Privacy Policy Cookie Policy Terms and Conditions Don Giovanni (opera) - Wikipedia

Don Giovanni (opera)

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Don Giovanni

L'aria dello champagne
dipinto di Max Slevogt
Titolo originale: Il dissoluto punito ossia Don Giovanni
Lingua originale: italiano
Genere: dramma giocoso
Musica: Wolfgang Amadeus Mozart (Spartito online)
Libretto: Lorenzo Da Ponte
(Libretto online)
Fonti letterarie: Don Giovanni Tenorio, ossia Il convitato di pietra
libretto di Giovanni Bertati
per Giuseppe Gazzaniga
Atti: due
Epoca di composizione: marzo - ottobre 1787
Prima rappresentazione: 29 ottobre 1787
Teatro: Teatro Nazionale di Praga
Prima rappresentazione italiana: {{{primaitaliana}}}
Teatro: {{{teatroprimaitaliana}}}
Versioni successive:
Personaggi:
  • Don Giovanni, giovane cavaliere estremamente licenzioso (baritono)
  • Il Commendatore (basso)
  • Donna Anna, sua figlia, dama promessa sposa di (soprano)
  • Don Ottavio (tenore)
  • Donna Elvira, dama di Burgos, abbandonata da Don Giovanni (soprano)
  • Leporello, servo di Don Giovanni (basso)
  • Masetto, amante di (basso)
  • Zerlina, contadina (soprano)
  • Coro: contadine e contadini; servi; coro di sottera. Suonatori
Autografo:
Ratio: {{{ratio}}}
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«Vi sono tre cose al mondo che amo maggiormente: il mare, l'Amleto e il Don Giovanni»

Don Giovanni (titolo originale: Il dissoluto punito ossia Don Giovanni, numero di catalogo K 527) è un'opera lirica di Wolfgang Amadeus Mozart.
È la seconda delle tre opere italiane che il compositore salisburghese scrisse su libretto di Lorenzo Da Ponte: precede Così fan tutte (K 588) e segue Le nozze di Figaro (K 492). Il Don Giovanni venne composto tra il marzo e l'ottobre del 1787, quando Mozart aveva 31 anni.

Il Don Giovanni rappresenta uno dei massimi capolavori della storia della musica e della cultura occidentale. Vi è in esso il riflesso di tutto il genio mozartiano nei diversi stili e modalità compositive e di un Settecento musicale giunto ormai all'apice del suo fulgore e alle porte dell'ormai prossimo Romanticismo.

Indice

[modifica] Nascita del mito di Don Giovanni

L'impronta di Lorenzo Da Ponte, futuro poeta di corte a Vienna, si avverte in maniera sensibile in tutte e tre le opere. Il librettista veneto lavorò con molti dei più grandi operisti italiani del tempo, tra cui Antonio Salieri, per il quale scrisse Il burbero benefico, personaggio ripreso dal teatro di Goldoni.
Da Ponte, nella collaborazione con Mozart per la stesura dell'opera, si appoggiò ad un precedente libretto di Giovanni Bertati intitolato Don Giovanni Tenorio, ossia Il convitato di pietra, apportandovi per altro importanti modifiche. Bertati aveva quasi certamente derivato il suo testo da un dramma in versi del 1630 dello scrittore spagnolo Tirso de Molina, Il seduttore di Siviglia e il convitato di pietra (El burlador de Sevilla y Convidado de pietra).
Il tema di don Juan Tenorio, ripreso dalla fantasia popolare, consentì a de Molina - che articolò il suo racconto in tre distinte giornate del burlador de Sivilla - per inaugurare quella che sarebbe stata la fortunata sorte letterario-musicale del don Giovanni.

Sia Mozart che Da Ponte erano uomini di mondo. Se di Mozart, nel celebre film Amadeus Film) diretto da Milos Forman su soggetto di Peter Shaffer, ci viene data l'immagine, in modo piuttosto distorto, di un grande artista che, però, tra una sonata e l'altra al clavicembalo, durante i banchetti si nascondeva sotto ai tavoli in compagnia di avvenenenti fanciulle, Da Ponte non fu da meno: si narra, infatti, che durante le intere giornate passate davanti ad una scrivania tenesse vicino a sé un campanello per chiamare una servetta sedicenne che gli facesse compagnia.

Certo, per parlare del Don Giovanni non si può far riferimento solo a questi episodi che hanno un po' l'aria di una caricatura assai troppo marcata, ma la bandalzosità e l'allegria di Mozart da una parte, e quanto sappiamo della vita del libertino Da Ponte dall'altra, si rispecchia pienamente nella figura del celebre gentiluomo spagnolo, il cui unico obiettivo nella vita era quello di sedurre tutte le donne che gli si presentavano a tiro.

