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Oderzo - Wikipedia

Oderzo

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«Flumen Liquentia ex montibus Opiterginis et portus eodem nomine.»
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«[…] Il fiume Livenza che proviene dai monti Opitergini e il porto con lo stesso nome.»


Wikipedia:WikiProject/Progetto geografia/Antropica/Comuni Oderzo
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Stato: Italia
Regione: Veneto
Provincia: Treviso
Coordinate:
Latitudine: 45° 47′ 0′′ N
Longitudine: 12° 29′ 0′′ E
Mappa
Altitudine: 14 m s.l.m.
Superficie: 42 km²
Abitanti:
19.144 01-01-06
Densità: 456 ab./km²
Frazioni: Vedi elenco 
Comuni contigui: Chiarano, Fontanelle, Gorgo al Monticano, Mansuè, Ormelle, Ponte di Piave
CAP: 31046
Pref. tel: 0422
Codice ISTAT: 026051
Codice catasto: F999 
Nome abitanti: opitergini 
Santo patrono: San Tiziano, Santa Maria Maddalena 
Giorno festivo: 16 gennaio, 22 luglio 
Comune
Posizione del comune nell'Italia
Sito istituzionale


Oderzo è un comune italiano di quasi ventimila abitanti della provincia di Treviso.

Il suo nome deriva dal latino Opitergium che a sua volta derivava dal venetico Opterg, ovvero "Piazza del mercato". L'antico nome sopravvive nell'aggettivo che indica l'appartenenza alla città, ovvero Opitergino.

Indice

[modifica] Geografia

Il fiume Monticano verso il centro di Oderzo
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Il fiume Monticano verso il centro di Oderzo

Inserito nel cuore della pianura veneta, il territorio del Comune di Oderzo è attraversato dal fiume Monticano, oltre che da numerosi altri corsi d'acqua minori, peculiarità che da sempre rende questa zona particolarmente fertile e quindi adatta all'agricoltura.

[modifica] Storia

[modifica] Origini

La fondazione della città si può fissare intorno al X secolo a.C. ad opera dei Paleoveneti, con il nome di Opterg, ovvero Piazza del mercato. All'epoca la zona, leggermente in collina e posta tra il fiume Monticano ed un ramo non più esistente del Piave, era attraversata da importanti rotte commerciali. L'importante posizione strategica della zona è stata la causa, per secoli, della fortuna e delle disgrazie della città.

[modifica] Il periodo romano

In seguito la città passa spontaneamente e gradualmente sotto il dominio romano prendendo il nome di Opitergium.

Opitergium, attraversata dall'importante Via Postumia che collegava Genova ad Aquileia attraversando tutta la pianura padana, diede i natali a Caio Voltejo Capitone, centurione romano che combatté a fianco di Giulio Cesare durante la guerra civile contro Pompeo sacrificandosi con i suoi uomini presso Fiume nel 49 a.C.. Fu questo evento che convinse Cesare ad elevare la città allo status di municipium e a dare la cittadinanza romana agli opitergini, fino ad allora ancora piuttosto autonomi da Roma. Capitone contende al padovano Tito Livio il titolo di più antico veneto di cui si conosca almeno in parte la vita.

Dopo questo evento inizia il periodo di massimo splendore della città che durerà per tutto il primo secolo dopo Cristo.

Diventa così una delle più importanti città nel nord-est italiano, arrivando forse a cinquantamila abitanti, a capo di un territorio che comprendeva la zona del Veneto orientale dalla laguna fino alle montagne del Cansiglio, chiamate da Plinio il Vecchio i monti Opitergini, più il Friuli fino al fiume Tagliamento. Si tratta in pratica del territorio delle attuali Diocesi di Vittorio Veneto e di Pordenone.

Dopo lo sviluppo di Julia Concordia Sagittaria, Opitergium perde il controllo della zona ad est del fiume Livenza a vantaggio di quest'ultima, città di fondazione romana nelle vicinanze dell'attuale Portogruaro.

