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Disegno intelligente

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Il termine disegno intelligente (D.I.) (dall'inglese Intelligent Design) indica una corrente di pensiero, nata negli anni '90 negli Stati Uniti, secondo la quale esisterebbero prove evidenti che l'universo e gli esseri viventi sono stati creati da una causa o agente intelligente, e non da un processo non-guidato come la selezione naturale.

Anche se la traduzione diretta del termine inglese "design" sarebbe "progetto" (e quindi Progetto Intelligente), la denominazione Disegno Intelligente è da preferirsi poiché questo è il termine con cui la teoria è stata ed è usualmente denotata, sia negli articoli di stampa che nelle discussioni, da quando la teoria è diventata nota ed oggetto di discussione anche in Italia.

Il disegno intelligente dichiara esplicitamente di limitarsi all'individuazione di prove dell'esistenza di tale disegno in natura, senza preoccuparsi metodologicamente di chi o cosa potrebbe essere l'architetto di tale disegno. Infatti, anche se la maggior parte dei proponenti la teoria dichiara esplicitamente di credere che l'"architetto" sia una divinità trascendente personale e creatrice dell'universo (di solito il Dio creatore e personale dell'ebraico e del cristiano), tuttavia vi sono diversi proponenti o simpatizzanti della teoria che professano l'agnosticismo o il deismo. Tra questi i rappresentanti più noti sono David Berlinski ed Anthony Flew, del quale ha fatto molto scalpore nel 2004 la rinuncia all'ateismo filosofico, dottrina di cui era stato per decenni uno dei massimi e più noti propugnatori, rinuncia fatta proprio in base ad argomentazioni simili a quelle fatte dai proponenti del disegno intelligente.

I sostenitori del disegno intelligente affermano che esso ha pari dignità con le teorie scientifiche puramente naturalistiche riguardo all'origine della vita e dell'universo [1] e che anzi l'adesione al disegno intelligente permetterebbe di svolgere un programma di ricerca più completo in campo biologico. Tuttavia gran parte della comunità scientifica, ritiene che facendo riferimento ad una metodologia naturalistica non possa essere attualmente riconosciuto come teoria scientifica. Per esempio, secondo l'Accademia Nazionale delle Scienze degli Stati Uniti il disegno intelligente e "altre pretese di intervento sovrannaturale nell'origine della vita" non sarebbero scienza perché le loro affermazioni non potrebbero essere verificate da esperimenti e non proporrebbero alcuna nuova ipotesi [2], rilievi che sono decisamente respinti dagli scienziati sostenitori della teoria.

Molte critiche sono state fatte sia al concetto di disegno intelligente che al movimento ad esso associato [3]. Una delle critiche più comuni è che il disegno intelligente invocherebbe un "Dio dei vuoti", cioè i promotori del disegno intelligente riempirebbero i vuoti esplicativi nell'attuale teoria evoluzionista con credenze speculative [4]. I sostenitori del disegno intelligente considerano queste critiche come la conseguenza naturale ma errata del naturalismo filosofico che precluderebbe per definizione la possibilità di contemplare la possibilità di cause sovrannaturali come spiegazioni scientifiche razionali. Affermano quindi che sarebbe presente all'interno della comunità scientifica un pregiudizio sistemico contro le loro idee e le loro ricerche, pregiudizio basato sull'assunzione, puramente naturalistica e non necessaria, che la scienza dovrebbe solo fare riferimento a cause naturali. Argomentano invece che tale presupposto metodologico non sarebbe né necessario né utile per lo svolgimento della ricerca scientifica e anzi la limiterebbe portando all'eliminazione sistematica e indebita di qualsiasi ipotesi progettuale reale anche in presenza di indizi scientifici macroscopici.

D'altra parte i mezzi di comunicazione spesso si concentrano su altre qualità che il progettista (o i progettisti) del disegno intelligente dovrebbe avere in aggiunta all'intelligenza, ad esempio "un potere superiore"[5] o "una forza mai vista"[6].

Indice

[modifica] Il disegno intelligente in breve

Il disegno intelligente viene presentato come un'alternativa a forme puramente naturalistiche della teoria dell'evoluzione. Il suo principale scopo putativo è di investigare se esistono evidenze empiriche che implichino necessariamente che la vita sulla Terra debba essere stata progettata da uno o più agenti intelligenti. Ad esempio, William Dembski, uno dei principali promotori del disegno intelligente, ha dichiarato che la rivendicazione fondamentale del disegno intelligente è che "ci sono sistemi naturali che non possono essere spiegati adeguatamente in termini di forze naturali non pilotate e che mostrano caratteristiche che in ogni altra circostanza attribuiremmo all'intelligenza."

I sostenitori del disegno intelligente cercano prove di ciò che chiamano segni di intelligenza — proprietà fisiche di un oggetto che necessitino di "progettazione". I segni presi in considerazione che vengono più comunemente citati sono la complessità irriducibile, i meccanismi dell'informazione, e la complessità specificata. In particolare, i sostenitori del disegno intelligente ritengono che le evidenze sperimentali mostrino uno o più di questi segni nei sistemi viventi, e che da ciò si possa inferire che la vita sia stata progettata. Ciò si oppone ovviamente alla visione naturalistica consolidata di tali sistemi, che spiega il mondo naturale esclusivamente attraverso processi fisici impersonali e non pilotati come mutazioni casuali e selezione naturale. Si deve notare che il disegno intelligente studia gli effetti delle cause intelligenti e non le cause intelligenti in se e quindi nella sua visione le questioni riguardanti l'identità dell'architetto non rientrano nell'ambito di questa idea. Infatti i promotori del disegno intelligente sostengono che mentre la natura della causa o dell'autore di un "disegno intelligente" potrebbero non essere osservabili, i suoi effetti sulla natura possono essere invece individuati. Per esempio Dembski, in Signs of Intelligence sostiene che "I propositori del disegno intelligente, lo considerano come un programma di ricerca scientifica che investiga gli effetti di cause intelligenti.

Spesso i critici definiscono il disegno intelligente come un dogma religioso riconfezionato nel tentativo di riportare il creazionismo sui banchi della scuola pubblica (l'espressione più utilizzata è "creationism in a tuxedo") e fanno notare come esso sia parte importante della campagna nota come Teach the Controversy. Inoltre i critici affermano che mentre la teoria scientifica dell'evoluzione tramite selezione naturale è supportata da fatti osservabili e ripetibili come processo di mutazione, flusso genetico, deriva genetica, adattamento e speciazione tramite selezione naturale, il "progettista intelligente" non sarebbe né osservabile né ripetibile violando così il requisito scientifico della falsificabilità, e che Behe, un sostenitore del disegno intelligente, concede che: "Non si può provare il disegno intelligente con un esperimento". [7]. I proponenti controbattono che in realtà la teoria dell'evoluzione tramite selezione naturale non ha alcun supporto sperimentale per quel che riguarda la macroevoluzione, cioè la possibilità di pilotare variazioni genetiche superiori ai piccoli adattamenti a partire da strutture biologiche a complessità già raggiunta. I riscontri sperimentali sarebbero quindi limitati alla microevoluzione mentre per la teoria della macroevoluzione non pilotata mancherebbero totalmente i requisiti scientifici della osservabilità, ripetibilità e falsificabilità, e non può essere provata con un esperimento. I critici dicono che il disegno intelligente sta cercando di ridefinire la scienza naturale.[8] Essi citano libri e dichiarazioni dei principali sostenitori del disegno intelligente, nei quali si chiede l'eliminazione del "naturalismo metodologico" dalla scienza [9] e la sua sostituzione con ciò che i critici chiamano "supernaturalismo metodologico", il che significa credere in una dimensione trascendente e non-naturale della realtà, abitata da una divinità trascendente e non-naturale. Così la scienza naturale sarebbe l'unica ad utilizzare il metodo scientifico per creare a posteriori una conoscenza basata sulla sola osservazione (talvolta chiamata scienza empirica); mentre il contemplare la possibilità che qualche intelligenza esterna abbia concorso in modo evidente a creare la vita sulla Terra costituirebbe una conoscenza a priori cioè senza osservazione. I sostenitori del disegno intelligente negano questa differenza affermando invece che è proprio il presupposto naturalistico di un mondo autoconsistente e senza interventi esterni ad essere un assioma stabilito a priori e che condizionerebbe pesantemente l'interpretazione dei fatti sperimentali. A questo proposito citano alcune complessità della natura, che non possono essere spiegate completamente con il metodo scientifico basato sul naturalismo metodologico. Ad esempio, l'abiogenesi, la generazione di vita da materia non-vivente, non solo non è ancora compresa scientificamente, ma sono stati effettivamente riprodotti in laboratorio solo i primissimi ed estremamente rudimentali passi della lunghissima e complessa catena necessaria per lo sviluppo delle prime cellule in grado di replicarsi, a cominciare dall'esperimento di Miller-Urey. Osservano tra l'altro che anche questi esperimenti embrionali sono stati realizzati in condizioni completamente diverse da quelle della Terra primordiale[10][11]. Di qui le due visioni completamente opposte. Da una parte i critici insistono che poiché il progettista non può essere osservato, si tratterebbe sempre e comunque di una conoscenza a priori. Da parte loro, i propositori del disegno intelligente ritengono molto più scientifico inferire che un progettista intelligente debba stare dietro ad un processo come la nascita e lo sviluppo della vita proprio perché sarebbe impossibile una sua spiegazione scientificamente credibile con meccanismi non pilotati. Questa inferenza a priori per cui un progettista intelligente (un dio o una forza vitale aliena[12]) crearono la vita sulla Terra, è stata comparata, dai critici, all'affermazione a priori secondo cui gli alieni aiutarono gli antichi egizi a costruire le piramidi [13] [14]. In entrambi i casi, l'effetto di questa intelligenza esterna non sarebbe ripetibile, osservabile o falsificabile, e violerebbe inoltre il Rasoio di Occam. Ciò perché da un punto di vista strettamente empirico, è possibile elencare ciò che è noto delle tecniche di costruzione degli egizi, ma si deve ammettere l'ignoranza circa il modo esatto in cui le piramidi venivano costruite dagli egizi. Questo esempio viene rigettato dai sostenitori del disegno intelligente in quanto ritenuto completamente inapplicabile alla loro teoria. Nel caso degli egizi è del tutto ragionevole immaginare, anche in assenza di dettagli precisi sul metodo utilizzato, che la costruzione delle piramidi egizie possa essere stata fatta dagli antichi egizi con le tecnologie disponibili all'epoca. Invece il caso dell'evoluzione biologica potrebbe piuttosto essere paragonato con il ritrovamento di piramidi antiche costituite da blocchi di pietra di 10.000 tonnellate, alte come l'Everest e costruite utilizzando leghe metalliche completamente sconosciute fino a tempi recenti; in questo caso nessuno potrebbe ragionevolmente obiettare che l'ipotesi di una costruzione "aliena" sia una pura affermazione a priori, né che violerebbe il Rasoio di Occam, né che non sarebbe ripetibile, osservabile o falsificabile.

[modifica] Origini del concetto

La frase "disegno intelligente", usata in questo senso, apparve per la prima volta nel libro di testo Of Pandas and People (Haughton Publishing Company, Dallas, 1989). Il termine venne promosso più ampiamente da Phillip E. Johnson, che è stato per 20 anni un famoso professore di legge presso l'Università di Berkeley, USA, a seguito del suo libro, uscito nel 1991 e in seconda edizione aggiornata nel 1993, Darwin on Trial, libro che a tutt'oggi costituisce, insieme con Darwin's Black Box di Michael Behhe, il punto di riferimento fondamentale della critica che il Disegno intelligente porta alla teoria evolutiva neodarwiniana. Johnson, agnostico convertito al cristianesimo, è il consigliere per i programmi del Center for Science and Culture ed è considerato il padre del movimento del disegno intelligente. Nel 1987, durante un anno sabbatico in Inghilterra, Johnson lesse insieme il libro di Richard Dawkins "The Blind Watchmaker", che difende vigorosamente la teoria dell'evoluzione darwiniana, e il libro di Michael Denton "Evolution: A Theory in Crisis", che invece è fortemente critico delle basi scientifiche dell'evoluzione darwiniana. Johnson trovò il libro di Dawkins "a brilliantly written polemic, and notable for the absence of supporting evidence", mentre fu convinto dalla descrizione scettica di Denton. Di qui nacque in Johnson l'idea di saggiare le basi della teoria dell'evoluzione darwiniana dal punto di vista dell'evidenza scientifica e, soprattutto, dal punto di vista metodologico. La tesi di Johnson, chiaramente e dettagliatamente esposta nel libro, è che la sintesi neodarwiniana si propone a priori come spiegazione accertata dell'evoluzione biologica, più che appoggiarsi a reali prove scientifiche per dimostrare la propria validità. In altri termini affermerebbe la propria verità a partire dall'accettazione assiomatica di uno stretto naturalismo scientifico come uno metodo valido di indagine scientifica. Su queste basi la teoria dell'evoluzione neodarwiniana non sarebbe in realtà una teoria scientifica ma un paradigma naturalistico di comprensione del mondo, sfuggendo a priori alla falsificabilità proposta da Popper come caratteristica base di una vera teoria scientifica. A questo proposito Johnson cita come per lo stesso Popper la teoria darwiniana non fosse in realtà una teoria scientifica e il meccanismo evolutivo proposto dal neodarwinismo fosse proposto in realtà come una Tautologia, per cui qualsiasi riscontro sperimentale poteva essere fatto rientrare nella teoria stessa.