[modifica] Rappresentazioni

L'opera andò in scena per la prima volta a Praga il 29 ottobre 1787 dopo diversi rinvii avutisi a partire dal 14 ottobre; venne rappresentata poi, dopo il grande successo praghese, nel mese di maggio dell'anno successivo, a Vienna. La prima città veniva, per certi versi, vista come un luogo di prova della versione definitiva che poi si sarebbe eseguita nella seconda.

Del resto il pubblico viennese, piuttosto conservatore, avrebbe probabilmente accettato malvolentieri l'opera nella sua versione originaria, ragione per la quale l'autore eseguì non pochi tagli e rilevanti modifiche. Nonostante ciò il Don Giovanni, nella versione viennese, ottenne un successo piuttosto modesto, non paragonabile a quello praghese.

La disputa tra i sostenitori della partitura praghese e quelli della partitura viennese nacque quasi immediatamente. È stata però definitivamente risolta dai membri della Neue Mozart-Ausgabe[1] (un'autorevole istituzione che lavora dagli anni cinquanta alla revisione critica dell'opera mozartiana) a favore della versione praghese.

[modifica] L'opera

L'opera è un dramma giocoso diviso in due atti. Si chiama giocoso perché c'è un'alternanza di dialoghi-duetti-orchestra. Tuttavia un personaggio frequentemente in bilico tra l'ironia, l'insolenza e la sottomissione nei confronti del padron Don Giovanni è Leporello. Sono presenti figure comiche o dal contorno quasi bucolico (i contadini) ma c'è tra queste e le figure drammatiche una forte commistione che fa prevalere le seconde, portatrici di forti valori morali ed etici da trasmettere al pubblico.

Non si potrebbe forse porre il Don Giovanni di Mozart sullo stesso piano delle grandi tragedie greche, il cui obiettivo catartico è a noi ormai noto da tempo, e riuscire ad intravedere nella statua del Commendatore quel deus ex machina, dalla natura quasi divina, trasmettitore di giustizia e moralità? Tutto questo potrebbe giustificare la continuazione del titolo, ovvero "Il dissoluto punito".

Infatti, arie e recitativi dei due atti sono preceduti in apertura da una sinfonia dalla matrice tutt'altro che allegra, che inizialmente non troverebbe motivo per essere stata scritta con tali toni drammatici, visto ciò che ci si aspetta da una sorta di "commedia", ma che trova con pienezza la sua spiegazione alla fine dell'opera, in cui ricompare e si riesce a cogliere nel susseguirsi dei suoni, l'idea di una sorta di ring-composition, di una ciclicità quasi epica nella narrazione, che sembra, coi suoi cerchi concentrici, avvolgere a poco a poco il corpo di Don Giovanni fino a stringerlo per trascinarlo nell'oltretomba.

[modifica] La trama

[modifica] Atto I

Notte, di fronte alla casa di Donna Anna. Leporello attende il suo padrone, Don Giovanni, introdottosi mascherato in casa della dama per sedurla (Notte e giorno faticar). Ma la tentata violenza non riesce: Don Giovanni fugge inseguito dalla donna e dal padre di lei, il Commendatore. L'uomo sfida a duello lo sconosciuto, ma ne viene mortalmente ferito. Don Giovanni e Leporello fuggono. Rientrata, Donna Anna scopre il cadavere del padre; Don Ottavio, suo promosso sposo, la soccorre e le promette di vendicarla (Fuggi, crudele, fuggi).

Nel frattempo, Don Giovanni è in cerca di nuove conquiste. Si avvicina ad una donna sola, ma quando riconosce in lei Donna Elvira, da lui già sedotta ed abbandonata pochi giorni prima e che ora lo cerca disperata d'amore, si trova in grande imbarazzo (Ah chi mi dice mai). Si allontana in fretta lasciando il povero Leporello a tentare di placare la donna: egli non può far altro che rivelarle la natura del carattere di costui e l'infinita serie delle sue conquiste (Madamina, il catalogo è questo). Donna Elvira però non vuole arrendersi.

Intanto, un gruppo di contadini festeggia le nozze di Zerlina e Masetto. Intenzionato a sedurre la fresca sposina, Don Giovanni fa allontanare con una scusa il marito in compagnia di Leporello (Ho capito, signor sì) e, rimasto solo con la giovane, la invita a seguirlo e le promette di sposarla (Là ci darem la mano). Proprio quando Zerlina sta per cedere sopraggiunge Donna Elvira, che la avvisa delle cattive intenzioni del libertino e la porta via con sé.