In epoca romana la città è servita da un porto fluviale, alimentato dalle acque di un antico ramo del Piave (sul cui letto nel medioevo fu scavato il canale Piavon), e un porto marittimo, posto nelle vicinanze dell'attuale paese di Ceggia, all'epoca quasi in riva al mare. Nella zona gli opitergini fonderanno le attuali Eraclea e Jesolo, note località balneari del veneziano.

La città era inoltre collegata, via terra, anche con Altino (via Altinate), Serravalle, Lorenzaga, Settimo sul Livenza (attuale Portobuffolè), Trento (via Tridentina).

[modifica] Opitergini gli esecutori della crocifissione di Gesù?

Recenti studi hanno accertato che i soldati d'istanza a Gerusalemme nel periodo della morte di Gesù (30 d.C.) erano originari della decima regione Venetia et Histria. Non essendo all'epoca ancora molto sviluppata la città di Concordia, si è giunti alla conclusione, forse un po' affrettata, che il leggendario san Longino e gli altri soldati che hanno interagito con Cristo nei suoi tre anni di apostolato fossero nativi di Oderzo.

[modifica] L'alto medioevo

Con la diffusione del cristianesimo Opitergium diventa sede vescovile: sui cinque vescovi conosciuti della città, tre sono stati canonizzati: san Tiziano, san Magno e san Floriano. La Diocesi di Oderzo ricalcava i confini amministrativi romani, e li ha mantenuti con poche varianti fino al giorno d'oggi.

Con il declino dell'Impero Romano inizia un periodo nero per la città, che verrà più volte saccheggiata e distrutta dai Barbari: i Quadi e i Marcomanni nel 167, i Longobardi di re Rotari, e si dice anche da Attila, intorno al 452. Questo ha dato vita ad una leggenda, priva di alcun fondamento storico, secondo la quale il celebre capo unno avrebbe nascosto il bottino dei suoi saccheggi gettandolo in un pozzo della città. Leggende simili esistono in altre città di fondazione romana in tutto il nord Italia.

L'ultima e definitiva distruzione di Oderzo avverrà nel 667 ad opera di Grimoaldo. Nel frattempo la sede vescovile ed il corpo di San Tiziano erano stati trasferiti in una zona più sicura, prima ad Eraclea, ed infine a Ceneda, attuale Vittorio Veneto.

Per approfondire, vedi la voce Leggenda di san Tiziano.

Già da tempo ormai la città era semi disabitata, essendo i suoi abitanti scappati verso la laguna dove, insieme ad altri profughi provenienti da Concordia Sagittaria, Aquileia, Padova, Altino e altre città della pianura veneta, fonderanno Rialto, la futura Venezia, alla quale Oderzo darà il primo Doge, Paolo Lucio Anafesto.

Da quel periodo fino alla fine del millennio Oderzo non fu altro che un piccolo villaggio di agricoltori che costruirono le loro misere case intorno ai ruderi del vecchio centro, continuamente spogliati dai primi Veneziani essendo tutto materiale utile per la costruzione della loro nuova città. Oderzo viene nominata in un documento solo nel 963, forse neanche come paese ma come semplice località; col passare dei regni Oderzo diventa prima Corte Regia, poi Gastaldia Longobardica, poi Pieve nel 994. Oderzo fu distrutta nuovamente, stavolta dai Veneziani, nel 974.

Il declino della città favorirà quindi lo sviluppo di altri centri della zona rimasti fino a quel momento in secondo piano: Treviso, Conegliano, Serravalle, Motta di Livenza e, appunto, Ceneda e Venezia.

[modifica] Il basso medioevo

Dopo l'anno 1000 Oderzo riprende a vivere intorno al suo castello, anche se non ritroverà mai più i fasti di un tempo.

La posizione strategica della città resta immutata, tanto che nel 1089 una nobile famiglia delle Prealpi venete, i da Montanara, si trasferisce tre chilometri più a nord, presso il centro di Camino, edificandovi un castello e assumendo il nome della località diventando così i "da Camino".