È da ricordare che per circa un millennio, i filosofi hanno sostenuto che la complessità del "disegno" della natura, che opera per scopi complicati, indica l'esistenza di un progettista/creatore sovrannaturale; questo è noto come l'argomento teologico dell'esistenza di Dio. Le forme più importanti di questa argomentazione furono espresse da Tommaso d'Aquino nella sua Summa Theologica[15] (XIII secolo), in cui il progetto era l'ultima delle cinque prove dell'esistenza di Dio, e da William Paley nel suo libro Natural Theology (XIX secolo) dove compare la sua analogia dell'orologiaio. Il concetto moderno di disegno intelligente si distingue dall'argomento teologico in quanto non identifica l'agente della creazione.

[modifica] Religione e principali promotori del disegno intelligente

Le argomentazioni del disegno intelligente sono formulate con termini secolari e metodologicamente non attribuiscono un'identità al progettista. Phillip E. Johnson ha dichiarato esplicitamente che ciò è necessario per evitare sottintesi di creazionismo teistico in un campo ampiamente dominato dal naturalismo ateleologico. Quindi secondo Johnson "la prima cosa che deve essere fatta e quella di tenere la Bibbia fuori dalla discussione" e che semmai solo "dopo che avremo separato il pregiudizio materialista dal fatto scientifico... solo allora le "questioni bibliche" potranno essere discusse."[16] Di conseguenza Johnson invita esplicitamente i propositori del disegno intelligente a non utilizzare nel dibattito le loro motivazioni religiose in modo che non si possa pregiudizialmente identificare il disegno intelligente "come un modo diverso di confezionare il messaggio cristiano evangelico."[17] Anche se non tutti i propositori del disegno intelligente sono motivati dalla fede in Dio la maggioranza dei principali sostenitori (compresi Michael Behe, William Dembski, Jonathan Wells, e Stephen C. Meyer) sono cristiani e hanno dichiarato che secondo loro il progettista della vita è chiaramente Dio. Anche se la maggior parte dei propositori del disegno intelligente sono protestanti evangelici, vi sono moltissimi simpatizzanti cattolici ed ortodossi ed uno dei suoi proponenti più autorevoli, Michael Behe è cattolico.

Le dichiarazioni da parte dei suoi principali sostenitori, se il disegno intelligente sia o meno radicato nelle convinzioni religiose, sono secondo i detrattori del creazionismo evolutivo il risultato della loro strategia. Ad esempio, William Dembski nel suo libro The Design Inference [18] elenca diverse possibili opzioni per l'identità del progettista, come Dio o una "forza vitale aliena". Invece, nel suo libro Intelligent Design; the Bridge Between Science and Theology Dembski dichiara che "Cristo è indispensabile per qualsiasi teoria scientifica, anche se chi la pratica non ha indizi su di lui. La pragmatica di una teoria scientifica può, per essere certa, essere portata avanti senza ricorrere a Cristo. Ma la validità concettuale della teoria può essere collocata in definitiva solo in Cristo." [19] Dembski dichiara inoltre "Il disegno intelligente è parte della rivelazione generale di Dio..." "Non solo il disegno intelligente ci libera da questa ideologia (materialismo), che soffoca lo spirito umano, ma secondo la mia personale esperienza, ho trovato che apre la strada per cui la gente possa giungere a Cristo." [20]. Queste obiezioni vengono rifiutate fermamente dai sostenitori del Disegno Intelligente che osservano la liceità per qualsiasi persona di avere credenze religiose e sostenere tesi metafisiche a latere della propria attività scientifica. Osservano che, come nessuno obietta se scienziati darwinisti come Dawkins o Dennett professano apertamente il loro ateismo mettendolo arbitrariamente in stretta relazione deduttiva con teorie scientifiche puramente materialiste, lo stesso atteggiamento deve per correttezza essere usato con i proponenti del Disegno Intelligente.

[modifica] La Chiesa Cattolica e il Disegno Intelligente

La posizione della Chiesa cattolica nei confronti del disegno intelligente è stata finora quella di un osservatorio estremamente attento e interessato alla questione soprattutto per quel che riguarda le sue implicazioni metafisiche e religiose senza tuttavia finora prendere una posizione ufficiale sugli aspetti scientifici della disputa. Così per esempio il cardinale Camillo Ruini ha affermato che la Chiesa non può pronunciarsi sulla fondatezza scientifica di tali posizioni. Infatti, nella misura in cui l'inferenza del disegno intelligente conduce implicitamente ad un'intelligenza creatrice, rimane possibile l'obiezione di sconfinamento dai canoni di una ricerca scientifica naturalistica. La Chiesa, semmai, riconosce il merito alle varie posizioni scientifiche di contribuire al dibattito nella scienza, facendo emergere interrogativi importanti (Camillo Ruini, Verità e libertà, Mondadori, Milano 2006, pp. 17 e segg.).

A livello personale singoli autorevoli cattolici hanno preso posizioni più o meno favorevoli alle idee del disegno intelligente. Per esempio, lo scienziato don Fiorenzo Facchini, docente di Antropologia e Paleontologia all'Università di Bologna, ha precisato la sua posizione intermedia tra l'I.D. e un evoluzionismo darwiniano inteso in senso metafisico e che Fiacchini giudica comunque una teoria contingente e da non assolutizzare (Osservatore Romano, 16-I-2006):

"I sostenitori dell’Intelligent Design non negano l'evoluzione, ma affermano che la formazione di certe strutture complesse non può essere avvenuta per eventi casuali, ma ha richiesto interventi particolari di Dio nel corso dell'evoluzione e risponde a un progetto intelligente. A parte il fatto che in ogni caso non basterebbero mutazioni delle strutture biologiche perché occorrono anche cambiamenti ambientali, con il ricorso a interventi esterni suppletivi o correttivi rispetto alle cause naturali viene introdotta negli eventi della natura una causa superiore per spiegare cose che ancora non conosciamo, ma che potremmo conoscere. Ma così non si fa scienza. Ci portiamo su un piano diverso da quello scientifico. Se il modello proposto da Darwin viene ritenuto non sufficiente, se ne cerchi un altro, ma non è corretto dal punto di vista metodologico portarsi fuori dal campo della scienza pretendendo di fare scienza. Sull'altro fronte è da criticare come alcuni scienziati darwinisti abbiano assunto l'evoluzione in senso totalizzante, passando dalla teoria alla ideologia, in una visione che pretende di spiegare tutta la realtà vivente, compreso il comportamento umano, in termini di selezione naturale escludendo altre prospettive, quasi che l'evoluzione possa rendere superflua la creazione e tutto possa essersi autoformato e possa essere ricondotto al caso. La scienza in quanto tale, con i suoi metodi, non può dimostrare, ma neppure escludere che un disegno superiore si sia realizzato, quali che siano le cause, all'apparenza anche casuali o rientranti nella natura."

Fiacchini quindi dichiara di accettare personalmente il naturalismo metodologico come canone intrinsico nella definizione di scienza. Tuttavia tale posizione (che, come già detto, è il vero punto chiave della disputa pro e contro l'I.D.) pur essendo condivisa da altri cattolici come l'astronomo gesuita Padre George Coyne già direttore della Specola Vaticana è rifiutata da altri importanti esponenti del Cattolicesimo. In prima fila si trova il cardinale di Vienna Christoph Schoenborn che in un editoriale sul New York Times del 7.7.2005 dal titolo "Scoprire il progetto nella natura", editoriale che ha avuto un'enorme eco, ha scritto:

"I difensori del dogma neo-Darwiniano hanno spesso invocato la supposta accettazione - o almeno acquiescienza - del Cattolicesimo Romano quando essi difendono la loro teoria come fosse compatibile con la fede Cristiana. Ma questo non è vero. La Chiesa Cattolica, mentre lascia alla scienza molti dettagli circa la storia della vita sulla terra, proclama che con la luce della ragione l'intelletto umano può chiaramente discernere uno scopo e un progetto nel mondo naturale e negli esseri viventi. Potrebbe essere fondata un'evoluzione intesa come discendenza comune; ma non un'evoluzione concepita in senso neodarwiniano, come processo non guidato, che non risponde a un progetto, ed è mossa soltanto dalla selezione naturale e dalle variazioni casuali. Ogni sistema di pensiero che neghi o cerchi di rifiutare l'imponente evidenza di progetto in biologia è ideologia non scienza" [...] "Ora all'inizio del 21° secolo, in contrapposizione a posizioni scientifiche come il neo-darwinismo e l'ipotesi del multiverso in cosmologia inventato per evitare la sovrabbondante evidenza di scopo e progetto che si trova nella scienza moderna, la Chiesa Cattolica difenderà di nuovo la ragione umana proclamando che il progetto immanente che è evidente nella natura è reale. Teorie scientifiche che cercano di negare l'evidenza di progetto come il risultato di caso e necessità non sono per niente scientifiche, ma, come affermato da Giovanni Paolo, un'abdicazione dell'intelligenza umana."

La sovrabbondante evidenza di scopo e di un reale progetto nel mondo e la piena razionalità del suo riconoscimento sono state affermate dallo stesso Papa Benedetto XVI nell’Udienza generale del 9 novembre 2005 commentando un'omelia di san Basilio:

"Trovo che le parole di questo Padre del IV secolo siano di un'attualità sorprendente quando dice: 'Alcuni, tratti in inganno dall'ateismo che portavano dentro di sé, immaginarono un universo privo di guida e di ordine, come in balìa del caso'. Quanti sono questi "alcuni" oggi. Essi, tratti in inganno dall'ateismo, ritengono e cercano di dimostrare che è scientifico pensare che tutto sia privo di guida e di ordine, come in balìa del caso. Il Signore con la Sacra Scrittura risveglia la ragione che dorme e ci dice: all'inizio è la Parola creatrice. All'inizio la Parola creatrice - questa Parola che ha creato tutto, che ha creato questo progetto intelligente che è il cosmo - è anche amore."

[modifica] Definire il disegno intelligente come scienza

I sostenitori del disegno intelligente dichiarano che la loro posizione è scientifica in quanto partirebbe da dati oggettivi quali l'estrema complessità e varietà della natura sia a livello morfologico che, soprattutto, a livello biochimico. Sarebbe addirittura più scientifica del naturalismo ateleologico che sta alla base dell'evoluzionismo neo-darwiniano; infatti osservano che una scienza basata su presupposti completamente ateleologici (mancanza di scopo e progetto nell'universo) sarebbe per definizione incapace di riconoscere un'eventuale progettualità e finalità nel mondo fisico anche qualora questo esistesse realmente. Ciò presenta un problema di demarcazione, che in filosofia della scienza riguarda come e dove si possano tracciare delle linee attorno a cosa è scienza. Perché una teoria si qualifichi come scientifica, si ritiene comunemente che essa debba essere:

  • Consistente (internamente ed esternamente)
  • Parsimoniosa (non abbondare nel proporre entità o spiegazioni, si veda Rasoio di Occam)
  • Utile (descrive e spiega fenomeni osservati)
  • Provabile e falsificabile empiricamente (si veda Falsificabilità)
  • Basata su esperimenti ripetibili e controllabili
  • Correggibile e dinamica (vengono fatti cambiamenti con la scoperta di nuovi dati)
  • Progressiva (ottiene tutto ciò che ottenevano le teorie precedenti e altro)
  • Provvisoria (ammette che potrebbe non essere corretta, invece che affermare certezze)

In base a questi criteri, perché una qualsiasi teoria, ipotesi o congettura possa essere considerata scientifica dovrebbe soddisfare in gran parte, ma idealmente tutti, i criteri di cui sopra. In altri termini sarebbe sempre meno scientifica al diminuire dei criteri soddisfatti; e se ne soddisfasse solo un paio o nessuno, non potrebbe essere ragionevolmente considerata come scientifica.

