Fronte orientale (seconda guerra mondiale)
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Il Fronte Orientale, durante la Seconda guerra mondiale rappresentò un importante teatro di guerra. Molte fonti fanno comprendere in tale termine anche il conflitto tedesco-polacco del 1939, tuttavia tale articolo si concentra sui fatti dal giugno 1941 al maggio 1945 riguardanti la guerra tra la Germania nazista e l'Unione Sovietica. Al termine del conflitto l'Unione Sovietica si elevò al rango di superpotenza, sia industriale che militare con l'occupazione de facto dell'Europa Orientale e la spartizione della Germania.
La locuzione Grande Guerra Patriotica (Великая Отечественная Война, Velikaja Otečestvennaja Vojna in lingua russa) è utilizzata solamente in Russia e in altri stati dell'ex-Unione Sovietica per descrivere l'invasione nazista.
Il motivo principale per utilizzare questo termine propagandistico era di minimizzare il fatto che, nel periodo precedente della guerra, l'Unione Sovietica era scesa a patti con le potenze dell'Asse, firmando il patto Molotov-Ribbentrop, invadendo Finlandia e Polonia orientale ed annettendo Estonia, Lettonia e Lituania. Il nome allude alla Guerra patriottica russo-napoleonica del 1812.
[modifica] Introduzione
La Grande guerra patriottica iniziò il 22 giugno 1941, quando le truppe tedesche invasero la parte di Polonia occupata dall'Unione Sovietica, e finì l'8 maggio 1945, con la resa incondizionata delle forza armate tedesche dopo la Battaglia di Berlino. La Germania richiese l'aiuto militare di altre tre potenze dell'Asse, Italia, Ungheria e Romania e nelle aree invase fu aiutata da gruppi locali anti-comunisti. L'Unione Sovietica ricevette aiuto da nuclei partigiani in molte nazioni dell'Europa orientale, specialmente in Polonia e Jugoslavia.
Quello orientale fu di gran lunga il più vasto e sanguinoso fronte di tutta la Seconda guerra mondiale. L'Armata Rossa e le altre forze dell'URSS inflissero circa l'80% di tutte le perdite sofferte dalle forze terrestri tedesche (Wehrmacht e Waffen-SS) durante l'intero conflitto.
La guerra arrecò gravi perdite e sofferenze anche alla popolazione civile. Nelle retrovie le atrocità nei confronti dei civili erano cosa ordinaria, fra cui l'Olocausto degli ebrei nelle aree occupate dai tedeschi. Venti milioni di civili furono uccisi o morirono di fame, malattie e maltrattamenti. I tedeschi della Prussia Orientale e della Slesia furono espulsi a ovest della linea Oder-Neisse.
[modifica] Fasi preliminari
Il patto Molotov-Ribbentrop dell'agosto 1939 stabiliva un accordo di non-aggressione tra la Germania nazista e l'Unione Sovietica, e un protocollo segreto descriveva come i due stati si sarebbero spartiti la Polonia, i paesi Baltici e la Romania. Nella campagna di Polonia del settembre 1939 le due potenze invasero e si spartirono la Polonia, e nel giugno 1940 l'Unione Sovietica occupò l'Estonia, la Lettonia e la Lituania e le regioni settentrionali e della Romania (la Bucovina settentrionale e Bessarabia).
La spartizione della Polonia diede, per la prima volta, a Germania e Unione Sovietica una frontiera comune. Per quasi due anni non si registrarono incidenti lungo il confine, mentre la Germania conquistava Danimarca, Norvegia, Francia, e la penisola balcanica.
Adolf Hitler da sempre intendeva rinnegare il patto con l'URSS e invaderla. Nel Mein Kampf sostenne anche la necessità di acquisire nuovi territori per insediamenti tedeschi nell'Europa orientale. Aveva intenzione di insediare tedeschi come razza superiore nella Russia occidentale e di deportare la maggioranza dei russi in Siberia e di usare i rimanenti come schiavi. Dopo le grandi purghe degli anni '30 Hitler vedeva l'Unione Sovietica come uno stato militarmente debole e pronto ad essere conquistato, riferendosi ad essa sosteneva: "Dobbiamo solo tirare un calcio alla porta e l'intera struttura, marcia, crollerà."
Stalin aveva timore di una guerra contro la Germania nazista, ed era riluttante a compiere qualsiasi azione che avrebbe potuto provocare Hitler. Nonostante la Germania stesse ammassando truppe nella Polonia orientale e compiendo voli di ricognizione lungo il confine, Stalin ignorò questi avvertimentie quelli delle intelligence straniere. Inoltre la notte dell'invasione, le truppe sovietiche ricevettero una direttiva firmata dal Maresciallo Semyon Timoshenko e dal Generale Georgy Zhukov che ordinava di "non rispondere a qualsiasi provocazione" e di "non intraprendere nessuna azione senza avere ricevuto ordini specifici". L'invasione tedesca colse quindi di sorpresa buona parte dell'esercito e dei comandi sovietici.
