María Montez
Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
María Montez, pseudonimo di María Antonia Africa Gracia Vidal di Sacro Silas (Barahona, Repubblica Dominicana, 6 giugno 1912 - Parigi, 7 settembre 1951), fu una famosa attrice di Hollywood degli anni quaranta.
Indice |
[modifica] Vita
Nacque a Barahona nello stato caraibico della Repubblica Dominicana nel 1912 (o, secondo altre biografie, nel 1915 o 1917), secondogenita di dieci figli, da Regla Teresa María Vidal, dominicana, e da Isidoro Gracia Garcia, Viceconsole Onorario della Spagna (era oriundo delle isole spagnole delle Canarie) ed esportatore di legno e tessuti. Fin da bambina fu grande l'attrazione per lo spettacolo e in particolare per il mondo del cinema. Il sogno di diventare anche lei un'attrice di Hollywood passò dalle imitazioni alle recite scolastiche alla realtà. Sposata nel 1932 (e divorziata nel 1939) con William McFeeters, banchiere delegato nella Repubblica Dominicana della First National City Bank, si trasferì a ventisette anni a New York, per tentare la fortuna nel mondo della moda. Il suo primo lavoro fu la foto per una copertina di un periodico per una somma di 50 dollari.
[modifica] Carriera
In quel periodo si costruisce l'immagine che la rese famosa negli anni quaranta: recuperando l'accento dominicano perso dopo il trasferimento negli Stati Uniti, unì look esotico e sensualità. Scelse anche un nome d'arte, María Montez, in onore di Lola Montez, la ballerina preferita dal padre. Mentre cresceva la sua fama come modella, iniziarono i primi contatti con i rappresentanti delle case di produzioni hollywoodiane, prima con la RKO e poi, per stipulare il primo contratto, con l'Universal Pictures. Nel 1941 ebbe alcune brevi apparizioni in Lucky Devils di Lew Landers, dove comparve in costume da bagno in un concorso di bellezza, e nel fantascientifico The Invisibile Woman diretto da Edward Sutherland dove disse una sola frase. Ebbe finalmente nello stesso anno la parte da protagonista nel western Boss of Bullion City di Ray Taylor. Per compensare le difficoltà iniziali, ebbe l'insolita idea di fondare un proprio fans-club, il Montez For Startom Club, composto in gran parte di collezionisti di fotografie di artisti in pose sensuali ed osé, ovviamente per l'epoca. Una delle poche stelle latine che riuscirono a sfondare a Hollywood, assieme a Lupe Velez, Carmen Miranda e Dolores Del Rio, la Montez, anche per propria ammissione, riuscì a superare i limiti recitativi, con la forte determinazione, la sua bellezza e una carica di sensualità. Nel suo primo film a colori per la 20th Century Fox, That Night in Rio (1941) di Irving Cummings, apparve assieme a Carmen Miranda, Alice Faye e Don Ameche: ballò una contagiosa rumba, facendo risaltare i riflessi rossi dei suoi capelli ammirabili per la prima volta in tutta la loro bellezza. Da quel momento nell'immaginario collettivo fu conosciuta come la Regina del Technicolor.
Nonostante la poca considerazione da parte dell'Universal, il pubblico, in particolare quello maschile, comincia ad includerla nelle pin-up girls, termine usato per designare le artiste la cui foto in costume da bagno, era oggetto di collezione. Le sue foto adornarono l'interno degli armadietti dei soldati alleati durante la seconda guerra mondiale.
In una situazione mondiale post-depressione e con la guerra che si stava spargendo in Europa ed in Asia, Hollywood si rivolse al genere definito escapista: ambientazioni esotiche ed orientali, alle volte con trame e sceneggiature dal poco spessore, ma che cercarono in senso psicologico di tradurre l'angoscia del momento in fuga dai problemi della realtà. Così nacquero opere con sceneggiature tropicali come South of Tahiti (1941) di Georges Waggner, dove la Montez è una ragazza bianca che vive in una trasognata isola del Pacifico, White Savane (1943) di Arthur Lubin e Sudan (1945) di John Rawlins. Il fantastico mondo dell'Arabia fu rappresentato in Arabian Night (1942) di John Rawlins, dove interpretò una magistrale Scheherezade, e Ali Baba and the Forty Thieves (1944) di Arthur Lubin. In questi ultimi fu l'occasione per mostrare l'attrice in tutta la sua prestanza erotica nei conturbanti vestiti orientali velati ed attillati. Nel 1944 fu protagonista di Woman Cobra, di Robert Siodmak, dove ebbe il ruolo di due gemelle: la crudele sacerdotessa Nadja, tirannica sovrana di una tribù di adoratori di serpenti, e Tollea, la nobile e semplice ragazza.