A partire da questi punti, le obiezioni tipiche avanzate dai critici per negare scientificità al disegno intelligente sono essenzialmente:

1. Il disegno intelligente mancherebbe di consistenza.[21]
2. Il disegno intelligente non sarebbe falsificabile.[22]
3. Il disegno intelligente violerebbe il principio della parsimonia.[23]
4. Il disegno intelligente non avrebbe capacità predittiva, cioè non consentirebbe di predire in anticipo il verificarsi di uno specifico fenomeno e i suoi dettagli date le condizioni iniziali.[24]
5. Il disegno intelligente non sarebbe correggibile, dinamico, provvisorio o progressivo.[25]

Sulla base di queste considerazioni, alla luce della aderenza agli standard del metodo scientifico, è opinione diffusa tra moltissimi scienziati che il disegno intelligente non rispecchia tale metodo. In particolare, si sostiene che non ci sarebbe modo di testare le sue congetture, e le assunzioni soggiacenti al disegno intelligente non sono aperte al cambiamento. Al contrario, i sostenitori del disegno intelligente sostengono invece la scientificità delle loro proposte e affermano di non avere alcuna pregiudiziale nell'accettare l'evoluzione biologica come fatto scientifico accertato e di proporre una valida alternativa scientifica ad un'evoluzione ateleologica guidata da meccanismi puramente naturali di caso + necessità. In particolare affermano che, sulla base delle prove disponibili e dell'inadeguatezza del meccanismo caso+necessità neo-darwiniano, l'ipotesi di un disegno intelligente rappresenterebbe in realtà la migliore spiegazione possibile della nascita e dell'evoluzione della vita complessa sulla Terra. Nello specifico dei punti contestati:

1. La consistenza della teoria sarebbe assicurata dal fatto che non viene negata a priori validità ad alcun risultato scientifico certo ottenuto in campo biologico e naturalistico in genere, tra cui l'evoluzione come fatto; anzi, l'ipotesi di progettualità intelligente permetterebbe di esplorare ambiti inaccessibili ad una spiegazione ateleologica.
2. La falsificabilità sarebbe garantita dai presupposti stessi dell'ipotesi di disegno intelligente per la quale caso+necessità non possono spiegare la nascita e lo sviluppo della vita complessa. Di conseguenza esperimenti di laboratorio significativi che dimostrino la possibilità della nascita della vita e della macroevoluzione (non microevoluzione) per effetto dei caso e necessità sarebbero concettualmente possibili e praticamente realizzabili almeno per sottinsiemi significativi (come per il flagello dell'e. coli). In questo senso viene anzi osservato che sarebbe proprio il meccanismo evolutivo neo-darwiniano a non essere falsificabile in questo senso.
3. Il principio della parsimonia basato sul rasoio di Occam rappresenta in realtà un criterio di selezione di secondo livello per scegliere tra teorie con identica capacità esplicativa; non sarebbe quindi significativo applicarlo in questo caso in assenza di una validazione minima della teoria concorrente neo-darwiniana.
4. Non viene negato che, per sua stessa natura, il disegno intelligente non sia in senso stretto verificabile empiricamente, e questo a causa dell'imprevedibilità intrinseca delle conseguenze di un'azione intelligente (vedi l'imprevedibilità puntuale del comportamento umano). Tuttavia viene osservato che la stessa cosa si potrebbe dire del meccanismo esplicativo neo-darwiniano, il quale con riferimento alla macroevoluzione è concettualmente non testabile né in laboratorio né in natura; anche con riferimento alla microevoluzione la testabilità è estremamente stretta e limitata.

Con riferimento agli Stati Uniti esiste una definizione legale di cosa costituisce scienza, maturata a seguito di una disputa legale arrivata al giudizio della Corte Suprema degli Stati Uniti. Nella sua opinione del 1993 sul caso "Daubert contro Merrell Dow Pharmaceuticals", la Corte articolò un insieme di criteri per l'ammissibilità di testimonianze di esperti scientifici, sviluppando in pratica un proprio criterio di demarcazione. I quattro criteri Daubert stabiliti convenzionalmente in quella sede sono:

1.Le basi teoriche dei metodi devono produrre predizioni verificabili per mezzo delle quali la teoria possa essere smentita.
2.I metodi devono essere preferibilmente pubblicati su riviste sottoposte alla revisione paritaria.
3. Ci deve essere un tasso di errore noto che può essere usato nel valutare i risultati.
4. I metodi devono essere generalmente accettati all'interno di una rilevante comunità scientifica.

Poiché il disegno intelligente non soddisfa, in senso stretto, nessuno dei quattro criteri di questa definizione legale di scienza negli Stati Uniti, gran parte dell'ambiente scientifico non riconosce a sua volta tale denominazione. Il punto di vista dei sostenitori del Disegno Intelligente è su questo punto duplice. Da un lato si rileva che, ove si voglia applicare rigidamente questo schema, occorrerebbe per coerenza e sulla base dei punti indicati sopra, negare la definizione di scienza anche alla spiegazione antagonista neo-darwiniana basata sul solo paradigma caso+necessità. Dall'altro lato si afferma che la suddetta definizione legale di scienza sarebbe in realtà troppo restrittiva e di fatto porterebbe automaticamente a negare lo status di scienza ad un gran numero di campi comunemente definiti a tutti gli effetti scientifici. Invece una definizione meno rigida e restrittiva di scienza includerebbe tranquillamente il Disegno Intelligente, così come includerebbe tutte quelli discipline ritenute scientifiche e che non supererebbero uno o più dei suddetti criteri.

[modifica] Il disegno intelligente come movimento

Il movimento per il disegno intelligente è una campagna organizzata per promuovere le argomentazioni del disegno intelligente in ambito pubblico, principalmente negli USA. Il movimento sostiene che il disegno intelligente svela i limiti metodologici dell'approccio scientifico e della secolare filosofia del naturalismo. In particolare, i suoi appartenenti sostengono che la scienza, facendo affidamento sul naturalismo, richiede l'adozione di una filosofia naturalistica che, ipotizzando il mondo naturale come un sistema chiuso retto da leggi naturali interne immutabili e immodificabili dall'esterno, rifiuta a priori, e come metodo, ogni spiegazione che contenga una causa interna o esterna sovrannaturale o teleologica. Il punto di partenza è quindi una visione non strettamente naturalistica della scienza e che in questa visione il disegno intelligente sarebbe in grado di far entrare a pieno titolo il teismo e l'intervento diretto di Dio nella creazione del mondo tra gli argomenti pienamente compatibili con la scienza, e questo perché, contrariamente al Creazionismo scientifico non richiede né utilizza nei suoi argomenti argomenti a supporto diretto della natura di una divinità. Alla luce di due visioni metafisiche così distanti, il dibattito sul disegno intelligente non poteva da entrambe le parti limitato all'ambito puramente scientifico. Si spiegano così le dichiarazioni di Phillip E. Johnson, considerato il padre del "movimento per il disegno intelligente":

  • "La mostra strategia è stata quella di cambiare un po' l'argomento in modo da poter portare la questione del disegno intelligente, che in realtà significa l'esistenza di Dio, davanti al mondo accademico e nelle scuole."[26]
  • "Questo non è esattamente, e non è mai stato, un dibattito sulla scienza. Riguarda la religione e la filosofia."[27]
  • "Quindi il punto è: "Come vincere?" Questo è il momento in cui ho iniziato a sviluppare ciò che ora vedete completamente dispiegato nella strategia del cuneo: "Attieniti alla cosa più importante" —il meccanismo e l'accumulo dell'informazione. Tieni la Bibbia e la Genesi fuori dal dibattito perché non vuoi sollevare la questione della cosiddetta dicotomia Bibbia/scienza. Formula le argomentazioni in modo tale che possano essere ascoltate nel mondo accademico secolare e in un modo che tenda ad unificare il dissenso religioso. Questo significa concentrarsi su, "Hai bisogno di un Creatore per avere la creazione, o la natura può farla da se?" e rifiutarsi di farsi deviare su altre questioni, cosa che la gente cerca sempre di fare."[28]

Per inquadrare correttamente il tipo di dibattito in corso è opportuno citare anche dichiarazioni del campo opposto riguardo alla presunta inattaccabilità concettuale e alle conseguenze metafisiche del naturalismo materialistico. Così Richard Dawkins dichiara:

  • "È di moda mostrarsi apocalittici riguardo alla minaccia posta all'umanità dal virus dell'AIDS, il morbo della mucca pazza, e molti altri, ma credo si possa affermare che la fede è uno dei grandi mali del mondo, paragonabile al virus del vaiolo ma più difficile da sradicare"[29]

Il movimento per il disegno intelligente è in gran parte il risultato degli sforzi del think tank the Discovery Institute, e del suo Center for Science and Culture. La "strategia del cuneo" del Discovery Institute e la sua aggiunta, la campagna Teach the Controversy (Insegna la controversia), sono campagne intese a sponsorizzare le idee del disegno intelligente presso l'opinione pubblica e i politici. In particolare questa attività di divulgazione guarda agli amministratori della scuola pubblica e ai rappresentati di stato e federali, perché nell'insegnamento dell'evoluzione le argomentazioni del disegno intelligente vengano presentate nel programma di studi scientifici della scuola pubblica accanto a quelle delle teorie neo-darwiniane. Il Discovery Institute riconosce apertamente che singoli e istituzioni private che condividono una visione metafisica non puramente materialista hanno donato milioni di dollari per sostenere il loro programma di ricerca e di divulgazione in modo che "si disfi non solo del Darwinismo, ma anche della sua eredità culturale."[30]

I critici sostengono che invece di produrre dati scientifici originali per sostenere le asserzioni del disegno intelligente, il Discovery Institute avrebbe fatto soprattutto promozione politica della teoria presso il pubblico, i funzionari dell'istruzione e i legislatori. Viene spesso menzionato che ci sarebbe un conflitto tra ciò che i principali propositori del disegno intelligente dicono al pubblico attraverso i media, e quello che dicono nei seminari svolti in ambito cristiano conservatore, e che il Discovery Institute avrebbe tra le sue politiche quella di tenere nascosta la propria agenda. Questo, sostengono, sarebbe la prova che le "attività (del movimento) tradiscono un piano aggressivo e sistematico per promuovere non solo il creazionismo del disegno intelligente, ma la visione religiosa del mondo che gli sta dietro."[31] Questi rilievi vengono respinti dai sostenitori del disegno intelligente. Trattare solo gli aspetti scientifici dell'evoluzione nei dibattiti sull'insegnamento sarebbe invece una prova che le argomentazioni del disegno intelligente non sono religiose ma partono da dati scientifici, mentre è perfettamente legittimo trattare le conseguenze metafisiche di una teoria in sedi diverse da quelle scientifiche. Fanno inoltre rilevare come non si può accusare il movimento di avere un'attività nascosta visto che i seminari e i dibattiti in ambito cristiano sono svolti alla luce del sole.

Il già citato Richard Dawkins, biologo e professore all'Università di Oxford, paragona l'"insegnamento della controversia" con l'insegnare che la Terra è piatta, perfettamente lecito in un corso di storia, ma non in uno di scienze. "Se dai l'idea che ci sono due scuole di pensiero all'interno della scienza, una che dice che la Terra è rotonda e l'altra che dice che la Terra è piatta, stai fuorviando i bambini." [32] Si può però rilevare che questo paragone è completamente inapplicabile all'insegnamento dell'evoluzionismo; mentre la forma della Terra è scientificamente ed inequivocabilmente accertabile al contrario del meccanismo evolutivo neo-darwiniano.

Il disegno intelligente è stato al centro di diverse campagne politiche controverse e di sfide legali, riguardanti tentativi di introdurre la descrizione del disegno intelligente nelle classi di scienze della scuola pubblica, come alternativa alla teoria evoluzionistica vista come una "teoria in crisi."

[modifica] Il dibattito sul disegno intelligente

Il dibattito sul disegno intelligente in quanto possibile teoria scientifica si incentra essenzialmente su tre questioni, delle quali l'ultima importante soprattutto negli USA:

  1. Se la definizione di scienza sia sufficientemente ampia da permettere teorie sull'origine dell'universo, e della complessità biologica, e umana in particolare, che incorporino gli atti o la guida di un progettista intelligente.
  2. Se i riscontri scientifici attualmente disponibili supportano tali teorie.
  3. Se sia appropriato l'insegnamento di tali teorie nella scuola pubblica insieme a teorie puramente naturalistiche.

I sostenitori del disegno intelligente sostengono in generale che la scienza non debba limitarsi a spiegazioni strettamente naturalistiche dei fenomeni, cioè spiegazioni basate sul presupposto di un mondo chiuso completamente autoconsistente in termini di spiegazioni naturali immutabili. In questa visione escludere spiegazioni non strettamente naturalistiche (con il possibile intervento anche di cause trascendenti la realtà naturale visibile) limiterebbe lo spettro delle possibilità, in particolare quando le spiegazioni naturalistiche falliscono nello spiegare un certo fenomeno o una certa tipologia di fenomeni, mentre il disegno intelligente fornisce spiegazioni molto semplici e parsimoniose alle origini della vita e dell'universo. I propositori sostengono che le prove supportano fortemente tali spiegazioni, perché esempi delle cosiddette complessità irriducibile e complessità specificata, sembrano rendere altamente irragionevole che la complessità e la diversità della vita possano essere venute in essere unicamente tramite mezzi naturali. Infine essi sostengono che la neutralità religiosa richiede che nelle scuole l'insegnamento dell'evoluzione avvenga presentando sia la teoria neodarwiniana che quella del disegno intelligente. Inoltre i sostenitori del disegno intelligente fanno rilevare che, a causa dell'assenza di qualsiasi presupposto religioso nelle argomentazioni scientifiche del disegno intelligente, il suo insegnamento nelle classi di scienze non viola minimamente le leggi che negli USA sanciscono la separazione tra scienza e religione.

