Arbëreshë
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Con il termine Arbëreshë si definisce una popolazione di lingua albanese che vive nell'Italia meridionale. Essi si stanziarono in Italia tra il XV e il XVIII secolo dopo la morte dell'eroe nazionale albanese Gjergj Kastriot Skanderbeg. Nel corso dei secoli gli Arbëreshë sono riusciti a mantenere la propria identità in maniera talmente forte da poter essere ancora identificati oggi come albanesi. Tuttavia, a differenza della maggior parte degli albanesi che vivono altrove (per la maggior parte musulmani), gli Arbëreshë sono cattolici del rito bizantino e con influenze linguistiche di italiano maggiormente che in altri dialetti albanesi. Per definire la loro "nazione" sparsa usano il termine Arbëria.
Le emigrazioni dall'Albania all'Italia e in Sicilia cominciarono dal XV secolo, vi sono infatti comunità significative di albanesi dal Kosovo negli insidiamenti arbëreshë.
Indice |
[modifica] Paesi
I paesi arbëreshë hanno due nomi, uno italiano e uno albanese, con il quale gli abitanti conoscono il posto. Le comunità arbëreshë sono divise in due "isole" nelle area dell'Italia meridionale:
- Abruzzo
- provincia di Pescara
Villa Badessa (fraz. di Rosciano): Badhesa.
- provincia di Pescara
- Basilicata
- provincia di Potenza
Barile: Barilli, Ginestra: Zhura, Maschito: Mashqiti, San Costantino Albanese: Shën Kostandini, San Paolo Albanese: Shën Pali.
- provincia di Potenza
- Calabria
- provincia di Catanzaro
Andali: Dandalli, Caraffa di Catanzaro: Garrafa, Marcedusa: Marçidhuza, Vena di Maida: Vina, Zangarona: Xingarona; - provincia di Cosenza
Acquaformosa: Firmoza, Castroregio: Kastërnexhi, Cavallerizzo: Kejverici, Cerzeto: Qana, Cervicati: Çervikati, Civita: Çifti, Eianina: Ejanina, Falconara Albanese: Fullkunara, Farneta: Farneta, Firmo: Ferma, Frascineto: Frasnita, Lungro: Ungra, Macchia Albanese: Maqi, Marri: Allimarri, Mongrassano: Mungrasana, Plataci: Pllatëni, San Basile: Shën Vasili, San Benedetto Ullano: Shën Benedhiti, San Cosmo Albanese Strigari, San Demetrio Corone: Shën Mitri, San Giacomo di Cerzeto: Sënd Japku, San Giorgio Albanese: Mbuzati, San Martino di Finita: Shën Mërtiri, Santa Sofia d'Epiro: Shën Sofia, Santa Caterina Albanese: Picilia, Spezzano Albanese: Spixana, Vaccarizzo Albanese: Vakarici; - provincia di Crotone
San Nicola dell'Alto: Shën Kolli, Pallagorio: Puheriu, Carfizzi: Karfici,
- provincia di Catanzaro
- Campania
- provincia di Avellino
Greci: Katundi.
- provincia di Avellino
- Molise
- provincia di Campobasso
Campomarino: Këmarini, Montecilfone: Munxhufuni, Portocannone: Porkanuni, Ururi: Ruri.
- provincia di Campobasso
- Puglia
- provincia di Foggia
Casalvecchio di Puglia: Kazallveqi, Chieuti: Qefti. - provincia di Taranto
San Marzano di San Giuseppe: San Marcani.
- provincia di Foggia
- Sicilia
- provincia di Palermo
Contessa Entellina: Kundisa, Piana degli Albanesi: Hora e Arbëreshëvet, Mezzojuso: Munxhifsi, Palazzo Adriano: Pallaci, Santa Cristina Gela: Sëndastina;
- provincia di Palermo
[modifica] Lingua
Non esiste una struttura ufficiale politica, culturale e amministrativa che rappresenti la comunità arbëreshë.
La lingua locale non è riconosciuta legalmente dallo stato italiano che tuttavia in sua vece riconosce l'albanese standard, il quale però, allo stato attuale, non viene sostanzialmente accettato ed usato né nell'amministrazione locale (solo il comune di Piana degli Albanesi/Hora e Arbëreshëvet in Sicilia riconosce la lingua albanese) né in alcuna scuola (eccezion fatta per alcune scuole materne private comunque indipendenti dal sistema statale). Ci sono associazioni che cercano di proteggerne la cultura, in particolare in provincia di Cosenza. La lingua degli Arbëreshë è usata in alcune radio private e in alcune riviste locali. Gli statuti regionali di Molise, Basilicata e Calabria fanno riferimento alla lingua e alla cultura arbëreshë, ma gli Arbëreshë pensano ancora che la loro cultura sia minacciata.
