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Repubblica Democratica Tedesca - Wikipedia

Repubblica Democratica Tedesca

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

Nota disambigua - Se stai cercando la memoria per computer, vedi DDR SDRAM.
Deutsche Demokratische Republik
Repubblica Democratica Tedesca
(Germania Est)
motto: "L'arte è l’arma nella lotta"
Image:LocationEastGermany.png
Lingua ufficiale tedesco
Capitale Berlino Est
Area
 - Totale
 - % acqua
1989
108 333 km²
xx%
Popolazione
 - Totale
 - Densità

17 000 000 (1989)
154/km²
Fondazione
 - Dichiarata
 - Riconosciuta
 
1949
1949
Dissoluzione 1990
Valuta Marco della Germania dell'Est
Fuso Orario UTC +1
Inno nazionale Auferstanden aus Ruinen
Sigla automobilistica DDR
TLD Internet .dd (mai usato)

Per le province orientali storiche della Germania si veda Germania Orientale


La Repubblica Democratica Tedesca (RDT), (in tedesco Deutsche Demokratische Republik, abbreviato in DDR), nota anche come Germania Est, fu uno Stato socialista esistito dal 1949 al 1990 sul territorio corrispondente all'area di occupazione della Germania assegnata all'Unione Sovietica alla fine della Seconda Guerra Mondiale.

Indice

[modifica] Storia

La RDT venne proclamata nel settore sovietico di Berlino il 7 ottobre 1949. Nel 1953 un'imponente rivolta operaia cercò di togliere di mezzo l'occupazione sovietica e la dittatura comunista, la quale però rimase ben salda. Nel 1957 la RDT venne riconosciuta dall'URSS e dichiarata pienamente sovrana, ma truppe sovietiche vi rimasero stanziate, in base agli accordi della Conferenza di Potsdam, principalmente con la motivazione ufficiale di proteggere la nazione dalla minaccia statunitense durante la Guerra Fredda.

La RDT venne ammessa all'ONU insieme alla Germania Ovest solo il 18 settembre 1973, poiché fino a quel momento l'organizzazione non ammetteva nazioni divise (come pure la Corea).

La Germania Est era Stato membro del Patto di Varsavia.

Fino agli anni '70, in Germania Ovest la RDT veniva indicata come Mitteldeutschland ("Germania centrale", dai nostalgici della Grande Germania) o SBZ (da Sowjetische Besatzungszone, "Zona di occupazione sovietica").


Con la salita al potere di Erich Honecker e la quasi contemporanea elezione a cancelliere di Willy Brandt in Germania Ovest, iniziò un periodo di riavvicinamento tra le due Germanie (Ostpolitik) con la creazione delle ambasciate e visite ufficiali dei capi di Stato. A seguito di elezioni libere, si riunì alla Germania Ovest il 3 ottobre 1990.

Per approfondire, vedi la voce Leader della Germania dell'Est.

[modifica] Ordinamento politico

L'ordinamento della Germania Est imitava in pratica quello degli altri Stati socialisti, non senza tuttavia alcune formali maggiori aperture democratiche necessarie a marcare una differenziazione rispetto alla precedente dittatura, il nazismo.

La guida dello Stato era affidata, direttamente dalla Costituzione, al Sozialistischen Einheitspartei Deutschlands (SED, Partito Socialista Unificato Tedesco), formato dalla fusione dei comunisti del KPD coi socialisti dell'SPD, con la finalità della costruzione di una società senza classi. Non si trattava tuttavia dell'unico partito ammesso. La SED era infatti affiancata da altri quattro partiti: i cristiano-democratici della CDU, gli agrari del DBD, i liberaldemocratici del LDPD e i nazionaldemocratici del NDPD. Il ruolo di questi quattro partiti era quello di raggruppare le classi piccolo-borghesi e contadine intorno al progetto politico operaio della SED. Alla CDU, il secondo partito per importanza, era riservata per legge la presidenza del Parlamento, della Camera di Giustizia e del Tribunale Supremo. Raccolti nel Fronte Nazionale, i cinque partiti controllavano ogni aspetto della vita politica, economica e sociale, centrale e locale, del Paese.