Secondo i critici del disegno intelligente, non solo questo avrebbe fallito nello stabilire un ragionevole dubbio circa i difetti proposti per le teorie scientifiche accettate, ma non avrebbe presentato neanche un caso degno di essere considerato seriamente né un caso credibile a sostengo della pubblica utilità di tale insegnamento nella scuola. Più in generale, i critici sostengono che esso non soddisferebbe gli standard legali minimi per non essere identificato come un tentativo di imporre una credenza religione, cosa che negli Stati Uniti è vietata dalla costituzione. Viene inoltre argomentato che i sostenitori della liceità di una trattazione scientifica di fenomeni non strettamente naturali starebbero grossolanamente fraintendendo la questione e, addirittura, la natura e lo scopo della scienza stessa. Questo rilievo è decisamente respinto dai sostenitori del disegno intelligente perché, essendo in questione proprio la definizione di scienza, sarebbe concettualmente errato presupporre la validità a priori della definizione naturalistica.

Tra queste due posizioni esiste una fetta di opinione pubblica che è generalmente comprensiva verso le posizioni del Deismo/Teismo, e quindi desidererebbe una forma di compromesso tra le due posizioni. In questo ambito vi sono molti che, pur non essendo convinti o quantomeno non prendendo posizione nel merito delle argomentazioni scientifiche proposte dal disegno intelligente, condividono la visione di molti sostenitori del disegno intelligente secondo cui lo scientismo sarebbe in fondo anch'esso una religione, che promuove il secolarismo e il materialismo nel tentativo di eliminare la religione dalla vita pubblica. In tal senso l'opera di promozione del disegno intelligente viene vista come un modo, legittimo come quello perseguito dai proponenti una visione materialista, per riportare la religione ad un ruolo centrale nel campo dell'istruzione e di altre sfere pubbliche. [33][34][35]

[modifica] I concetti del disegno intelligente

Di seguito vengono riassunti i concetti chiave del disegno intelligente, seguiti da un riassunto delle critiche. Controargomentazioni a tali critiche sono spesso profferite dai propugnatori del disegno intelligente, così come le contro-controargomentazioni dei critici e così via.

[modifica] Complessità irriducibile

Per approfondire, vedi la voce Complessità irriducibile.

Il termine venne coniato dal biochimico Michael Behe nel suo libro del 1996, intitolato Darwin's Black Box. L'argomentazione della complessità irriducibile sostiene che il meccanismo evoluzionistico non può rendere conto dell'emergere di alcuni complessi sistemi biochimici cellulari. I sostenitori del disegno intelligente dichiarano quindi che tali sistemi devono essere stati progettati deliberatamente da qualche forma di intelligenza. La complessità irriducibile viene definita da Behe come:

"...un sistema singolo che è composto da diverse parti interagenti e ben assemblate, che contribuiscono alle funzioni di base, nel quale la rimozione di una qualsiasi delle parti causi la cessazione del funzionamento del sistema."--(Behe, Molecular Machines: Experimental Support for the Design Inference).

È molto importante rilevare che la definizione di sistema irriducibile proposta da Behe non richiede affatto che nessuna delle parti di un sistema irriducibile debba essere funzionale o vantaggiosa finché l'intero sistema non è in essere; invece ciò che deve essere non funzionale è il sistema irriducibile nel suo complesso. Secondo i Sostenitori del Disegno Intelligente questo fraintendimento della definizione ha prodotto molti tentativi di confutare un concetto di complessità irriducibile che non è quello in questione (vedi sotto).

Analizzando in dettaglio la questione ricordiamo che, secondo la teoria dell'evoluzione darwiniana, le variazioni genetiche avvengono senza un progetto o un intento specifico. L'ambiente 'seleziona' le varianti che meglio si adattano, che vengono quindi passate alle generazioni successive di organismi. I cambiamenti avvengono per la graduale azione delle forze naturali nel corso del tempo, forse lentamente, forse più velocemente (si veda equilibrio puntuato). Secondo il meccanismo darwiniano questo processo sarebbe in grado di 'creare' strutture complesse da inizi semplici, o di convertire strutture complesse da una funzione ad un'altra (si veda spandrel). La maggior parte dei promotori del disegno intelligente accettano la teoria dell'evoluzione per quello che riguarda i fatti scientifici accertati, cioè che la vita si sia sviluppata sulla Terra attraverso l'evoluzione da forme più semplici. Non accettano invece che tale evoluzione possa essere stata il prodotto unico del meccanismo darwiniano mutazione + selezione. In particolare ammettono che l'evoluzione possa avvenire attraverso la mutazione e la selezione naturale ad un 'micro livello', come quello di cambiare la frequenza relativa della lunghezza del becco nei fringuelli, ma asseriscono che non esiste alcuna prova o esperimento scientifico che validi il meccanismo darwiniano come capace di produrre la macroevoluzione, comprendente la nascita e la differenziazione delle specie dagli organismi minimi fino ai più complessi. Viene in particolare rilevata la profonda differenza concettuale tra asserire: 1. la possibilità di piccoli adattamenti a partire da strutture già complesse e ricche dal punto di vista informativo (cose per le quali il meccanismo casuale sembra essere adeguato), e 2. lo sviluppo, in base a meccanismi "ciechi", di strutture complesse e molto più ricche di informazione a partire da strutture più semplici (cose per le quali il meccanismo darwiniano non ha fornito alcuna prova di poter superare l'apparente impossibilità).

In tale contesto, la complessità irriducibile non viene affatto vista dai sostenitori del Disegno Intelligente come l'unico ostacolo concettuale alla credibilità di un'evoluzione puramente darwiniana, bensì come un ulteriore ostacolo in aggiunta a tanti altri. In particolare il meccanismo darwiniano ipotizzato per l'evoluzione non potrebbe render conto della complessità irriducibile di molte strutture biologiche: poiché la funzionalità del sistema irriducibile non viene mantenuta se una qualsiasi delle sue parti non è funzionante il meccanismo della selezione naturale (fondamentale nella teoria neo-darwiniana) non potrebbe, per definizione, agire su una funzionalità non ancora esistente per fissare una sequenza di mutazioni semplici avvenute casualmente. In questo modo, poiché il meccanismo evolutivo mutazione + selezione non ha modo di esplicare la sua azione relativamente alla produzione di una funzionalità non ancora presente, l'evoluzione di un sistema irriducibile non potrebbe essere ascritta al meccanismo darwiniano. È importante quindi sottolineare che per Behe la presenza di una complessità irriducibile non elimina teoricamente la possibilità che il sistema possa essere evoluto a seguito di "fortunate" mutazioni casuali senza il contributo della selezione naturale. Tuttavia in questo caso le probabilità di occorrenza del fenomeno scenderebbero praticamente a zero.

Behe usa l'esempio della trappola per topi per illustrare il concetto di complessità irriducibile. Una trappola per topi consiste di diverse parti che interagiscono—come la base e la molla—tutte queste devono essere presenti perché la trappola funzioni. La rimozione di una qualsiasi delle parti impedisce il funzionamento della trappola. Similarmente, i sistemi biologici richiedono diverse parti che funzionino assieme. Come evidenziato precedentemente i promotori del disegno intelligente sostengono che la selezione naturale, in base alla sua stessa definizione e modalità operativa, non può aiutare nell'evoluzione di questi sistemi, per i quali la scienza non è attualmente in grado di trovare un percorso evoluzionistico praticabile, di piccole modifiche successive, perché una data funzione è presente solo quando tutte le parti sono assemblate. Gli esempi di meccanismi irriducibilmente complessi fatti originalmente da Behe comprendevano il flagellum batterico dell'E. coli, la coagulazione del sangue, le cilia, e il sistema immunitario adattivo. In particolare il flagellum batterico è diventato il riferimento tipico da parte dei sostenitori del disegno intelligente in quanto la sua struttura complessa è quella di un nanomotore rotativo molecolare che appare come un capolavoro di nanoingegneria: miniaturizzazione, elevatissima velocità di rotazione (più di 20.000 giri al minuti), efficienza prossima ad uno, capacità di invertire il verso di rotazione in un tempo minimo. Per di più il corretto funzionamento del motore richiede una cinquantina di proteine, molte della quali sono essenziale al funzionamento del sistema e la cui eliminazione ne annulla completamente la funzione rendendo nullo il vantaggio selettivo associato alla funzione della funzione stessa. Inoltre i sostenitori del disegno intelligente fanno notare che la complessità e la rilevanza della struttura del flagello ha stimolato un'imponente ricerca specifica nel campo delle nanotecnologie per cercare di compiere un reverse engineering della struttura per cercare di imitare nelle tecnologie nanoelettroniche almeno alcune caratteristiche come la velocità di rotazione è l'efficienza. Sono disponibili in rete i particolari di tale ricerca, con foto e un video dettagliato che dimostrano l'estrema complessità e perfezione della funzionalità del flagellum[36].

[modifica] Critiche

La principale critica all'argomentazione della complessità irriducibile si basa sulla constatazione che in tutti gli organismi viventi, e in particolare per quanto riguarda gli esempi considerati da chi sostiene l'argomento della complessità irriducibile, esistono parti che hanno più funzioni contemporaneamente (molteplicità di funzioni), e funzioni che sono svolte da più parti (ridondanza). Il transito da funzione a funzione di una singola parte sarebbe quindi graduale, e perfettamente compatibile con l'idea di evoluzione. Secondo tale critica l'esempio della trappola per topi o dell'orologio (quest'ultimo reso celebre da William Paley nella sua opera sulla teologia naturale), critiche fatte a Darwin stesso fin dalla prima presentazione della sua teoria, non avrebbero quindi alcun senso. Viene in particolare osservato che i meccanismi progettati dall'uomo sono infatti progettati, essendo questa una delle preoccupazioni primarie di qualsiasi ingegnere, secondo regole di efficienze ed essenzialità, regole che non ha alcun senso applicare agli organismi viventi modellati dalla evoluzione naturale, a meno, appunto, di non partire dal preconcetto che questi siano stati progettati. In tal senso viene rilevato che le critiche e le risposte all'argomento della complessità irriducibile non sono cosa nuova, trovandosi i primi cenni già nell' Origine della Specie di Darwin stesso (per una trattazione divulgativa dei vizi formali e materiali che sarebbero presenti in questo argomento si può far riferimento ad uno qualsiasi dei saggi di Stephen Jay Gould). I sostenitori della complessità irriducibile non negano l'esistenza di differenze significative con i progetti ingegneristici di origine umana ma negano validità agli argomenti filosofici, introdotti per la prima volta da David Hume, utilizzati per restringere le possibilità stesse di riconoscimento di progetto. In particolare il rilevamento del progetto non sarebbe, come ipotizzato da Hume, né un argomento per analogia né un argomento per induzione ma un'inferenza alla migliore spiegazione possibile. Questa argomentazione è condivisa da diversi filosofi della scienza tra cui Alvin Plantinga e (significativamente in quanto evoluzionista) Elliott Sober, e sarebbe appoggiata dal fatto che lo stesso tipo di inferenza di un'attività progettuale è comunemente utilizzata senza problemi in diversi campi della scienza e della vita comune.

Nel merito della critica, i sostenitori della complessità irriducibile, affermano, peraltro che questi argomenti partono dal presupposto che l'argomentazione stessa assuma che le parti necessarie di un sistema siano sempre state necessarie, e quindi non sia stato possibile aggiungerle sequenzialmente. Su questa base i critici obiettano che potenzialmente qualcosa che inizialmente è semplicemente vantaggioso, può in seguito divenire necessario. Si cita a questo proposito come ad esempio, uno dei fattori coagulanti che Behe elencava come parte della complessità irriducibile della coagulazione dei sangue, venne scoperto non essere presente nelle balene[37], dimostrando che non era essenziale nel ciclo di coagulazione di quelle specie. Analogamente altre presunte strutture a complessità irriducibile sono riscontrabili in altri organismi come sistemi più semplici che utilizzano meno parti. Questi sistemi potrebbero aver avuto precursori ancor più semplici, oggi estinti. La risposta di Behe è che in realtà la complessità irriducibile di un sistema riguarda strettamente la funzionalità attuale del sistema nel suo complesso e non richiede affatto vincoli sull'irriducibilità di qualsiasi sua sottoparte, né che una o più sottoparti del sistema in esame non possano essere sottosistemi di altri sistemi a complessità irriducibile o meno. Un esempio spesso utilizzato a questo proposito riguarda oggetti meccanici; per es. un'automobile e una motocicletta possono contenere lo stesso sottosistema funzionante (per es. una pompa o un cruscotto) pur essendo ciascuno irriducibile rispetto alla sua funzionalità globale. Lo stesso discorso vale per i cicli di coagulazione del sangue; il fatto che alcuni mammiferi abbiano una differente struttura non sposta il fatto che in ciascun ciclo la funzionalità globale è irriducibile in base al meccanismo della selezione naturale e la sua evoluzione casuale potrebbe essere avvenuta in base a fenomeni casuali ad improbabilità enorme.

