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Pedalino - Wikipedia

Pedalino

Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.

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Pedalino, 2172 abitanti a 234 m s.l.m., è una frazione del Comune di Comiso, in provincia di Ragusa.

[modifica] Storia

In eta' greco-romana, non esistono dati che documentano presenze abitative consolidate. E' stato ipotizzato che la zona, gia' nel VI secolo a.C., sia stata interessata dal fenomeno delle penetrazioni Siracusane lungo il Limes orientale del fiume Dirillo e sfruttando, quale naturale via di sbocco sulla costa meridionale del Mediterraneo, proprio l'ampia e fertile piana fra i fiumi Dirillo ed Ippari nei rapporti con Kamarina.

Dopo la fondazione quasi contemporanea di Kamarina ed Akrille, questo antico percorso veniva interessato dalla confluenza di alcune vie interne, specialmente da Kamarina - Comiso - Echetle (l'attuale Caltagirone), che sfruttava proprio il guado della contrada correntemente denominata "Scornavacca" sul Dirillo per accedere ai campi geloi (di Gela). Si puo' dire quindi che in tali periodi quella descritta era una zona di intenso transito carovaniero parallela alle zone di guado sul Dirillo. Da questi fatti si spiega la sua forma allungata che si snoda su una via.

Nel periodo Medioevale, la zona era una fitta boscaglia costituita principalmente da querce e da chamaerops humilis ("giummarra o zammarra" secondi il dialetto attuale). I primi dati ufficiali sulla zona risalgono al XV secolo quando questa veniva indicata col nome di "Piddalinus", che sembra significasse zona di pedaggio. Infatti il territorio era considerato naturalmente come zona di confine fra le tre importanti contee di Modica, Comiso e Biscari (quest'ultima era l'attuale Acate). Proprio a causa di questa naturale collocazione era l'unico posto dove potevano essere riscosse le gabelle per il transito dei prodotti agricoli del tempo (ghiande e frumento).

Nel XVI secolo, durante la dinastia del conte Luigi Enriquez Cabrera, onde ricavare un utile maggiore con i censi in frumento anziche' con l'annua gabellazione delle ghiande, si cominciarono a dare in enfiteusi le terre del feudo di Chiaramonte. L'estensione maggiore (salme 473) che comprendeva le contrade di Cicogne, Bostonaca, Trofazza, Cazzola, Pedalino, Piraino, Quaglio e Lannuna, fu consegnata ai Chiaramontani Liberante e Santi Mule' ed al figlio di quest'ultimo Mariano Mule' (gli atti di rogito vanno dal 1570 al 1600). Liberante Mule' costrui' nel 1606 la prima fattoria in contrada Cicogne. Una chiesetta fu costruita nel 1610 e riedificata nel 1694 dopo che era stata distrutta dal terremoto del 1613. Nel 1660 donna Giovanna Maria Catania Mule' (figlia di Liberante) sposo' Don Francesco Melfi Celestre e ricevette dagli zii Pietro, Innocenzo e Santi Mule' (figli di Mariano Mule') le contrade di Piraino, Lannuna, Trofazza, Cazzola, Quaglio e Pedalino.

Questi latifondi rimasero allo stato di boscaglia, e furono destinati alla pastorizia fino al 1770, anno in cui riunitisi i giurati di Chiaramonte ed evidenziando che mancava il vino per il consumo locale, richiesero al Re (per invogliare la famiglia Mule' a produrre vino) la concessione per il dislocamento e l'esenzione del dazio per il diritto di estrazione del mosto e del vino. Il Re concesse l'autorizzazione e l'esenzione con dispaccio del 22 maggio 1778. La casata di Mule' si estinse in quella dei baroni di Melfi. Il barone Francesco Melfi, nel 1859, concesse Sori e con altri rogiti del notaio Veninata circa 250 salme di terra a Pedalino, Piraino, Quaglio e Cazzola, in perpetua enfiteusi a diverse persone che coltivarono i campi abitando in capanne. Nel 1862, Biagio Palmieri e Francesco Scalanbrieri furono i primi censuari a fabbricarsi case e palmenti.

Dopo il 1882, quando la filossera distrusse molti vigneti in Francia, la maggior parte dei censuari decisero di fabbricare case e fissarvi dimora stabile. Nel 1885 fu eretta la chiesetta dedicata a Maria SS. Del Rosario, soggetta alla parrocchia di Chiaramonte. Davanti ad essa, nel 1909, fu destinato il suolo per la piazza (piazza della Concordia). Vi sono le prime petizioni popolari indirizzate al Prefetto nelle quali si chiede che la Frazione, invece che al territorio di Chiaramonte, fosse aggregata a quello di Comiso. Con disegno di legge n.1637, presentato alla Camera dei Deputati l'8 marzo 1937, che modificava il territorio della provincia di Ragusa, la Frazione di Pedalino veniva assorbita dal Comune di Comiso. Nel 1912 la borgata contava circa 600 abitanti, come risulta da cenni sulla "borgatella di Pedalino" del barone Corrado Melfi di San Giovanni.

Nel 1929 esistevano circa 100 famiglie ed i dati rilevati nel 1934 dalla Prefettura erano di 800 abitanti. I ragazzi frequentanti le scuole elementari erano circa 100 di cui la maggior parte affetti da tracomatosi. Non esisteva ancora un acquedotto. Nel 1935 veniva nominato un medico condotto con una dotazione farmaceutica ed una ostetrica condotta. Nello stesso anno venne imbrecciata l'allora via XXV Ottobre, corrispondente all'attuale via XXV Luglio.

Nel 1937 venne modificato il territorio della nuova provincia di Ragusa. In tale occasione, il territorio e la borgata di Pedalino venivano aggregati al territorio di Comiso.

Negli anni Ottanta fu presentato un disegno di legge per l'erezione a comune autonomo.
Oggi è istituito nella frazione Pedalino il Consiglio di Circoscrizione.

[modifica] Economia

Le coltivazioni di vigneti ed uliveti sono sempre state una costante. Dopo la seconda guerra mondiale e' stata introdotta la coltivazione degli agrumeti. Pedalino trovo' l'apice del suo sviluppo intorno agli anno 60' - 70' grazie all'agricoltura. Oggi, come del resto tutta l'economia, queste attivita' agricole attraversano un periodo di crisi. Inoltre, la politica economica europea, che non ha certo favorito lo sviluppo dell'economia locale, insieme alla forte concorrenza estera, costituiscono degli ostacoli insormontabili per l'agricoltura.

[modifica] Feste e sagre

  • Festa di SS. Maria del Rosario (settembre)
  • Sagra della Vendemmia (fine settembre)
  • Festa di S. Giuseppe (1° maggio)
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