La Costituzione, approvata il 30 maggio 1949 ed entrata in vigore il 7 ottobre dello stesso anno, istituiva un Parlamento con bicameralismo imperfetto, diviso tra la Volkskammer (Camera del Popolo), composta da 500 membri eletti ogni 4 anni e cui spettava il potere legislativo, e la Länderkammer (Camera dei Länder), avente funzione consultiva e di veto nelle questioni attinenti ai Länder. Sei anni dopo la trasfomazione dei Länder in Bezirke (1952), divisioni provinciali soggette ad un molto più stretto controllo da parte del potere centrale, la Länderkammer venne abolita, e il Parlamento divenne unicamerale. Le elezioni per la Volkskammer si svolgevano sulla base della Lista unica redatta dal Congresso del Fronte Nazionale. La suddivisione dei seggi parlamentari era prefissata, sulla base di un'impropria idea secondo la quale i deputati non rappresentavano il popolo, come nella tradizione occidentale, perchè dotati di un mandato politico espresso dai cittadini elettori, ma perchè rispecchianti socialmente il peso numerico dei ceti componenti l'elettorato. Alla SED erano dunque assegnati d'ufficio il 25% dei seggi parlamentari, agli altri quattro partiti il 10,4% ciascuno, ai sindacati (FDGB) il 13,4%, l'8% sia all'organizzazione giovanile della Libera Gioventù Tedesca (FDJ) sia all'Associazione Democratica delle Donne (DFD), mentre i restanti seggi erano appannaggio dell'Unione delle Associazioni Culturali, comprendente artisti, scienziati e docenti universitari.

Il potere esecutivo spettava invece allo Staatsrat, il Consiglio di Stato, organo di direzione politica composto da 24 membri da cui dipendevano il Consiglio dei Ministri e il Consiglio Nazionale di Difesa. La funzione egemone della SED si manifestava in un Diritto di Direttiva , praticamente vincolante, del Politbüro del partito verso lo Staatsrat, e soprattutto nell'usuale unificazione nella stessa persona delle cariche di Segretario Generale della SED, di Presidente dello Staatsrat e di Presidente del Consiglio di Difesa, che in situazioni d'emergenza poteva fra l'altro emanare provvedimenti e leggi senza l'autorizzazione parlamentare.

[modifica] Divisione amministrativa

Amministrativamente la Germania Est era divisa in 14 Bezirke (distretti): Rostock, Schwerin, Neubrandenburg, Magdeburgo, Potsdam, Francoforte sull'Oder, Halle, Lipsia, Cottbus, Erfurt, Gera, Suhl, Karl-Marx-Stadt e Dresda.

La capitale era Berlino Est, nel cui quartiere di Pankow aveva sede il governo.

[modifica] Forze Armate e di Polizia

La FF.AA. della RDT presero il nome di Nationale Volksarmee ossia Esercito Nazionale Popolare altrimenti abbreviato come NVA.
L'NVA fu fondata il 1 marzo 1956 sulle ceneri della Kasernierte Volkspolizei ossia la Polizia Popolare Accasermata (KVP) e comprendeva:
1. La Landstreitkräfte ossia le Forze di terra con un organico di 120.000 soldati.
2. La Nationale Volksmarine ossia la Marina Nazionale Popolare con un organico di 16.300 marinai.
3. La Luftstreitkräfte o Luftverteidigung ossia l'Aeronautica Militare o Difesa aerea con un organico di 39.000 avieri.
4. Le Grenztruppen der DDR ossia le Truppe di frontiera della RDT con un organico di 50.000 guardie. Le Truppe di frontiera della RDT tecnicamente dipendevano più dal Ministero dell'Interno che dalla NVA, ma erano comunque inserite nel suo contesto.

Le forze di polizia della RDT erano fondamentalmente costituite dalle suddette Truppe di frontiera della RDT (che avevano doppia natura di forza armata e forza di polizia) e soprattutto dalla cosiddetta Volkspolizei ossia la Polizia Popolare. Questa fu la forza di polizia nazionale della RDT. I suoi appartenenti venivano spesso soprannominati VoPos. Il Corpo fu fondato subito dopo la fine del secondo conflitto mondiale. I suoi appartenenti ricevevano un addestramento militare. La Polizia Popolare era come una sorta di secondo esercito, ma svolgeva fondamentalmente compiti di polizia civile.

[modifica] Popolazione, religione, lingua

La popolazione tedesco-orientale, molto omogenea dal punto di vista etnico, era nettamente inferiore a quella della Germania Ovest, com'era logico, data la minore estensione (circa i 2/5) della Germania Est. L'urbanesimo era assai accentuato, visto che il 72% degli abitanti viveva in centri con oltre 2.000 abitanti (il 21% in centri con oltre 100.000 abitanti).

Le principali città, oltre alla parte orientale di Berlino (1.088.000 ab. nel 1990), erano Lipsia (581.000 ab. nel 1990), Dresda (504.000 ab. nel 1990), Halle, Jena, Rostock e Karl-Marx-Stadt (Chemnitz).

La lingua ufficiale era il tedesco.

A livello religioso, trovandoci in un contesto socialista, veniva professato l'ateismo di Stato, in misura però assai meno stringente rispetto agli altri Paesi comunisti, visto che non fu adottata alcuna politica antireligiosa. La popolazione in ogni caso professava prevalentemente la religione protestante (80%), a fianco di una consistente minoranza cattolica (11%).