Per tutto il basso medioevo la città verrà contesa da autorità religiose (i Vescovi di Belluno e Ceneda), civili (il Comune di Treviso) e dalle famiglie feudali (i già citati Caminesi e gli Ezzelini) fino a quando nel 1380 passa definitivamente sotto la Repubblica di Venezia[1].

[modifica] Il periodo veneziano, napoleonico e austriaco

I secoli passati sotto la dominazione veneziana non saranno particolarmente felici per la città, che non riuscirà mai ad uscire da uno stato di arretratezza e da un'economia quasi esclusivamente agricola. Tra il Cinquecento e il Settecento si sviluppa l'attuale centro storico della città.

I saccheggi perpetuati dalle truppe francesi con l'arrivo di Napoleone porteranno allo stremo la popolazione, già provata da periodiche carestie e epidemie. Due illustri rappresentanti di Oderzo e della vicina Motta di Livenza, riusciranno ad ottenere recandosi a Campoformio (o a Villa Manin a Passariano) un forte risarcimento danni dal generale francese sbandierandone le presunte origini trevigiane: Tolberto da Camino, nobile locale marito della celebre nobildonna duecentesca Gaia, era infatti figlio di una Bonaparte.

Per gli abitanti di Oderzo le cose non cambieranno molto né sotto la dominazione francese né dopo il 1815 con il passaggio al Regno Lombardo-Veneto controllato dagli Austriaci.

[modifica] L'età contemporanea

Nel 1866 avviene il passaggio plebiscitario al Regno d'Italia: nei decenni successivi la toponomastica cittadina si riempirà di nomi di esponenti di casa Savoia.

Alla fine del secolo apre in città un'opera dei Giuseppini su iniziativa personale del loro fondatore san Leonardo Murialdo e del vescovo di Vittorio Veneto Sigismondo Brandolini. L'istituto, che ha adottato il nome del vescovo, è oggi una delle scuole private più antiche e rinomate della zona.

Nel 1917, per la vicinanza con le rive del Piave, Oderzo si ritroverà ad essere sul fronte e subirà le pesanti conseguenze della tristemente famosa ritirata di Caporetto.

Nel 1929 il Comune di Oderzo assorbe il territorio comunale della vicina Piavon.

A partire dal 1943 con lo scoppio della guerra civile la zona è stata luogo di aspri scontri tra fascisti e partigiani, con rappresaglie ed episodi di violenza gratuita compiuti da entrambi le parti in causa. Queste culminarono con l'impiccagione di Giovanni Girardini e Bruno Tonello, due studenti universitari antifascisti, il 12 settembre 1944[2], e la strage di Oderzo del 30 aprile 1945, ovvero l'esecuzione sommaria di 120 persone sospettate di appartenere al Partito Fascista, evento riportato in auge da Gianpaolo Pansa nel suo romanzo Il sangue del vinti del 2003[3].

Alla fine della guerra anche qui si sentiranno a pieno le conseguenze del boom economico degli anni '60, ma della massiccia emigrazione tradotta in un calo di popolazione. Ulteriore spinta all'economia cittadina verrà data dal famoso "miracolo del Nord-Est" negli anni Ottanta e Novanta [4].

[modifica] Evoluzione demografica

Abitanti censiti


Come si può notare dal grafico, da quindici anni a questa parte la città sta subendo un significativo aumento di popolazione che, secondo le previsioni, la porterà a raggiungere quota ventimila abitanti entro il 2007.

Dal 2000 in poi la crescita della popolazione è pari a quella avuta nei trent'anni precedenti.

[modifica] Cultura

La città vanta una lunga tradizione di pittori tra cui Alberto Martini (1876-1954), precursore del surrealismo, Ciro Cristofoletti (1901-1973), Giuseppe Vizzotto Alberti (1862-1931) e Gina Roma (1914-2005) solo per citarne alcuni.