Arrivano Donna Anna e Don Ottavio, venuti a chiedere a Don Giovanni aiuto per rintracciare l'ignoto assassino del Commendatore. Di nuovo, Donna Elvira consiglia loro di non fidarsi di Don Giovanni, ma questi l'accusa di essere pazza. Donna Anna e Don Ottavio rimangono soli: la dama ha riconosciuto dalla voce in Don Giovanni l'uccisore del padre e ricorda al fidanzato la sua promessa (Or sai chi l'onore).

Leporello riferisce a Don Giovanni di come sia riuscito ad allontanare Donna Elvira e a condurre Zerlina alla festa che il suo padrone ha organizzato per quella sera. Mentre Zerlina sta cercando di riappacificarsi con Masetto, sopraggiunge Don Giovanni, che invita la coppia al ballo. Dal balcone del palazzo, intanto, Leporello vede tre figure mascherate, ed invita anche loro ad entrare: si tratta però di Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, venuti per cogliere il libertino in flagrante. Don Giovanni li accoglie inneggiando alla libertà.

Si aprono le danze: il cavaliere balla con Zerlina e la conduce in disparte per farla sua. Ma la giovane grida fuori scena e tutti vengono in suo soccorso. Don Giovanni dapprima cerca di accusare della tentata violenza Leporello, ma Donna Elvira, Donna Anna e Don Ottavio, gettate le maschere, lo accusano apertamente e cercano di arrestarlo. Don Giovanni riesce però a fuggire.

[modifica] Atto II

Sera, di fronte alla casa di Donna Elvira. Don Giovanni e il suo servo Leporello discutono. Inizialmente quest'ultimo vorrebbe prendere le distanze dal suo padrone, ma questi, offrendogli del denaro, lo convince a scambiare con lui gli abiti, in modo che, mentre Leporello distrae Donna Elvira, egli possa corteggiare impunemente la di lei cameriera. Donna Elvira, affacciatasi alla finestra, cade nel tranello e si illude che Don Giovanni si sia pentito e ravveduto.

Dopo che la donna e Leporello travestito si sono allontanati, Don Giovanni intona una serenata sotto la finestra della cameriera (Deh vieni alla finestra). Sopraggiunge Masetto in compagnia di altri villici, in cerca di Don Giovanni per ucciderlo. Protetto dal suo travestimento, Don Giovanni riesce a far allontanare tutti gli altri: rimasto solo con il giovane, lo copre di botte e si allontana. Zerlina soccorre il marito.

Nel frattempo, Leporello non sa più come comportarsi con Donna Elvira che lo incalza e vorrebbe fuggire: arrivano però anche Donna Anna, Don Ottavio, Zerlina e Masetto, che, credendolo Don Giovanni, si fanno avanti per catturarlo (Sola sola in buio loco). Ma Leporello rivela la sua identità e fugge. Don Ottavio è sempre più deciso ad assicurare Don Giovanni alla giustizia. Donna Elvira rimane da sola, e dà sfogo a tutta la sua amarezza e ai suoi sentimenti contrastanti, divisi fra l'amore per Don Giovanni e il desiderio di vendetta.

È notte fonda. Don Giovanni si è rifugiato nel cimitero e attende Leporello. Questi arriva e racconta al padrone ciò che gli è capitato: Don Giovanni reagisce ridendo di gusto, ma all'improvviso si ode una voce minacciosa: "Di rider finirai pria dell'aurora". È la statua funebre del Commendatore a parlare. Ma Don Giovanni non ne è per nulla intimorito, anzi, ordina beffardo a Leporello, terrorizzato, di invitarla a cena (O statua gentilissima): la statua accetta.

Nel palazzo di Don Giovanni, tutto è pronto per la cena (Già la mensa è preparata), e il cavaliere si intrattiene ascoltando brani delle opere Una cosa rara di Vicente Martín y Soler, Fra i due litiganti il terzo gode di Giuseppe Sarti e, in una spiritosa autocitazione, Le nozze di Figaro dello stesso Mozart. Giunge all'improvviso Donna Elvira, che implora ancora una volta a Don Giovanni di pentirsi, ma questi si prende gioco di lei e la caccia via. La donna esce di scena, ma la si sente gridare terrorizzata. Don Giovanni ordina a Leporello di andare a vedere cosa stia accadendo: Leporello esce e torna pallidissimo e tremante: alla porta c'è la statua del Commendatore. Lo stesso Don Giovanni, allora, si reca ad accoglierla, a testa alta. Il "convitato di pietra" vuole ricambiare l'invito, e propone a Don Giovanni di recarsi a cena da lui, porgendogli la mano. Impavido, Don Giovanni accetta e stringe la mano della statua: pur prigioniero di quella morsa, rifiuta fino all'ultimo di pentirsi, e viene quindi trascinato nelle fiamme dell'inferno. Giungono gli altri personaggi, ai quali Leporello riferisce l'orribile scena: il Cielo ha punito l'incorreggibile libertino.