Nonostante tutto, l'uso crescente della lingua scritta fa credere che questa cultura possa continuare a sopravvivere. È importante sottolineare che l'Arbëreshë non è un dialetto regionale italiano o comuque romanzo, bensì un dialetto appartenente al sistema linguistico albanese.
[modifica] Storia
Prima della conquista da parte dell'impero ottomano tutti gli albanesi venivano chiamati Arbëreshë. Dopo che queste 300.000 persone sono emigrate e si sono stanziate in Italia, questi albanesi nativi dell'Italia hanno continuato ad usare il termine Arbëreshë mentre quelli che ancora vivevano in Albania si sono dati il nome di Shqiptarëve (si confronti la parola albanese Shqip, presente nel nome locale del paese e della lingua).
Gli Arbëreshë, distribuiti in origine in Epiro e nei monti del Pindo, erano stanziati nell'odierna Grecia. Sono i discendenti della popolazione proto-albanese sparsa in tutti i Balcani occidentali (vedi Arvanitici). Tra l'XI e il XIV secolo le tribù arbëreshë si sono spostati in piccoli gruppi verso il sud della Grecia (Tessaglia, Corinto, Peloponneso, Attica) dove hanno fondato delle colonie. Le loro abilità in campo militare li ha fatti diventare i mercenari preferiti dei Serbi, dei Franchi, dei Catalani, degl'Italiani e dei Bizantini.
L'invasione della Grecia da parte dei Turchi Ottomani nel XV secolo ha costretto molti Arbëreshë ad emigrare nelle isole sotto il controllo di Venezia e in Italia meridionale. Infatti, nel 1448, re Alfonso V d'Aragona, conosciuto come il Magnanimo (1396-1458), re di Napoli, chiese aiuto al suo alleato, il capo dell'Alleanza albanese Gjergj Kastrioti da Kruja, meglio conosciuto come Skanderbeg, per reprimere una ribellioni di baroni. Alfonso d'Aragona li ricompensò con delle terre in provincia di Catanzaro.
Nel 1450 un'altra forza di Arbëreshë intervenne in Sicilia e si stanziò nei pressi di Palermo. Così gli Arbëreshë contribuirono alla creazione del Regno delle Due Sicilie.
Durante il periodo della guerra di successione di Napoli, Ferdinando d'Aragona richiamò le forze Arbëreshë contro gli eserciti franco-italiani e Skanderbeg sbarcò nel 1461 a Brindisi. Dopo alcuni successi, gli Arbëreshë accettarono delle terre in Puglia, mentre Skanderbeg ritornò per organizzare la resistenza albanese contro i Turchi, che avevano occupato l'Albania tra il 1468 e il 1492. Parte della popolazione arbëreshë migrò in Italia meridionale, dove il re di Napoli offrì loro altri villaggi in Puglia, Calabria, Sicilia e Molise.
L'ultima ondata migratoria, tra il 1500 e il 1534, vede come protagonisti gli Arbëreshë della Grecia centrale. Impiegati come mercenari dalla Repubblica di Venezia, dovettero evacuare le colonie del Peloponneso con l'aiuto delle truppe di Carlo V, quando i Turchi avevano invaso la regione. Carlo Quinto stanziò queste truppe in Italia meridionale per rinforzare le difese contro la minaccia dei turchi invasori. Stanziatisi in villaggi isolati (che permise loro di mantenere inalterata la loro cultura fino al XX secolo), gli Arbëreshë sono sempre stati tradizionalmente soldati del regno di Napoli e della repubblica di Venezia, dalle guerre di religione fino all'invasione napoleonica.
L'ondata migratoria dall'Italia meridionale all'America negli anni tra il 1900 e il 1910 ha causato quasi un dimezzamento della popolazione dei villaggi arbëreshë e ha messo la popolazione a rischio di scomparsa culturale, nonostante l'inizio di una ripresa artistica e culturale nel XIX secolo.
Le vie principali di molti paesi arbëreshë si chiamano Via Giorgio Castriota in onore di Skanderbeg.