Sulla base del presupposto citato, sono stati proposti percorsi potenzialmente praticabili per sistemi presentati come aventi complessità irriducibile come la coagulazione del sangue, il sistema immunitario[38] e il flagellum[39], che erano tre degli esempi usati da Behe. Anche per l'esempio della trappola per topi venne proposto uno schema di riduzione da John H. McDonald[40]. Si afferma che se la complessità irriducibile è un ostacolo insormontabile per l'evoluzione, non dovrebbe essere possibile concepire tali percorsi e che Behe avrebbe ammesso che tali percorsi plausibili batterebbero le sue argomentazioni. Su questi punti i sostenitori dell' ID hanno obiettato che:

1. come già citato, la complessità irriducibile non riguarda affatto l'impossibilità di percorsi evolutivi tout court, ma il fatto che tale evoluzione non può essere stata pilotata dalla selezione naturale e dovrebbe quindi essere ascritta al caso puro, con tutta la sua improbabilità;

2. per i casi citati sono stati proposti percorsi evolutivi completamente ipotetici, definiti in modo estremamente sommario e che presuppongono comunque che vi sia stata tutta una serie di sistemi intermedi di cui non si ha traccia;

3. alla sommarietà ed ipoteticità delle descrizioni evolutive si aggiunge la mancanza di una descrizione ad un dettaglio minimo di come la selezione naturale possa avere condotto alla funzionalità del sistema irriducibile;

4. relativamente al presunto schema di riduzione del suo esempio della trappola per topi, Behe fa notare che ironicamente è evidente nel passaggio tra i diversi stadi l'opera di una intelligenza che ha potuto sopperito alla mancata azione da parte della selezione naturale; (riferimenti: [41], [42]).

Sulla base dello stesso presupposto, Niall Shanks e Karl H. Joplin hanno indicato che alcuni sistemi soddisfacenti la caratterizzazione fatta da Behe di complessità biochimica irriducibile, potrebbero sorgere naturalmente e spontaneamente come risultato di processi chimici auto-organizzanti[43]. Hanno inoltre affermato che ciò che i sistemi molecolari e biochimici evoluti in realtà mostrano e una complessità ridondante — un tipo di complessità che è il prodotto di un processo biochimico evoluto. Essi affermano che Behe ha sovrastimato l'importanza della complessità irriducibile, perché la sia visione semplice e lineare delle reazioni biochimiche deriva dallo scattare istantanee delle caratteristiche selettive di sistemi, strutture e processi biologici, ignorando al tempo stesso la complessità ridondante del contesto in cui queste caratteristiche sono naturalmente immerse e dal fare troppo affidamento su metafore troppo semplicistiche come quella della trappola per topi. In aggiunta, si è sostenuto che simulazioni al computer dell'evoluzione dimostrano che è possibile per la complessità irriducibile di evolvere naturalmente[44].

A questi rilievi i sostenitori del ID obiettano che le obiezioni di Shanks e Joplin non sarebbero pertinenti perché la complessità irriducibile non preclude affatto che uno sviluppo, seppure non pilotato dalla selezione naturale (che è il punto in questione), non possa essere influenzato, almeno in parte e per aspetti tutto sommato elementari, da processi auto-organizzanti. Osservano anzi che nessun processo auto-organizzante è stato dimostrato capace di ottenere una complessità sia pure infinitesima rispetto a quella degli esempi proposti da Behe. Per quanto riguarda invece l'articolo su Nature hanno addirittura osservato che, in base alla corretta definizione di complessità irriducibile, i risultati presentati mostrerebbero proprio il contrario e cioè che la selezione naturale non è in grado di facilitare l'evoluzione di questo tipo di sistemi[45]. Infatti le prove descritte in tale articolo hanno riguardato la simulazione dell'evoluzione di alcune semplicissimi operatori informatici (come per esempio l'operatore di uguaglianza EQU) tramite algoritmi evolutivi. In questo contesto simulativo gli autori sono stati in grado di ottenere l'evoluzione degli operatori target, ma questo è avvenuto solo nei casi in cui una funzione di costo selettiva era effettivamente definita ed operante per selezionare tra gli elementi della popolazione. Viceversa, in assenza di una funzione di costo selettiva definita ed operante nello spazio delle soluzioni, gli autori hanno dovuto ammettere di non avere riscontrata nessuna evoluzione degli operatori stessi. Ma poiché un sistema a complessità irriducibile è proprio caratterizzato dall'assenza di una funzione selettiva su una sua funzionalità incompleta, questi risultati dimostrerebbero proprio che gli algoritmi genetici non sarebbero in grado di selezionare tale sistema.

Un'altra obiezione è che nessuna delle argomentazioni di Behe, e dei sostenitori dell'ID, sarebbe in alcun modo confutabile da un esperimento, in quanto i loro argomenti farebbero infatti leva esclusivamente sul tentativo di spiegare in modo solo apparentemente più semplice, ma in realtà non spiegando (affermando cioè che la creazione è opera di qualcuno), i meccanismi di evoluzione (da loro stessi ammessi). In questo modo si porrebbero al di fuori della scienza, che non ammette, non tanto le teorie per le quali esistano prove a favore (e, per quanto riguarda la teoria di Darwin ne esistono innumerevoli), ma, per quanto sembri paradossale, le teorie che ammettano la possibilità di essere confutate. Questa critica viene presa seriamente dai sostenitori della teoria che ribattono: 1. la complessità irriducibile di un esempio come il flagello sarebbe falsificabile semplicemente proponendo ed effettuando un esperimento o almeno una simulazione dettagliata che renda conto della possibilità di evoluzione della struttura in modo naturale, per effetto della sola mutazione+selezione naturale senza l'apporto "intelligente" esterno, 2. quindi l'affermazione di complessità irriducibile di un sistema sarebbe teoricamente falsificabile e in quanto tale scientifica, 3. all'obiezione di non falsificabilità pratica si può semplicemente chiedere se il meccanismo neodarwiniano sarebbe da questo punto di vista più falsificabile.

[modifica] Complessità specificata

Per approfondire, vedi la voce Complessità specificata.

Il concetto di complessità specificata' del disegno intelligente venne sviluppato dal matematico, filosofo e teologo William Dembski. Dembski sostiene che quando qualcosa mostra una complessità specificata (ovvero qualcosa che è al tempo stesso complesso e specificato) si può inferire che sia stato prodotto da una causa intelligente (ovvero è stato progettato), piuttosto che sia il risultato di processi naturali. Egli fornisce i seguenti esempi: "Una singola lettera dell'alfabeto è specificata senza essere complessa. Una lunga frase composta da lettere casuali è complessa senza essere specificata. Un sonetto di Shakespeare è sia complesso che specificato." (Intelligent Design, p. 47) Dembski sostiene che i dettagli delle creature viventi possono essere caratterizzati in modo simile, in particolare i "pattern" delle sequenze molecolari in molecole biologiche funzionali come il DNA.

Dal punto di vista matematico la giustificazione statistica data da Dembski è sostanzialmente basata sull'applicazione al rilevamento di progetto del criterio statistico fisheriano (da Ronald Fisher, uno dei fondatori dell'approccio statistico) di rigetto dell'ipotesi casuale. In poche parole, il caso può essere statisticamente escluso, con una confidenza prefissata, in base alla probabilità che casualmente vengano rilevati elementi contenuti all'interno di un insieme di rigetto definibile in due modi: 1) a priori o 2) in base al contenuto informativo. 1) La definizione a priori serve a rendere la detezione dell'evento indipendente dalla scelta dell'insieme di rigetto, evitando così scelte selettive. Se per es. viene fissato a priori un pattern specificato per 1000 lanci di una moneta p="TTCCCTTTT...TCT" e se questo pattern esce effettivamente in una sequenza reale di lanci, la probabilità che ciò dipenda dal caso è di 2^-1000. In base alla statistica fisheriana, per escludere l'ipotesi casuale è sufficiente che il reciproco di questo numero sia significativamente maggiore del numero massimo di ripetizioni della sequenza di lanci in qualsiasi circostanza. 2)Il secondo modo di specificare i pattern dell'insieme di rigetto è legato alla misura di non casualità della sequenza; ciò perché il numero di sequenze non casuali è significativamente inferiore al numero di sequenze non casuali. In particolare, rispetto al caso 1, viene introdotta una misura di specificità della sequenza legata alla sua compressibilità (definita in base alla teoria dell'informazione algoritmica di Chaitin-Kolmogorov-Solomonoff). Per es, nel caso del lancio di moneta la sequenza p="TTTTTT...TTTT", costituita da 1000 T, è non casuale perché massimamente comprimibile essendo caratterizzata da una descrizione algoritmica minima. In termini statistici questo viene considerato moltiplicando la Pr. della singola sequenza per il numero di sequenze simili dotate di descrizione algoritmica al massimo della stessa lunghezza (per l'esempio precedente 2 sole sequenze).

Allo scopo di definire un limite inferiore universale per la Pr. di rigetto Dembski definisce una probabilità di 1 su 10150 come il "limite di probabilità universale". Il suo valore corrisponde all'inverso del limite superiore del "numero totale di [possibili] eventi specificati nel corso di tutta la storia cosmica," così come è stato calcolato da Dembski (The Design Revolution, p. 85). Secondo questo approccio, nell'esempio del lancio di 1000 monete il caso viene escluso per una sequenza di 1000 T in quanto 2-1000 < 10-150. Dembski definisce l'informazione complessa specificata (ICS) come informazione specificata avente probabilità inferiore a questo limite. (I termini "complessità specificata" e "informazione complessa specificata" vengono usati in modo intercambiabile.) Dembski argomenta che l'ICS non può essere generata solo dai meccanismi naturali conosciuti della legge fisica e del caso, o da una loro combinazione. Egli sostiene che ciò avviene perché tali leggi possono solo variare o perdere informazione, ma non la producono, e il caso può produrre informazioni complesse non specificate o informazioni specificate non complesse, ma non ICS; Dembski fornisce un'analisi matematica che a suo parere dimostrerebbe che le leggi e il caso, anche operando assieme, non possono produrre ICS. Dembski e altri promotori del disegno intelligente sostengono che l'ICS si spiega nella maniera migliore come dovuto ad una causa intelligente ed è quindi un indicatore affidabile dell'esistenza di un progetto.

[modifica] Critiche

La correttezza concettuale dell'argomentazione di Dembski sulla complessità specificata/ICS, è fortemente contestata dai critici del disegno intelligente. Per prima cosa i critici sostengono che Dembski confonde la questione usando il termine "complesso" nello stesso modo in cui gran parte della gente userebbe il termine "improbabile". Egli definisce l'ICS come qualsiasi cosa che ha meno di una probabilità su 10150 di accadere per caso (naturalmente). I critici sostengono che ciò rende l'argomentazione una tautologia: l'ICS non può accadere naturalmente perché Dembski l'ha definita in tal modo, quindi la vera questione diventa il decidere se l'ICS esista o meno in natura. Essi sostengono che Dembski non tenta di dimostrare ciò, ma invece assume semplicemente come data l'esistenza dell'ICS, e quindi procede a sostenere che è un indicatore affidabile del disegno. A sostegno della sua posizione, Dembski ribatte che tali obiezioni riguardano piuttosto la validità del criterio di rigetto statistico fisheriano la cui fondazione matematica è alla base della definizione di ICS. E poiché tale criterio di rigetto è normalmente utilizzato in campo scientifico per la validazione di ipotesi di casualità e correlazione la critica all'esistenza dell'ICS invaliderebbe uno dei metodi statistici più utilizzati e proficui nell'indagine scientifica. Inoltre spesso i critici del metodo di Dembski propongono come unico criterio alternativo di validazione dell'ipotesi di disegno (e di non casualità in genere) il confronto tra diverse ipotesi basato sull'approccio bayesiano. Tuttavia tale metodo pone problemi spesso insuperabili nella determinazione delle Probabilità a priori, e risulterebbe quindi praticamente inutile in quasi tutti i problemi reali di rigetto della casualità, tanto è vero che non viene praticamente mai utilizzato in questo contesto.