[modifica] Operazioni
[modifica] Invasione: estate 1941
Per approfondire, vedi la voce Operazione Barbarossa. |
Alle 04:45 del 22 giugno 1941, quattro milioni di soldati tedeschi, rumeni e di altre potenze dell'Asse varcarono i confini dell'Unione Sovietica. Per un mese l'avanzata a tre punte fu innarrestabile, le divisioni panzer circondavano centinaia di migliaia di soldati sovietici in vaste sacche che venivano poi affrontate e ridotte dalle più lente divisioni di fanteria, mentre i panzer proseguivano la loro strada.
L'obiettivo della del Gruppo d'armate "Nord" era Leningrado, che fu raggiunto attraverso l'avanzata in Lituania, Lettonia, ed Estonia e le città russe di Pskov e Novgorod.
Il Gruppo d'armate "Centro" comprendeva due divisioni panzer (2. e 3.), che si portarono verso est partendo da due posizioni opposte a Brest-Litovsk e convergendo in prossimità di Minsk, seguite dalla 2., 4. e 9. divisione: i panzer raggiunsero il fiume Beresina in soli sei giorni, a 650 km dal loro punto di partenza. L'obiettivo successivo era di attraversare il fiume Dnepr, che fu raggiunto l'11 luglio. Seguì Smolensk, che cadde il 16 luglio, ma gli scontri nell'area di Smolensk bloccarono l'avanzata tedesca fino a metà settembre, interrompendo la blitzkrieg sin qui condotta.
Il Gruppo d'armate "Sud", con la 6. Divisione panzer, la 11. e la 17., furono incaricate di avanzare attraverso la Galizia e l'Ucraina. Progredirono comunque piuttosto lentamente, con un solo corridoio verso Kiev aperto verso la metà di luglio. L'11. Armata, aiutata da truppe rumene si fece strada verso Odessa attraverso la Bessarabia. La 1. Divisione panzer svoltò su Kiev, avanzando nella curva dello Dnepr. Quando si congiunse con gli elementi meridionali del Gruppo d'armate "Sud" a Uman, le forze tedesche fecero prigionieri 100.000 soldati sovietici in una vasta sacca.
Dato che l'Armata Rossa si ritirava oltre i fiumi Dnepr e Dvina, il governo sovietico decise di trasferire il più possibile le industrie pesanti della regione, gli impianti venivano smontati, caricati su convogli ferroviari e inviati lontano dalla linea del fronte, oltre gli Urali, nell'Asia centrale dove venivano rimontati. Molti civili non poterono essere evacuati assieme ai materiali e furono lasciati indietro, in balia degli invasori.
Con la cattura di Smolensk e l'avanzata lungo il fiume Luga, il Gruppo d'armate "Centro" e il Gruppo d'armate "Nord" avevano raggiunto il loro primo obiettivo principale: attraversare e occupare le terre tra il Dvina e lo Dnepr. La strada per Mosca, ora distante solo 400 km, era stata largamente aperta.
I generali tedeschi propendevano per un'immediata azione verso Mosca ma Hitler respinse l'idea sostenendo, invece l'importanza che avrebbero avuto il grano e l'industria pesante dell'Ucraina se ne fossero riusciti a venirne in possesso, inoltre, c'era un ammassamento di truppe di riserva sovietiche nella zona di Gomel tra il fianco meridionale del Gruppo d'armate "Centro" e il Gruppo d'armate "Sud". Fu dato ordine alla 2. Divisione panzer di svoltare verso sud e avanzare su Kiev. Questa operazione durò per tutto il mese di agosto ma quando la 2. Divisione panzer si congiunse con la 1. a Lokhvitsa, il 5 settembre 665.000 soldati sovietici furono fatti prigionieri e Kiev fu presa il 19 settembre.
[modifica] Mosca e Rostov: autunno 1941
Per approfondire, vedi le voci Operazione Tifone e Battaglia di Rostov (1941). |
Hitler decise di riprendere l'avanzata verso Mosca, con l'Operazione Tifone, che iniziò il 30 settembre 1941. La 2. Divisione panzer percorse la strada da Orel (presa il 7 ottobre) al fiume Oka a Plavskoye, mentre la 4. Divisione panzer (trasferita dal Gruppo d'armate "Nord" a quello "Centro") e la 3. circondavano le forze sovietiche in due grandi sacche a Vyazma e Bryansk. Il Gruppo d'armate "Nord" intensificò quindi le proprie forze di fronte a Leningrado tentando di interrompere il collegamento ferroviario da Tikhvin verso l'est. Iniziò così l'assedio di Leningrado che durò 900 giorni. A nord del circolo polare artico, le forze finno-tedesche tentarono di raggiungere Murmansk ma non riuscirono ad andare oltre il fiume Litsa.