[modifica] Il problema dell'espatrio

Già pochi anni dopo l'instaurazione del regime, la Germania Est fu interessata da un notevole flusso emigratorio verso la Germania Ovest. I cittadini tedesco-orientali, soffocati da un sempre più penetrante totalitarismo, avvertivano come naturale valvola di sfogo l'ovest, dove essi riuscivano facilmente a reintegrarsi nella società, a trovare un lavoro assai meglio remunerato, ad esprimere le proprie idee e a vivere quelle tradizioni che il regime orientale voleva per sempre annientare per costruire una nuova società proletaria e socialista.

Un flusso di tale imponenza non poteva non preoccupare i dirigenti della RDT, che cercavano di risollevare l'economia dalle ceneri della guerra e non potevano permettersi di perdere preziosa manodopera. Nel 1961 pertanto il SED procedette alla chiusura delle frontiere con la RFT e all'edificazione del muro di Berlino, per impedire fughe verso la parte occidentale della città. L'art. 10 della Costituzione, che garantiva il diritto di espatrio, venne abrogato, mentre l'espatrio fu ribattezzato "fuga dalla Repubblica" ed inserito, quale nuova fattispecie del codice penale, nella stessa sezione relativa ai delitti contro lo Stato. Le guardie di frontiera, (Grenztruppen der DDR), avevano l'ordine di arrestare, e se necessario sparargli, chiunque tentasse non autorizzato di varcare il confine.

L'espatrio non era vietato in maniera assoluta. Anzitutto esso riguardava solo i confini terrestri con la Germania Ovest e quelli marittimi nel mar Baltico con Danimarca e Svezia. Si poteva invece espatriare verso Paesi del Patto di Varsavia, anche perché il divieto di espatrio verso i Paesi occidentali fu adottato da ciascuno di essi. I pensionati potevano espatriare per trascorrere nell'Ovest le vacanze o incontrare i parenti, mentre si potevano trascorrere periodi di studio o di lavoro nella RFT, a patto di rimpatriare nel tempo concesso. Chi voleva invece lasciare il Paese per trasferirsi all'estero incontrava molti più ostacoli: occorreva infatti inoltrare un'apposita richiesta al Ministero degli Esteri, la cui approvazione era però assai difficile. Oltretutto chi inoltrava la domanda rischiava di essere inserito negli elenchi dei sospetti della polizia segreta, la Stasi (Staatssicherheit); reiterarla più volte, in caso di mancata risposta o a seguito di rifiuto, poteva anche comportare il carcere.

La chiusura dei confini durò fino al 1989. Agli inizi dell'anno per la verità nulla lasciava pensare all'abrogazione del divieto di espatrio: nonostante il Glasnost (apertura) avviato dal presidente sovietico Mikhail Gorbačëv, il presidente tedesco-orientale Erich Honecker dichiarò che il muro avrebbe diviso Berlino per altri 50 anni, mantenendo saldamente il regime su posizioni totalitarie. Ma al contempo l'Ungheria decise di aprire le frontiere con l'Austria: ciò permetteva ai cittadini della RDT di poter facilmente raggiungere la RFT, passando per Cecoslovacchia, Ungheria e Austria. Fu così che la DDR si vide costretta ad abrogare il divieto di espatrio e ad abbattere, il 9 novembre, il muro.

[modifica] Economia

In RDT il controllo del regime sull'economia fu forse il più forte tra tutti gli altri Paesi del Patto di Varsavia. Di fronte a un Paese devastato dalla Seconda Guerra Mondiale, il SED riuscì fin dalla fine degli anni '40 a creare un sistema economico molto industrializzato e competitivo. Un'agricoltura autosufficiente, un territorio ricco di lignite e di potassa, una sviluppata industria chimica e siderurgica e un'ottimo sistema stradale e ferroviario resero al RDT ai primi anni '60 il decimo Paese più industrializzato del mondo, il più avanzato sul piano economico tra quelli socialisti.

Il livello di benessere della popolazione era tuttavia di gran lunga inferiore a quello della RFT, e forse fu questo confronto coi "cugini" dell'Ovest ad indurre i dirigenti orientali a rafforzare la morsa sul panorama economico. In un primo tempo il divario tra le due Germanie fu imputato all'ingente debito che la RDT aveva con l'URSS per gli aiuti di ricostruzione. Ma già nel 1969, di fronte ad uno spaventoso deficit pubblico, lo Stato non seppe (e non volle) modernizzare l'economia alle esigenze reali della popolazione. Ne risultò una crisi dei beni di consumo, oltre all'inevitabile arretratezza che l'assenza di una competizione tra imprese generava nell'economia tedesco-orientale. I cittadini peraltro dovevano attendere anni prima di acquistare automobili, le quali peraltro erano sempre le stesse obsolete Trabant (oggi divenute veri pezzi da collezione per gli appassionati di auto).

La disparità economica tra le due Germanie è rimasta evidente anche all'indomani dell'unificazione. Nonostante le politiche del governo federale a favore dei territori dell'ex-DDR, questi ultimi restano ancora oggi la zona economicamente meno avanzata del Paese.

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