Corigliano Calabro
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Corigliano Calabro | |||
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Stato: | Italia | ||
Regione: | Calabria | ||
Provincia: | Cosenza | ||
Coordinate: |
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Altitudine: | m s.l.m. | ||
Superficie: | 196 km² | ||
Abitanti: |
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Densità: | 187 ab./km² | ||
Frazioni: | Scalo, Schiavonea, Cantinella, San Nico, Piana Caruso, Baraccone, Simonetti, Apollinare, Fabrizio Grande, Fabrizio Piccolo, Costa, Thurio, Torricella, Giannone | ||
Comuni contigui: | Acri, Cassano allo Ionio, Longobucco, Rossano Calabro, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone, San Giorgio Albanese, Spezzano Albanese, Tarsia, Terranova da Sibari | ||
CAP: | 87064 | ||
Pref. tel: | 0983 | ||
Codice ISTAT: | 078044 | ||
Codice catasto: | D005 | ||
Nome abitanti: | coriglianesi | ||
Santo patrono: | San Francesco di Paola | ||
Giorno festivo: | 25 aprile | ||
Sito istituzionale |
Corigliano Calabro è un comune di 38.739 abitanti della provincia di Cosenza.
Indice |
[modifica] Storia
In epoca anteriore al X secolo, nella località di "Cantinella", si era insediato un monastero di monaci greco-bizantini, dedicato a San Mauro, intorno al quale si era sviluppato un piccolo borgo. In seguito ad un'incursione araba del 977 da parte dell'emiro di Palermo, al Quasim, molti degli abitanti si spostarono in luoghi più elevati, determinando lo sviluppo del piccolo villaggio di Corellianum (il cui nome indicherebbe un "podere di Corellio") sul colle detto "del serratore".
Dopo la conquista normanna, a Roberto il Guiscardo viene attribuita nel 1073 la fondazione di un castello, con annessa chiesa dedicata a San Pietro. La città si sviluppa progressivamente intorno al castello e alle chiese di "Santoro" e di "Santa Maria".
Durante il XII secolo vi era stata accolta una comunità ebraica e nella località "Pendino" venne costruito il monastero francescano. Nel 1276 la città arrivò a circa 2700 abitanti. Nel XIV secolo fu sotto il dominio dei conti di Sangineto per passare in seguito ai Sanseverino. Un arresto dello sviluppo si ebbe nel XV secolo, a causa del continuo stato di guerra tra Angioini e Aragonesi. Nel 1532 il numero degli abitanti era cresciuto quasi a 4.000 e nel 1538 la città riuscì a respingere l'attacco del pirata saraceno Barbarossa.
I Sanseverino tennero il dominio su Corigliano fino alla morte dell'ultimo Sanseverino del ramo di Tricarico, il prodigo Niccolò Bernardino, principe di Bisignano. Nel 1616, per ripianare i debiti lasciati dal Sanseverino, il governo dispose la vendita dei suoi beni feudali e tra questi Corigliano, che fu acquistato da Agostino e Giovan Filippo Saluzzo, ricchi finanzieri impegnati nelle attività economiche del Regno di Napoli. Dopo alcuni passaggi ereditari la signoria si consolidò progressivamente nelle mani di Giacomo Saluzzo, presidente della "Regia Camera della Sommaria", che dispose del feudo in favore del figlio Agostino. Questi, dopo aver sostenuto un lungo assedio nel Castello e aver respinto le forze repubblicane del duca di Guisa (1647-48), ottenne, l'8 maggio del 1649 il titolo di duca di Corigliano da parte di Filippo IV di Spagna.
Durante il XVII secolo i Saluzzo non riuscirono a fermare la progressiva decadenza economica: molte delle terre della pianura erano state abbandonate ed erano divenute paludose, provocando un accentuazione della malaria, a cui si aggiunse un'epidemia di peste nel 1656.
Nel XVIII secolo si ebbe un miglioramento delle condizioni, grazie alle opere di bonifica intraprese dai duchi e alla produzione della liquirizia. Gli abitanti raggiunsero la cifra di 6.800 nel 1743 e la città si era sviluppata con nuovi quartieri fuori della mura ("Gradoni Sant'Antonio" e “San Francesco”).
Durante la dominazione francese nel 1806-1815 il coriglianese Antonio Toscano difendendo il forte di Vigliena dai Sanfedisti, preferì far saltare il forte piuttosto che arrendersi. Nel 1806 la città aveva rifiutato i rifornimenti all'esercito francese e venne saccheggiata.
A causa dell'abolizione della feudalità i Saluzzo furono costretti a vendere le terre nel 1822 al barone Giuseppe Compagna, (1780-1834),che abilmente ricompose nelle mani proprie e dei suoi eredi Luigi (1823-1872) e Francesco (1848-1925), il potere economico che era stato dei duchi Saluzzo.
Tra il 1814 e il 1951 gli abitanti passarono da poco più di 8.000 a circa 21.000: lo sviluppo si deve alla riforma agraria e alla bonifica della pianura, dove si impiantano vasti agrumeti. Crebbero considerevolmente le varie frazioni, alcune delle quali si svilupparono come località turistiche (Piano Caruso).
