L'Unità (quotidiano)
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Prezzo di copertina | {{{prezzo}}} | |
Paese | Italia | |
Lingua | italiano | |
Periodicità | quotidiano | |
Genere | stampa nazionale | |
Formato | tabloid | |
Tiratura | {{{tiratura}}} ({{{data-tiratura}}}) | |
Diffusione | 60.514 (2005) | |
Resa | {{{resa}}} ({{{data-resa}}}) | |
Record vendite | {{{record-vendite}}} ({{{data-record}}}) | |
Evento collegato al record | {{{evento-record}}} | |
Data di fondazione | 1924 | |
Inserti e allegati | {{{inserti-allegati}}} | |
Sede | Roma | |
Editore | Nuova Iniziativa Editoriale S.p.A. | |
Capitale sociale | {{{capitale sociale}}} | |
Direttore | Antonio Padellaro | |
Condirettore | ||
Vicedirettore | {{{vicedirettore}}} | |
Redattore capo | Paolo Branca (centrale); Nuccio Ciconte; Ronaldo Pergolini | |
ISSN | ||
Sito web | www.unita.it |
L'Unità è il nome di un quotidiano della sinistra italiana fondato il 12 febbraio 1924 da Antonio Gramsci.
Dal 1924 al 1991 è stato l'organo ufficiale di stampa del Partito Comunista Italiano.
Indice |
[modifica] Nascita del quotidiano
I primi numeri de L'Unità - Quotidiano degli operai e dei contadini sono stampati a Milano; il giornale ha una tiratura media di 20.000 copie e giunge alle 34.000 copie nelle settimane successive al delitto Matteotti.
L'8 novembre 1925 la distribuzione del giornale è sospesa dal Prefetto di Milano assieme all'organo del Partito Socialista Italiano, L'Avanti. In seguito al fallito attentato a Mussolini (31 ottobre 1926) il giornale viene soppresso.
Il 1 gennaio 1927 esce il primo numero dell'edizione clandestina del giornale, che viene pubblicato a Torino, Milano, Roma e in Francia ad intervalli irregolari. La diffusione clandestina de L'Unità prosegue sino alla seconda guerra mondiale e con l'arrivo degli alleati dal 6 giugno 1944 riprende a Roma la pubblicazione ufficiale del giornale. Il nuovo direttore è Celeste Negarville.
[modifica] Lo sviluppo del quotidiano dal dopoguerra al 2000
Dopo la Liberazione, escono nel 1945 l'edizione genovese, quella milanese e quella torinese. Nei primi mesi del 1945 il responsabile dell'edizione di Torino del quotidiano è Ludovico Geymonat; tra i collaboratori del quotidiano ci sono Davide Layolo, Ada Gobetti, Cesare Pavese, Italo Calvino, Elio Vittorini, Aldo Tortorella, Paolo Spriano.
Nel 1945 si tiene a Mariano Comense la prima festa di diffusione del quotidiano, la Festa de L'Unità. Il giornale crea una vasta rete di diffusione casa per casa della sua edizione domenicale; nei giorni "speciali" (25 aprile, 1 maggio) la tiratura supera il milione di copie.
Dal 1954 l'ex-deputato della Democrazia Cristiana Mario Melloni diviene corsivista de L'Unità e viene ricordato per i suoi interventi graffianti e satirici firmati con lo pseudonimo di Fortebraccio.
Dal 1 agosto 1957 si fondono le edizioni de L'Unità di Genova, Torino e Milano dando origine ad un'unica edizione per l'Italia settentrionale. A partire dal 1962 vengono unificate le direzioni di Roma e di Milano; il direttore è Mario Alicata, mentre condirettori sono Aldo Tortorella per l’edizione settentrionale e Luigi Pintor per quella centro-meridionale.
Dopo la scomparsa di Mario Alicata nel 1966, la direzione del giornale è affidata a Maurizio Ferrara. Nel 1969 i membri del comitato centrale del PCI Lucio Magri, Luigi Pintor e Rossana Rossanda sono espulsi dal partito e nel 1971 trasformano in quotidiano il mensile Il manifesto: l'Unità in un suo articolo pone polemicamente l'interrogativo "chi vi paga?".
Nel 1974 la tiratura de L'Unità è di 239.000 copie giornaliere. Nel 1975 Pier Paolo Pasolini spiega dalle colonne del quotidiano il suo voto al PCI.
