Prunus armeniaca
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Albicocco | |||||||||||||||||||||
Classificazione scientifica | |||||||||||||||||||||
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Nomenclatura binomiale | |||||||||||||||||||||
Prunus armeniaca L. |
Per informazioni sul frutto dell'albicocco vedi albicocca
L'Albicocco è un albero da frutto appartenente alla famiglia delle Rosacee, genere Prunus.
Indice |
[modifica] Descrizione
Gli alberi sono a foglia caduca, monocauli con fusto a corteccia rugosa, alti 3 - 7 m a maturità; corteccia bruno-scura, chioma a portamento variabile da assurgente ad espanso, con rami di color-rossastro inermi (senza spine).
Apparato radicale piuttosto fittonante (quando si innesta su franco); fusto eretto. Le foglie alterne sono cuoriformi con apice acuminato e picciolo di color rossastro (in un primo momento anche le foglie sono rossicce, ma poi perdono gli antociani). Le gemme a fiore sono di forma globosa, distribuite nel caso dei rami misti, in numero variabile da 1 a 4 -5 per nodo, originano un solo fiore ermafrodita, autocompatibile, con sepali rossi e petali bianchi o leggermente rosati; la fioritura è piuttosto precoce e generalmente si pone fra quella del mandorlo e quella del pesco (febbraio-marzo); tale precocità causa un'esposizione dei fiori alle gelate primaverili.
L'impollinazione è entomofila.
I frutti sono drupe di forma variabile (sub-sferica od ovale) più o meno compressa lateralmente, divisa in due parti, talvolta disuguali, da un evidente solco ventrale (la sutura è importante ai fini industriali per l'essicazione, le valve sono più apprezzate se sono uguali). Il solco si può fendere in caso di eccessiva irrigazione, sbagliata concimazione e diradamento sbagliato. Epicarpo leggermente tomentoso di color giallo o giallo-aranciato e c nella parte esposta al sole. La polpa presenta una colorazione variabile dal giallastro all'arancione, biancastra in alcune cultivar, abbastanza soda; i noccioli sono piuttosto grossi, appiattiti, legnosi, con superficie quasi liscia e seme di sapore amaro o anche dolce.
La fruttificazione avviene sui rami misti, dardi fioriferi e sui brindilli.
[modifica] Storia
Abbiamo tre centri d'origine in cui troviamo specie diverse:
Si pensa che l'albicocco in Europa provenga da quest'ultima area. Dall'Armenia poi l'albicocco si è diffuso nell'area mediterranea (Grecia e Italia) nel primo sec. a.C. per opera dei Romani e successivamente degli Arabi in Spagna. Solo in periodo rinascimentale è stata introdotta negli altri continenti.
[modifica] Dati economici
La produzione mondiale di albicocche supera di poco i 20 milioni di q; il 40 % è prodotto in Europa, il 30 % in Asia e il restante 30 % negli altri paesi. Principali produttori CEE sono Spagna, Italia e Grecia.
L'Italia produce circa 1800000 q destinati al mercato interno. La produzione di albicocche prodotte annualmente è soggetta a variazioni dovute alle condizioni climatiche, soprattutto durante la fioritura, e alla tendenza della specie all'alternanza. Le aree più produttive sono Campania (60%), Emilia (20 %).
[modifica] Tecniche di coltivazione
[modifica] Propagazione
Per quanto riguarda la propagazione, l'uso del seme si fa solo per avere portainnesti e per fini di miglioramento genetico. Vengono usati diversi tipi di portainnesti, spesso appartenenti ad altre specie, che offrono notevoli vantaggi agronomici, ma possono indurre disaffinità fra i due bionti con possibilità di rottura al punto d'innesto. L'astone si differenzia dagli altri perché porta lungo tutta la sua lunghezza delle lenticelle (macchie biancastre); crescendo la corteccia si screpola e queste lenticelle non si vedono più perché sono il punto in cui la corteccia si screpola).
[modifica] Portainnesti principali
- Franco Comune (è uno dei migliori, si adatta a terreni poveri, calcarei e tollera abbastanza bene la salinità e nematodi. Porta ad uno sviluppo più lento con una messa a frutto più tardiva. Non regge il ristagno. Ottima affinità ma gli alberi risultano vigorosi e longevi) ad oggi è il migliore.
- Mirabolano (Prunus Cerasifera: molto usato in Italia in terreni umidi e argillosi, presenta con alcune cv elevata disaffinità a cui si cerca di ovviare con innesto alto o innesto intermedio di susino europeo Stanley; la sua grande diffusione è dovuta alla facilità di moltiplicazione e alla velocità di sviluppo in vivaio. Sono disponibili anche linee derivate da selezione clonale. Presenta elevato vigore).
- Pesco Franco (Utile in terreni profondi ma non calcarei. Dà buona vigoria e veloce entrata in produzione. Presenta disaffinità, sensibile ai nematodi).
- Susino (si consiglia l'uso di selezioni di GF1380 dotata di buona affinità e resistenza ad asfissia radicale. Sono disponibili anche cloni ottenuti con incrocio fra Mirabolano X Susino Cino-Giapponese come la selezione INRA GF31 di facile propagazione per talea, discreta affinità. Altro ibrido naturale del mirabolano è il MARIANNA Cerasifera x Munsoniana idoneo per terreni pesanti e calcarei, molto vigoroso. Sono in sperimentazione cloni della serie MRS derivati da semenzali ottenuti per libera impollinazione di mirabolano).