Nel 1863 Corigliano prese la denominazione di "Corigliano Calabro" per evitare la confusione con Corigliano d'Otranto.
[modifica] Evoluzione demografica
Abitanti censiti
[modifica] Monumenti
[modifica] Il castello ducale
Edificato da Roberto il Guiscardo intorno al 1073 come postazione militare alla metà XIV secolo fu trasformato come residenza nobiliare dal conte di Corigliano Roberto Sanseverino.
Fu in possesso alla fine del XV secolo per un breve periodo di Ferdinando I d'Aragona e vi vennero eseguite nuove opere di fortificazione.
Ammodernamenti alla residenza furono ancora eseguiti dai Sanseverino e soprattutto dai Saluzzo, a partire dalla prima metà del XVII secolo, con la costruzione di una torretta ottagonale sopra il mastio del castello, della cappella di Sant'Agostino e delle rampe di accesso dal cortile interno, e con la nuova decorazione degli ambienti interni.
Dopo la vendita a Giuseppe Campagna nel 1828 il figlio Luigi fece costruire una quarta ala inglobando la cappella di Sant'Agostino e un secondo piano di ambienti. Il fossato sul lato nord venne ceduto al Comune che vi costruì sopra la via Tricarico e furono demolite anche le scuderie. Anche gli altri lati del fossato vennero colmati per allestirvi un giardino.
Il castello fu venduto nel 1971 all'arcivescovato di Rossano e da questo al Comune di Corigliano nel 1979.
[modifica] Chiese
- Chiesa del Carmine, dedicata alla Santissima Annunziata, fu consacrata nel 1493 presso il convento dei Carmelitani. Presenta affreschi cinquecenteschi sulla facciata. L'interno a tre navate conserva sulla volta della navata centrale tre affreschi di Domenico Oranges del 1744.
- Chiesa di Sant'Antonio, costruita con l'annesso convento francescano nella prima metà del XV secolo e trasformata nel 1740, presenta una cupola rivestita di maioliche gialle e azzurre e una porta in bronzo dello scultore Carmine Cianci (1982). Dal 1861 il convento è sede del collegio-ginnasio e la chiesa, con la denominazione di "San Luca in Sant'Antonio" divenne parrocchia nel 1949. L'interno con pianta a croce latina conserva dipinti di di Leonardo Antonio Olivieri (Immacolata ed Estasi di sant'Antonio) e un affresco sulla volta di Severino Ferrari (San Francesco ha la visione del Crocifisso, del 1740). Nella "sacrestia vecchia si conserva il "mausoleo di Barnaba Abenante" del 1522.
- Chiesa collegiata di San Pietro, di fondazione precedente al XV secolo, conserva dipinti settecenteschi. Altre opere d'arte sono attualmente nel Museo diocesano di arte sacra di Rossano Calabro, tra le quali la preziosa doppia "icona della Odigitria", di fattura candiota, del XV secolo, un tempo venerata nell'abbazia bizantina di Santa Maria del Patir, offerta dall'abate Atanasio Calcheopulo, e trasferita, con altri importanti cimeli del cenobio, nella chiesa coriglianese dal padre basiliano Valentino Marchese, dopo la soppressione dell'abbazia nel 1809. Costituisce la parrocchia dei Santi Pietro e Paolo, a cui fanno riferimento anche le chiese di Ognissanti, di Santa Chiara e di Sant'Agostino (nel castello) e la cappella Sotto la giurisdizione della parrocchia dei SS. Pietro e Paolo ricadono la chiesa di Ognissanti, quella di Santa Chiara, e quella di Sant'Agostino, ubicata nel Castello, a cui si aggiunge la cappella dell’Addolorata, affidata alla "Congrega di Maria Santissima dei Sette Dolori".
- Chiesa della Riforma, consacrata nel 1686 a Santa Maria di Costantinopoli, aveva annesso un convento dei padri riformati. L'interno presenta un'unica navata con quattro cappelle a destra. Conserva un Crocifisso seicentesco attribuito a frate Umile Pintorno da Pietralia. Nella sacrestia si conserva il dipinto della Madonna di Costantinopoli di Luigi Medollo.
- Chiesa di Santa Chiara o "delle Monachelle" edificata tra il 1757 e il 1762 su una piccola chiesa precedente, inglobata come parlatorio nell'attiguo convento delle Clarisse (dal 1919 sede della scuola elementare). L'interno con unica navata conserva una tela di Nicola Domenico Menzele del 1762 (San Michele Arcangelo) e un organo del 1735. Sulla volta della navata un dipinto di Pietro Costantini con Santa Chiara e suore di clausura che difendono il Santissimo (1762).