Un'altra critica alla complessità specificata fa riferimento al problema dell'"esito arbitrario ma specifico" (ad esempio, è improbabile che una data persona vinca una lotteria, ma d'altra parte la lotteria avrà comunque un vincitore). In altri termini si argomenta che sostenere che le possibilità di vincita per ogni singolo giocatore siano molto improbabili non equivale a dimostrare che esiste qualche probabilità che non vinca nessuno. A questa critica viene obiettato che lo stesso esempio della lotteria può efficacemente essere portato proprio a sostegno della complessità specificata. In particolare la vincita alla lotteria sarebbe oggettivamente ed assolutamente improbabile se la lotteria stessa prevedesse un'estrazione tra 10^100 numeri (cioè con numeri di serie di 100 cifre) in presenza di soli 10^9 biglietti venduti. Infatti in tal caso la probabilità di vincita da parte di uno qualsiasi dei possessori di biglietto sarebbe pari a 10^9/10^100 = 10^-91 ; un valore tale da rendere assolutamente improbabile una qualsiasi vincita in tutta la storia dell'universo anche in presenza di un'estrazione al secondo in tutti i pianeti dell'universo conosciuto.

In un'altra critica è stato argomentato che "si sta semplicemente esplorando uno spazio delle possibilità", e noi, in quanto animali che cercano strutture, stiamo semplicemente imponendo strutture, e quindi obiettivi, dopo i fatti."[46], notando inoltre che esiste molta informazione ridondante nel genoma, il che rende il contenuto molto inferiore rispetto al numero di coppie di basi usate. Tuttavia tali critiche vengono respinte osservando in primo luogo che il metodo di definizione del pattern di rigetto dell'ipotesi di casualità prevede esplicitamente l'esclusione di pattern scelti "post eventum", e questo proprio per evitare la scelta di strutture adattate agli eventi ("cherry picking"). Riguardo al contenuto ridondante del genoma viene obiettato che le sue enormi dimensioni fa sì che il contenuto informativo sarebbe enorme anche in presenza di una grande ridondanza. Infatti se 3*10^9 basi ACGT hanno, se utilizzate con ridondanza nulla un potenziale di informazione pari a 4^3.000.000.000 bit, in presenza di una ridondanza del 90% il potenziale di informazione sarebbe pur sempre pari a 4^300.0000.000 bit).

La critica più comune al concetto di complessità specificata riguarda il riferimento al meccanismo evolutivo. Si afferma cioè che non è corretto assumere che diversi processi e strutture biologiche sorgano tutti assieme, nella loro forma attuale, per puro caso, ma che qualsiasi sistema biologico è composto da numerosi sistemi più piccoli e basilari, che durante l'evoluzione avrebbero lavorato simbioticamente per creare via via strutture più grandi. In tal modo sarebbe più facile assumere che si siano avute reazioni più semplici e quindi più probabili, che hanno fornito il materiale per strutture più grandi e complesse. I sostenitori della teoria fanno rilevare che nessun esperimento ha finora minimamente dimostrato che la formazione di strutture anche minimamente complesse sia possibile in accordo con il meccanismo darwiniano di mutazione + selezione. In assenza di un tale riscontro sembra perfettamente lecito e scientificamente fondato ritenere che l'apparente improbabilità della macroevoluzione darwiniana rispecchi, fino a prova contraria che per adesso è assente, una sua incapacità intrinseca.

Un altro punto battuto dai critici della teoria è che la probabilità relativa da considerarsi nelle stime di complessità specificata dovrebbe tenere conto delle dimensioni dell'universo. Ad esempio, si stima ci siano 125 miliardi (10^11) o più di galassie nell'universo, con circa 100 miliardi (10^11) di stelle in ognuna (quindi un totale stimato di almeno 10^22 stelle). Poiché le stelle hanno una possibilità di avere un sistema con pianeti di tipo terrestre e data la loro gamma e i vari elementi esistenti nell'universo, moltiplicati per la cifra precedente riguardante il numero di stelle, è possibile assumere che la possibilità che un insieme di circostanze porti alla vita sia percepibile. Si deve inoltre tener conto che di tutte le possibili reazioni chimiche casuali che sono occorse nella storia dell'universo. I sostenitori della teoria, pur concordando che tale argomento è istintivamente intrigante e molto diffuso, rispondono a loro volta che il numero di possibili reazioni chimiche verificatesi nell'universo nel corso di tutta la sua storia è comunque strettamente limitato (< 10^120) e che anche in presenza di un numero enorme di pianeti potenzialmente adatti all'evoluzione della vita ciò non potrebbe rendere di per se' possibile una sequenza evolutiva qualora la sua probabilità intrinseca fosse infinitesima; per es. ipotizzando una probabilità di 10^-200 per l'evoluzione, otterremmo una probabilità di 10^-178 per l'ottenimento di un solo caso evolutivo complesso nell'intero universo.

L'approccio darwinista è descritto bene da Martin Nowak, un professore di matematica e biologia evoluzionistica di Harvard, il quale sostiene che "Non possiamo calcolare la probabilità che un occhio sia venuto in essere. Non abbiamo le informazioni per fare un simile calcolo."[47] I sostenitori dell'ICS ribattono che comunque l'evoluzione di una struttura come l'occhio ha richiesto una lunghissima sequenza di eventi con bassissima probabilità di occorrenza e un numero strettamente limitato di individui ai quali applicarsi durante l'evoluzione della vita sulla terra. In tale situazione l'approccio scientificamente corretto sarebbe invece quello di mettere in seria questione la probabilità stessa dell'ipotesi casuale invece di assumerla erroneamente come fatto già stabilito.

[modifica] Universo finemente regolato

Un altro argomento portato avanti dai promotori del disegno intelligente riguarda le caratteristiche dell'universo in cui viviamo, che appare essere un universo finemente regolato. Da questa osservazione essi propongono che l'emergere naturale di un universo con tutte le caratteristiche necessarie alla vita sia incredibilmente improbabile; quindi, un architetto intelligente della vita era necessario per assicurare che le caratteristiche richieste fossero presenti per ottenere come particolare esito l'universo conosciuto e le sue caratteristiche, ivi compresa la vita biologica. Le opinioni all'interno della comunità scientifica sono ancora divise sulla questione dell'"universo finemente regolato"; in particolare possiamo osservare che questa particolare spiegazione (che prevede la stima di una probabilità estremamente bassa per l'occorrenza dell'universo conosciuto) è fondata sul presupposto che l'universo sia singolo e non infinito. La questione dell'infinità (nel senso non solo spaziale, ma per quanto riguarda la quantità di materia contenuta) o meno dell'universo o della presenza o meno di infiniti universi (multiverso), è largamente speculativa e vi sono fondati motivi per ritenere che la questione stessa sia epistemologicamente non risolvibile. Infatti, a causa della finitezza della velocità della luce, l'unica certezza empirica a nostra disposizione è che il raggio dell'universo che possiamo attualmente, e presumibilmente potremo, osservare è strettamente limitato (attualmente sopra i 10^10 anni luce). Adottando cosmologie basate su un universo infinito o su un multiverso, un gran numero di scienziati e di statistici respingono l'argomentazione basata sull'universo finemente regolato come non fondata dal punto di vista statistico. A ciò viene obiettato che dal punto di vista scientifico sembrerebbe invece perfettamente corretto effettuare inferenze statistiche in base a ciò che conosciamo con certezza piuttosto che limitare la nostra azione in base a presupposti non dimostrati né dimostrabili come l'ipotesi di universo infinito; e che inoltre l'occorrenza del Big Bang rappresenta un indicatore potente di un universo limitato non solo nello spazio e nella materia ma anche nel tempo.

Notiamo inoltre che all'interno della corrente principale della fisica questa questione è legata a quella del principio antropico, la cui forma debole è basata sull'osservazione che le leggi della fisica devono permettere la vita, poiché noi osserviamo che la vita esiste. La forma forte comunque, asserisce che le leggi delle fisica devono aver reso possibile il sorgere della vita. Per quanto detto sopra (adozione di cosmologie che prevedono universo o universi infiniti) la forma forte è una posizione distintamente minoritaria e altamente controversa.

[modifica] Critiche
I critici delle argomentazioni del disegno intelligente in biologia tendono a criticarne le argomentazioni anche riguardo alla forma debole del principio antropico, sostenendo che, anche se la vita come la conosciamo non potrebbe esistere se le cose fossero differenti, si potrebbe ipotizzare che al suo posto potrebbero essersi sviluppate forme diverse di vita. Un'altra critica riguarda l'argomentazione basata sull'estrema improbabilità di un universo che supporti la vita, che viene vista come una argomentazione per mancanza di immaginazione, perché assumerebbe implicitamente che nessuna altra forma di vita sia possibile (sciovinismo del carbonio). D'altra parte i sostenitori del disegno intelligente affermano che non si può scientificamente negare che le caratteristiche chimiche dei composti chimici basati sul carbonio siano al meglio delle nostre conoscenze oggettivamente superiori a quelle di altre soluzioni proposte (ma non realizzatesi); inoltre il carbonio costituisce la base dell'unica tipologia di vita biologica rilevata finora nell'universo. Per questo motivo i sostenitori dell'universo finemente regolato vedono piuttosto nelle obiezioni degli scettici un'argomentazione per eccesso di immaginazione, basata cioè non sui fatti scientificamente stabiliti (cioè su ciò che effettivamente esiste) ma su speculazioni scientifiche (cioè su ciò che potrebbe ipoteticamente esistere).
Alcune di queste argomentazioni riguardo alla formazione dell'universo si basano sull'ipotesi, non dimostrata né dimostrabile, che alcune delle condizioni iniziali dell'universo avrebbero potuto essere diverse; su questi presupposti Stephen Hawking e James Hartle hanno argomentato che partendo dalle condizioni iniziali dell'universo, vale a dire il momento immediatamente successivo al Big Bang, si sarebbe potuto formare un gran numero di tipi di universo. Secondo i calcoli basati su queste ipotesi le possibilità di formazione del tipo di universo in cui viviamo, detto "universo di tipo Hartle-Hawking" sarebbe superiore al 90%. Quindi, la possibilità che il nostro particolare universo si sia formato potrebbe essere anche piccola, ma la possibilità che un universo dello stesso tipo, con stelle, pianeti e gli altri elementi necessari a creare la vita, come sappiamo esser uscita dal Big Bang, potrebbe essere superiore al 90%, quindi niente affatto improbabile.
Un'altra argomentazione avanzata da alcuni nell'ambito della cosmologia riguarda la possibilità matematica di un multiverso; ciò permetterebbe a molti tipi di universo di sorgere simultaneamente, e il nostro potrebbe essere uno di quelli possibili. Le teorie sul multiverso sono, come la precedente, completamente speculative e prive di qualsiasi verifica sperimentale e di predizioni verificate, anche se alcuni astronomi reputano ipotizzabile che la gravità possa fuoriuscire in altre dimensioni, in scenari previsti dalla cosmologia brane, e questo potrebbe potenzialmente permettere di avere un primo dato osservabile a supporto di queste teorie che sono e forse saranno comunque destinate a rimanere nel campo delle ipotesi speculative. Osserviamo inoltre che, come già osservato, non sarebbe comunque metodologicamente possibile la verifica sperimentale di tutte queste ipotesi per la parte che concerne l'infinità dell'universo o la molteplicità infinita del multiverso. Poiché l'infinità delle risorse disponibili nell'universo rappresenta di fatto l'unico punto importante per la questione che stiamo trattando, i sostenitori del disegno intelligente rilevano che comunque l'unica ipotesi scientificamente ed empiricamente sostenibile è quella di un universo osservabile finito.

