti disertarono e trovarono rifugio all'interno delle robbe. Nel 1928 le quasi sessanta robbe vennero riunite in tredici villaggi oltre il 'Centro Urbano', polo religioso e amministrativo. Molti nomi antichi furono modificati ed al loro posto ne furono dati dei nuovi legati alla storia del Risorgimento italiano. Ad esempio 'Robba Mantiuna' si chiamò Villaggio Piave, 'Robba Farcuna' diventò Villaggio Cavour e 'Robba Bonfigliu' prese il nome di Villaggio Garibaldi.
[modifica] Collegamenti esterni
Acquaviva Platani | Bompensiere | Butera | Caltanissetta | Campofranco | Delia | Gela | Marianopoli | Mazzarino | Milena | Montedoro | Mussomeli | Niscemi | Resuttano | Riesi | San Cataldo | Santa Caterina Villarmosa | Serradifalco | Sommatino | Sutera | Vallelunga Pratameno | Villalba |
Sicilia · Siciliani · Letteratura · Lingua · Storia · Geografia · Province · Vittime della mafia
Artisti: Antonello da Messina · Renato Guttuso Letterati: Scuola siciliana · Giovanni Meli · Luigi Pirandello · Giovanni Verga · Salvatore Quasimodo · Leonardo Sciascia Musicisti: Vincenzo Bellini Re: Federico II · Ruggero II Scienziati: Archimede · Empedocle · Ettore Majorana |
||
Progetto Sicilia | Vetrina siciliana: Faro di Messina · Orto botanico di Palermo Catania · Sicilia · Franco e Ciccio · Enna |
Bar 'a chiazza |