- Chiesa matrice di Santa Maria Maggiore, risalente al X secolo, aveva in precedenza il nome di Santa Maria Assunta della Platea. Venne ricostruita nel 1329 dal conte Ruggero Sangineto e restaurata nelle forme attuali alla metà XVIII secolo a cura dell'arciprete Francesco Maria Malavolti. L'interno ad una sola novata conserva una tela seicentesca attribuita al pittore Cesare Fracanzano (Sant’Agata in carcere), un ciclo pittorico settecentesco attribuito al pittore Pietro Costantini da Serra San Bruno e un grande organo del 1757. Il coro in legno intagliato nell'ultimo quarto del Settecento si deve all'ebanista Agostino Fusco di Morano Calabro, mentre nella sacrestia, con arredi lignei intagliati e dorati, csi onserva uno dei più ricchi e antichi archivi ecclesiastici della città. Il campanile è stato utilizzato anche come torre civica.
- Chiesa di San Francesco di Paola, costruita nel 1598 presso l'omonimo convento. L'interno a navata unica conserva un pregevole coro ligneo del 1776 (di Pasquale Pelusio) e sulla parete di fondo del presbiterio un dipinto di Felice Vitale da Maratea, con il Trionfo del nome di Gesù (forse 1584) e al di sopra di quest'ultimo una Santissima Trinità attribuita a Pietro Negroni. Nei pressi l'ex chiesa di San Giacomo è preceduta da una statua del santo, innalzata nel 1779 per ringraziamento della sua protezione durante il terremoto del 1767.
- Romitorio di San Francesco, piccola chiesa costruita a ricordo della permanenza di San Francesco di Paola in una capanna durante la sua visita a Corigliano nel 1476-1478. Conserva affreschi seicenteschi.
- Chiesa di Sant'Anna o di Santa Maria di Loreto, fondata nel 1582 presso l'annesso convento dei Cappuccini. Conserva sull'altar maggiore un polittico di Ippolito Borghese del 1607 (Crocifissione, San Ludovico da Tolosa', e San Bonaventura), a cui si deve anche sulla parete destra la tela con la Madonna in gloria. Il convento venne soppresso nel 1811 e, dopo la riapertura nel 1822, nuovamente nel 1867; ebbe quindi vari utilizzi fino alla trasformazione in ospedale nel 1929.
[modifica] Altri monumenti
- Porta dei Brandi, unico resto della cinta fortificata medioevale del paese.
- Palazzo di San Mauro, costruito nella pianura in corrispondenza del monastero greco bizantino di San Mauro ad opera dei Sanseverino, ed abbellito per ospitare Carlo V nel corso di una sua visita nel 1535.
- Ponte Canale, edificato nel 1480 per l'acquedotto, costituito da due serie di arcate di mattoni sovrapposte. Secondo la tradizione fu costruito per impulso di san Francesco di Paola.
[modifica] Economia
Sul mare Jonio nei pressi di Sibari centro vitale e commerciale, produzioni agricole: arance, clementine, olive, olio, e la produzione di latticini.
La pesca è un altro aspetto molto importante dell'economia di Corigliano Calabro con l'enorme porto peschereccio nella frazione Schiavonea; così come un forte volano per l'economia e lo sviluppo è dato dal turismo, con la naturale posizione strategica di Corigliano che, affacciata sul mare, è a pochi chilometri dai boschi della Sila e dai monti del Parco Nazionale del Pollino.
[modifica] La frazione di Schiavonea
Sorta nel XII secolo come borgo di pescatori e porto ("Marina del Cupo"), per il commercio dei prodotti agricoli. Nel 1601 vi fu eretta la "Torre del Cupo" a protezione dell'approdo e vi esisteva un magazzino ("Taverna") di proprietà prima dei Sanseverino e poi dei Saluzzo. Nel 1615 gli abitanti eressero la piccola chiesa di San Leonardo.
Nel 1649 in seguito ad un'apparizione miracolosa iniziò l'erezione del santuario della Madonna della Schiavonea o "Madonna della Guida", al posto della chiesetta precedente, che venne consacrato nel 1665. Il borgo assunse presto il nuovo nome di "Marina della Schiavonea". Nel 1850 Luigi Compagna vi fece erigere su progetto dell'ingegner Bartoletti, il "Quadrato", utilizzato per fiere e manifestazione. Nella seconda metà del XIX secolo si costruirono le case in muratura. Dopo i lavori per il porto di Corigliano, iniziati nel 1968 si ebbe un intensa crescita edilizia negli anni Settanta.
Patrono della frazione è la Madonna della Neve, che si celebra il 5 agosto.
[modifica] Sport
La squadra di calcio è l'USC Corigliano, che dopo un passato in serie D, nella stagione sportiva 2004/2005 è retrocessa e ora milita in Eccellenza Calabria.
La squadra di volley maschile è la Volley Corigliano e milita nel campionato di serie A2
Di Corigliano Schiavonea è il calciatore Gennaro Gattuso.
[modifica] Altri progetti
- Commons contiene file multimediali su Corigliano Calabro
[modifica] Collegamenti esterni
- Museo Castello Ducale di Corigliano
- La chiesa di San Francesco di Paola e il romitorio di San Francesco
- Schiavonea
- Collegamenti da Corigliano-Schiavonea per la Calabria e per L'Italia
- Notizie dalla città
- Portale sulla città
- Sito non ufficiale sull'USC Corigliano