Giuseppe Maggiolini
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Giuseppe Maggiolini (Parabiago 13 novembre 1738 - 16 novembre 1814), principale ebanista e mobiliere italiano, nelle correnti tardo-barocca e soprattutto neoclassica.
Anche se storicamente viene ricordato come "Maestro d'intarsio", è più corretto definirlo "Maestro in ebanisteria", dato che nell'intarsio al legno vengono affiancati altri materiali (come ad esempio l'avorio), mentre l'ebanisteria pretende l'utilizzo esclusivo di legnami in qualità e tipologie diverse, come nel caso del Maggiolini.
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[modifica] La famiglia
Nato a Parabiago, figlio del guardiaboschi Gilardo Maggiolini e di Caterina Cavalleri, durante la minore età lavorò al fianco del padre, alle dipendenze dei Monaci Cistercensi, presso il convento di Sant'Ambrogio della Vittoria. Al diciottesimo anno di età, iniziò a lavorare come garzone presso un falegname. Qualche anno dopo aprì la sua prima bottega, al fianco della Chiesa Prepositurale dei Santi Gervasio e Protasio, nella piazza centrale del borgo, che oggi porta il suo nome. Nel 1757 sposò Antonia Vignati, di Villastanza, dalla quale ebbe un unico figlio, Francesco, nel 1758.
[modifica] Presso gli Asburgo d'Austria
Nel 1765, Giuseppe Levati gli affidò la realizzazione di un canterano per Villa Litta, dimora del Marchese Pompeo Litta a Lainate (MI), su disegno dello stesso pittore: quando finì l'opera, la finezza del lavoro superava di gran lunga il progetto stesso. Successivamente collaborò alle decorazioni in occasione della festa di nozze dell'Arciduca Ferdinando d'Austria, figlio dell'Imperatrice Maria Teresa d'Asburgo, con Maria Beatrice d'Este, iniziando così a lavorare per la corte asburgica. Difatti nel 1771 gli fu affidata la realizzazione dei pavimenti, del Palazzo di Corte in Milano, in fase di ristrutturazione, per opera di Giuseppe Piermarini: fu proprio in questa occasione che conobbe l'architetto perugino ed altri artisti, tra i quali anche il pittore Andrea Appiani e l'architetto Giocondo Albertolli; grazie a tali conoscenze, Maggiolini, nel 1780, chiamò il Piermarini stesso, per commissionargli la progettazione della facciata della Chiesa dei SS. Gervasio e Protasio in Parabiago, ed insieme l'Albertolli, per le decorazioni interne.
L'Arciduca stesso gli conferì il titolo di Intarsiatore della Corte Asburgica. Divenne famoso, ed il suo nome rieccheggiò nelle varie corti europee.
Ancora per i Sovrani austriaci, lavorò nel 1777, alle pavimentazioni e ad elementi di decoro e mobilio presso la Villa Reale di Monza.
[modifica] Maestro ebanista
Fu così che il nome di Maggiolini, venne legato alla decorazione ebanistiche di mobili, tra cui i più tipici sono: comodini, stipi, cofanetti e scatole-scrigno. Ormai famoso, lavorò per le maggiori famiglie milanesi e per la maggior parte delle corti europee, specializzandosi nella realizzzione di cassettoni, impiegando almeno 86 tipi di legni differenti: dalle Americhe gli arrivavano mogano ed ebano, da Como e Lecco, giungevano acero, agrifoglio, ulivo, bosso e biancospino; utilizzava solo i colori naturali, ad eccezione di verde, blu, celeste e rosa pallido, che otteneva sulla base dei silicati, poiché non ne esistono legnami di tali cromie.
I suo mobili, realizzati con pure linee geometriche, secondo il sobrio gusto neoclassiclo, vennero decorati ad intarsio, su cartoni forniti dai maggiori artisti dell'epoca, tra cui gli stessi Giuseppe Levati ed Andrea Appiani, con soggetti mitologici, allegorici o "alla cinese". Erano mobili di ogni genere: da camera, da sala, da gabinetto, ecc..
Lavorò con lo stesso metodo anche quadri e portoni interi.
A lui è attribuita l'invenzione del tavolo a letto, commissionatogli dagli Asburgo, in seguito ad una influenza stagionale, presa dall'Arciduchessa Maria Beatrice.
Pur essendo così famoso, mantenne la sua bottega nel paese natio, addirittura nel 1791 acquistò una seconda bottega, presso il fabbricato del Collegio Cavalleri.
[modifica] Periodo Napoleonico
Era il 1796, il suo mecenate, l'Arciduca Ferdinando, lasciò il posto ai rivoluzionari francesi. I nuovi dominatori portarono in Italia, con le mode dell'epoca, anche un nuovo genere di mobili, in mogano ed ottone. Giuseppe dovette a malincuore ridurre la sua produzione ed adattarsi alla nuova corrente.
Tornò entusiasta nel 1805: in onore dell'incoronazione di Napoleone in Milano, gli fu ordinato di eseguire, in solamente otto giorno, una scrivania per la Sala Imperiale. Il nuovo Imperatore apprezzò subito l'arte del parabiaghese e lo invitò a lavorare per la famiglia Bonaparte.
Quest'incarico durò solo quattro anni, nel 1809 si allontanò spontaneamente, a causa delle antipatie crescenti, verso il regime francese.
[modifica] Morte
Giuseppe Maggiolini morì il 16 novembre 1814, a Parabiago, all'età di 76 anni, lasciando la bottega in mano al figlio Francesco e all'allievo Cherubino Mezzanzanica.