Si ricorda poi, oltre ai personaggi citati in precedenza, Amedeo Obici (1878-1947), imprenditore che inventò negli Stati Uniti i Peanuts (le arachidi tostate).

[modifica] Opitergini celebri

Per approfondire, vedi la voce categoria:Personalità legate a Oderzo.

Antichità e Medioevo

Età moderna

  • Francesco Amalteo, poeta e scrittore del XV secolo[5]
  • Girolamo Amalteo, poeta e scrittore, figlio di Francesco, 1507-1574
  • Giovanni Battista Amalteo, ambasciatore veneziano e letterato, 1525-1573
  • Cornelio Amalteo, politico, 1530-1603
  • Francesco Melchiorri, letterato e poeta, 1528-1590

XIX secolo

  • Giulio Bernardino Tomitano, letterato, 1761-1828
  • Francesco Dall'Ongaro, letterato e patriota, 1808-1873
  • Giuseppe Vizzotto Alberti, pittore, 1862-1931

XX secolo

XXI secolo

[modifica] Personalità di origine opitergina

[modifica] Da vedere

Piazza Grande in un giorno di mercato
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Piazza Grande in un giorno di mercato
  • Piazza Grande. Già Piazza Vittorio Emanuele II, è una delle più famose piazze del Veneto per la sua particolare forma a palcoscenico, e fa da sfondo a numerose iniziative di carattere culturale. Realizzata nel 1992 in modo da ricordare nello stile le centuriazioni romane, vi è tracciata una gigantesca meridiana (in realtà è un analemma) che segna i mesi grazie all'ombra del pinnacolo del Duomo. Vi si affaccia il Duomo (vedi), il "Torresin" (vedi), l'antica Loggia Comunale e numerosi edifici storici.
  • Il Duomo (Piazza Grande). Iniziato intorno all'XI secolo e consacrato nel 1535, è stato costruito sulle rovine di un antico tempio di Marte: secondo la tradizione fu san Prosdocimo, l'evangelizzatore della zona inviato da san Pietro in persona, a "iniziare i lavori" abbattendo l'idolo bronzeo della divinità romana intorno al 50 dopo Cristo. Di stile romanico-gotico irrimediabilmente compromesso dai lavori eseguiti nei secoli, è dedicato a san Giovanni Battista. All'interno alcune opere di Pomponio Amalteo.
Il "Torresin" e un tratto della cinta muraria
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Il "Torresin" e un tratto della cinta muraria
  • Il Torresin (Piazza Grande). E' il simbolo della città: una torre dell'orologio rifatta negli anni '30 sui resti della porta meridionale della cinta muraria medievale.
  • Il centro storico. Comprende la parte medievale e rinascimentale della città, con palazzi realizzati dal Quattrocento al Settecento.
  • Palazzo Porcia e Brugnera (Piazza Castello). La residenza cinquecentesca della famiglia omonima.
  • Il Museo Civico Archeologico "Eno Bellis" (via Garibaldi). E' uno dei più antichi in Italia essendo stato fondato nel 1876. Ha sede dal 1999 nella "Barchessa" di Palazzo Foscolo, mirabilmente restaurata.
  • Palazzo Foscolo (via Garibaldi). E' sede di alcuni eventi culturali e di seminari, nonché della Pinacoteca Alberto Martini, contenente una collezione di quadri dell'omonimo pittore e di altri pittori della zona.
  • Siti archeologici. Sono sparsi in vari punti della cittadina; il maggiore è l'area del Foro Romano (piazzetta del Foro Romano), scoperta nel 1983 e ora percorso archeologico posto sotto alla piazza omonima e ad un condominio.
  • Giardini pubblici. Vi è posto un monumento a Luigi Luzzatti, fu deputato e poi Presidente del Consiglio dal 1910 al 1911.
  • Villa Stefanel già Wiel (Piazza Stefanel). Appartiene alla famiglia proprietaria del noto marchio di abbigliamento.
  • Villa Bortoluzzi. Un tempo sede di un monastero, distrutto da un incendio in epoca napoleonica.
La chiesa di S. Maria Maddalena
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La chiesa di S. Maria Maddalena
  • Altre chiese:
    • Chiesa di Santa Maria Maddalena: era di pertinenza di un monastero soppresso da Napoleone. E' chiamato "il pantheon degli opitergini" per le tombe di personaggi illustri della città contenute al suo interno.
    • Chiesa di san Giuseppe. Si trova al centro della borgata omonima. Al suo interno trova posto un presepio permanente settecentesco.
    • Chiesa della Madonna della Salute. Si trova nella borgata di Spinè.
    • Chiesetta del Beato Bernardino Tomitano. Sita in pieno centro storico, ospita una lapide dedicata ai caduti di tutte le guerre[7].
  • Da ricordare infine la presenza nelle frazioni della Mutera di Colfrancui (vedi), misteriosa collina artificiale di epoca paleoveneta, e del Casòn, abitazione contadina dell'Ottocento a Piavon di Oderzo, dove ha sede anche il Museo dell'Apicoltura, unico nel suo genere in Italia.