[modifica] Esigenze di coltivazione
È caratterizzato da uno sviluppo irregolare dei germogli, il ciclo di crescita annuale risulta influenzato, oltre che dalle caratteristiche di cultivar e portainnesto, dalle tecniche colturali e condizioni climatiche.
Nella fase di dormienza piò sopportare anche -30°C, ma alla fioritura bastano pochi gradi sotto lo 0 per perdere tutta la produzione. Per il fabbisogno in freddo occorrono, a seconda delle cv, da 250 a 1200 ore.
Preferisce terreni fertili, freschi, profondi e sabbiosi con poco calcare attivo, ricchi di sostanza organica e ben drenati. La carenza di azoto causa scarsa allegagione, cascola e scarso accrescimento dei frutti; richiede anche molto potassio. Inoltre mostra particolari esigenze di calcio e boro.
[modifica] Tecnica di fertilizzazione
Esigenze nutrizionali per 100 q di prodotto:
N P K Asporti colturali 50 - 65 kg/ha 20 ? 30 kg/ha 60 - 80 kg/ha Somm. Indicate 90 - 150 kg/ha 30 - 60 kg/ha 100 - 120 kg/ha S.O. N P2O5 K2O All?impianto 600-800 0 40 60 (preparazione del terreno): 100% ---- 100% 100% In allevamento 300-400 50 30 30 (fase vegetativa): 100% 100% 100% 100% In produzione --------- 150 50 150 (prefioritura): 50% 100% ----- (allegagione): 30% ------- ----- (ingrossamento): 20% ------- 100%
[modifica] Forme di allevamento
Le forme di allevamento più utilizzate sono il vaso tradizionale, il vaso ritardato e la palmetta; ci sono anche casi di coltura protetta con forme a Y e a fusetto: entrambe queste forme richiedono attenta potatura estiva. Sesti di 5 X 5 m per il vaso tradizionale; 5 X 3,5 m per il vaso ritardato e la palmetta; 2-1,5 m per la forma a Y e il fusetto.
[modifica] Potatura
Gli interventi di potatura avvengono in inverno e riguardano il diradamento dei rami e nel raccorciamento delle brachette fruttifere in modo tale da mantenerle sufficientemente rivestite di dardi fioriferi e di avere una distribuzione uniforme dei frutti nella chioma dell'albero. Si può fare anche potatura estiva per eliminare i succhioni e favorire una migliore penetrazione della luce e migliorare la differenziazione a fiore delle gemme. Per le cv che vanno incontro all'alternanza di produzione è indispensabile il diradamento per avere dei frutti con pezzatura, caratteristiche commerciali e qualitative migliore.
[modifica] Esigenze di acqua
L'apporto idrico risulta importante in post-raccolta per favorire la differenziazione a fiore delle gemme e diminuire quindi l'incidenza del fenomeno dell'alternanza. Bisogna evitare stress idrici ai frutti in fase di crescita, tuttavia apporti idrici in prossimità della maturazione diminuiscono le qualità organolettiche e commerciali dei frutti, e somministrazioni irregolari possono provocare screpolature dei frutti o la loro caduta.
Il fabbisogno idrico dell'albicocco nel periodo maggio-settembre oscilla intorno a 2000 mc/ha.
Molto importante: l'irrigazione si sospende alla fioritura-allegagione e si riprende all'indurimento del nocciolo [fine citochinesi]).
[modifica] Raccolta
Data la scalarità di maturazione (giugno-luglio) e la delicatezza del frutto la raccolta è manuale. Ci sono anche impianti per l'ottenimento di frutti per l'industria (succhi, creme).
È una specie predisposta al colpo di freddo se conservata a lungo in cella frigorifera. Si avvantaggia molto della prerefrigerazione subito dopo la raccolta.
Le rese unitarie variano fra 200-250 q/ha.
[modifica] Miglioramento genetico
Il miglioramento genetico si propone questi obbiettivi:
- struttura della pianta (l'albicocco ha un andamento espanso e assurgente mentre noi vogliamo un portamento compatto
- allargamento del calendario di maturazione
- pezzatura e forma
- consistenza della polpa e qualità organolettiche
- resistenza alle malattie (sciarca)
[modifica] Cultivar
Le cultivar più interessanti sono descritte in ordine di maturazione e tenendo come riferimento la S. Castrese, che matura verso il 20 giugno in Campania e il 4-5 luglio in Emilia.
- Tirinthos: alberi vigorosi; diffusa per la precocità, pezzatura e colorazione dei frutti; polpa poco aromatica; matura due settimane prima di S. Castrese.
- Precoce d'Imola: soprattutto in Emilia; selezionata da un semenzale di Reale d'Imola; vigorosa; produttiva; frutti ellittici di media pezzatura; matura una settimana prima di S.C.
- San Castrese: cv campana che ha manifestato migliore adattabilità ambientale; frutti sferoidali, non grossi ma aromatici e idonei alla trasformazione.
- Portici': campana; frutti grossi (60 g) di buon sapore; produttività incostante al nord; matura una settimana dopo S.C.
- Reale d'Imola: frutti medi-grossi molto aromatica e saporita; apprezzata per il fresco; matura 190 gg dopo S.C.
- Aurora: elevato vigore, buona produttività, cv androsterile, fioritura medio-precoce (5 gg prima di Tyrintos), impollinatori S.C. matura 15 gg prima di Tyrintos, frutti di media pezzatura con sovracolorazione rossastra.
- Ninfa: scarso vigore, produttività costante, frutti di media pezzatura (60 g), medio-precoce, matura 10 gg prima di Tyrintos.