[modifica] Altre critiche al disegno intelligente

[modifica] Revisone scientifica paritaria

Dembski ha scritto che "Forse il motivo migliore [per essere scettici su questa teoria] è che il disegno intelligente deve ancora stabilirsi come un fiorente programma di ricerca scientifica."[48] I critici infatti affermano che i promotori del disegno intelligente, non sottoporrebbero articoli alle riviste relative alle scienze naturalistiche con revisione paritaria, o imposterebbero una "revisione tra pari" solo di sostenitori del disegno intelligente. I promotori ribattono che il problema semmai è limitato alle riviste di biologia ma che comunque anche in questo ramo alcuni articoli basati sulla loro teoria sono stati pubblicati con revisione paritaria su questo tipo di riviste. Affermano inoltre che la difficoltà per una presenza più massiccia in riviste di biologia è dovuta al fatto che i concetti a supporto del disegno intelligente verrebbero costantemente esclusi dal discorso scientifico principale. Essi affermano che ciò avviene perché gli argomenti del disegno intelligente sfidano i principi di uno stretto naturalismo filosofico e uniformitarianismo che sarebbero, a loro parere, accettati senza un reale fondamento dal grosso della comunità scientifica. Quindi i sostenitori del disegno intelligente ritengono che la ricerca orientata verso un progettista intelligente venga spesso rigettata semplicemente perché devia da queste "convinzioni dogmatiche", senza considerare i meriti delle loro specifiche affermazioni. Oltre a questa spiegazione vengono aggiunte altre motivazioni, quali i lenti tempi di pubblicazione delle riviste e la necessità, a questo stadio, di ampliare la base dei ricercatori interessati diffondendo i concetti del Disegno Intelligente in libri e organizzando conferenze sull'argomento. Per esempio, in un intervista del 2001 William Dembski affermò che sottopone pochi articoli alle riviste revisionate pariteticamente a causa sia dei loro lenti tempi di stampa sia perché in questo momento è necessario fare opera di informazione pubblicando libri sull'argomento e svolgendo dibattiti e conferenze, cosa che tra l'altro permette di riceverne un maggior profitto in termini economici.[49]

Secondo i critici, la tesi di un pregiudizio sistemico naturalistico sarebbe un attacco ad hominem, studiato per coprire la mancanza di successi significativi nel produrre dati o teorie scientificamente testabili e verificabili, sostenendo che esiste una cospirazione nei loro confronti. Inoltre affermano che questo è un argomento comunemente usato dai sostenitori di opinioni pseudoscientifiche (soprattutto dagli entusiasti degli UFO), e che il pregiudizio percepito è semplicemente il risultato del fatto che il disegno intelligente non sarebbe scientifico né adeguatamente supportato. I sostenitori del disegno intelligente non solo respingono l'accusa di attacchi "ad hominem", affermando di rispecchiare semplicemente la realtà delle cose, ma rivolgono la stessa accusa ai critici della loro teoria indicando a sostegno di questo la frequenza e l'intensità di attacchi personali svolti sia su web che sulla stampa nei confronti dei sostenitori del disegno intelligente, oltre a documentare casi specifici di persone rimosse dai loro incarichi di insegnamento o di ricerca solo per aver manifestato interesse per il disegno intelligente.

Riguardo alla pubblicazione su riviste con revisione paritaria fanno inoltre notare che per esempio nel 2004 un articolo di Stephen C. Meyer, Direttore del "Discovery Institute's Center for Science & Culture", apparve nella rivista revisionata pariteticamente, Proceedings of the Biological Society of Washington[50]; il riferimento è significativo perché tale rivista è collegata allo Smithsonian Institute che è una dei più noti e autorevoli istituti nel campo delle scienze naturali. Per questo motivo, la rilevanza di questo articolo è stata pesantemente criticata dai critici più radicali del disegno intelligente che lo vedono come "un edificio retorico tramite omissione di fatti rilevanti, citazioni selezionate, analogie sbagliate, demolizione di argomenti deboli e interpretazioni tendenziose." [51]. A tali attacchi i sostenitori della teoria hanno risposto osservando che le argomentazioni a favore del disegno intelligente presenti nell'articolo sono tutte documentate e dettagliate proprio facendo riferimento a debolezze reali della teoria neo-darwiniana, e che l'unico motivo per criticarne le argomentazioni risiederebbe nelle conclusioni che derivano dai fatti presentati e che demoliscono la credibilità del paradigma neo-darwiniano. Il clamore conseguente alla disputa e ha portato l'editore della rivista ad avallare[52] una risoluzione pubblicata dall'"American Association for the Advancement of Science" (un'associazione che promuove un approccio strettamente naturalistico alla scienza e quindi ritenuta di parte dai sostenitori del disegno intelligente) che affermava non esistere prove scientifiche credibili a supporto del disegno intelligente.[53] Le ragioni della rivista per disconoscere l'articolo vennero tuttavia negate da Richard Sternberg, che era caporedattore all'epoca in cui l'articolo venne presentato, e successivamente lasciò la direzione editoriale al momento della sua pubblicazione.[54]

Questo fatto è indicativo di una polarizzazione netta di posizioni sulla scientificità del disegno intelligente. I critici dell'articolo imputano a Sternberg pregiudizi creazionisti in materia, essendo egli anche membro della direzione editoriale del Baraminology Study Group, un organizzazione con una agenda creazionista; tuttavia il Baraminology Study Group, e l'interessato, affermano invece che Stemberg non è affatto un creazionista ed anzi nell'ambito di tale organizzazione agisce principalmente come revisore scettico.[55] Di conseguenza, questo fatto viene citato dai sostenitori del disegno intelligente come prova evidente dello stretto controllo naturalistico sulle riviste del settore, anche in considerazione del fatto che lo stesso Sternberg ha lamentato di essere stato "bersaglio di rappresaglie e molestie" in una successiva causa di lavoro, citando a supporto di cuò una lettera dello United States Office of Special Counsel.[56]

I promotori del disegno intelligente hanno anche portato come prova di revisione tra pari un articolo di Michael Behe e David W. Snoke pubblicato nella rivista Protein Science nel 2004. La sopra citata polarizzazione delle posizioni sarebbe ulteriormente dimostrata dal fatto che, pur non potendo eccepire sulla qualità e sulla revisione dell'articolo, i critici hanno messo in dubbio la sua pertinenza alla questione in discussione perché esso non conterrebbe una teoria del disegno né farebbe alcun tentativo di modellare un processo del disegno intelligente o proporre alternative all'evoluzione neo-darwiniana. A ciò viene ribattuto che tale critica è pretestuosa perché il disegno intelligente è supportato pesantemente dall'articolo in quanto esso mostra l'irriducibilità di un sistema biochimico apparentemente non evolvibile con l'aiuto del solo paradigma neo-darwiniano caso+necessità.

[modifica] Ipotesi sul progettista o i progettisti

Anche se il movimento per il disegno intelligente è spesso ritratto dai critici come una variante del creazionismo basato sulla Bibbia, le argomentazioni del disegno intelligente sono formulate in termini completamente secolari, infatti non fanno alcun riferimento alla Bibbia o ad alcuna religione, né identificano in un dio il progettista. Di fatto, gli argomenti chiave proposti dal disegno intelligente sono così generici che la nozione stessa di "progettista intelligente" sarebbe perfino compatibile con ipotesi non teiste, come per esempio l'introduzione della vita sulla Terra da parte degli alieni (come predicato dal movimento Raeliano), o quella della panspermia. Inoltre tali argomenti, non richiedendo esplicitamente interventi continui e puntuali del progettista, sono compatibile con quelli avanzati dai progettisti dell'"universo finemente regolato". Uno di questi è l'astronomo Guillermo Gonzales che, insieme ad un altro noto sostenitore del disegno intelligente Jay Richard, ha scritto sull'argomento il libro The privileged planet, in cui si argomenta che la posizione della Terra nella Galassia e le sue caratteristiche sarebbero singolarmente correlate per consentire sia la nascita e lo sviluppo della vita intelligente sia per favorire la ricerca scientifica e l'esplorazione.

D'altra parte il disegno intelligente, non escludendo l'azione teleologica da parte di entità non strettamente naturalistiche, è compatibile con posizioni teistiche di vario tipo. Per esempio alcuni promotori del creazionismo e del disegno intelligente rigettano il concetto cristiano di onnipotenza e onniscienza da parte di Dio, e appoggiano il teismo aperto o la teologia di processo.

Secondo molti critici i ricercatori del disegno intelligente dovrebbero spiegare perché gli organismi vennero progettati come sono, sostenendo che molti esempi presenti in biologia renderebbero l'ipotesi del progetto improbabile. Per esempio Jerry Coyne dell'Università di Chicago si chiede: "Perché un progettista intelligente creerebbe milioni di specie per farle estinguere, rimpiazzandole con altre e ripetendo il processo varie volte? ... Perché il progettista ha dato delle ali piccole e non funzionali ai kiwi? O occhi inutili agli animali che vivono nelle grotte? O un transitorio mantello di peli al feto umano?... Perché il progettista ci ha dato un modo per produrre vitamina C, per poi distruggerlo disabilitando uno dei suoi enzimi? Perché il progettista intelligente ha riempito le isole oceaniche di rettili, mammiferi, anfibi e pesci d'acqua dolce, nonostante la non idoneità di tali isole per queste specie? E perché avrebbe fatto assomigliare la flora e la fauna di queste isole a quella del continente più vicino, anche quando i due ambienti sono molto differenti?"[57]

A questo tipo di obiezioni i ricercatori del disegno intelligente rispondono che in realtà, come per ogni situazione in cui sia coinvolta l'attività di entità intelligenti, non siamo in grado di comprendere i motivi del progettista. Ad esempio Behe in Darwin's Black Box argomenta che: "Caratteristiche che ci colpiscono come strane, potrebbero esser state date dal progettista per vari motivi--per ragioni artistiche, per mettersi in mostra, per qualche scopo pratico non ancora individuabile, o per qualche ragione non intuibile". Aggiungono inoltre che questa conoscenza non sarebbe necessaria per inferire scientificamente l'esistenza di un progetto poiché lo scopo del disegno intelligente è proprio rilevare chiare ed evidenti prove scientifiche dell'esplicarsi di un progetto nella cosmologia e nella biologia, indipendentemente dalle motivazioni e dalle scelte del progettista. Rilevano anzi che, proprio dal punto di vista naturalistico, sarebbe scientificamente scorretto pretendere queste spiegazioni da parte del disegno intelligente quando la stessa cosa non viene metodologicamente richiesta per progetti naturalistici come il SETI. Infatti, allo stesso modo di come si propone di fare in biologia il disegno intelligente, i ricercatori del SETI potrebbero inequivocabilmente rilevare un segnale "alieno" senza tuttavia potere assolutamente conoscere alcunché sulle motivazioni e sulle modalità di progetto del segnale ricevuto dallo spazio. D'altra parte i critici come Coyne obiettano che la possibilità di motivi mutuamente contraddittori e "non intuibili", così come l'esistenza di progetti non ottimali indicherebbe che il disegno intelligente non è falsificabile e quindi non è scientifico. Ciò viene negato dai sostenitori del disegno intelligente i quali osservano che per esempio anche da un punto di vista strettamente teologico la benevolenza del creatore non implica affatto il bisogno di una perfezione fisica nella Creazione né l'assenza del male dal mondo (le problematiche teologiche relative alla giustificazione della presenza del male nel mondo sono oggetto di studio della teodicea); inoltre sarebbe epistemologicamente scorretto richiedere in ambito scientifico al disegno intelligente risposte che sono piuttosto pertinenti all'ambito filosofico e teologico.

[modifica] "Cosa (o chi) ha progettato il progettista?"

Sollevando la questione della necessità di un progettista per gli oggetti a complessità irriducibile, il disegno intelligente solleva anche la questione se il progettista debba a sua volta essere progettato e se sì cosa o chi avrebbe progettato il progettista. In particolare i critici argomentano nel modo seguente.

1. In base alle sue stesse argomentazioni ogni progettista capace di creare complessità irriducibili deve essere anch'esso irriducibilmente complesso.

2. Se alla domanda "chi lo ha ha progettato?" si risponde con argomenti teologici, invocando una causa non causata come una divinità, l'obiezione è che il disegno intelligente si ridurrebbe al creazionismo religioso.

3. Se venisse postulata l'esistenza di anche una singola causa non causata nell'universo, ciò contraddirebbe l'assunto fondamentale del disegno intelligente, per cui ogni oggetto complesso richiede un progettista.

4. Se, in caso contrario, la successione di progettisti potesse continuare all'infinito, l'obiezione è che questo creerebbe un paradosso logico nel disegno intelligente, lasciando così pendente la questione della creazione del primo progettista.

Quindi, secondo gli oppositori, qualsiasi tentativo di aggiustare le ipotesi del disegno intelligente, o produrrebbe una contraddizione, o lo ridurrebbe a un credo nel creazionismo religioso. In quest'ultimo caso non vi sarebbe contraddizione alcuna ma il disegno intelligente cesserebbe di essere una teoria falsificabile e perderebbe la sua abilità si autosostenersi come teoria scientifica. In particolare Richard Dawkins, sostiene che il disegno intelligente prenderebbe semplicemente la complessità richiesta per l'evoluzione della vita spostandola sul "progettista" senza spiegare come la complessità si sia generata in primo luogo. [58]

I sostenitori del disegno intelligente controbattono che l'intera argomentazione è basata su un ragionamento errato:

1. Anche se è vero che un progettista capace di creare complessità irriducibili deve essere necessariamente più complesso di ciò che ha generato, il disegno intelligente non ha affatto tra i suoi assunti fondamentali che ogni oggetto o entità complessa debba richiedere un progettista; questo è un requisito, che deriva semmai dall'applicazione di un assioma strettamente naturalistico che non solo non è dimostrato, ma anzi è proprio l'oggetto del contendere; sarebbero quindi proprio i sostenitori del neo-darwinismo a cadere in contraddizione logica svolgendo un ragionamento circolare.

2. Nelle argomentazioni non è necessario introdurre argomenti teologici, invocando una causa non causata come una divinità, perché il disegno intelligente si limita all'inferenza del progetto senza andare oltre alla ricerca delle motivazioni e della natura del progettista; è del tutto indifferente da questo punto di vista che vi sia un progettista primo o che vi sia una catena infinita di progettisti; quindi non richiede affatto come presupposto il creazionismo religioso.