[modifica] Turismo

Oggi Oderzo è seconda solo al capoluogo come numero di turisti annuali in provincia di Treviso. Si tratta per la stragrande maggioranza di "pendolari" provenienti da tutta Europa che restano in città da uno a tre giorni.

Negli anni '90 Oderzo guadagna il titolo di "Città Archeologica", e ora punta a ottenere lo status di "Città d'arte". Nel frattempo è stata nominata informalmente dal Touring Club Italiano "Città più porticata d'Italia": i portici infatti sono uno dei simboli della città, e ne sono dotati praticamente tutti gli edifici del centro storico e i palazzi sorti negli ultimi quarant'anni.

Gli appuntamenti più tradizionali della città sono il mercato settimanale, che si tiene ogni mercoledì mattina dal 1233, le Fiere della Maddalena a luglio, il Panevin subito dopo l'Epifania. Resistono ancora alcune feste rionali: la sagra di san Giuseppe a marzo, la sagra del Quartier Marconi a maggio, la festa della Madonna della Salute a novembre.

Un altro appuntamento importante, di nascita recente (1994), è l'Opera in piazza, manifestazione estiva nella cui occasione la piazza viene trasformata in un suggestivo "teatro all'aperto". L'evento attrae sempre più sturisti stranieri, e di recente sono stati venduti biglietti perfino in Giappone. Negli ultimi anni sono state portate in scena opere di Rossini, Mozart, Puccini, Verdi e Mikis Theodorakis e hanno presenziato come ospiti, tra gli altri, Pippo Baudo e Antonio Lubrano in qualità di presentatori, i tenori Giuseppe Di Stefano e Renato Bruson, Luciana Serra e Mauro Corona.

[modifica] Gemellaggi

[modifica] Economia

Dopo aver avuto per secoli un'economia quasi esclusivamente agricola, realizzerà un intenso sviluppo nel settore artigiano, industriale e commerciale a partire degli anni '60 con il "boom economico". Ma sarà soprattutto a partire dalla fine degli anni '70 che la città svilupperà un fiorente settore terziario senza precedenti, con la nascita di una miriade di piccole aziende, quasi tutte con meno di dieci dipendenti: sono le conseguenze del cosiddetto "miracolo del Nord-Est".

Oderzo è inoltre all'avanguardia nel campo della ristorazione e soprattutto della viticoltura, in particolare nella produzione di Verduzzo, Merlot, Cabernet e Raboso.

Può vantare inoltre il più grande mercato del bestiame del Veneto dopo quello di Padova.