[modifica] Organico orchestrale

La partitura di Mozart prevede l'impiego di

Per i recitativi:

Nel Finale del primo atto sono inoltre previste tre orchestre da suonare sul palco: la prima composta da 2 oboi, 2 corni, archi senza violoncelli, la seconda e la terza da violini e contrabbasso.
Anche se non indicato esplicitamente in partitura, la Tafelmusik del finale del secondo atto viene anch'essa solitamente eseguita sul palcoscenico: essa è formata da 2 oboi, 2 clarinetti, 2 fagotti, 2 corni, 1 violoncello. Il mandolino viene usato per accompagnare la canzonetta di Don Giovanni del secondo atto (N. 16) I tromboni vengono usati esclusivamente per accompagnare le parole della statua del commendatore nella scena del cimitero (secondo atto) e nel finale dell'opera.

[modifica] Struttura musicale

  • Ouverture

[modifica] Atto I

  • N. 1 Introduzione Notte e giorno faticar (Leporello, Donna Anna, Don Giovanni, il Commendatore)
  • N. 2 Recitativo accompagnato e Duetto Ma qual mai s'offre, oh Dei - Fuggi, crudele, fuggi (Donna Anna, Don Ottavio)
  • N. 3 Aria Ah chi mi dice mai (Donna Elvira con Don Giovanni e Leporello)
  • N. 4 Aria Madamina, il catalogo è questo (Leporello)
  • N. 5 Coro Giovinette che fate all'amore (Zerlina, Masetto, Coro di contadiene e contadini)
  • N. 6 Aria Ho capito, signor sì (Masetto)
  • N. 7 Duettino Là ci darem la mano (Zerlina, Don Giovanni)
  • N. 8 Aria Ah fuggi il traditor (Donna Elvira)
  • N. 9 Quartetto Non ti fidar, o misera (Donna Anna, Donna Elvira, Don Ottavio, Don Giovanni)
  • N. 10 Recitativo accompagnato ed Aria
    • Recitativo accompagnato Don Ottavio, son morta! (Donna Anna, Don Ottavio)
    • Aria Or sai chi l'onore (Donna Anna)
  • N. 11 Aria Fin ch'han dal vino (Don Giovanni)
  • N. 12 Aria Batti, batti, o bel Masetto (Zerlina)
  • N. 13 Finale Presto presto pria ch'ei venga (Donna Anna, Donna Elvira, Zerlina, Don Ottavio, Don Giovanni, Leporello, Masetto, Coro di servi)

[modifica] Atto II

  • N. 14 Duetto Eh via buffone (Don Giovanni, Leporello)
  • N. 15 Terzetto Ah taci, ingiusto core (Donna Elvira, Don Giovanni, Leporello)
  • N. 16 Canzonetta Deh vieni alla finestra (Don Giovanni)
  • N. 17 Aria Metà di voi qua vadano (Don Giovanni)
  • N. 18 Aria Vedrai carino (Zerlina)
  • N. 19 Sestetto Sola sola, in buio loco (Donna Anna, Zerlina, Donna Elvira, Don Ottavio, Leporello, Masetto)
  • N. 20 Aria Ah pietà, signori miei (Leporello)
  • N. 21 Aria Il mio tesoro intanto (Don Ottavio)
  • N. 22 Duetto O statua gentilissima (Don Giovanni, Leporello, [il Commendatore])
  • N. 23 Recitativo accompagnato e Rondo Crudele!.. Ah no, mio bene! - Non mi dir, bell'idol mio(Donna Anna)
  • N. 24 Finale Già le mensa è preparata (Donna Anna, Donna Elvira, Zerlina, Don Ottavio, Don Giovanni, il Commendatore, Leporello, Masetto, Coro di sotterra)

[modifica] Numeri composti per Praga

  • N. 10a Aria Dalla sua pace (Don Ottavio) KV 540a
  • N. 21a Duetto Per queste tue manine (Zerlina, Leporello) KV 540b
  • N. 21b Recitativo accompagnato ed Aria In quali eccessi, o Numi - Mi tradì quell'alma ingrata (Donna Elvira) KV 540c

[modifica] Versione cinematografica

Oltre che in numerose versioni da teatro, è possibile vedere "Don Giovanni" di Mozart nella versione cinematografica diretta dal regista Joseph Losey.