Il Gruppo d'armate "Sud" si spinse oltre il Dnepr verso la costa del mar d'Azov, avanzando anche su Kharkov, Kursk e Stalino. L'11. Armata si spostò in Crimea prendendo possesso dell'intera penisola entro l'autunno (ad eccezione di Sebastopoli, che resistette fino al 3 luglio 1942). Il 21 novembre i tedeschi presero Rostov, la porta per il Caucaso. Comunque le linee tedesche erano troppo lunghe ed esposte sui fianchi, così i difensori sovietici contrattaccarono la testa di ponte della 1. Divisione panzer da nord, respingendola dalla città, oltre il fiume Mius; fu la prima significativa sconfitta tedesca della guerra.
Mentre l'Operazione Tifone proseguiva le condizioni climatiche peggiorarono. Nella seconda metà di ottobre piovve consistentemente, le poche strade esistenti si trasformarono in piste di fango senza fine che intrappolavano mezzi, cavalli e uomini tedeschi. A 160 km da Mosca, le cose peggiorarono ulteriormente quando la temperatura si abbassò notevolmente e iniziò a nevicare. I veicoli potevano muoversi ma gli uomini congelavano, senza abbigliamento invernale. I comandi tedeschi, prevedevano che la campagna sarebbe durata pochi mesi e non avevano quindi equipaggiato le truppe per combattimenti invernali.
Il 15 novembre i tedeschi iniziarono un tentativo di accerchiamento di Mosca. Il 27 novembre la 4. Divisione panzer si trovò a 30 km dal Cremlino, quando raggiunse il capolinea dei tram di Mosca, a Khimki, mentre la 2. Divisione panzer, cercò di fare il possibile per prendere Tula, l'ultima città sulla strada per la capitale ma non ci riuscì. Hitler ebbe furiosi contrasti con i comandanti dell'esercito, perché sosteneva la necessità di non fermare l'avanzata verso Mosca, diversamente dai generali che volevano rallentare in quanto le truppe erano completamente esauste dal freddo letale. Il dittatore iniziò a silurare i comandanti che si opponevano a lui; fu a questo punto che i sovietici contrattaccarono per la prima volta.
[modifica] Controffensiva sovietica: inverno 1941
Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Mosca. |
Durante l'autunno, Zhukov trasferì truppe fresche e ben equipaggiate dalla Siberia e dall'Oriente a Mosca (queste truppe stazionavano lì in previsione di un possibile attacco giapponese, ma l'intelligence indicò che i giapponesi avevano deciso invece di attaccare il sud-est asiatico e il Pacifico). Il 5 dicembre 1941, questi rinforzi attaccarono le linee tedesche attorno a Mosca, supportati dai nuovi carri armati T-34 e dai lanciarazzi Katyusha (soprannominati dai tedeschi "Organi di Stalin"). Le nuove truppe sovietiche erano preparate per la guerra invernale e includevano numerosi battaglioni sciatori. Entro il 7 gennaio 1942 le esauste truppe tedesche furono respinte a una distanza compresa tra i 100 e i 250 km.
Un ulteriore attacco sovietico fu condotto nel tardo gennaio, focalizzato sulla congiunzione tra il Gruppo d'Armate "Nord" e il Gruppo d'armate "Sud" tra il lago Seliger e Rzhev, riuscendo a penetrare tra le due formazioni tedesche. In contemporanea avveniva l'avanzata da Kaluga in direzione sud-ovest rispetto a Mosca, le due offensive avrebbero dovuto convergere a Smolensk, ma i tedeschi riuscirono a mantenerle distanti tra loro con un saliente a Rzhev. Un lancio di paracadutisti sovietici sulla città di Dorogobuzh, in mano ai tedeschi, non ebbe successo e i paracadutisti sopravvissuti furono costretti a trovare rifugio nelle aree controllate dai partigiani che iniziavano a formarsi dietro le linee tedesche. A nord i sovietici circondarono una guarnigione tedesca a Demyansk, che resistette per quattro mesi grazie a rifornimenti aerei, e si stabilirono a Kholm, Velizh e Velikie Luki.
Per approfondire, vedi la voce Seconda Battaglia di Kharkov. |
A sud l'Armata Rossa si arrestò sul fiume Donets a Izyum e formò un saliente profondo 100 km. L'intento era quello di spingere il Gruppo d'armate "Sud" contro il mar d'Azov, ma, con la fine dell'inverno, i tedeschi furono in grado di contrattaccare e isolare le truppe sovietiche nella Seconda Battaglia di Kharkov.
[modifica] Don, Volga, e Caucaso: estate 1942
Per approfondire, vedi le voci Battaglia di Voronezh (1942), Battaglia del Caucaso e Battaglia di Stalingrado. |
Nonostante fossero stati redatti dei piani per attaccare nuovamente Mosca, l'offensiva riprese in un'altra direzione il 28 giugno 1942. La formazione Sud prese l'iniziativa, con la Battaglia di Voronezh e quindi seguendo il fiume Don verso sud-est. Il piano consisteva nel dapprima rendere sicuri il Don e il Volga e quindi penetrare nel Caucaso in direzione dei pozzi petroliferi, ma alcune considerazioni e la sua stessa vanità fecero cambiare idea a Hitler che ordinò che le due fasi dell'operazione venissero eseguite simultaneamente. Rostov fu ripresa il 24 luglio, quindi il gruppo si diresse verso sud, verso Maikop. Fu eseguita l'Operazione Shamil, un gruppo di membri del Brandenburger commando travestiti da membri del NKVD destabilizzarono le difese di Maikop permettendo alla 1. Divisione panzer di entrare nella città con facilità.