[modifica] Cognomi di origine albanese
Alcuni cognomi italiani sono di provata origine albanese. Ecco una lista parziale: Bideri, Bitri, Brescia, Bubba, Cacossa/Cacozza, Crapis/Crapisi, Crisciuni, Dara, Greco, Lo Cascio, Manes, Masi, Matranga, Musacchia (i Muzaqa di Mirdita, Albania), Musala, Schirò, Trapuzzano.
Cognomi Arberesh di San Benedetto Ullano (Shën Benedhiti): Musacchio, Loizzi, Costantino, Conforti, Chimenti, Milano, Matera, Manes, De Angelis, Cribari, Iusi, Blasi, Mazzuca, Caruso, Rodotà, Corsini, Jannotti, Juliano, Fortino, Carnevale, Martino, Capparelli, Santoro, Barbuto, Basile, Chiappetta.
Il cognome Matera secondo una ricerca fatta, risulta essere noto per uno dei più arditi capitani di Scanderbeg, Masì o Mates della tribù dei Mas Mat, i "misuratori del tempo", Modificato in Matera dai monaci di quell´epoca. In Albanese Mate-Era uol dire in realtà "misura il vento".
La maggior parte degli Albanesi, specie dopo la caduta di Kroja e di Skutari e l'eroica ed estrema resistenza opposta in Modone, Corone e Nauplia, emigrarono in varie spedizioni nell'Italia meridionale e nella Sicilia con tutte le loro famiglie, accrescendo di molto il numero delle Colonie che da qualche tempo ivi esistevano.
Così presero la via dell'esilio i Castriota, Golemi o Conmeno, Musacchi, Balscia, Schirò o Sgro, Peta, Masi o Masci (tribù dei Mas Mat), Lopes, Masarakia, Mirspi, Lascari, Matranga, Bua, Crispi, Cuccia, Casesi, Pravatà, Reres, Gropa, Manes, Darà, Sqadhà, Kalimani, Zaiapì, Costantini, Basta, Bideri, Ales, Frari, Ghetta, Stasi, Vrana, Dorangriqi, Guzeta, Kinigò, Stratigò, Fija o Bilja, Rada, Joci, Mandala, Zamandà, Spanò, Camesi, Ipsari, Jorga, Duci, Suli, Camodeca, Barbata, Vlasci o Lasi, Sciales, Sirchia, Parrini, Franco, Dorsa, Dragota, Jura, Scura, Argondizza, Rodotà, Grimolizzi, Boscia, Camizzi, Spata, Raffi, Prosfera, Schilizzi, Bellushi, Bardhushi, Burresha o Burleshi, Calivà, Caravà, Collida, Vucula, Chiara, Conte, Leshi, Ciula, Clesba o Cleshri, Ucursi, Turjela, Djeli, Mates o Mate-Era, Borshi, Malkasi, Toja, Kamnitì, Zuzura o Chiuchiera, Renes, Mesuca o Mazzuca, Dragina, Dramis, Bilotta, Variboba, Gasisi, Bisulca, Baffa, Staffa, Carnaio, Bovi, Srnilari, Strigari, Rioli, Ermi e altri ancora, la cui nobiltà fu riconosciuta e confermata dai Sovrani del tempo e ai quali, specie da Carlo V, furono concessi "amplissimi privilegj anche per i loro discendenti in futurum tanto per il Regno di Napoli quanto per li regni di Sicilia citra e ultra Pharum e in ogni luogo sottoposto al suo dominio, con farli godere tutte e qual si vogliano franchigie, immunità, esenzioni, prerogative e privilegj e farli trattare come nobili, franchi, immuni ed esenti da tutti e qualsivogliono pagamenti, ed impositioni imposte ed imponendo tanto Regii quanto di Baroni".
[modifica] Collegamenti esterni
- Jeta Arbyresh - Mondo Arberesco Grossa raccolta di documenti sulla cultura e lingua degli albanesi d'Italia (a cura di Enrico Ferraro)
- Arbitalia portale sulla cultura arbëreshë.
- www.jemi.it Jemi è un portale per gli arbëreshë. (in Italiano, Inglese e Spagnolo con filmati, file audio e foto)
- Pianalbanesi.it
- Piana degli albanesi
- [1] Eparchia di Piana degli Albanesi, del rito catolico bizantino.
- The Endangered Arbresh Language and the Importance of Standardised Writing for its Survival: The Case of Piana degli Albanesi articolo scientifico (International Journal on Multicultural Societies. 2002, vol. 4, no.2, pp. 248-269)