3. Inoltre la metodologia stessa della scienza naturalistica deve accettare una regressione all'infinito di modelli e spiegazioni relativi ai fenomeni naturali; sarebbe quindi completamente contraddittorio accusare di paradosso logico il disegno intelligente, che limita volutamente i suoi obiettivi, quando semmai questa accusa e l'affermazione di Dawkins sarebbero a maggior ragione applicabili alla scienza naturalistica.

Quindi, secondo i sostenitori, nella metodologia e nelle argomentazioni del disegno intelligente non ci sarebbe alcuna contraddizione logica, o confusione con il creazionismo religioso e il disegno intelligente manterrebbe a pieno titolo le sue caratteristiche di teoria scientifica.

[modifica] Argumentum ad ignorantiam

Alcuni critici hanno sostenuto che molti punti sollevati dai promotori del disegno intelligente ricordano l'argumentum ad ignorantiam. In questo tipo di errore logico, qualcuno sostiene che la mancanza di prove a supporto di un punto di vista sia una prova del punto di vista di qualcun altro (ad esempio: "La scienza non può spiegarlo, quindi è opera di Dio"). Viene citata per esempio la richiesta da parte di Michael Behe per una spiegazione più dettagliata dell'evoluzione storica dei sistemi molecolari che, secondo i critici, sembrerebbe presumere una dicotomia dove o l'evoluzione o il progetto sono la spiegazione giusta, e ogni fallimento percepito dell'evoluzione diventa una vittoria del progetto. I critici affermano invece che che in termini scientifici, "l'assenza di prove non è prova dell'assenza" di spiegazioni naturalistiche dei tratti osservati negli organismi viventi. I sostenitori del disegno intelligente obiettano però che dal punto di vista filosofico gli argomenti ad ignorantiam puri sono nella vita reale estremamente rari e fanno riferimento soprattutto a situazioni ad elevata implausibilità (come il famoso "drago nel garage" di Sagan). Nella maggior parte dei casi pratici, i ragionamenti sono inferenze alla migliore spiegazione possibile, e la loro verosimiglianza può aumentare fin quasi alla certezza utilizzando implicitamente la forma logica del modus tollens per la quale, avendo 2 proposizioni p e q e sapendo che p implica q (p->q), dalla negazione di q si può dedurre la negazione di p (!q => !p)[59]. Nel caso dell'evoluzione biologica la proposizione p afferma che l'evoluzione è avvenuta secondo il meccanismo neo-darwiniano e la proposizione q (implicata da p) riguarda la presenza di conferma sperimentale e di plausibilità statistica di tale meccanismo nel generare la complessità biologica. Dopodiché, rilevata l'estrema implausibilità probabilistica di una evoluzione per mutazione puramente casuale (in base alla complessità molecolare, morfologica e funzionale, alla statistica genetica, e ai riscontri fossili), si può sostenere che vale !q, deducendone poi !p e utilizzandolo a supporto dell'ipotesi del disegno intelligente.

[modifica] Comicità

  • Flying Spaghetti Monsterism - Una religione che parodizza il disegno intelligente
  • Fallimento intelligente - Una parodia del disegno intelligente
  • Pandamonium [60] - Videogioco a favore del disegno intelligente.
  • The Visigoths are Coming! [61] - Vignetta pro-ID: attacco alla cittadella del darwinismo.

[modifica] Bibliografia

A supporto

Critici

  • Matt Young, Taner Edis eds. Why Intelligent Design Fails: A Scientific Critique of the New Creationism, Rutgers University Press (2004). ISBN 081353433X
  • Robert Pennock ed. Intelligent Design Creationism and its Critics: Philosophical, Theological, and Scientific Perspectives, MIT Press (2002). ISBN 0262661241
  • Robert Pennock. Tower of Babel: The Evidence against the New Creationism, MIT Press (1999). ISBN 0262661659
  • Niall Shanks. God, the Devil, and Darwin: A Critique of Intelligent Design Theory, Oxford University Press (2004). ISBN 0195161998
  • Mark Perakh. Unintelligent Design, Prometheus (Dec 2003). ISBN 1591020840
  • Frederick C. Crews. Saving Us from Darwin, The New York Review of Books, Vol 48, No 15 (4 ottobre 2001).
  • Frederick C. Crews. Saving Us from Darwin, Part II, The New York Review of Books, Vol 48, No 16 (18 ottobre 2001).
  • Kenneth R. Miller. Finding Darwin's God, HarperCollins (1999). ISBN 0060930497
  • National Academy of Sciences. Science and Creationism, National Academies Press (1999). ISBN 0309064066
  • Ernst Mayr. One Long Argument: Charles Darwin and the Genesis of Modern Evolutionary Thought Harvard University Press (1993). ISBN 0674639065
  • Barbara Forrest e Paul R. Gross. Creationism's Trojan Horse: The Wedge of Intelligent Design, Oxford University Press (2005). ISBN 0195157427
  • Intelligent design, il creazionismo evolutivo di H. Allen Orr - Le Scienze, n. 446, ottobre 2005

[modifica] Note

  1. ^  Stephen C. Meyer, 2005. The Scientific Status of Intelligent Design: The Methodological Equivalence of Naturalistic and Non-Naturalistic Origins Theories. Ignatius Press.
  2. ^  "Creationism, Intelligent Design, and other claims of supernatural intervention in the origin of life or of species are not science" In Science and Creationism: A View from the National Academy of Sciences, Second Edition National Academy of Sciences, 1999
  3. ^  Niall Shanks, 2004.God, the Devil, and Darwin: A Critique of Intelligent Design Theory, Oxford University Press.
  4. ^  The Economist Magazine, 30 luglio/5 agosto 2005, "Intelligent design rears its head", pagine 30 e 31
  5. ^  [62] AP, 2 agosto 2005
  6. ^  [63] Peter Baker e Peter Slevin, Washington Post Staff Writers, mercoledì, 3 agosto 2005;
  7. ^  Claudia Wallis. Evolution Wars. Time Magazine, numero del 15 agosto 2005, pagina 32 [64]
  8. ^  Barbara Forrest, 2000. "Methodological Naturalism and Philosophical Naturalism: Clarifying the Connection." In Philo, Vol. 3, No. 2 (Autunno-inverno 2000), pagg. 7-29.
  9. ^  Phillip E. Johnson nel suo libro "Reason in the Balance: The Case Against Naturalism in Science, Law and Education" (InterVarsity Press, 1995), si posizione come "realista teistico" contro il "naturalismo metodologico".
  10. ^  Giulio D. Guerra, L'origine della vita [65].
  11. ^  Casey Luskin, Problems with the natural chemical "Origin of Life [66].
  12. ^  William Dembski in The Design Inference" (si veda Bibliografia) cita gli extraterrestri come possibili progettisti [67].
  13. ^  Michael J. Murray, n.d. "Natural Providence (o Design Trouble)" (PDF)
  14. ^  [68]
  15. ^  Tommaso Aquino, 1265-1272. Summa Theologica. "Tommaso Aquino' 'Cinque modi'" In faithnet.org.uk
  16. ^  "...la prima cosa che deve essere fatta e tirare la Bibbia fuori dalla discussione. ...Cinò non equivale a dire che le questioni bibliche non siano importanti; il punto è piuttosto che il momento di affrontarle verrà dopo che abbiamo separato il pregiudizio materialista dai fatti scientifici." Phillip Johnson. "The Wedge", Touchstone: A Journal of Mere Christianity. luglio/agosto 1999.
  17. ^  "Il disegno intelligente è un movimento intellettuale, e la strategia del cuneo smette di funzionare quando vieniamo visti solo come in modo diverso di impacchettare il messaggio cristiano evangelico. ... Gli evangelisti fanno il loro lavoro molto bene, e spero che il nostro lavoro gli apra alcune porte che sono state chiuse." Phillip Johnson. "Keeping the Darwinists Honest", Un intervista con Phillip Johnson. In Citizen Magazine. April 1999.
  18. ^  William Dembski, 1998. The Design Inference. Cambridge University Press
  19. ^  Dembski. 1999. Intelligent Design; the Bridge Between Science and Theology. "Cristo è indispensabile per qualsiasi teoria scientifica, anche se chi la pratica non ha indizi su di lui. La pragmatica di una teoria scientifica può, per essere certa, essere portata aventi senza ricorrere a Cristo. Ma la validità concettuale della teoria può essere collocata in definitiva solo in Cristo." p. 210
  20. ^  Dembski. 2005. Intelligent Design's Contribution to the Debate Over Evolution: A Reply to Henry Morris.[69]
  21. ^  Secondo i critici il disegno intelligente sarebbe consistente solo all'interno della struttura in cui opera. In particolare si critica che questa struttura avrebbe le sue fondamenta su una assunzione non supportata: che complessità e improbabilità debbano implicare un progetto, ma che l'identità e le caratteristiche del progettista non siano identificate o quantificate, ne necessitino di esserlo. Quindi secondo questa critica la struttura del disegno intelligente, poiché si poggerebbe su una asserzione non quantificabile e non verificabile, non avrebbe confini definiti eccetto che complessità e improbabilità richiedono progettazione, e che il progettista non deve essere limitato dalle leggi della fisica. La contro-obiezione a questa critica è che ogni metodologia scientifica ha validità ed è consistente solo all'interno della struttura in cui opera e richiede una serie di assunzioni non giustificabili; ciò avverrebbe per esempio proprio per il naturalismo metodologico in cui l'ipotesi di un mondo completamente autoconsistente e retto da leggi interne immutabili è un'assunzione a priori non supportabile e giustificabile se non internamente. Si rileva inoltre che, anche se non dimostrabile in modo assoluta, l'inferenza di progettualità intelligente a partire dalla complessità gerarchica e specificata non sarebbe smentita da nessun sistema naturale se non postulando a priori che i sistemi biologici non possano essere progettati; ma questa sarebbe a sua volta una petizione di principio coerente solo all'interno del naturalismo metodologico.
  22. ^  Il progettista non sarebbe falsificabile, poiché la sua esistenza viene tipicamente asserita senza condizioni sufficienti a permettere un osservazione falsificante. Essendo il progettista oltre il reame dell'osservabile, le dichiarazioni circa la sua esistenza non sarebbero supportate, né potrebbero essere minate dall'osservazione, rendendo quindi il disegno intelligente e gli argomenti che ne derivano, degli argomenti a posteriori. Viene replicato che esattamente lo stesso argomento potrebbe essere applicato all'esistenza delle leggi naturali immutate ed immutabili presupposte dal naturalismo ateleologico.
  23. ^  Secondo questa critica il disegno intelligente fallirebbe la prova del rasoio di Occam perché aggiungere entità (un agente intelligente, un progettista) all'equazione non sarebbe strettamene necessario a spiegare gli eventi. A questa argomento viene controbattuto che il rasoio di Occam non sarebbe applicabile in questo caso come in tutti i casi in cui è presente l'azione di un'intelligenza anche naturale.
  24. ^  Che il disegno intelligente non sia sperimentabile empiricamente, deriverebbe dal fatto che il disegno intelligente violerebbe una basilare premessa della scienza, il naturalismo metodologico. A ciò viene opposto che il naturalismo metodologico non sarebbe affatto un requisito inderogabile per la scienza, come dimostrerebbe il fatto che eminenti scienziati come Newton non ne hanno fatto alcun uso nelle loro ricerche scientifiche.
  25. ^  La risposta proposta dal disegno intelligente (l'agente intelligente, il progettista) non avrebbe bisogno di esser definita o spiegata. La critica è che, asserendo una conclusione di cui non si deve rendere conto (il progettista) nessuna ulteriore spiegazione sarebbe necessaria per sostenerla; quindi il disegno intelligente non sarebbe così una valutazione sperimentale di dati che possono cambiare quando vengono scoperte nuove informazioni mentre la crescita progressiva delle idee scientifiche è richiesta per spiegare i dati precedenti e qualsiasi dato in precedenza inspiegabile, oltre che qualsiasi dato futuro. L'obiezione fatta a questa critica è duplice. Da un lato non terrebbe conto che fenomeni prodotti da agenti intelligenti e con le stesse caratteristiche di indagabilità vengono usualmente studiati in campo scientifico per agenti intelligenti naturali. Dall'altro che l'ipotesi di progetto non precluderebbe affatto l'indagine di nuovi dati e il loro utilizzo per il raffinamento o la modifica di una teoria scientifica.
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  34. ^  "La nostra strategia è stata quella di cambiare un po' l'oggetto, così da poter portare la questione del disegnop intelligente, che in realtà significa la realtà di Dio, davanti al mondo accademico e nelle scuole." Phillip E. Johnson. 10 gennaio 2003 su American Family Radio [71] In www.christianity.ca
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