Nel frattempo la 6. Armata si stava dirigendo verso Stalingrado, non supportata dai panzer della 4. che erano stati deviati per aiutare la 1. Armata ad attraversare il Don. Mentre la 4. Armata panzer riprendeva l'offensiva contro Stalingrado, la resistenza sovietica (consistente nella 62. Armata comandata da Vassily Chuikov) si era rafforzata. Dopo avere attraversato il Don le truppe tedesche raggiunsero il Volga il 23 agosto, ma nei mesi succcessivi la Wehrmacht sarebbe stata impegnata in una estenuante battaglia casa per casa per conquistare Stalingrado.
In direzione sud la 1. Armata panzer aveva raggiunto le colline caucasiche e il fiume Malka. Alla fine di agosto la 3. e la 4. Armata rumena vengono riposizionate sul Don, ai lati della testa di ponte tedesca presso Stalingrado per alleggerire le forze tedesche e permettere loro una maggiore concentrazione nella città. A casa dei continui antagonismi tra Ungheria e Romania per la Transilvania, fra le truppe rumene e quelle magiare viene posizionata l'8. Armata italiana. Fra le forze alleate dell'Asse erano presenti anche un contingente slovacco ed uno croato, aggregati alle forze tedesche.
L'avanzata nel Caucaso si impantanò, i tedeschi non erano in grado di raggiungere Malgobek e l'ambito obiettivo di Grozny. Cambiarono direzione della loro avanzata, attraversando il Malka alla fine di ottobre ed entrando nell'Ossezia del Nord. Nelle prime settimane di novembre, alla periferia di Ordzhonikidze, la 13. Divisione panzer fu sbaragliata e le truppe tedesche furono costrette a ritirarsi. L'offensiva in Russia era finita.
[modifica] Stalingrado: inverno 1942
Per approfondire, vedi le voci Battaglia di Stalingrado, ARMIR, Operazione Saturno e Operazione Marte. |
Mentre la 6. Armata tedesca e la 4. Armata panzer combattevano per Staligrado, le forze sovietiche si erano radunate su entrambi i lati della città, in particolare in una testa di ponte verso il Don, che i rumeni non riuscivano a ridurre. Fu da questa posizione che iniziò, il 19 novembre 1942 l'Operazione Urano; due fronti sovietici travolsero i rumeni convergendo a Kalach il 23 novembre, intrappolando 300.000 soldati dell'Asse dietro di loro. Simultaneamente fu lanciata anche un'altra offensiva, chiamata Operazione Marte, lungo il settore di Rzhev, per avanzare verso Smolensk, ma fu un fallimento.
I tedeschi inviarono truppe di rinforzo nel disperato tentativo di raggiungere gli accerchiati a Stalingrado, ma l'offensiva non iniziò prima del 12 dicembre, quando la 6. Armata a Stalingrado era decimata e troppo debole per agire efficacemente. L'Operazione Wintergewitter, con lo spostamento di tre divisioni Panzer da Kotelnikovo verso il fiume Aksai si arrestò a 65 km dal suo obiettivo. Per far divergere i rinforzi tedeschi i sovietici decisero di sfondare lungo il settore tenuto dagli italiani per cogliere alle spalle i rinforzi tedeschi. Con questa manovra, iniziata il 16 dicembre e chiamata Operazione Saturno, l'Armata Rossa accerchiò l'8. Armata italiana che fu costretta ad ritirata, completata il 31 gennaio, dopo che la brigata alpina Tridentina sfondò lo sbarramento sovietico in una battaglia nel villaggio di Nikolajewka; furono migliaia i soldati che caddero prigionieri o morirono congelati.
Grazie allo sfondamento i sovietici riuscirono a distruggere molti degli aerei tedeschi che venivano utilizzati per rifornre le truppe a Stalingrado. La portata ragionevolmente limitata dell'offensiva sovietica, anche se ancora indirizzata verso Rostov, permise a Hitler di far ritirare in tempo le truppe dal Caucaso, oltre il Don. Il 31 gennaio 1943, i 90.000 sopravvissuti dei 300.000 uomini della 6. Armata tedesca a Stalingrado si arresero. Nel frattempo era stato spazzato via dall'offensiva sovietica anche il contingente ungherese. I sovietici avanzarono dal Don per 500 km a ovest di Stalingrado, attraverso Kursk (presa l'8 febbraio 1943) e Kharkov (presa il 16 febbraio 1943). Per arrestare l'avanzata russa a sud, i comandi tedeschi presero la decisione di abbandonare il saliente di Rzhev, per avere una maggiore disponibilità di truppe da impiegare nell'Ucraina orientale. La controffensiva, guidata dal feldmaresciallo Erich von Manstein, e rafforzata da Corpi Panzer delle SS equipaggiati con carri armati Tiger I, iniziò il 20 febbraio 1943. Da Poltava, le truppe tedesche riavanzarono verso est, riprendendo Kharkov la terza settimana di marzo. L'offensiva tedesca si fermò con il disgelo primaverile, lasciando una zona avanzata rispetto alla linea del fronte in prossimità di Kursk in mano sovietica.
