Clelia Durazzo
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Clelia Durazzo (1760 - 1830) fu una nobile Marchesa genovese.
Nacque nel 1760 da Giacomo Filippo Durazzo e Maddalena Pallavicini, entrambi nobili.
Il padre, naturalista e bibliofilo di chiara fama, apparteneva ad una delle più illustri famiglie aristocratiche genovesi, capace di dare alla Repubblica di Genova nove dogi, due cardinali, cinque vescovi, sedici ambasciatori oltre a molti collezionisti e mecenati. Moglie di Giuseppe Grimaldi, si dedicò sin da giovane agli studi sulla botanica e già nel 1794 contribuì ad arricchire di piante rare il giardino della villa dove risiedeva.
Fu costretta quindi a trasferirsi a Parma, per sfuggire ai tumulti che agitavano la Repubblica ligure, dove non interruppe mai i suoi studi.
Dopo pochi anni, cessati i moti popolari, tornò a Pegli e continuò a coltivare la sua passione per la botanica. Ampliò il giardino con numerose piante esotiche e realizzò un catalogo botanico di grande interesse scientifico.
Ancora oggi l'Orto botanico Clelia Durazzo, restaurato nel 2004, è meta di visite da parte del pubblico e della comunità scientifica. Donò quindi alla Biblioteca Civica Berio una collezione di opere botaniche ed un erbario di oltre cinquemila varietà di piante. L'erbario di Clelia Durazzo è oggi conservato al Civico Museo Doria di Storia Naturale di Genova. Morì nel 1830.
Il suo successore, il nipote Ignazio Alessandro Pallavicini, fece realizzare dall'artista Giovanni Battista Cevasco una statua marmorea che la raffigurava. La marchesa Durazzo, infatti, soprannominata "l'erborista", oltre che per il valore della sua opera, viene ricordata come un raro esempio di donna scienziato del Settecento, capace di imporsi nella comunità scientifica, rigorosamente maschile, dell'epoca.
[modifica] Bibliografia
- Angela Valenti Durazzo, I Durazzo da schiavi a dogi della Repubblica di Genova, Genova 2004
- Luca Leoncini, Da tintoretto a Rubens. Capolavori della Collezione Durazzo, Skira, Genova 2004