[modifica] Incisioni discografiche (scelta)

  • 1936 - John Brownlee (Don Giovanni), Salvatore Baccaloni (Leporello), Koloman von Pataky (Don Ottavio), Roy Henderson (Masetto), David Franklin (Commendatore), Ina Souez (Donna Anna), Luise Helletsgruber (Donna Elvira), Audrey Mildmay (Zerlina); coro e orchestra del Festival di Glyndebourne, direttore Fritz Busch
  • 1937 - Ezio Pinza, Virgilio Lazzari, Dino Borgioli, Karl Ettl, Herbert Alsen, Elisabeth Rethberg, L. Helletsgruber, Margit Bokor; coro e orchestra della Staatsoper di Vienna, Bruno Walter
  • 1954 - Cesare Siepi, Otto Edelmann, Anton Dermota, Walter Berry, Dezsö Ernster, Elisabeth Grümmer, Elisabeth Schwarzkopf, Erna Berger; coro della Staatsoper di Vienna, orchestra Filarmonica di Vienna, Wilhelm Furtwängler
  • 1959 - Eberhard Wächter, Giuseppe Taddei, Luis Alva, Piero Cappuccilli, Gottlob Frick, Joan Sutherland, E. Schwarzkopf, Graziella Sciutti; coro e orchestra Philarmonia, Carlo Maria Giulini
  • 1960 - E. Wächter, W. Berry, Cesare Valletti, Rolando Panerai, Nicola Zaccaria, Leontyne Price, E. Schwarzkopf, G. Sciutti; coro della Staatsoper di Vienna, orchestra Filarmonica di Vienna, Herbert von Karajan
  • 1966 - Nicolai Ghiaurov, W. Berry, Nicolai Gedda, Paolo Montarsolo, Franz Crass, Chester Watson, Christa Ludwig, Mirella Freni; coro della Staatsoper di Vienna, orchestra Filarmonica di Vienna, Otto Klemperer
  • 1968 - Gabriel Bacquier, Werner Krenn, Donald Gramm, Joan Sutherland, Pilar Lorengar, Marilyn Horne, Leonardo Monreale, Clifford Grant; English Chamber Orchestra, Ambrosian Singers, Richard Bonynge
  • 1970 - N. Ghiaurov, Sesto Bruscantini, Alfredo Kraus, Walter Monachesi, Dimiter Petkov, Gundula Janowitz, Sena Jurinac, Olivera Miljakovich; coro e orchestra RAI di Roma, Carlo Maria Giulini
  • 1997 - Simon Keenlyside, Bryn Terfel, Uwe Heilmann, Ildebrando D'Arcandelo, Matti Salminen, Carmela Remigio, Soile Isokoski, Patrizia Pace; coro Ferrara Musica, Chamber Orchester of Europe, Claudio Abbado

[modifica] Bibliografia

[modifica] Edizioni

  • La partitura dell'opera (a cura di W. Plath e W. Rehm) è pubblicata, anche in edizione tascabile, dalla Bärenreiter di Kassel (Germania), che cura l'edizione critica completa delle opere di Mozart.
  • Un'altra edizione consigliabile è l'ottimo reprint della partitura Peters a cura di G. Schunemann e K. Soldan, riprodotta dalla Dover di New York (USA)
  • Spartiti per canto e pianoforte vengono pubblicati, tra gli altri, dalla Bärenreiter, Peters e Ricordi. Il primo rispecchia l'edizione critica ed è quindi il più aggiornato dal punto di vista musicologico.
  • Il libretto è pubblicato da diverse case editrici. Raccomandabile è soprattutto:
    Mozart, Tutti i libretti d'opera, a cura di Piero Mioli con una introduzione di Paolo Gallarati, Newton & Compton, Roma, 1996, che contiene tutti i libretti d'opera di Mozart (quelli in latino o tedesca in lingua originale e traduzione), ed è corredato di ottime introduzioni, trame e informazioni discografiche su ogni titolo

[modifica] Critica

  • Hermann Abert: Mozart, la maturità (1783-1791), il Sagggiatore, Milano, 1985-86 pagg. 381-488
  • Massimo Mila: Lettura del Don Giovanni di Mozart, Einaudi, Torino, 1988

[modifica] Altri progetti

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