[modifica] Kursk: estate 1943
Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Kursk. |
Dopo il fallito tentativo di prendere Stalingrado, Hitler ridiede l'incarico di progettare la fase successiva della campagna all'Alto Comando dell'Esercito e nominò Heinz Guderian Ispettore delle Truppe Panzer. Hitler era ansioso di eliminare il saliente russo presso Kursk anche perché sapeva che le posizioni sovietiche nei sei mesi precedenti erano state rafforzate con cannoni anti-carro, ostacoli, campi minati, barriere di filo spinato, trincee e bunker. Lo scopo di questa operazione era quello di allontanare i sovietici per permettere alle truppe tedesche di concentrarsi sulla minaccia degli Alleati sul fronte occidentale. L'avanzata sarebbe stata eseguita dal saliente di Orel, a nord di Kursk, e da Belgorod, a sud. I due gruppi dovevano convergere a Tim, riposizionandosi così sulle stesse linee tenute dalla Formazione sud nell'inverno 1941-42.
Nonostante i tedeschi avessero calcolato che le massiccie risorse umane dell'Armata Rossa si erano notevolmente ridotte fra il 1941 e il 1942, i sovietici stavano rinforzandole reclutando uomini delle regioni riconquistate nell'inverno del 1943.
Sotto la pressione dei suoi generali Hitler accettò l'offensiva su Kursk, non sapendo che le informazioni fornite dall'Abwehr sulle posizioni sovietiche erano state compromesse da operazioni di disinformazione orchestrate dai Quartieri Generali Sovietici e da azioni di controspionaggio compiute da un circolo di spie in Svizzera. I tedeschi iniziarono la campagna dopo mesi di attesa per essere riequipaggiati con nuovi carri armati, periodo nel quale i sovietici avevano ulteriormente rinforzato le loro posizioni spostando numerosi pezzi di artiglieria.
A nord l'intera 9. Armata era stata spostata da Rzhev al saliente di Orel per avanzare da Maloarkhangelsk a Kursk. Ma l'armata non riuscì nemmeno a oltrepassare il primo obiettivo dell'avanzata, a Olkhovatka, a soli 8 km dal punto di partenza. La 9. Armata infranse la propria testa di ponte contro i campi minati sovietici: la cosa frustrante era che l'altura dove si trovavano era l'unica barriera naturale tra loro e la pianura circostante Kursk. La direzione dell'avanzata fu cambiata verso Ponyri, a ovest di Olkhovatka, ma la 9. Armata non poté penetrare nemmeno lì e si ritirò in posizione difensiva. I sovietici penetrarono attraverso le linee tedesche il 12 luglio, inserendosi tra la 211. e la 293. Divisione lungo il fiume Zhizdra e verso Karachev.
L'offensiva meridionale, guidata dalla 4. Armata panzer, fece più strada. Avanzando su entrambe le sponde del Donets superiore, lungo uno stretto corridoio, gli SS Panzer Corps e le divisioni di Grossdeutschland Panzergrenadier si aprirono la via lungo campi minati e oltrepassando alture in direzione di Oboyan. Una forte resistenza causò un cambio di direzione da est verso ovest, i carri armati riuscirono a inoltrarsi per 25 km prima di incontrare i carri della 5. Armata sovietica, appena fuori dal villaggio di Prokhorovka. Il 12 luglio, migliaia di cari armati si scontrarono in una battaglia. Alla fine del giorno, entrambi l'esito dello scontro si trovava in una fase di stallo, con innumerevoli vittime fra entrambi gli schieramenti. I sovietici furono in grado di reggere le pesanti perdite di uomini e materiale al contrario dei tedeschi, che ne risentirono maggiormente. Preoccupato dallo sbarco Alleato in Sicilia avvenuto il 10 luglio, Hitler ritirò gli SS Panzer Corp dalle linee meridionali del saliente di Kursk, ponendo fine all'attacco tedesco alla Russia.
La battaglia di Kursk rappresentò una versione su vasta scala delle bettaglie della Prima Guerra Mondiale, con la fanteria che avanzava sotto il fuoco di mitragliatrici, e i carri armati investiti dai colpi delle batterie di cannoni anticarro. Gran parte dell'equipaggiamento tedesco era nuovo e non ancora testato, con equipaggi non addestrati al suo uso. Le nuove unità anticarro, nonostante fossero dotate di un cannone da 88mm, non erano provvisti di mitragliatrici per difendersi dalla fanteria e furono rapidamente fatti bersaglio dai cannoni anticarro sovietici, che erano posizionati in alloggiamenti semisferici. Tali alloggiamenti erano protetti da piccole postazioni contenenti due persone e nidi di mitragliatrici o mortai, che assicuravano che la fanteria della Wehrmacht non riuscisse a difendere i carri armati. L'offensiva a Kursk fu l'ultima della stessa scala di quelle lanciate sin dal 1941 dalla Wehrmacht, le successive non ebbero più la stessa potenza di un tempo. In seguito alla sconfitta Hitler non si fidò più dei suoi generali come una volta, e mentre la sua salute mentale andava deteriorandosi e con essa la validità delle sue strategie.
