Michele Steno
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Michele Steno (Venezia, 1331 – 26 dicembre 1413) è stato un doge veneziano.
Fu il sessantatreesimo doge della Repubblica di Venezia dal 1 dicembre 1400 alla morte. Visse una giovinezza un po' scapestrata; era stato condannato persino alla galera, per aver coperto, con altri giovani di nobili famiglie, la parete di un camino o di un trono di Palazzo Ducale di scritte "turpi e ignominiose" contro il doge Marino Falier - poi decapitato per tradimento - e la di lui moglie ("Marin Falier dalla bella mugier - altri la gaude e lu la mantien"). Nella maturità invece si mostrò uomo abile e politico determinato. Durante il suo dogado non accaddero grandi fatti internazionali ma Venezia si sviluppò con impressionante rapidità e pochi anni dopo la sua morte, sotto i dogado del suo successore, Tommaso Mocenigo, raggiunse l'apice della potenza.
[modifica] Vita
Di famiglia di media ricchezza lo Steno da giovane aveva vissuto una vita agiata e sregolata. Si narra che fosse tra i giovani che scrissero sul trono dogale ingiurie nei confronti del doge Marino Faliero, cosa questa che, secondo alcuni, avrebbe indotto quest'ultimo ad organizzare la nota congiura. Dopo quest'episodio però si comportò in modo serio e corretto: ricoprì alte cariche politiche ed amministrative. Amministrò città e colonie, fu provveditore d'armata ed abile diplomatico. La sua attività lo mise presto in luce come uno dei migliori elementi in circolazione a Venezia. Si sposò con Maria Gallina da cui però non ebbe figli. Alla sua morte la sua casata s'estinse. Col tempo e l'abilità, poi, era diventato uomo ricchissimo.
[modifica] Dogado
Nonostante le indubbie capacità egli giunse al dogado il 1 dicembre 1400 solo tramite uno dei numerosi compromessi della vita pubblica veneziana: i soliti candidati al massimo soglio non riuscivano ad avere il numero necessario di voti e così s'accordarono su di lui. Accolto tra grandiose feste lo Steno s'adattò presto a quel ruolo rappresentativo che la carica di doge iniziava ad assumere. Si diceva che vestisse come il doge Lorenzo Celsi, noto per la sua eleganza, e non perdeva occasione di vantarsi delle splendide stelle che s'era fatto porre nel corno dogale (da cui il soprannome di dux stellifer). Curiosamente nel 1403 comparvero delle scritte ingiuriose ai suoi danni, quasi una legge del contrappasso dopo l’errore di gioventù. Uno dei pochi eventi rilevanti accadde nel 1404 quando l'insistente Francesco Novello da Carrara tentò per l'ennesima volta di danneggiare Venezia Questa volta la città agì con forza e già nel 1405 Padova fu presa ed i Carraresi, tradotti a Venezia, furono giustiziati dopo aver supplicato per l'ennesima volta il perdono (sarebbe stata la terza volta!). Problemi più grandi s'ebbero a partire dal 1408 – 1409 con lo scisma e la lotta tra più papi; Venezia, sempre di sicura fede laica e poco propensa a farsi coinvolgere in queste beghe, decise di assicurare la propria fedeltà ad Alessandro V, più propenso ad aiutarla politicamente. Durante il 1410 – 1412 furono emanate leggi per controllare il clero. Dal 1413 lo scisma insanguinò parte dell'Italia ma toccò relativamente Venezia. Il doge, vecchio e malato, ormai non seguiva più le vicende di stato ed il 26 dicembre 1413 morì.
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