Mondeval
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[modifica] Mondeval
Mondeval è un ampio pianoro, situato a 2150 metri di altitudine, tra il massiccio del Pelmo e i "lastoi di Formin", in territorio di San Vito di Cadore, splendido villaggio alpino della Valle del Boite disteso ai piedi di montagne dai nomi famosi come Antelao, Pelmo, Croda Marcora. Luogo a vocazione turistica, ha alle spalle una ricca storia che li colloca tra le località che hanno saputo coniugare al meglio conservazione e sviluppo.
In questa prospettiva, il sito archeologico di Mondeval, posto a circa 2150 mt di quota tra Giau, Lastoni di Formin e monte Pelmo, è diventato notissimo per una eccezionale scoperta archeologica: uno scheletro originale di un cacciatore di epoca mesolitica, perfettamente conservato col suo corredo funerario.
Fu scoperto nel 1987, nelle vicinanze di un masso erratico di dolomia da Vittorino Cazzetta da Pescul di Selva di Cadore, appassionato della sua terra sia dal punto di vista geologico che storico, che aveva notato alcuni reperti, in particolare manufatti litici e resti di pasto, nel terriccio accumulato da una marmotta impegnata nello scavo della propria tana. L'eccezionale scoperta è nata così. Ma già da un paio d'anni la zona era sotto l'attenzione del prof. Antonio Guerreschi, docente di Paletnologia dell'Università di Ferrara, interessato a condurre delle indagini approfondite su quel sito; dal 1986 al 2000, il docente ha portato a termine quindici campagne di scavo e con l'aiuto di studiosi e di studenti ha trovato importantissime testimonianze sulla frequentazione umana risalenti ad oltre 80 secoli fa. Il ritrovamento più rilevante del sito di Mondeval è stato la sepoltura del cacciatore preistorico che costituisce per diversi motivi una scoperta scientificamente e culturalmente eccezionale, unica: si tratta infatti dell'unica sepoltura mesolitica ad alta quota (2150 m circa), rinvenuta a tutt'oggi, ma anche di quella in cui è stato possibile riscontrare un'eccezionale conservazione del corredo funerario collocato attorno allo scheletro, con reperti organici, in particolare resti di pasto, resine con propoli, che hanno permesso nuovi studi e scoperte da parte degli esperti. Oggi lo scheletro del cacciatore del mesolitico è conservato nel museo di Selva di Cadore mentre a San Vito di Cadore si può godere dll'emozione di un incontro con un calco identico all'originale, messo a disposizione dal prof. Guerreschi per la grande mostra sulle testimonianze lasciate dall'archeologia in territorio sanvitese. Oltre al calco, la mostra presenta filmati originali e inediti dalla preistoria ai giorni d'oggi, con geomorfologia, mestieri d'epoca, scrittura antica, geologia e natura, rappresentati sia in video (a ciclo continuo) che su postazioni informatizzate (interattive) mediante ricostruzioni virtuali, animazioni e sequenze fotografiche. Di particolare interesse il filmato dell'archivio dell'università di Ferrara che racconta gli scavi del prof. Antonio Guerreschi nel sito di Mondoàl de Sora, nonché la gita "preistorica" compiuta dallo stesso archeologo lungo il tragitto che conduce sul famoso luogo del ritrovamento.