Giardino botanico Clelia Durazzo Grimaldi
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Il Giardino botanico "Clelia Durazzo Grimaldi" si trova a Pegli, quartiere residenziale di Genova, adiacente alla Villa Durazzo-Pallavicini, che lo domina letteralmente dall'alto.
In occasione della riunione del G8 del 2001 il giardino, curato dall'ASTER (Azienda Servizi Territoriali del Comune), ha subìto notevoli lavori di restyling e riportato all'antico splendore.
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[modifica] Origini
Il giardino fu creato nel 1794 per volere di Clelia Durazzo, sposa di Giuseppe Grimaldi ed appartenente a una nobile famiglia che, a Genova, diede un forte impulso alla scienza naturalistica. In quegli anni l'attività della Marchesa consentì di garantire al giardino botanico - forte di oltre milleseicento taxa - un'altissima notorietà in campo scientifico.
Nel 1840 il nipote Ignazio Alessandro Pallavicini fece riedificare le due serre monumentali, che vennero successivamente ancora ulteriormente ristrutturate ad opera della figlia.
Nel 1928 il giardino fu donato al Comune di Genova e divenne gradualmente un vivaio per la produzione di piante e fiori ad uso dell'Amministrazione Municipale.
[modifica] Dagli anni ottanta al nuovo millennio
Dagli anni ottanta il giardino ha proposto collezioni di piante di grande valore e ha offerto la possibilità di effettuare visite a carattere didattico-divulgativo con lo scopo di mostrare un mondo da conoscere e proteggere.
Dapprima visitabile gratuitamente usufruendo dell'ingresso secondario di Via della Maona, quindi a pagamento tramite l'ingresso della Villa Durazzo-Pallavicini, il giardino è diviso in tre settori principali :
- le piante succulente
- le orchidee tropicali
- le piante carnivore ed epifite
[modifica] Le piante succulente
In questa sezione sono coltivate le piante che hanno evoluto sistemi differenti per adattarsi alla vita dei luoghi aridi. Tra le circa 220 piante spiccavano magnifici esemplari di cactus e, nel chiosco ottagonale, un raggruppamento della flora del Madagascar, un'isola unica al mondo dal punto di vista delle biodiversità.
[modifica] Le orchidee tropicali
Il settore ospita, dal 1994, anno del bicentenario dalla creazione del giardino, una collezione di orchidee tropicali. Tra le decine di migliaia diffuse in natura, sono state selezionate le più rappresentative e le più rare e quindi collocate in una ambientazione di tipo naturale.
Per la diversità delle specie coltivate è possibile osservare fioriture durante tutto l'arco dell'anno, tra cui quelle vistose e magnifiche delle Cattleya, della profumatissima Maxillaria o della minuscola Haraella.
[modifica] Le piante carnivore ed epifite
In un'ambientazione che ricordava le foreste umide in cui prosperano le specie epifite (dal greco epi, sopra, e phytos, pianta: piante che vivono sui tronchi e sui rami degli alberi) erano coltivate felci, cactus, bromeliacee ed altre piante curiose che con stratagemmi diversi avevano colonizzato le cime degli alberi.
Di particolare interesse sono anche le piante insettivore, i cui meccanismi di cattura differiscono sia per dimensione sia per tipologia:
- la Nepenthes, con trappole grandi fino a 30 cm
- la Sarracenia, dalle strette e lunghe foglie cilindriche "a canne d'organo"
- la Drosera, dai tentacoli viscosi e mobili
- la Dionea detta "pigliamosche", dotata di una formidabile trappola a scatto attivata da sensori tattili
[modifica] Voci correlate
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