Saraceni
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Saraceni è il termine col quale, in contesto medievale cristiano, si usavano chiamare i musulmani.
L'origine del termine è di fatto ignota, anche se non manca chi si richiama al nome di qualche gruppo tribale arabo sinaitico o chi si rifà al termine arabo sharqiyyùn (orientali) (ma è tutto da dimostrare che gli Arabi si vedessero stanziati a Oriente di un qualcosa, come il mondo cristiano latino, che ai loro occhi era del tutto irrilevante).
Un altro nome, che prendeva le mosse dal termine "Saraceni", ha portato nei secoli scorsi a usare talora la fantasiosa espressione "Agareni". La giustificazione era che, in considerazione del fatto che il patriarca Abramo avuto suo figlio Isacco/Israele da Sara, la discendenza dell'altro suo figlio Ismaele, progenitore biblico e coranico degli Arabi "che vivono nelle tende" (nomadi), avrebbe dovuto essere più logicamente chiamata "agarena", dal nome appunto della sua schiava Agar/Hagar.
Importanti nella storia le invasioni del X sec. Quando un gruppo di "Saraceni" arrivò sulle coste francesi e si fortificò sulle alture alle spalle di Saint Tropez in un luogo arroccato chiamato Frassineto (La Garde-Freinet)
Da questa base fortificata le orde facevano scorrerie verso le Alpi e nella pianura piemontese.
Dalle coste africane, dove avevano le loro basi, i corsari saraceni si spingevano fino alla Penisola italiana e alle regioni della Francia del sud, dove facevano bottino di oro, argento e oggetti preziosi e di abitanti che vendevano come schiavi nei paesi musulmani.
Per avvistare da lontano le navi corsare e poter dare per tempo l'allarme alle popolazioni indifese, sorsero allora sulle coste del Mediterraneo torri e castelli, di cui ancora oggi è possibile vedere numerosi resti.