María Montez era una diva 24 ore al giorno, i suoi scatti d'ira erano famosi negli Studios. Era anche famosa per le sue entrate in scena nei locali pubblici e nelle cerimonie. Una volta che uno dei suoi ingressi all'Universal non ebbe l'effetto desiderato, la Montez girò i tacchi e ritornò poco dopo con un nutrito e rumoroso entourage. La Tempestosa Montez aveva un gran seguito di reporter, dato che poteva offrire materiale per intere pagine. Quando le notizie scarseggiavano si diceva che i redattori li inviavano al grido: «Andate a Beverly Hills, e vedete cosa sta facendo la Montez!»
I rapporti con l'Universal cominciarono a deteriorarsi, ed a seguito di contratti non rispettati, María Montez decise di lasciarla e si trasferì in Europa con il secondo marito, l'attore francese Jean-Pierre Aumont sposato nel 1942 e da cui ebbe una figlia Maria Christina (anche lei attrice, conosciuta con il nome d'arte di Tina Aumont). Ormai finita la guerra i gusti del pubblico cominciavano a modificarsi e la sua stella cominciava ad affievolirsi. Iniziò una nuova fase di fama tutta europea; fu una delle prime star hollywoodiane a sbarcare nel vecchio continente dopo la guerra. Con il marito furono invitati nel 1946 al primo Festival di Cannes. La sua carriera di attrice di cinema continuò in Francia e in Italia con opere drammatiche come Portrait d'un assassin (1949) di Bernard Roland o in costume come Il ladro di Venezia (1950) di John Brahm, quest'ultimo abbastanza gradito alla critica. Da dimenticare il ridicolo Amore e Sangue (anche conosciuto come Camorra 1951) di Marino Girolami, dove interpretava un'improbabile cantante di una taverna napoletana. Al principio del 1951 ci fu il debutto in teatro con il dramma L'Ile Hereuse, scritto per lei dal marito.
Pochi mesi dopo la ripresa dei contatti con Hollywood per un suo ritorno, a Parigi il 7 settembre 1951 le sue sorelle Ada e Teresita la trovarono affogata nella vasca da bagno, presumibilmente colpita da un attacco cardiaco, a soli 39 anni. Nella Repubblica Dominicana fu indetto lutto nazionale; fu cambiato il nome del Corso Prolongacion de l'Uruguay in quello di María Montez. Nel 1996 il nuovo aeroporto internazionale di Barahona, la sua città natale, fu intitolato alla propria Stella più famosa, la Straniera che riuscì per un decennio a rivaleggiare con le grandi attrici a stelle e striscie.
[modifica] Filmografia
- Lucky Devils (1941)
- The Invisible Woman (1941)
- Boss of Bullion City (1941)
- That Night in Rio (1941)
- Raiders of the Desert (1941)
- Moonlight in Hawaii (1941)
- South of Tahiti (1941)
- Bombay Clipper (1942)
- The Mystery of Marie Roget (1942)
- Arabian Nights (1942)
- White Savage (1943)
- Ali Baba and the Forty Thieves (1944)
- Follow the Boys (1944)
- Cobra Woman (1944)
- Gypsy Wildcat (1944)
- Bowery to Broadway (1944)
- Sudan (1945)
- Tangier (1946)
- The Exile (1947)
- Pirates of Monterey (1947)
- L'Atlantide (Siren of Atlantis) (1948)
- Hans le marin (1948)
- Portrait d'un assassin (1949)
- Il ladro di Venezia (1950)
- Amore e sangue (1951)
- La vendetta del corsaro (1951)
[modifica] Collegamenti esterni
- I Miti di Celluloide
- Brian's Drive-In Theater
- (EN) (ES) The Queen of Technicolor: biografia ed immagini