[modifica] Ucraina: autunno e inverno 1943
Le forze sovietiche avanzarono nel saliente tedesco di Orel. La deviazione della divisione Grossdeutschland da Belgorod a Karachev non poté arrestare l' avanzata, e fu presa la decisione strategica di abbandonare Orel (presa dall' Armata Rossa il 5 agosto 1943) e ripiegare sulla linea Hagen di fronte a Bryansk. A sud i sovietici sfondarono le posizioni del Gruppo d'armate "Sud" a Belgorod e si diressero nuovamente verso Kharkov. Nonostante nelle intense battaglie di movimento tra la fine di luglio e agosto 1943 i Tiger respinsero i carri armati sovietici su un lato, essi furono subito attaccati a ovest lungo il Psel, e Kharkov venne evacuata per l' ultima volta il 22 agosto.
Le forze tedesche sul Mius, composte dalla 1. Armata panzer e dalla ricostituita 6. Armata, in agosto erano troppo deboli per sostenere un attacco sovietico, che, si verificò, costringendole a ripiegare lungo la regione industriale del bacino del Donets fino allo Dnieper, perdendo così le risorse industriali e agricole che avevano motivato l' invasione nazista dell' Unione Sovietica. Hitler aveva programmato una riturata generale lungo la linea dello Dnieper, e la realizzazione di quello che sarebbe dovuto diventare l'Ostwall, una linea difensiva simile al Westwall lungo il fronte occidentale. Il problema era che tale fortificazione però non era ancora stata costruita, e mentre il Gruppo d'armate "Sud" evacuava l' Ucraina orientale e attraversava il fiume Dnieper a settembre, i sovietici erano già alle sue spalle. Tenacemente, piccole unità, si aprivano la strada lungo il fiume largo 3 km stabilendo teste di ponte. Un secondo tentativo dei Sovietici di conquistare terreno utilizzando paracadutisti a Kaniv il 24 settembre, si rivelò sfortunato come quello a Dorogobuzh diciotto mesi prima, le truppe furono subito respinte anche se nel frattempo grazie alla copertura da loro fornita l' Armata Rossa penetrò attraverso il Dnieper. A ottobre, i tedeschi non riuscivano più a mantenere le posizioni lungo il Dniepr perché le teste di ponte nemiche continuavano ad aumentare; iniziarono a cadere le città situate lungo la linea; la prima fu Zaporozhye, seguita da Dnepropetrovsk. Nel genaio 1944 dieci divisioni tedesche intrappolate vicino a Cherkassy riuscirono a uscire al prezzo di pesanti perdite. A marzo, venti divisioni panzer tedesche furono circondate in quella che viene ora chiamata la Tasca di Hube, vicino a Kamenets-Podolskiy. Dopo due settimane di duri combattimenti, riuscirono a scappare, con lievi perdite.
A nord, il Gruppo d'armate "Centro" fu lentamente respinto dalla linea Hagen, perdendo relativamente poco terreno ma cedendo Bryansk e la più importante Smolensk, il 25 settembre. La città era la chiave di volta dell' intero sistema difensivo tedesco, ma la 4., la 9. e la 3. armata panzer tenevano ancora la parte superiore dello Dnieper. Lungo il fronte tenuto dal Gruppo d'armate "Nord" non ci fu quasi nessun combattimento sino al gennaio 1944 quando Novgorod fu riconquistata; a febbraio l' Armata Rossa raggiunse l'Estonia.
A sud, i sovietici raggiunsero il confine rumeno a Marzo, Odessa fu presa ad aprile, e Sebastopoli a maggio.
[modifica] Bielorussia: estate 1944
Per approfondire, vedi le voci Operazione Bagration, Offensiva di Leopoli-Sandomir e Rivolta nazionale slovacca. |
Sul fronte centrale, un massiccio attacco sovietico, chiamato operazione Bagration, iniziò il 22 giugno 1944, portando alla distruzione del Gruppo d'armate tedesco "Centro". I tedeschi avevano trasferito unità in Francia per fare fronte allo sbarco in Normandia, avvenuto due settimane prima. Più di 120 divisioni sovietiche sfondarono le linee tedesche scarsamente difese.