Il 18 settembre 1977 il redattore de L'Unità Nino Ferrero viene ferito a Torino da un attentato di Azione Rivoluzionaria. Nei giorni del rapimento di Aldo Moro del 1978 L'Unità condanna duramente le Brigate Rosse, definite "nemici della democrazia", e proclama lo sciopero generale.
Nei primi anni Ottanta il giornale ha una forte flessione di vendite: si passa dai 100 milioni di copie annue del 1981 ai 60 milioni del 1982.
Il 17 marzo 1982 l’Unità accusa il ministro democristiano Vincenzo Scotti di collusioni con la nuova camorra organizzata di Raffaele Cutolo. Il documento che denuncia i membri del governo (fornito dai servizi segreti), però, si rivela falso; il direttore Claudio Petruccioli si dimette e al suo posto viene nominato Emanuele Macaluso.
La prima pagina de L'Unità dell'11 novembre 1989, il giorno seguente alla caduta del Muro di Berlino, si apre con Il giorno più bello d'Europa. Il direttore del giornale è Massimo D'Alema, che nel luglio 1990 lascia l'incarico a Renzo Foa. Dal 1989 al 1990 il quotidiano ospita l'inserto satirico settimanale Cuore a cura di Michele Serra.
Nel 1991 L'Unità cambia sottotitolo, da "Giornale del Partito Comunista Italiano" a "Giornale fondato da Antonio Gramsci". Le vendite si aggirano sulle 156.000 copie al giorno.
Dal 1992 al 1996 il giornale passa nelle mani di Walter Veltroni, che offre ai lettori una serie di gadget in allegato al quotidiano che rappresentano una novità nel panorama dei quotidiani italiani: libri, videocassette di film rari e fuori catalogo e la ristampa degli album delle figurine Panini dei calciatori.
[modifica] Crisi e rinascita del giornale
Il 28 luglio 2000, a causa di gravissimi problemi economici dovuti per lo più ad una politica di spese dissennate, il quotidiano cessa le pubblicazioni. In quel periodo il quotidiano arriva a tirare circa 28.000 copie.
Le avvisaglie della "crisi" si manifestano dal 1998, quando per salvare il posto di lavoro, 123 giornalisti si autoriducono lo stipendio.
Il giorno della chiusura la notizia rimbalzò su tutti i mezzi di comunicazione mentre in edicola c'era l'ultimo numero. La ripresa delle pubblicazioni grazie alla cordata di finanziatori guidata da Alessandro Dalai fu solo un'ipotesi. La chiusura del giornale, che Michele Serra definì "delitto perfetto" sulla prima pagina della Repubblica non riguardò solo il giornalismo e la politica nazionale. Il quotidiano è stato uno dei protagonisti della cultura italiana del Novecento e ha ospitato sulle sue pagine gli interventi di intellettuali italiani e stranieri di primo piano, tra cui Elio Vittorini, Salvatore Quasimodo, Italo Calvino, Massimo Bontempelli, Cesare Pavese, Alfonso Gatto, Paul Eluard, Paul Aragon, Federico Garcia Lorca ed Ernest Hemingway.
Dopo una pausa di alcuni mesi torna in edicola il 28 marzo 2001, grazie alla società Nie (Nuova iniziativa editoriale) che decide di far dirigere la testata da Furio Colombo, coadiuvato da Antonio Padellaro.
Dal 27 dicembre 2004 direttore de L'Unità è Antonio Padellaro, a seguito di una forte polemica che ha coinvolto Furio Colombo e che ha visto la proprietà costretta a chiederne le dimissioni.
La tiratura del 25 agosto 2006 è stata di 131.856 copie.
[modifica] Finanziamenti pubblici
L'unità è il quotidiano italiano che maggiormente beneficia dei finanziamenti pubblici riservati all'editoria di partito (6.817.231,05 euro ricevuti nel 2003). http://www.governo.it/GovernoInforma/Dossier/contributi_editoria_2006/pdf/02_comma%2010.pdf
[modifica] Principali firme attuali
- Oliviero Beha
- Furio Colombo
- Nando Dalla Chiesa
- Vittorio Emiliani
- Paolo Flores D'Arcais
- Maria Novella Oppo
- Antonio Padellaro
- Lidia Ravera
- Corrado Stajano
- Antonio Tabucchi
- Nicola Tranfaglia
- Gianni Vattimo
- Marco Travaglio, che cura la rubrica Uliwood Party
- Arrigo Boldrini
[modifica] Voci correlate
[modifica] Diffusione
Anno | Tiratura[1] |
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2005 | 60.514 |
2004 | 65.229 |
2003 | 66.958 |
2002 | 68.800 |
2001 | 72.002 |