[modifica] Sport

  • La squadra di calcio, l'U.S.D. Opitergina, milita attualmente nel campionato di Eccellenza. Fondata nel 1946, ha militato in passato in Serie D; il suo periodo migliore è stato tra gli anni '60 e '70, quando dal suo vivaio sono usciti numerosi talenti alcuni ditentati professionisti, primi tra tutti Gianfranco Zigoni e Renato Faloppa. Gioca nello stadio Opitergium, 5000 posti, in via Stadio.
  • La squadra di basket, la PMP Oderzo milita attualmente nel campionato di serie B2. Nel campionato 2005/2006 ha militato in serie B1. Gioca nel Palazzetto dello Sport in via Città di Potremoli.
  • La squadra di pallavolo maschile, la LAE Electronic Oderzo, milita in serie B1. Gioca nel Palazzetto dello Sport summenzionato.
  • La squadra di Rugby milita in serie C Veneto. Nel 2006 ha dovuto rinunciare alla promozione in B per motivi economici. Gioca nel campo da rugby in via Donizetti.

La città è stata più volte attraversata dalla carovana del Giro d'Italia, l'ultima volta nel 2004, e punta ad avere un arrivo di tappa nel 2008.

Ha anche una lunga tradizione di pattinatori artistici, potendo vantare numerosi campioni italiani, europei e mondiali.

Dal 1994 vi si tiene ogni primo maggio il circuito internazionale "Oderzo città Archeologica", divenuto con gli anni uno degli appuntamenti di atletica leggera più importanti del nord Italia.

[modifica] Amministrazione

  • Sindaco: avv. Pietro Dalla Libera, eletto il 12 giugno 2006 per Oderzo Sicura, lista civica apartitica.
  • Sede comunale: via Garibaldi 14.

[modifica] Lista dei sindaci di Oderzo nel dopoguerra

[modifica] Frazioni e quartieri

Chiesa parrocchiale di Camino
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Chiesa parrocchiale di Camino

Le sei frazioni di Oderzo circondano il capoluogo quasi come i punti di un esagono. Partendo da nord e procedendo in senso orario sorgono:

Il capoluogo (abitanti 11.000 circa) è formato da alcuni quartieri o sobborghi: i più importanti sono San Vincenzo, San Giuseppe, Spinè, Magera, Quartier Marconi. Il primo fa parrocchia a sé stante; negli altri quattro si tengono ogni anno altrettante sagre di quartiere[8].

[modifica] Collegamenti

Oderzo è lambita dalla strada provinciale "Postumia", antica strada che collega Treviso con Portogruaro, e della Cadore-Mare, strada edificata nel dopoguerra per collegare velocemente il Cadore con le località balneari.

Possiede una piccola stazione sull'antica linea ferroviaria Treviso-Portogruaro, una delle prime realizzate in Italia. La stazione fu chiusa nel 1966 dopo un'alluvione e riaperta solo trent'anni dopo.

[modifica] Note

  1. Circolo Vittoriese di Ricerche Storiche, I Da Camino, Vittorio Veneto 2002
  2. Federico Maistrello, Partigiani e nazifascisti nell'Opitergino (1944-1945), Cierre edizioni, Verona, 2001, pag. 65-67
  3. Giampaolo Pansa, Il sangue dei vinti, Sperling & Kupfer, 2003, pag. 193-206
  4. Altre fonti per la storia di Oderzo:
    Eno Bellis, Annali Opitergini, Comune di Oderzo 1957-1960
    Eno Bellis, Oderzo Romana, Edizioni Bianchi, Oderzo 1960
    Eno Bellis, Origini di Oderzo, Edizioni Coden, Oderzo 1960
    Dario Canzian, Oderzo medievale, Università di Padova - Edizioni Lint, Trieste 1995
    Guida di Oderzo, a cura di Giordano Bruno Brisotto e dell'Associazione Nazionale Artiglieri d'Italia - Sezione di Oderzo, 1999
  5. vedi anche La famiglia Amalteo, Wikipedia inglese)
  6. Vedi anche www.camera.it
  7. Eno Bellis, Conventi Chiese minori e Oratori nella vecchia Oderzo, La Tipografica, Treviso 1963
  8. Le stime sugli abitanti sono state dedotte a partire dai dati ufficiali del Comune di Oderzo del 31 dicembre 2002

[modifica] Collegamenti esterni

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