I sovietici acquistarono un rapporto di dieci a uno per quanto riguarda i carri armati e di sette a uno per gli aerei rispetto ai tedeschi. Al momento dell attacco il vantaggio numerico e qualitativo dell'Armata Rossa era soverchiante: più di 2,5 milioni di soldati sovietici si mossero contro il Gruppo d'armate "Centro", che poteva contare su meno di 800.000 uomini. Le forze tedesche furono disintegrate, la capitale della Bielorussia, Minsk, fu presa il 3 luglio, con la cattura di 50.000 tedeschi. Dieci giorni dopo i sovietici raggiunsero il confine polacco precedente al conflitto. La rapida progressione tagliò fuori e isolò le unità del Gruppo d'armate "Nord" che stavano combattendo in Curlandia. L'operazione Bagration fu una delle più vaste della guerra e costò all'Armata Rossa 765.815 morti, dispersi e feriti oltre a 2.957 carri armati e cannoni, i tedeschi contarono circa 445,000 perdite, in gran parte in prigionieri.
L'offensiva di Leopoli-Sandomir fu lanciata il 17 luglio 1944, le forze tedesche furono rapidamente espulse dall'Ucraina occidentale. L'avanzata sovietica a sud continuò in Romania e, in seguito a un colpo di stato contro il governo rumeno alleato con l'Asse il 23 agosto, l'Armata Rossa occupò Bucarest il 31 agosto. A Mosca il 12 settembre, la Romania e l'Unione Sovietica firmarono un armistizio su condizioni dettate da Mosca. La resa della Romania creò un varco nel fronte meridionale che causò ai tedeschi la perdita di tutti i Balcani.
In Polonia, mentre l'Armata Rossa si avvicinava l'Armia Krajowa lanciò l'operazione Tempesta. Durante l'insurrezione di Varsavia, l'esercito sovietico si fermò sulla Vistola, impossibilitato o riluttante a venire in soccorso alla resistenza polacca. Un tentativo della 1. Armata polacca, creata dai sovietici, di prendere la città, non supportato dall'Armata Rossa, fu respinto a settembre con pesanti perdite. Nonostante il supporto da parte dell'Armia Krajowa nei confronti dell'URSS, nei territori occupati dai sovietici unità dell'NKVD internavano o giustiziavano soldati e ufficiali polacchi che non volevano unirsi all'Armata Rossa.
In Slovacchia, la rivolta iniziò con scontri tra le forze della Wehrmacht e truppe ribelli slovacche nella città di Banská Bystrica; durò da agosto a ottobre 1944.
L'8 settembre 1944 l Armata Rossa sferrò un attacco sul passo di Dukla, sulla frontiera tra Slovacchia e Polonia. Due mesi più tardi i russi vinsero la battaglia e entrarono in Slovacchia, il bilancio delle perdite fu pesante: 85.000 soldati sovietici e diverse migliaia di tedeschi, slovacchi e cechi persero la vita nello scontro.
[modifica] Europa orientale: gennaio-marzo 1945
Per approfondire, vedi la voce Offensiva sovietica gennaio-aprile 1945. |
I sovietici entrarono a Varsavia nel gennaio 1945 solo dopo che la città fu distrutta e abbandonata dai tedeschi. In tre giorni, su un largo fronte, con quattro gruppi di armate, l'Armata Rossa iniziò un'offensiva oltre il fiume Narew e Varsavia. I sovietici avevano un vantaggio sulla fanteria tedesca di nove a uno e sui carri armati di dieci a uno. Dopo quattro giorni l'Armata Rossa sfondò e iniziò ad avanzare da trenta a quaranta chilometri al giorno, prendendo gli stati Baltici, Danzica, la Prussia Orientale e Poznan, fermandosi lungo il fiume Oder, 60 km a est di Berlino. In questa operazione durata 23 giorni i sovietici persero 194.000 soldati tra morti e feriti e 1.267 fra carri armati e cannoni.
Il 25 gennaio 1945, Hitler rinominò i tre gruppi d'armate: quello "Nord" diventò il Gruppo d'armate Curlandia; quello "Centro" divenne il Gruppo d'armate "Nord" e il Gruppo d'armate "A" divenne Gruppo d'armate "Centro". Il nuovo Gruppo d'armate "Nord" (ex "Centro") fu intrappolato in una sacca che diventava sempre più piccola nella zona di Königsberg, nella Prussia Orientale.
Un contrattacco del nuovo Gruppo d'armate "Vistola", guidato dal Reichsführer delle SS Heinrich Himmler, fallì il 24 febbraio, e i sovietici presero la Pomerania liberando così la sponda destra dell'Oder. A sud tre tentativi tedeschi di soccorrere Budapest, che era circondata non ebbero successo e la città cadde il 13 febbraio in mano ai sovietici. I tedeschi contrattaccarono nuovamente, Hitler insisteva nell'impossibile obiettivo di riguadagnare il Danubio. Il 16 marzo l'Armata Rossa contrattaccò e il 30 marzo entrò in Austria e prese Vienna il 13 aprile.
Il 9 aprile 1945, Königsberg cedette infine all'Armata Rossa, nonostante resti sparsi del Gruppo d'armate "Nord" continuassero a resistere sulla costa a Heiligenbeil e Danzica fino alla fine della guerra. La conquista della Prussia Orientale, anche se spesso oscurata dall'offensiva Vistola-Oder e dalla successiva battaglia di Berlino, fu una delle più vaste e costose in perdite umane fra le operazioni compiute dall'Armata Rossa durante la guerra: in tutta la sua durata (13 gennaio - 25 aprile), i sovietici registrarono 584.788 perdite e persero 3.525 carri armati e cannoni.
All'inizio di aprile lo Stavka autorizzò il "2. Fronte Bielorusso" del generale Konstantin Rokossovsky a muovarsi a ovest verso la sponda orientale dell'Oder. Durante le prime due settimane di aprile i sovietici effettuarono il loro più rapido ridispiegamento di forze della guerra. Il generale Georgy Zhukov spostò il suo "1. Fronte Bielorusso" da Francoforte sull'Oder al nord, sul Baltico presso le alture di Seelow. Il "2. Fronte Bielorusso" si spostò sulle posizioni lasciate libere dal 1. Fronte Bielorusso a nord delle alture di Seelow. Mentre avveniva questo ridispiegamento si verificarono dei vuoti nelle linee e i resti della 2. Armata tedesca, che era rimasta intrappolata a Danzica riuscirono a scappare oltre l'Oder. A sud il generale Ivan Konev trasferì il nucleo principale del "1. Fronte Ucraino" dall'Alta Slesia a nord ovest sul fiume Neisse. I tre Fronti sovietici constavano complessivamente di 2,5 milioni di uomini (tra i quali 78.556 soldati della 1. armata polacca), 6.250 carri armati, 7.500 aerei, 41.600 pezzi d'artiglieria e mortai, 3.255 lanciarazzi Katyusha su autocarro, (soprannominati "organi di Stalin"), e 95.383 veicoli a motore (fra cui molti prodotti negli USA).
[modifica] Berlino: aprile 1945
Per approfondire, vedi la voce Battaglia di Berlino. |
Tutto ciò che rimaneva da fare ai sovietici era di lanciare un'offensiva per occupare quella che sarebbe diventata la Germania Est. L'offensiva sovietica aveva due obiettivi. Stalin era sospettoso circa le intenzioni degli Alleati occidentali nei riguardi dei territori da loro occupati che sarebbero ricaduti nella sfera di influenza sovietica nel dopoguerra, quindi l'offensiva doveva essere su un largo fronte e muoversi il più rapidamente possibile per incontrare gli Alleati il più ad occidente possibile; l'obiettivo primario restava però la presa di Berlino senza la quale l'occupazione della zona non sarebbe potuta essere rapida. Altre ragioni erano la presenza a Berlino di obiettivi strategici tra i quali lo stesso Adolf Hitler e molti cervelli del programma nucleare tedesco per la realizzazione della bomba atomica.
L'offensiva per catturare la Germania dell'Est e Berlino iniziò il 16 aprile con un assalto alle linee tedesche lungo i fiumi Oder e Neisse. Dopo molti giorni di intensi combattimenti il 1. Fronte Ucraino e il 1. Fronte Bielorusso penetrarono in più punti attraverso la difesa tedesca e si fecero strada nella Germania orientale. Il 24 aprile elementi dei due Fronti avevano completato l'accerchiamento di Berlino. Il 25 aprile il 2. Fronte Bielorusso sfondò la linea a sud di Stettino, proseguendo a ovest verso la 21. Armata Britannica e a nord verso il porto di Stralsund. La 58. Divisione Sovietica delle Guardie si incontrò con la 69. Divisione di Fanteria della Prima Armata statunitense vicino a Torgau, sul fiume Elba.
Il 30 aprile, l'Armata Rossa si fece strada nel centro di Berlino, Adolf Hitler sposò Eva Braun e poi si suicidò ingerendo cianuro e sparandosi. Helmuth Weidling, il comandante della difesa di Berlino annunciò la resa della città ai sovietici il 2 maggio. Complessivamente le operazioni a Berlino (dal 16 aprile all'8 maggio) costarono all'Armata Rossa 361.367 caduti (tra morti, dispersi e feriti) e 1.997 fra carri armati e cannoni; le perdite tedesche in questo periodo sono impossibili da calcolare con certezza.
Alle 02:41 del 7 maggio 1945, a Reims, al Quartier Generale Supremo delle Forze Alleate, il generale tedesco Alfred Jodl, capo dell'Alto comando della Wehrmacht firmò la resa incondizionata di tutte le forze tedesche agli Alleati. Tale dichiarazione affermava che tutte le forze sotto controllo tedesco cesseranno tutte le operazioni in corso alle ore 23.01 dell'8 maggio 1945. Il giorno successivo poco prima di mezzanotte, un documento simile fu firmato da altri ufficiali tedeschi a Berlino, nel quartier generale di Zhukov. La guerra in Europa era finita.
Nell'Unione Sovietica il giorno della fine della guerra viene considerato il 9 maggio, quando la resa avvenne secondo il fuso orario di Mosca. Tale data viene celebrata come festa nazionale, Giorno della Vittoria, o День Победы nella Federazione Russa e nelle altre repubbliche ex-Sovietiche.
Alcune armate tedesche rifiutarono di arrendersi e continuarono a combattere in Cecoslovacchia fino all'11 maggio 1945.